Comunicato di pubblica resistenza al DDL intercettazioni

Gentile Onorevole Presidente del Consiglio dei Ministri Silvio Berlusconi, in questi giorni, in queste ore, il Parlamento della Repubblica Italiana è impegnato in una corsa contro il tempo per una più che rapida approvazione del disegno di legge firmato dall'Onorevole Ministro della Giustizia Angelino Alfano e noto come "ddl intercettazioni".

Il provvedimento rappresenta una delle più drastiche limitazioni al potere d'indagine che compete ai magistrati inquirenti del nostro paese e, al contempo, la più dura, feroce e devastante limitazione al diritto costituzionale di informazione; il diritto di farla e il diritto di riceverla.

Il progetto di legge, per mezzo dei suoi punti fondanti, impedisce il racconto giornalistico su fatti giudiziari di pubblico dominio e privi di segreto, stabilisce pene detentive e pecuniarie pesantissime verso chiunque osi divulgare verità giudiziarie, introduce nuovi obblighi di rettifica per i blog minandone la sopravvivenza, trasforma in crimine il diritto dei cittadini vittime di crimini di raccogliere prove audio e video a dimostrazione del reato e stabilisce odiose discriminazioni tra forme di giornalismo, all'interno di una drammatica limitazione del diritto ad effettuare inchieste giornalistiche.

Il diritto all'informazione nelle sue forme più elementari, il principio di legalità e la ricerca della giustizia vengono totalmente smantellati da tale provvedimento.

Pertanto questo sito internet dichiara sin da adesso che, per imprescindibili motivi etici e in ragione della difesa del diritto alla libertà di parola e di stampa, solennemente sancito dalla Costituzione italiana e dalle leggi vigenti, in caso di approvazione in via definitiva e di conversione in legge, non potrà attenersi in alcun modo alle norme che compongono il disegno di legge sulle intercettazioni.

Questo sito si dichiara altresì .. per imprescindibili motivi sia etici che politici .. deberlusconizzato .. demontizzato .. degrillizzato

martedì 31 luglio 2012

Il pareggio di bilancio. La trappola e la via d'uscita



http://youtu.be/NqRiTBOwJa0

Hanno cambiato la nostra Costituzione. 

Adesso, dietro il paravento del pareggio di bilancio, il nostro governo potrà assumere qualunque tipo di provvedimento contro i cittadini: 

privatizzazioni, aumenti delle tariffe e delle tasse, taglio a salari, stipendi e pensioni, licenziamenti. 

Abbiamo il dovere di cambiare rotta. 

Dobbiamo e possiamo salvarci.

Volantino sul III Discamping 3-4-5 Agosto 2012

3° discamping contro discarica e inceneritore il 3-4-5 agosto al villaggio Ardeatino.

Dopo la sentenza del consiglio di stato del marzo scorso Cerroni avrebbe avuto la possibilità di iniziare immediatamente la costruzione dell'inceneritore. A tutt'oggi il cantiere non c'è, il ras dei rifiuti è alla ricerca del credito per procedere all'opera. Più passano i giorni e più cresce il fabbisogno del grande industriale che nel frattempo si impegna a far terra bruciata attorno alle iniziative del coordinamento.
Accade che l'inceneritore di Malagrotta, gemello di quello di Albano, sia fermo dall'ottobre scorso, dice l'ing Zagaroli , uomo di Cerroni, che questa fermata serve per avviare la seconda e la terza linea, tutto potrebbe durare fino a due anni, però servirebbero 200 milioni. Dice COLARI (Cerroni) che per costruire ad Albano e magari fare l'impianto sostitutivo della discarica di Malagrotta con annessi servirebbero altri 450 milioni.
Cerroni ha chiesto questi soldi, 650 milioni, ai ministri e ai prefetti indicando gli erogatori: BEI E CDP. Ma già dal giugno 2009 aveva presentato al GSE (gestore sistema elettrico) la richiesta preliminare per l'accesso ai fondi CIP 6, per altro già scaduti dal 31-12-2008. Abbiamo fatto l'accesso agli atti al GSE, che ce li ha negati, perché la cosa violerebbe gli interessi di Cerroni. Querelato il GSE, intanto non abbiamo documenti che ci servono per ulteriori ricorsi.
L'ARPA ha accertato nel 2010 e nel 2011 l'inquinamento delle falde idriche sotto la discarica per una lunga serie di elementi dal benzene al cloroformio; con fatica abbiamo ottenuto dai Comuni una convenzione con l'IRSA CNR per una caratterizzazione dei luoghi (analisi ripetute delle acque di falda) in discarica e fuori. Ebbene, l'IRSA CNR nella persona del presidente dott. Pettine, si è rifiutato di accettare la commessa dei Comuni, si trattava tra l'altro di 60000 euro, sostenendo che altrimenti avrebbe danneggiato l'avv. Cerroni che già aveva incaricato il medesimo ente di analogo compito, nella speranza di evitare l'inevitabile: il riconoscimento dell'irreparabile danno ambientale e sanitario arrecato al nostro territorio e alle nostre persone. Sarà querelato anche Pettine, però bisogna ricominciare da capo con altro ente.
Abbiamo ottenuto dalla ASL una convenzione con il prof Paolesse, università di Tor Vergata, per una campagna di rilevamenti delle emissioni odorigene, in questi giorni il tanfo è insopportabile, utilizzando apparecchiature di autentica avanguardia. Come scontato, l'ing. Rando (CO.LA.RI.) ha inibito l'ingresso in discarica ai tecnici di Tor Vergata benchè incaricati e al seguito di funzionari ASL con funzione di p.g. La ASL RM H ha inviato il verbale di rito alla Procura della Repubblica di Velletri dove andrà a dormire insieme alle decine di nostri esposti e denunce. Naturalmente la Procura di cui sopra è molto sollecita nelle operazioncelle repressive contro i movimenti: 30 procedimenti per interruzione di pubblico servizio per il presidio del 3 febbraio scorso, 43 procedimenti per la manifestazione del 14 aprile, 1 arresto con processo in corso. Non fanno storia invece i tre fratturati tra i cittadini e il solito malcostume dei tutori dell'ordine che ottengono prognosi gonfiatissime da medici obbligatoriamente compiacenti .. tanto paga Pantalone.

E' ora di CACCIARE CERRONI E I SUOI CLIENTI DAL TERRITORIO DEI CASTELLI ROMANI

AL VILLAGGIO ARDEATINO FRONTE DISCARICA KM 25 VIA ARDEATINA
CAMPEGGIO DISCUSSIONE E LOTTA.

  • 3 agosto ore 18.00 assemblea aperta sullo stato del territorio sanità, cementificazione, crisi idrica; ore 20,30 cena sociale; 22.30 esibizione di Paolo Pesce.
  • 4 agosto ore 18.00 assemblea su piani rifiuti regionale; 20,30 cena sociale; 22.30 musica popolare.
  • 5 agosto ore 18.00 dibattito su 5 anni di lotta aggiornamenti, prospettive e proposte; 20.30 cena sociale; 22.30 Proiezione del di animazione Wall-e.

COORDINAMENTO NO-INC DI ALBANO


Il banchetto sull’opera pubblica

Cerroni coinvolto anche nell’affare Acerra. 

Camorra e imprenditoria privata a braccetto sulle spalle del denaro dei contribuenti (articolo sottostante, buona lettura).

(Fonte articolo, clicca qui)
Nel 2009, quando fu inaugurato, Berlusconi lo definì «un dono di Dio», «un prototipo da ricostruire in almeno quattro regioni italiane». L’inceneritore di Acerra, in provincia di Napoli, nato per risolvere l’emergenza rifiuti in Campania, è diventato il tesoretto per affaristi locali, capitani coraggiosi, multinazionali, ma anche per la camorra. Come emerge dal racconto del pentito Pasquale Di Fiore, killer e boss di vertice dell’omonimo clan. Il collaboratore, interrogato dagli inquirenti, ha messo a verbale il pizzo pagato dalla ditta che ha fornito il calcestruzzo per edificare il mega impianto: «In un’occasione in cui ero anche io presente unitamente ad altri, si quantificò la somma che l’imprenditore Caricchio avrebbe dovuto pagare in 180mila euro, poi ridotta a 150mila per le difficoltà manifestate dall’imprenditore».  Su Acerra, la più grande opera pubblica dell’era Berlusconi, costata oltre 300 milioni di euro, hanno mangiato tutti. Camorristi e grandi imprese del Nord. Il conto lo pagano i cittadini di Napoli, costretti a versare la più alta tassa sui rifiuti d’Italia.
La prima grande impresa a guadagnare è stata Impregilo spa, che ha realizzato l’impianto commissionato dalla Protezione civile che gestiva l’emergenza rifiuti in Campania. Gli ex manager della multinazionale italiana sono sotto processo davanti al tribunale di Napoli per il disastro rifiuti e le irregolarità nella gestione del ciclo. Eppure il governo Monti ha disposto il pagamento di 355 milioni di euro a Impregilo per la cessione alla Regione del mega impianto, oggi gestito dalla multiutility lombarda A2a. I soldi sono quelli dei Fas, risorse destinate alle aree sottoutilizzate, ma che andranno ad alimentare le casse del gigante del Nord. La decisione ha scatenato l’ira dei parlamentari campani che hanno ottenuto un ammorbidimento del decreto legge. La cifra, almeno, non dovrebbe pesare sul patto di stabilità regionale. Impregilo non è stata l’unica impresa a beneficiare della costruzione del mega forno. Al tavolo della spartizione dei soldi pubblici si sono seduti anche i camorristi. Ovviamente a modo loro: in silenzio e senza disturbare. Il racconto di Pasquale Di Fiore è al vaglio dei magistrati e degli inquirenti che lo ritengono un pentito attendibile. Il collaboratore spiega gli interessi della camorra nella costruzione del forno: «In quello stesso periodo – mi riferisco agli anni tra il 2000 e il 2002 – il mio gruppo cercava di imporre il controllo delle attività estorsive e in generale il controllo delle attività lecite per la realizzazione dell’inceneritore di Acerra». A lucrare sull’impianto, in competizione con il clan di Pasquale Di Fiore, c’era anche il gruppo criminale di  Alfonso Nino, a capo dell’omonimo sodalizio, egemone nel nolano, recentemente raggiunto in carcere da una ordinanza cautelare firmata dal gip Antonella Terzi, proprio in seguito all’interrogatorio del pentito, datato novembre 2011. Il collaboratore spiega il business nei dettagli: «In quello stesso arco di tempo, Nino Alfonso intendeva controllare le attività complessivamente inerenti alla realizzazione dell’inceneritore di Acerra, alleandosi con i casalesi e consentendo a loro ditte di realizzare i lavori necessari. Ricordo in particolare che per la fornitura del calcestruzzo Nino Alfonso aveva imposto sulla zona la ditta di Caricchio Claudio, anche approfittando di un momentaneo momento di nostra debolezza». Insomma la ditta che fornì il calcestruzzo era espressione della volontà del capo clan di un gruppo criminale diverso. Per risolvere il “contezioso” i camorristi di zona applicano ai concorrenti la loro la tangente estorsiva: «Nel 2006, a fornitura finita per ciò che riguardava la realizzazione dell’inceneritore di Acerra, mio suocero Ciro De Falco che era stato da poco scarcerato, impose a Caricchio il pagamento di una tangente estorsiva: 3 euro per ogni metro cubo di cemento scaricato». In tutto 150mila euro. Un pizzo della camorra sulla camorra.  Le dichiarazioni del pentito si vanno ad aggiungere al dato, già acquisito, dell’impiego di ditte vicine ai clan nella costruzione dell’impianto come la Edilcar, poi raggiunta da interdittiva antimafia e impegnata anche nella realizzazione della discarica di Chiaiano. Ma non è finita. Attualmente il trasporto dei rifiuti prodotti dall’impianto è affidato a un’Ati, Associazione temporanea di imprese.  La Protezione civile, contattata da left, ha chiarito che le ditte continuano a operare fino a quando la nuova gara, già indetta, non sarà assegnata. Il contratto prevede un corrispettivo di 85 euro a tonnellata per il trasporto delle scorie e di 185 euro a tonnellata per le polveri prodotte dall’impianto. Un buon guadagno per l’Ati (formata da Rmb, Veca Sud e Systema ambiente) che dal 2010 si occupa del trasporto. Ma anche qui non mancano problemi. I Nas, nel luglio 2010, denunciarono 21 autotrasportatori della società Veca sud. Secondo i carabinieri all’andata in direzione Brescia i camion venivano riempite di ceneri velenose, mentre al ritorno, di mais destinato agli allevamenti dei bovini. Uno sfarinato contaminato dal metallo pesante. Finito, attraverso la catena alimentare, sulle tavole dei cittadini campani. A Brescia la società che riceve i rifiuti è la Systema ambiente srl, il presidente del Consiglio di amministrazione è Manlio Cerroni, il re dei rifiuti di Roma, proprietario della mega discarica di Malagrotta, che fa affari anche sul pattume di Napoli. Tra le ditte di trasporto dei rifiuti prodotti dall’impianto c’è anche la Progest spa, nel luglio 2010 coinvolta in una inchiesta sul traffico illecito di rifiuti, condotta dalla procura di Santa Maria Capua Vetere. L’attuale gestione dell’impianto è, invece, affidata all’A2a, la grande multiutiliy di Milano e Brescia. L’energia prodotta dal forno gode, per 8 anni, degli incentivi Cip6, i contributi pubblici che dovrebbero finanziare la produzione di energia da fonti rinnovabili, ma che premia economicamente anche i bruciatori di rifiuti. Nel 2010 i ricavi dell’impianto per A2a hanno sfiorato i 60 milioni di euro. Cerroni, A2a, Impregilo, le imprese locali e sullo sfondo le ditte di camorra.

Acerra è, davvero, un dono di Dio. Aveva ragione Berlusconi.

E’ ora di Cacciare Cerroni ed i suoi clienti dal territorio dei Castelli Romani


lunedì 30 luglio 2012

Disuguaglianza sociale globale: comunque vada, noi non ce la faremo

aribloggato da:  ilupidieinstein.blogspot.it

Non ce la faremo perchè questa crisi è programmata dall'elite globale che ci ha tenuti in un continuo stato di preoccupazione e di paura, e quindi di asservimento, al fine di arricchirsi ancora di più e di trasformarci in un branco di disperati.

Quelli che ora stanno governando nel mondo, diretti mandanti dell'elite, ci stanno sottraendo non solo quello che serve alla nostra sopravvivenza fisica ma anche, e soprattutto, la nostra dignità, il nostro onore, la nostra sicurezza, la nostra fiducia e le cose in cui crediamo.

Quelli che ora governano nel mondo sono "globalisti", la peggiore specie che si sia mai vista nella storia. Sono perversi, vili, narcisisti (esistono anche stupendi narcisisti ma non è questo il caso), e non vogliono mai macchiare la loro falsa immagine, quell'immagine con la quale si presentano al mondo e che attribuisce loro un'aria di finta bonomia.
Sono talmente desiderosi di non rovinare la loro immagine, neanche di fronte a se stessi, da escogitare sempre nuove tecniche, volte a fare in modo che siamo noi stessi a farci del male.

Alimentano continuamente il cammino verso la violenza che è sempre lo stesso ed è la sequenza frustrazione - rabbia - violenza

La frustrazione nasce quando l'azione di una persona, mirata ad un obiettivo,  viene bruscamente fermata da una causa esterna. Quale frustrazione più grande di quella che nasce dal vedersi cambiare i propri progetti di vita, elaborati in mezzo a tante difficoltà?

Ci sono persone che si sentono frustrate perchè non riescono a comprarsi l'ennesima auto di lusso e questo non è universalmente accettabile e ci sono persone che si sentono giustamente frustrate perchè non riescono più a dar da mangiare ai loro figli o a soddisfare i loro bisogni primari e irrinunciabili. Ma, non importa quanto siano legittime e universalmente accettabili le nostre aspirazioni, la frustrazione genera sempre rabbia e la rabbia finisce sempre con l'esprimersi con la violenza.

Ma quando la violenza non puo essere espressa neanche in maniera positiva, non violenta, contro quelle persone che sono colpevoli della situazione attuale, si finisce con il rivolgerla contro se stessi, cosa che spesso si trasforma in depressione o peggio.

L'elite "globalista" sa benissimo che frustrare le aspirazioni delle persone, farle arrabbiare, non basta a raggiungere i suoi scopi; 
vuole anche, e soprattutto, spingerle a farsi del male. 

Lo fa rendendo le persone assolutamente impotenti, anche solo a farsi ascoltare. Questo genera altra frustrazione che genera altra rabbia che non potrà mai esprimersi in alcun modo, nè giusto nè sbagliato. 

E' un circolo vizioso

Le prove che i “globalisti” non ci amano ma che giocano contro di noi e ci vogliono morti, sta nel fatto che mentre noi diventiamo sempre più poveri ed insicuri, loro si arricchiscono sempre di più.

Nell'articolo "L'Elite globale nasconde 18 trilioni di dollari in banche offshore" pubblicato su questo blog il 21 Gennaio 2012, si parlava di 18 trilioni di dollari. 

Ebbene, finora, questa ricchezza si è raddoppiata

Nessuno può più venirci a dire che sta agendo per il nostro bene, ma solo per il bene di un'elite che poco si interessa della nostra vita e che vuole sopravvivere da sola, in un mondo possibilmente spopolato, dopo aver saccheggiato fino all'ultima cosa, guadagnata con tanta fatica.

Quello che sta succedendo, in relazione all'approfondimento della disuguaglianza sociale, finalizzata agli obiettivi dell'elite, è ben descritto nell'articolo di Ernst Wolff apparso prima su World Socialist Web Site e su Global Research, il 27 Luglio 2012

La  disuguaglianza sociale a livello mondiale è più profonda che mai
 I Super-ricchi nascondono trilioni di dollari nei paradisi fiscali offshore ...

di Ernst Wolff
Attualmente i super-ricchi nascondono una  ricchezza stimata tra i 21 e i 32 trilioni di dollari in paradisi fiscali come la Svizzera e le Isole Cayman. Questa è la conclusione pubblicata lo scorso fine settimana da Tax Justice Network, una Ong con sede a Londra. L'autore dello studio è James Henry, ex capo economista presso la società di consulenza McKinsey ed esperto in paradisi fiscali.

Henry basa le sue proiezioni sui dati della Banca dei Regolamenti Internazionali (BRI), il Fondo monetario internazionale (FMI), le Nazioni Unite e varie banche centrali nazionali.  Il suo studio è limitato alle attività finanziarie, beni materiali esclusi, come quelli immobiliari, oro, gioielli o altri beni.  I dati rivelano che gli "individui ad alto patrimonio netto" (definiti come quelli con un patrimonio di oltre 50 milioni di dollari) hanno messo da parte nei paradisi fiscali somme molto più grandi di quanto si pensasse.  Il rapporto mostra anche che la concentrazione della ricchezza mondiale nelle mani di sempre meno persone ha subìto una rapida accelerazione. Nel 2005, i beni stimati offshore dei super-ricchi ammontavano a 11.500 miliardi di dollari. Da allora questo totale è raddoppiato o triplicato. Oggi il 10 per cento della popolazione mondiale controlla l'84 per cento dei beni, mentre il 50 per cento con reddito più basso ha accesso ad appena l'1 per cento della ricchezza. Secondo lo studio, quelli in cima - 92, 000 persone che costituiscono una frazione infinitesimale della popolazione mondiale - hanno nascosto attività finanziarie che ammontano a più di 9 trilioni di dollari, una media di quasi 100 milioni a testa.  La rapida crescita di queste attività nel corso degli ultimi sette anni mostra che la crisi globale del capitalismo non è stata in alcun modo svantaggiosa per l'elite finanziaria. Al contrario, mentre sempre più persone nei paesi avanzati stanno soffrendo a causa di programmi di austerità del governo e milioni di persone nei paesi in via di sviluppo sono condannati alla povertà estrema, i super-ricchi hanno usato la crisi finanziaria ed economica degli ultimi anni per aumentare massicciamente la loro ricchezza e nascondere i loro soldi al di là della portata delle autorità fiscali. Sono assistiti da un codice fiscale che permette loro di spostare enormi quantità di denaro verso i paradisi fiscali off-shore che utilizzano scappatoie legali e aiuto professionale.
Mentre quelli a basso reddito sono strettamente controllati dallo stato e vengono assillati per il pagamento delle loro imposte, i super-ricchi sono in grado di contare su un gruppo molto ben pagato che opera a livello mondiale  e su consulenti di investimento utilizzati dalle grandi banche internazionali, che richiedono somme notevoli in cambio dei loro consigli fiscali. Solo le quattro maggiori banche del Regno Unito, HSBC, Barclays, Lloyds e Royal Bank of Scotland, hanno più di 1.200 filiali nei paradisi fiscali.  Secondo Henry, le 10 più grandi istituzioni finanziarie private del mondo, tra cui la Deutsche Bank, hanno spostato offshore più di 6.250 miliardi di dollari nel 2010. Prima del crollo del 2007, la somma era pari a 2.340 miliardi di dollari.  I più colpiti dall' evasione e dall'elusione fiscale sono i paesi in via di sviluppo.  Negli ultimi 40 anni i 139 cittadini più ricchi dei paesi in via di sviluppo hanno nascosto nei paradisi fiscali un patrimonio non dichiarato stimato tra i 7.300 miliardi di dollari e i 9.300 miliardi di dollari. Le loro attività off-shore sono spesso superiori al debito pubblico dei rispettivi paesi e giocano un ruolo importante nella mancanza di denaro per finanziare urgentemente il bisogno di salute pubblica e programmi di formazione nei loro paesi d'origine.
I primi tre nella lista dei paesi con il maggior numero di individui super-ricchi sono gli Stati Uniti, Cina e Germania. Uno studio dell'Istituto tedesco di ricerca economica (DIW) ha recentemente rivisto al rialzo la stima dei beni dell'1 per cento più ricco del paese, dal 23 per cento al 34 per cento della ricchezza nazionale, ammettendo che i redditi delle famiglie ultra-ricche non erano stati inclusi nelle sue inchieste precedenti.
Sulla base della scoperta dell'enorme livello di risorse nascoste, Henry sostiene nel suo studio che i criteri applicati precedentemente alla disuguaglianza sociale, che sono generalmente legati al reddito familiare, hanno "sottovalutato drammaticamente" il vero spartiacque tra ricchi e poveri. L'autore dello studio concorda con l'economista e giornalista britannico Stewart Lansley, che scrive nel suo libro di recente pubblicazione, il costo della Disuguaglianza: "Non c'è assolutamente alcun dubbio che le statistiche sul reddito e sulla ricchezza delle persone al vertice sottostimano il problema. "

La disuguaglianza sociale a livello globale, oggi non è solo molto più profonda di quanto mostrino tutte le statistiche. In termini globali, essa ha raggiunto livelli senza precedenti nella storia umana. 


Traduzione: Anna Moffa per ilupidieinstein.blogspot.it

NON SEMPRE L’ACQUA DEL RUBINETTO IN ITALIA E’ SICURA



Borio, fluoruri e soprattutto arsenico, in concentrazioni superiori ai valori stabiliti dalla legge, rischiano di danneggiare seriamente la salute dei cittadini. Ed è colpa delle inadempienze, delle omissioni, dei ritardi sugli acquedotti, ma soprattutto delle deroghe.
Questa la denuncia del dossier “Acque in deroga”, realizzato da Legambiente e Cittadinanzattiva, che ricostruisce proprio la questione delle deroghe richieste e concesse ai Comuni italiani dal 2003 ad oggi, facendo il punto sui territori coinvolti e sugli interventi attuati o in programma.

Ad un anno dal referendum che ha decretato l’acqua bene comune, rimangono ancora molti i nodi da sciogliere. Scopriamo, così, che nel 2012 sono circa un milione i cittadini di 112 Comuni italiani (90 nel Lazio, 21 in Toscana e 1 in Campania) che non hanno acqua potabile di qualità e conforme alla legge, perché sono ancora in vigore nuove deroghe che consentono di prendere tempo e ripristinare i valori al di sotto dei limiti stabiliti dalla legge.”Il problema – spiega Giorgio Zampetti, responsabile scientifico di Legambiente – è che in Italia lo strumento della deroga, entrato in vigore nel 2001 e inizialmente previsto solo come misura transitoria per dare tempo alle autorità competenti di realizzare i giusti interventi necessari, è stato in realtà adottato con leggerezza, trasformandosi in un espediente per prendere tempo ed alzare i limiti di legge rispetto ad alcune sostanze fuori parametro”.

IL DOSSIER SI APRE CON L’ANALISI DELLE DEROGHE CHIESTE DAL 

2003 AL 2010


Ogni deroga ha una durata di tre anni con possibilità di essere rinnovata al massimo per altre due volte: le prime due vengono decise dal Ministero della Salute mentre la terza deve avere il via libera della Commissione europea. In Italia il “pasticcio delle deroghe” è iniziato nel 2003, primo anno in cui ne viene fatta richiesta. Da allora fino al 2009 sono state 13 le regioni che ne hanno fatto richiesta (Campania, Emilia Romagna, Lazio, Lombardia, Marche, Piemonte, Puglia, Sardegna, Sicilia, Toscana, Trentino Alto Adige, Umbria, Veneto) e su un totale di 13 parametri (arsenico, boro, cloriti, cloruri, fluoro, magnesio, nichel, nitrati, selenio, solfato, trialometani, tricloroetilene, vanadio).

Dopo sei anni, alcune regioni (Campania, Lazio, Lombardia, Toscana, Trentino Alto Adige e Umbria), non avendo ancora ripristinato i valori della qualità della dell’acqua al di sotto dei limiti consentiti, hanno chiesto una terza deroga per arsenico, boro e fluoruri.

Nel 2010 la Commissione Europea ne ha concesse alcune, respingendone altre. Una parte dei provvedimenti è scaduta a dicembre 2011, e Lombardia, Umbria e Campania, insieme alle Provincie autonome di Bolzano e Trento hanno completato gli interventi e riportato la qualità dell’acqua al di sotto dei limiti di legge. Nel frattempo, però, sono scadute anche le deroghe in Sicilia per il vanadio nei Comuni etnei, in Toscana per i trialometani (in 3 comuni) e nel Lazio per vanadio e trialometani (14 e 2 comuni rispettivamente).

Ad oggi, quindi, rimangono in vigore deroghe nel Lazio (arsenico, fluoruri), Toscana (arsenico e boro) e in un comune della Campania per il fluoruro. “Per assicurare la tutela della salute dei cittadini, ai sindaci interessati chiediamo un’operazione di trasparenza per quanto riguarda i dati di qualità dell’acqua, e di garantire una costante informazione alla cittadinanza”, ha concluso Antonio Gaudioso, neo segretario generale di Cittadinanzattiva.
Nel tempo dell'inganno universale, dire la verità è un atto rivoluzionario!

SICILIA CONDANNATA A MORTE DAGLI AMERICANI


La Base Militare Americana mette in pericolo la vita dei Siciliani:

a Niscemi (provincia di Caltanissetta - Sicilia), presso la base militare americana esistente dal 1991, è in corso la costruzione di un potentissimo sistema radar chiamato MUOS (Mobile User Objectve System).  Sistemi radar simili sono presenti solo in zone desertiche perché pericolosisssssime per la salute degli esseri umani e dell’ambiente.  Le antenne che vogliono montare a Niscemi sono simili a quelle che vedete nella foto, sono antenne radar ad elevatissima emissione di onde elettromagnetiche.  Se le monteranno, l’impianto ci cuocerà come un forno a microonde.  Le onde elettromagnetiche emesse da quelle antenne intaccano i tessuti e causano gravissime malattie.  Se le monteranno, in poco tempo ci sarà una grossa crescita di tumori e leucemie in tutta la Sicilia e nel corso del tempo quest’isola diventerà un deserto, piano piano moriremo tutti.  Fonti e documenti, di quanto ho scritto in questo link, li trovate su internet.

domenica 29 luglio 2012

“I mercati”

(e ar'imbutato qua 'n Valle da me mi .. 'mbutoBioniKapra .. siempre!)

“È ovvio che c’è grande nervosismo sui mercati

I mercati guardano con crescente preoccupazione il caos dei partiti e le elezioni del 2013”

“Un agosto che si prevede incandescente con i mercati in forte sofferenza”

“Le elezioni daranno quella stabilità politica che i mercati cercano”

“Draghi dà ossigeno ai mercati

“Lo spread rimane troppo alto perché dipende da dubbi e incertezze dei mercati

“Più noi daremo ai mercati l’immagine di un Paese in cui le forze politiche e quelle sociali hanno comune consapevolezza e senso di responsabilità, più potremo guadagnare in termini di fiducia anche da parte dei mercati

“Per rassicurare i mercati penso che si dovrebbe rieleggere Napolitano al Quirinale”

“È inverno anche sui mercati

A leggerlo o subirlo passivamente e acriticamente, il concetto sopraccitato – che è solo un estratto minimo e simbolico dell’integralità (e dell’integralismo) dei concetti con i quali si perpetra quotidianamente uno spietato, intensivo bombardamento mediatico, un’azione bellica solo apparentemente priva di vittime – ci ritroveremmo probabilmente (forse sicuramente) a pensare alla stessa maniera, a ragionare nei medesimi termini scarni e frusti dati da quelle premesse.
Forse, se fossimo particolarmente predisposti, potremmo anche arrivare a farne una ragione di partigianeria, di tifo fondamentalista; di scelte di campo inespugnabili con le armi della ragione, poiché radicate sull’irrazionalità e quindi su posizioni fortemente e pregiudizialmente basate sul rifiuto della dialettica e dell’ascolto plurale. La realtà ci dice, anzi, che è proprio quanto avviene generalmente; e che, anche, questo stato di cose suffraga e spiega l’uso smodato di queste tecniche comunicative “estreme” da parte del Potere (il berlusconismo è un esempio da manuale; l’ultimo – ma non l’unico – eclatante in ordine di tempo in Italia, paese che vanta un “tessuto sociale” molto soggetto a questo genere di “suggestioni”).
Sostanzialmente, qualsiasi pensiero/ideologia che abbia fondamenta lacunose sul versante logico-scientifico, tende a sopperire a quella mancanza, in dosi massicce, ricorrendo ad artifici tipici della “fede rivelata”: i feticci (se reali o meno poco importa, purché possedenti caratteristiche di “indefinitezza”) e tutto un complesso di superstizioni (con relativo corollario di paure indotte e minacce di castighi), dogmi e assunti primari non necessitanti di spiegazione alcuna (o le cui spiegazioni risulterebbero – o, ad arte, dovrebbero risultare – nel caso, così oscure e indecifrabili da scoraggiarne, da un lato, un’indagine accurata e aumentare, dall’altro, l’aura misterica e l’intoccabilità totemica dei dogmi stessi) e dati per essere accettati come “verbo autentico”.
Si tratta, insomma, di tipologia ideologica con tratti più comuni a quelli di una religione: una sorta di “religione neopagana” con tanto di officianti (ordinati in precise gerarchie), luoghi di culto (praticamente individuabile in ogni casa dove vi sia un… televisore!) e rituali.

Con tanto di pastori e… gregge!

Ora, detto ciò, non so (o fingo di non sapere) se, come secondo “religione”, sia “inverno anche sui mercati”. Ma trovo comunque molto stucchevole preoccuparsene oltre ogni ragionevole necessità.
Tanto più che… sì: un inverno c’è, anche in questa calda estate, per… “qualcuno”.
Nessuna tregua è stata decisa alla sua fredda morsa d’impoverimento; e infatti, i meno protetti risultano essere le prime facili vittime del “gelo”. Cosa ancor più facile, avendo deciso, il Potere, seguendo i dettami del proprio “Dio”, di requisire a chi il cappotto, a chi la stufa; e a chi entrambe le cose
Finirebbero col capitolare così anche tutti gli altri, come in un macabro domino, falciati da quel “Dio” perverso assecondato dal Potere.
Sicché, finito l’“inverno”, non resterebbero che quel “Dio” criminale, il Potere e, forse anche… i mercati.
Nessun altro a certificare che di quel medesimo mortale flagello quelli erano i tre nomi.


Spina N°16

Spina N°16

http://www.telecountrynews.it/index.php?option=com_hwdvideoshare&task=viewvideo&Itemid=0&video_id=166


Categoria: http://www.telecountrynews.it/index.php?option=com_hwdvideoshare&task=viewcategory&Itemid=0&cat_id=9 | Viral Video » 11am - Jul 27, 2012

Er Pesce è esasperato da una Spina insistente, l'esasperazione è tale che lo porta a chiedere "Un pò de Pietà...."
 
 
 Dal 3 agosto, in via Ardeatina Km 24.500 al Villaggio Ardeatino fronte discarica, fino al 5 Agosto, ci sarà la terza edizione del Discamping... campeggio, discussione e lotta per dire NO all'inceneritore. Il 3 Agosto assieme al poeta Giuseppe Spinillo contribuiremo con uno mio spettacolo. 
 
SOSTENETE LA LOTTA!
 

Ama, il piano segreto per l’emergenza rifiuti a Roma


Oltre 101.000 visite al sito. 

Grazie a tutta la cittadinanza.

Video, i Castelli Romani resistono. Clicca qui.

Coordinamento contro l’inceneritore di Albano, discamping 2012, clicca qui.


Di segreto c’è ben poco (nell’articolo sottostante), di miope tantissimo. In tutto ciò, un mare di interessi e tante menzogne volte ad un unico grande risultato: truffare il cittadino. L’equazione deve tornare. A noi il ruolo di sbilanciarla.

(Fonte articolo, clicca qui) Sei pagine zeppe di numeri, nomi e dati. Un documento riservato con tutte le possibili strategie per scongiurare l’emergenza rifiuti. È quello che in questi giorni l’amministratore delegato dell’Ama Salvatore Cappello gira e rigira nelle sue mani, legge e studia per evitare che Roma finisca come Napoli, dopo le polemiche sulla discarica temporanea finite con un nulla di fatto. C’è tutto in queste pagine: quanti rifiuti produce la capitale, quanti ne differenzia, il piano per Roma stilato dal ministro all’Ambiente Clini, che il sindaco Alemanno e la presidente della Regione Polverini non hanno ancora firmato, e le mosse da mettere in campo. Partendo da una premessa: gli impianti per il trattamento meccanico biologico dei rifiuti indifferenziati, necessario per trasformare l’immondizia in combustibile da rifiuti, sono assolutamente sottoutilizzati. Nel 2011 hanno lavorato al 42% delle loro capacità, nel primo semestre del 2012 al 50%. Colari, il gruppo proprietario di due dei quattro impianti della capitale, e Ama si sono impegnati, già a partire dal secondo semestre 2012, a raggiungere la piena messa a regime. Ma non basta per coprire il fabbisogno. E qui si inserisce la proposta che il privato Manlio Cerroni e il suo gruppo Colari hanno avanzato al commissario per l’emergenza rifiuti Goffredo Sottile: montare a Rocca Cencia e a Malagrotta, sempre di proprietà di Cerroni, una serie di “tritovagliatori” che dividano i rifiuti indifferenziati in frazione secca e in organico biostabilizzato, materiale che si usa per ricoprire i rifiuti nelle discariche, da utilizzare per i bacini di stabilizzazione nell’area di Ponte Malnome. Secondo le stime di Cerroni, il piano diventerebbe operativo al più tardi entro il primo quadrimestre 2013. In corso di valutazione anche una terza ipotesi: la realizzazione di un quinto impianto di trattamento meccanico biologico AceaAma dalla capacità compresa tra 180mila e 240mila tonnellate all’anno nel territorio di Paliano. L’impianto entrerebbe in esercizio non prima dell’inizio del 2014. A questo punto, continua il documento dell’Ama, sarà indispensabile disporre di altri gassificatori, perché finora è in funzione una sola linea dell’impianto di Malagrotta. Come già previsto dal piano regionale, dovranno entrare in funzione la seconda linea a Malagrotta, con una capacità di 90mila tonnellate all’anno, e il nuovo gassificatore di Albano, che potrà lavorare fino a 160mila tonnellate all’anno di combustibile da rifiuti. A completare il quadro, la partenza del porta a porta spinto, come annunciato all’inizio di giugno da Clini e Alemanno. Questa la strada, secondo l’Ama, per raggiungere gli obiettivi fissati nel piano per Roma: 40% di raccolta differenziata entro il 2013, 50% entro il 2014, 60% entro il 2015, 65% entro il 2016.

sabato 28 luglio 2012

Decreto elettriche, spunta l'incentivo per bruciare rifiuti indifferenziati

Il decreto sulle rinnovabili elettriche diverse dal fotovoltaico mette in crisi le rinnovabili ma in compenso elargisce incentivi a chi brucia i rifiuti indifferenziati. 

Nel testo specifiche tariffe per incentivare l'energia elettrica prodotta bruciando "rifiuti non provenienti da raccolta differenziata".

Mette in crisi le rinnovabili vere, tagliando loro le gambe con la burocrazia, ma in compenso elargisce incentivi a chi brucia rifiuti indifferenziati. 

Il decreto sulle rinnovabili elettriche diverse dal fotovoltaico, infatti, prevede specifiche tariffe per incentivare l'energia elettrica prodotta bruciando rifiuti "non provenienti da raccolta differenziata".

Gli impianti al di sotto dei 300 kW che bruciano immondizia sono incentivati addirittura più generosamente di un piccolo impianto fotovoltaico sul tetto di una casa:  prendono 257 euro a MWh per 20 anni, per le taglie più grandi si scende a 145 euro/MWh.

Inoltre viene riconosciuto un periodo transitorio di 6 mesi contro i 4 delle altre fonti rinnovabili.


venerdì 27 luglio 2012

LAZIO EMERGENZA ARSENICO, APPELLO AI COMUNI: SE ADERITE AL NUOVO RICORSO SONO POSSIBILI 1.500 EURO A FAMIGLIA


Con questa “Class Action” si chiede il risarcimento di 1.500 euro, per ciascun aderente e la riduzione della tariffa idrica applicata dalle relative Ato che distribuiscono acqua “avvelenata”
 
Possono aderire al ricorso i Comuni di Aprilia, Albano, Ardea, Ariccia, Genzano, Lanuvio, Lariano, Velletri, Castel Gandolfo, Ciampino, Castelnuovo di Porto, Trevignano Romano, Tolfa, Bracciano, Sacrofano, Formello, Civitavecchia, Santa Marinella, Anzio, Nettuno, Campagnano di Roma, Magliano Romano, Mazzano Romano. Tra questi, il Comune più critico e neppure elencato tra i possibili aderenti al ricorso è Anguillara Sabazia, non aderente Acea

di Chiara Rai

C’è tempo fino al 31 agosto per aderire al nuovo ricorso collettivo Codacons per chiedere alle Ato (Ambito Territoriale Ottimale) dei diversi territori laziali il risarcimento del danno a favore del milione di utenti che bevono acqua con concentrazioni di arsenico superiore al limite di legge di 10 microgrammi per litro.

L’ azione giudiziaria collettiva promossa dal Codacons è gratuita per tutti i propri iscritti. Con questa “Class Action” si chiede il risarcimento di 1.500 euro, calcolato in via equitativa, per ciascun aderente e la riduzione della tariffa idrica applicata dalle relative Ato che distribuiscono acqua “avvelenata”. Dell’hinterland possono aderire al ricorso i Comuni di Aprilia, Albano, Ardea, Ariccia, Genzano, Lanuvio, Lariano, Velletri, Castel Gandolfo, Ciampino, Castelnuovo di Porto, Trevignano Romano, Tolfa, Bracciano, Sacrofano, Formello, Civitavecchia, Santa Marinella, Anzio, Nettuno, Campagnano di Roma, Magliano Romano, Mazzano Romano.

Questa “class action” segue alla recente sentenza del TAR Lazio che condanna i ministeri della Salute e dell'Ambiente a risarcire gli utenti dell’acqua del Lazio con 100 euro a cittadino. La sentenza dice che fornire servizi difettosi o inquinati determina la responsabilità della pubblica amministrazione per danno alla vita di relazione, stress e rischio di danno alla salute. Ne conviene che l’acqua fornita ai cittadini deve essere salubre e la tariffa legata proprio alla qualità di essa: da qui la decisione di Codacons di agire contro le Ato che dovevano tenere conto di questo dato nel determinare la tariffa.

Inoltre, c’è il problema impellente per i 24 Comuni colpiti dall’arsenico di riportare i valori nei limiti di legge entro il 31 dicembre altrimenti si troveranno senz’acqua potabile con multe salate dell’Europa. Tra questi, il Comune più critico e neppure elencato tra i possibili aderenti al ricorso è Anguillara Sabazia, non aderente Acea: L’acquedotto di Colle Biadaro possiede arsenico pari a 24 mcg, mentre l’acquedotto di Ponton dell’Elce supera i 30 mcg. A proposito, si fa sempre più sentito l’appello dell’assessore all’ambiente di Anguillara Enrico Stronati:
“Ci auguriamo che la Regione capisca la nostra emergenza e riconsideri la copertura finanziaria in sede di assestamento di bilancio del finanziamento di circa 450 mila euro promessi da oltre un anno dall'assessore Mattei.

Con i fondi non solo potremmo realizzare subito uno dei due impianti necessari ma riusciremmo ad evitare la possibile sanzione che oscillerà tra 10 e i 15 milioni di euro che la Corte di Giustizia Europea potrebbe comminare alle amministrazioni locali”.

http://www.osservatorelaziale.it/

Speroni critica Monti: il "kapo" Shulz gli toglie la parola.


http://youtu.be/ErBLMfl4BSM

Io ho una teoria. Non importa quale giornale si ritenga più o meno fazioso: per avere una chance di fare le pulci al governo in carica basta leggere i quotidiani che si trovano all'opposizione. Quegli stessi che, a parti inverse, erano autorevoli come una dichiarazione di Alì Babà ai 40 ladroni, improvvisamente diventano la summa del giornalismo di inchiesta meno indulgente con il potere. Allo stesso modo funziona con i partiti di governo e di opposizione. Quando gli uni sono maggioranza, giustificano senza colpo ferire le peggio cose, quando per pura convenienza politica decidono di essere minoranza, o vi si trovano per i risultati elettorali, sono i più feroci critici degli altri e si fanno attendibilissimi paladini di verità e giustizia. Così, capita che la Lega Nord, ora che si è sfilata dalla maggioranza, dica cose condivisibili, anche se provengono da personaggi come Francesco Enrico Speroni, piuttosto contestabili.

Ieri, al Parlamento Europeo, Monti ha relazionato sulle vicende italiane. Udite udite, si è posto perfino la questione del recupero della democrazia, indebolita dai processi forzosi di integrazione europea di cui egli è un infaticabile motore. Non fa nulla che, nella conferenza stampa seguita alla sua visita a Obama, egli abbia ammesso candidamente che "le imprese americane hanno sempre fatto molta pressione per l'integrazione europea, per il loro stesso tornaconto". E non fa niente che della Commissione Trilaterale, che è per definizione stessa la lobby delle imprese americane, lui fosse stato fino al mese scorso il componente incaricato di accontentarle, sviluppando la loro agenda sull'Europa senza darsi pena di chiedere prima agli europei. Ora si pone il problema della democrazia, perché i Greci, poverini, non è alla fine si possono schiacciare tutti come vermi.

Come ogni buon principiante, tuttavia, il neo-democrate Monti ha bisogno di tempo per applicare tutti i principi che tale organizzazione concettuale comporta. Per esempio non ha ancora imparato ad accettare le critiche, come dimostra la sua reazione permalosa alle osservazioni mosse da Ivo Caizzi su Corriere Economia (pagina 13) di lunedì scorso, che sostanzialmente lo accusava di quello che diciamo noi sul web da mesi. Inoltre ci sono argomenti tabù ai qual non risponde. Uno di questi, appunto, è la sua militanza storica nella Commissione Trilaterale e nella commissione esecutiva del Gruppo Bilderberg, che già nel 2003 Romano Prodi stigmatizzava implicitamente, al Parlamento Europeo, come condizioni incompatibili con la carica pubblica.

I media compiacenti tacciono e mostrano solo gli applausi. Le critiche alla divinità Monti non hanno diritto di rappresentanza. Anche al Parlamento Europeo, tuttavia, sembra che abbiano alcuni problemi a sopportare gli interventi dissidenti, sottolineati sempre da cori di manifesta intolleranza, come nel caso della celebre invettiva di Nigel Farage, o addirittura dall'esclusione del circuito microfono del relatore (è consuetudine far terminare un concetto, e sarebbe da recuperare il tempo sottratto dai disturbatori di professione), come accaduto ieri a Francesco Speroni che contestava a Monti ciò che Monti non ama sentirsi ricordare né a cui Monti ama replicare: non solo la sua appartenenza ai club elitari che, in maniera del tutto incidentale, hanno la stessa identica agenda che lui persegue, ma anche la non necessarietà dell'euro per godere di un'economia forte, come paesi quali la Svizzera, la Norvegia, l'Islanda, il Canada e l'Australia sembrano voler dimostrare. Non sapremo mai come si concludeva l'intervento di Speroni, perchè il "kapo" Shulz ha disabilitato l'audio della sua postazione prima che potesse terminare.

Una contestazione molto simile arriva anche dall'europarlamentare Bruno Gollnisch, politico francese del Front National., che gli ricorda la questione della mancanza di legittimazione democratica. Quando Monti prende la parola, risponde una cosa così: "Se a lei avessero chiesto di guidare il proprio paese, avrebbe risposto 'No grazie, non ho una legittimazione democratica?'". Probabilmente, il professore distratto non si è reso bene conto che più che una confutazione, la sua risposta suona come un rafforzamento delle tesi del suo interlocutore: non ha una legittimazione democratica ma si trova lì perché qualcuno ce l'ha messo. Qualcuno che non sono le urne.

Nel video in testa all'articolo gli interventi e le risposte che i media giudicano poco interessanti per i cittadini.

http://www.byoblu  

Barack Obama è il terzo Sargon"

L’Ordo Draconis è un’associazione antichissima composta da soli aristocratici interessati al mantenimento della purezza della specie e governati da una regina di cui non si conosce l’identità.

Secondo Sir Laurence Gardner, Priore della Celtic Church’s Sacred Kindred di St. Columbia genealogista di famiglie reali e di cavalieri noto come il Cavaliere Labhran di St. Germain, addetto alla guardia della casa reale degli Stewart, fondata a St. Germain-en-Laye nel 1692, nonché scrittore di fama internazionale, l'ordine è riconosciuto dall’Unione Europea, dall’Onu e dall’ European Council of Princes di Edimburgo . ente consultivo costituzionale fondato nel 1946 del quale farebboro parte 33 famiglie di purissimo sangue reale.

Di recente è stato costituito il Dragon Rouge filiazione dell’Ordo draconis, la cui sede è a Stoccolma . La sua apparizione risalirebbe al 2170 A.C per volontà del sommo sacerdote di Amon-Ra, Ankh-f-n-Khonsu, Il cui nome significa vita (ankh) dalla luna (Khonsu) (lo stesso sacerdote di cui A. Crowley diceva di essere la reincarnazione ) che introdusse in Egitto il culto di Sebek-Ra ossia il culto del serpente di fuoco (rappresentato astronomicamente dalla costellazione del Drago, Draco in latino), che riprendeva tradizioni magiche africane ancora più antiche.

Il culto draconiano può anche essere identificato con il culto tifoniano/ofidiano , le correnti tantriche legate al Sentiero della Mano Sinistra (Vama Marg) ed al culto della dea Kalì . La figura di Tifone è presente negli antichissimi culti africani (la cui figura veniva associata alla Dea Madre) .

Dal punto di vista astronomico Tifone veniva rappresentato dalle sette stelle che compongono l'asterismo cosiddetto dell'Orsa Maggiore.

Le sette stelle (anime) di Tifone vengono manifestate da Seth (Sirio), il suo figlio nel Sud.

Durante la XII dinastia (c.1785 AC) egizia tale culto divenne una istituzione faraonica con lo specifico compito di salvaguardar nel tempo la purezza genetica della linea di sangue faraonica . Tale istituzione fu guidata dalla regina Sobeknefru la prima regina divenuta faraone in Egitto.

Da sottolineare che la XII dinastia si concluse con il breve regno di Sobeknefru (4anni ) . A partire dalla dinastia XIII (1797-1543 a.c. iniziò un periodo di grande disordine all'interno dell'Egitto che portò alla frantumazione dell'Egitto in piccoli principati indipendenti l'uno dall'altro.

Sia secondo la tradizione sia della Midrash che quella fenicia, il segno di Caino era un serpente-che teneva stretta in bocca la propria coda: un simbolo di completezza e sapienza noto come uroboros Tale segno tuttavia non è altro che una rappresentazione grafica del regno, che gli Ebrei chiamavano Malkhut, l'ultima Sefirà, che gioca in quest’ottica un ruolo importantissimo. È la componente che motiva e indirizza l'operato di tutte le altre facoltà.; è il luogo ove la luce cambia direzione, passando dalla discesa alla salita . Malkhut è, la parte femminile di Dio, a livello fisico indica la terra stessa. Malkhut è poi l'origine e la fine di ogni recipiente.

Nel suo aspetto femminile, il segno di Caino viene associato all'occhio simbolico di "colui che vede tutto", l'occhio di Enki chiamato anche "Signore dell'occhio sacro" che divenne il simbolo di Venere con la croce fuori dal cerchio, così che la donna (la croce) fosse sormontata dall'Uroboro, simbolo della regalità del dragone.

L'occhio dell'illuminazione era a volte rappresentato all'interno di un triangolo (triangolo con un punto al centro) che rappresenta il daleth, o la via di accesso alla luce.

La fratellanza continuò a vivere in oriente per molti secoli ancora ed infine si approdò in occidente dove si annidò nell'impero romano continuando nel suo ministero.

La confraternita si inabissò nel medio evo quando Carlo Magno nell’800 della nostra era ,suggellò un patto con il cattolicesimo che fece piazza pulita dei culti gnostici tanto cari alla fratellanza.

Le tracce storiche e documentali dell’ esistenza d'ordine come organizzazione strutturata vengono ritrovate nell' Ungheria del 15 secolo quando su impulso del re Sigismondo di Lussemburgo, il 13 Dicembre (data simbolica) del 1408 nacque formalmente L’Ordo Draconis e prese l' attuale denominazione. L’ordine contava allora 26 membri di altissimo lignaggio tra cui Re Vladislav Jagello di Polonia ,il re Alfonso V d’Aragona, il Principe Vitovd di Lituania, il Duca Ernesto d’ Austria Cristoforo III, Duca di Baviera e re di Danimarca, Svezia and Norvegia.

Più tardi nel 1439, Thomas de Mowbray, duca di Inghilterra e Norfolk, fu ammesso alla fratellanza così come Il conte Vlad Dracul alias Vlad di Wallachia, conosciuto anche come Vlad Tepes, o Vlad l'Impalatore, il mitico Dracula, reso celebre dal romanzo di Bram Stoker nel 1897 divenne anch’egli membro dell’ordine . La cosa estremamente curiosa che il volto dell’impalatore è stato ritratto dal genio del Rinascimento, Benozzo Gozzoli, nell'affresco del Magi dipinto (circa nel 1463) nella cappella del Palazzo Medici Riccardi in FireNze,sottintendendo in tal modo il legame esistyente tra i re magi e l’ordine del Drago.

Si sa per certo che l’ordine che aveva custodito durante tutta la sua storia antichi testi magici ,e richiamava le sue ascendenze al faraone della II dinastia egizia Raneb (2852 AC) nipote del biblico Nimrod e successore del primo faraone d'Egitto, il famigerato re scorpione, aveva il precipuo compito di preservare la linea di sangue reale che proveniva unicamente dalle regine del Graal.

Il simbolo dell’ordine era un drago ricurvo con una croce rossa ,antico simbolo dei rosacroce identificato anche con il sacro Graal fin dal IV millennio A.C. Questo simbolo arcaico caratterizzava anche la Grande madre della terra e del fuoco chiamata Barat –Anna. Su di una antichissima moneta anatolica si può vedere l’immagine di Barat- Anna seduta su un trono sotto al quale è inciso il simbolo della rosa croce . Questo simbolo che risale a 4400 A.C.è il più antico emblema di sovranità di cui si abbia traccia.

La croce (chiamata rosi-crucis, parola greco-romana, da rosi che significa rugiada o acque, e crucis che significa coppa o calice) è un simbolo di illuminazione, e per questo motivo la sacra Rosi-crucis (la Coppa della Rugiada, o Coppa delle Acque) era il segno originale della linea di discendenza reale. La coppa simboleggia a sua volta l'utero, rappresentando l'aspetto materno della regalità, da cui sgorgava il Sangue Reale (le acque della illuminazione). La regalità era considerata ereditaria unicamente in via matrilineare.

La lettera "Q" da cui discende il termine anglosassone Queen (regina) deriva dal simbolo di Venere "Q" un simbolo allo stesso tempo attribuito a Iside, Ninhursag, Lilith e Kali. Ninhursag era la prima Signora della vita. Suo si vuole sia stato il gene che costituì il vero e proprio inizio della linea di discendenza sacra: la Genesi del Graal. Nella tradizione dei rosacroce, questa "genesi" è stata a lungo identificata con il trascendente "gene di Iside". La parola "genesi" (origine o inizio) deriva dal greco e dalla parola "genes" (che significa "generato da una specie"), da cui derivano anche le parole genetica, genere, genio, genitale, genere, generazione, genealogia, etc.

Il simbolo della croce circoscritta in un cerchio a sua volta inserito in una rosa contraddistingueva i cavalieri templari ed indicava la loro devozione alla madonna, che non era altro che la versione cristiana dell’antichissimo culto di Iside, la più importante divinità egizia.

Il grafema del punto e del cerchio è peraltro un simbolo connesso con il cosmo, legato contemporaneamente,con la divinità progenitrice An od Anu, essendo un’ipostasi del numero 60, rappresentativo della massima divinità sumera Anu.

Sia il mito egizio di Osiride che la vicenda di Gesù esprimono concetti astronomici trasposti in termini allegorici e simbolici . Osiride rinasceva grazie ai magici riti di Iside testimoniando che il culto tributato alla Grande madre aveva a che fare con l’immortalità e la resurrezione . In termini astronomici la vicenda dei due personaggi simboleggia il fatto che Il sole sta al centro dell’universo ed il nostro pianeta se ne sta allontanando progressivamente .In questa concezione ll sistema solare esprime una figurazione geometrica del processo di periferizzazione della esistenza umana.

Dalla lettura del vangelo apocrifo di Tommaso emerge chiaramente l’associazione di Gesù al culto gnostico della dea egizia Iside e della Luna nera. Tale associazione permette di ricollegare il cristianesimo al culto del Dragone di matrice antichissima africana.

Sembra infatti che Maria Maddalena condividesse con Gesù conoscenze straordinarie negate perfino agli apostoli a lui più vicini,testimoniando così l’importanza di una divinità femminile superiore che ascendeva all’Egitto prefaraonico ed alla civiltà sumera.

Alcuni nobili feudali di antico lignaggio a partire da Carlo Magno mutando di volta in volta denominazione sono arrivati fino a noi . Sono estremamente ramificati e si riuniscono in gruppi religiosi chiusi, hanno come caratteristica comune le gerarchie, l'obbedienza silenziosa. Sono, esseri che di umano hanno solo l’ aspetto che guidano la storia la quale viene presentata alle masse di nonpensanti (secondo la definizione di G.Orwell in 1984), per indurle a vivere secondo il loro volere. L’emblema portato dai membri dell’ordine su un mantello sulla spalla sinistra.

Una sottile linea rossa unisce i manifesti rosacrociani alla Golden Dawn, tramite Alisteir Crowley e l'O.T.O. Ordo Templi Orientis, un ordine neotemplare fondato in Germania, nel 1898 ,tale tradizione sarebbe infine pervenuta al NOVO Ordo Vril (N.O.V.), che con affiliati, soltanto di sesso femminile, distribuiti tra Germania, Austria, Francia ed Italia Grecia starebbe portando avanti in modo silenzioso e tranquillo il progetto politico-religioso e sociale iniziato nell’egitto prefaraonico.

Le sedi in Italia sarebbero a Milano ea Venezia,e disporrebbe di risorse finanziarie pressoché illimitate grazie al raccordo con forze mondialiste.

Gli adepti della Vril continuano ad agire a livello esoterico, col nome di Die Kette (La Catena), indicando con questo termine l'anello, l'uroburo, che univa medianicamente le loro menti.

Tra l'altro, vi sarebbe un preciso collegamento tra questo Ordine e un altro Ordine Occulto, Causa Nostra, anche denominato Causa Nostra Vril, se non addirittura una completa identità e comunanza di intenti, persone e mezzi. Si tratta di una organizzazione molto ramificata e molto segreta che richiamandosi ai culti della dea madre è finalizzata al recupero della misteriosa energia Vril (raggio verde),che sta progettando una nuova razza umana per una diversa civiltà. In rete circola la foto di una (presunta) leader della Nuova Vril chiamata Vera, i cui lunghi capelli farebbero riferimento alla tradizione magico-esoterica delle medium della Vril Gesellschaft. Hanno fortissimi poteri telepatici.

Tuttavia il loro programma controllo presenta una falla: funziona solo con le masse,dirigendo le quali si condizionano anche gli intelligenti che essendo minoranze prive di potere non possono reagire in alcun modo e sono costrette a subire.

Il gruppo pare creda nell’avvento di un Prossimo Salvatore, il “Terzo Sargon” identificato da molti nel presidente americano Barak Obama.

http://www.panvini.com/ 

"L' ORDO DRACONIS"


LE VERE FAMIGLIE DI ILLUMINATI SONO 33 E SONO DI PURO SANGUE REALE (GENE-DEMONIACO) LE 13 FAMIGLIE CONOSCIUTE CON IL NOME DEGLI ILLUMINATI, SONO SOLO IL PARAVENTO DEL VERO POTERE CHE SI CELA NASCOSTO AI PIU', ED ESSI SONO CHIAMATI L'ANTICO ORDI .. 
NE DEL DRAGO (ORDO DRACONIS)

L’Ordo Draconis è un’associazione antichissima composta da soli aristocratici interessati al mantenimento della purezza della specie e governati da una regina di cui non si conosce l’identità.

Secondo Sir Laurence Gardner, Priore della Celtic Church’s Sacred Kindred di St. Columbia genealogista di famiglie reali e di cavalieri noto come il Cavaliere Labhran di St. Germain, addetto alla guardia della casa reale degli Stewart, fondata a St. Germain-en-Laye nel 1692, nonché scrittore di fama internazionale, l'ordine è riconosciuto dall’Unione Europea, dall’Onu e dall’ European Council of Princes di Edimburgo . ente consultivo costituzionale fondato nel 1946 del quale farebboro parte 33 famiglie di purissimo sangue reale.

Di recente è stato costituito il Dragon Rouge filiazione dell’Ordo draconis, la cui sede è a Stoccolma . La sua apparizione risalirebbe al 2170 A.C per volontà del sommo sacerdote di Amon-Ra, Ankh-f-n-Khonsu, Il cui nome significa vita (ankh) dalla luna (Khonsu) (lo stesso sacerdote di cui A. Crowley diceva di essere la reincarnazione ) che introdusse in Egitto il culto di Sebek-Ra ossia il culto del serpente di fuoco (rappresentato astronomicamente dalla costellazione del Drago, Draco in latino), che riprendeva tradizioni magiche africane ancora più antiche.
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Il culto draconiano può anche essere identificato con il culto tifoniano/ofidiano , le correnti tantriche legate al Sentiero della Mano Sinistra (Vama Marg) ed al culto della dea Kalì . La figura di Tifone è presente negli antichissimi culti africani (la cui figura veniva associata alla Dea Madre) .

Dal punto di vista astronomico Tifone veniva rappresentato dalle sette stelle che compongono l'asterismo cosiddetto dell'Orsa Maggiore.

Le sette stelle (anime) di Tifone vengono manifestate da Seth (Sirio), 

il suo figlio nel Sud.

Durante la XII dinastia (c.1785 AC) egizia tale culto divenne una istituzione faraonica con lo specifico compito di salvaguardar nel tempo la purezza genetica della linea di sangue faraonica . Tale istituzione fu guidata dalla regina Sobeknefru la prima regina divenuta faraone in Egitto.

TRATTO DA:

http://www.panvini.com/articoli-interviste/35-2009/73-barack-obama-e-il-terzo-sargonq.html


questa è l'opera della verità,questa sara la tua ricerca,perchè venne il momento di essere cio che sei nato per essere,e che la spada affondi nella gola del drago rosso perchè il tempo del divenire è vicino come il tempo della luce,la bestia deve essere distrutta affinche l'opera della luce sia completa.


giovedì 26 luglio 2012

Israele e Palestina. Storia e news.


LA VERA STORIA DELLA CREAZIONE DI ISRAELE

- Per capire meglio la richiesta palestinese di entrare a far parte delle Nazioni Unite (ONU), è importante comprendere il vero significato delle operazioni dell’ONU nel 1947 in Israele-Palestina.
La rappresentazione comune della nascita d’Israele racconta che l’ONU ha creato lo Stato, che il mondo era a favore di questa mossa e che lo staff governativo USA l’ha spalleggiata. Tutti questi fatti sono errati ed è possibile dimostrarlo.
In verità, mentre l’assemblea generale della NU auspicava la creazione di uno stato ebreo in parte della Palestina, questa raccomandazione non fu costrittiva e non venne mai implementata dal Consiglio di Sicurezza.
In secondo luogo, l’Assemblea Generale rinunciò a questa raccomandazione solo dopo che coloro che proponevano Israele corruppero numerose nazioni allo scopo di ottenere i due terzi di voti necessari.
Terza considerazione: l’amministrazione USA appoggiò la raccomandazione senza prendere in considerazione i discorsi elettorali interni e sostenne questa posizione nonostante le strenue obiezioni del dipartimento di stato, della CIA e del Pentagono.
La scintilla causata dalla raccomandazione dell’Assemblea Generale provocò una incremento della violenza nella regione. Nei mesi successivi il braccio armato del movimento pro-Isralele, che si stava preparando da lungo tempo per la guerra, perpetrò una serie di massacri ed espulsioni in tutta la Palestina, mettendo in pratica un piano che preparava al strada a uno stato a maggioranza ebraica.
Fu questa aggressione armata, unita alla pulizia etnica che spazzò via tre quarti del milione di indigeni palestinesi, che creò lo stato ebraico in una terra abitata dal 95% dai non ebrei prima dell’immigrazione sionista e che, anni dopo l’immigrazione, rimase abitata dal 70% di non ebrei. E, nonostante la leggera patina di legalità che i suoi sostenitori ottennero durante l’Assemblea Generale, Israele nacque a dispetto dell’opposizione degli esperti americani e dei governi del mondo, che furono contrari sia in maniera pragmatica che morale.
Entriamo nello specifico.

Sguardo d’insieme sulla raccomandazione per la spartizione dell’ONU
Nel 1947 l’ONU si fece carico la questione palestinese, un territorio amministrato dai britannici.
Circa cinquanta anni prima, si era costituito in Europa un movimento chiamato sionismo politico. La sua intenzione era quella di creare uno stato ebraico in Palestina, buttando fuori gli abitanti cristiani e musulmani che costituivano più del 95% della popolazione e rimpiazzandoli con immigranti ebrei.
Con la crescita di questo progetto negli anni successivi, gli indigeni palestinesi reagirono con attacchi di violenza occasionali; i sionisti avevano previsto questo atteggiamento di resistenza: i popoli autoctoni mostrano sempre resistenza quando vengono minacciati di essere espulsi dalla propria terra. In diversi documenti, citati da numerosi storici palestinesi e israeliani, i sionisti discutono la loro strategia: comprare la terra finché tutti gli abitanti precedenti non emigrino oppure, in caso di fallimento, usare la violenza per obbligarli ad andarsene.
Quando lo sforzo economico ottenne come risultato solo una piccola percentuale della terra, i sionisti crearono un certo numero di gruppi terroristi allo scopo di combattere sia contro i palestinesi, che contro i britannici. Il terrorista e futuro primo ministro israelita Menachem Begin si vantò successivamente del fatto che il sionismo aveva portato il terrorismo sia nel Medio Oriente che nel mondo intero.
Alla fine, nel 1947, i britannici annunciarono che avrebbero concluso il loro controllo della Palestina – creata dopo la Prima Guerra Mondiale – attraverso la Lega delle Nazioni e che avrebbero passato la palla all’ONU.
In questo periodo, l’immigrazione sionista e il progetto di acquisizione dei terreni avevano incrementato il numero degli ebrei in Palestina, per farli arrivare al 30% della popolazione, mentre le proprietà terriere erano passata dall’1 al 6%.
Considerando che un principio fondamentale dell’ONU era l’autodeterminazione dei popoli, ci si dovrebbe aspettare che essa propugni elezioni leali e democratiche, con cui gli abitanti possano plasmare la propria nazione indipendente.
Invece, i sionisti fecero pressione per una risoluzione dell’Assemblea Generale, con la quale gli fu donato uno sproporzionato 55% della Palestina. (Mentre questo fatto veniva taciuto ai più, i sionisti pianificavano di impossessarsi anche del resto).

L’opposizione dei funzionari USA al piano di spartizione
Il Dipartimento di Stato USA si oppose strenuamente a questa spartizione, considerando il sionismo contrario sia ai principi fondamentali, che agli interessi americani.
L’autore Donald Neff riferì che Loy Henderson, direttore dell’Ufficio degli Affari del Vicino Oriente e dell’Africa al Dipartimento di Stato, scrisse una memoria al Segretario di Stato, mettendo in guardia circa la situazione:
L’appoggio, da parte del governo degli Stati Uniti, per una politica che favorisca l’installazione di uno stato ebraico in Palestina sarebbe contraria ai desideri, per quanto riguarda la forma di governo, della larga maggioranza degli abitanti locali. Inoltre, avrebbe un forte effetto negativo sugli interessi americano in tutto il Vicino e Medio Oriente.
Henderson continuò, enfatizzando:
In questo momento gli USA posseggono un prestigio morale che nessun altro grande potere possiede nel Vicino e Medio Oriente. Noi perderemmo questo prestigio e probabilmente saremmo considerati, per diversi anni, come traditori di quei principi che noi stessi avevamo proclamato durante il periodo della guerra.
Quando i sionisti iniziarono a spingere per il piano di spartizione attraverso l?ONU, Henderson raccomandò fortemente di schierarsi contro la loro proposta. Egli avvisò che tale spartizione sarebbe stata implementata con la forza e aggiunse che “non sarebbe stata basata su alcun principio”. Continuò scrivendo:
[La spartizione] avrebbe come esito il rendere il problema palestinese permanente e, nei tempi futuri, ancora più complicato. […]
[Le proposte di spartizione] sono in contraddizione assoluta rispetto ai vari principi che stanno alla base della fondazione [dell’ONU], tanto quanto ai principi sui quali si basa il concetto americano di governo. Le proposte, ad esempio, ignorano principi come l’autodeterminazione e il ruolo della maggioranza. Esse, inoltre, riconoscono valori che stanno alla base di una teocrazia razziale e si dilungano in parecchie argomentazioni quali la discriminazione nel campo religioso e razziale.
Henderson non era il solo a suggerire queste raccomandazioni. Scrisse che le sue vedute non erano condivise solo dall’intera Near East Division, ma anche da “ogni membro del Foreign Service o del Dipartimento che aveva lavorato per un tempo considerevole sui problemi del Vicino Oriente”.
Henderson non stava esagerando. Molti, tra gli ufficiali e le varie agenzie, si stavano opponendo al sionismo.
Nel 1947 la CIA riferì che la dirigenza sionista stava perseguendo obiettivi che avrebbero danneggiato sia gli ebrei che “gli interessi strategici dei poteri occidentali nel Vicino e Medio Oriente”.
Truman entra a far parte della lobby pro-Israele
Il presidente Harry Truman, comunque, ignorò questo avvertimento. Il consigliere politico di Truman, Clark Clifford, ritenne che il voto e i contributi degli ebrei fossero essenziali per la vittoria alle imminenti elezioni presidenziali, e che il supporto al piano di spartizione avrebbe captato l’appoggio ebraico. (l’oppositore politico di Truman, Dewey, assunse prese di posizioni simili alle sue per le stesse ragioni)
Il Segretario di Stato George Marshall, rinomato generale della Seconda Guerra Mondiale e autore del Piano Marshall, era furioso nel vedere come le convenienze elettorali avessero la precedenza sulle politiche di interesse nazionale. Condannò quello che definì una “mossa evidente per guadagnare un pugno di voti”, che avrebbe fatto sì che “[l]a grande dignità dell’ufficio del presidente [si sarebbe] seriamente ridotta”.

Marshall scrisse che il parere offerto da Clifford “era basato su considerazioni di politica interna, mentre il problema con il quale si confrontava era internazionale. Ho detto schiettamente che, se il presidente continuasse seguendo il consiglio del signor Clifford e se andassi a votare alle elezioni, voterei contro il presidente.”
Henry F. Grady, che era stato chiamato “il soldato americano più adatto alla diplomazia per affrontare il periodo critico della Guerra Fredda”, capeggiò nel 1946 una commissione per elaborare una soluzione della questione palestinese. Grady scrisse posteriormente sulla lobby sionista e il suo effetto dannoso per interessi nazionali degli Stati Uniti.
Grady sostenne che, senza la pressione sionista, gli USA non avrebbero avuto “un futuro negativo con gli stati arabi, che avevano un’importanza strategica nella nostra ‘guerra fredda’ contro i sovietici”. Descrisse anche il potere decisivo della lobby:
Ho avuto una buona esperienza con le lobby, ma questo gruppo ha svolte le proprie operazioni laddove le mie esperienze erano terminate. […]Avevo capeggiato un certo numero di missioni governative, ma in nessuna avevo avvertito una tale slealtà…[N]egli USA, da quando non c’è forza politica che possa controbilanciare il sionismo, le loro campagne sono destinate ad essere decisive.
Anche l’ex Sottosegretario di Stato Dean Acheson si oppose al sionismo. Il biografo di Acheson scrisse che egli “si dispiaceva che l’occidente dovesse pagare un prezzo così alto per Israele”. Un altro autore, John Mulhall, registrò l’avvertimento di Acheson:
Trasformare [la Palestina] in uno stato ebraico, capace di ricevere un milione o più di immigranti, inasprirebbe il problema politico e metterebbe in pericolo non solo l’America ma tutti gli interessi occidentali nel Vicino Oriente.
Anche il Segretario della Difesa, James Forrestal, provò senza di successo a opporsi ai sionisti. Fu offeso dal fatto che la politica mediorientale di Truman era basata su ciò che lui definiva “squallide proposte politiche”, affermando che “la politica USA dovrebbe essere basata su interessi nazionali e non su considerazioni di politica interna”.
Forrestal rappresentava anche le vedute generali del Pentagono quando affermò che “a nessun gruppo, in questa nazione, dovrebbe essere permesso di influenzare la nostra politica al punto di poter danneggiare la nostra sicurezza nazionale”.
Una relazione del Consiglio Nazionale di Sicurezza avvertì che l’agitazione palestinese stava danneggiando gravemente la sicurezza degli USA. Un confuso resoconto della CIA sottolineò l’importanza strategica del Medio Oriente e delle sue risorse petrolifere.
In modo analogo, George F. Kennan, direttore del Dipartimento di Stato per l’elaborazione del programma, emise un documento top-secret in 19 gennaio 1947, che sottolineò l’enorme danno causato agli USA dal piano di spartizione (“Report by the Policy Planning Staff on Position of the United States with Respect to Palestine”).
Kennan mise in guarda rispetto al fatto che “l’importante concessione petrolifera USA e i diritti per le basi aeree” potevano andare perduti a causa dell’appoggio USA alla spartizione ed avvertì che l’URSS avrebbe guadagnato parecchio dal piano di spartizione.
Kermit Roosevelt, nipote di Teddy e leggendario agente d’intelligence, fu un altro individuo profondamente disturbato dagli eventi. Riportò:
Il processo con il quale gli ebrei sionisti erano stati capaci di promuovere l’appoggio americano nella spartizione della Palestina dimostra la necessità vitale di una politica estera basata sugli interessi nazionali piuttosto che privati […]. Solo quando gli interessi nazionali degli Stati Uniti, nei loro termini più alti, hanno la precedenza su tutti gli altri aspetti, si può elaborare una logica e lungimirante politica estera. Nessun dirigente politico non-americano ha il diritto di coinvolgere gli interessi statunitensi per guadagnare voti privati.
[…]
Il corso presente della crisi mondiale obbligherà sempre di più le forze americane alla consapevolezza che i loro interessi nazionali e questo fatto dello stato ebraico in Palestina sono due elementi che finiranno per portare a un conflitto. È auspicabile che i sionisti americani e i non sionisti stessi arrivino a delle frizioni quando si scontreranno con la realtà del problema.
Il capo della divisione del Dipartimento di Stato per gli Affari del Vicino Oriente, Gordon P. Merriam, allertò sulla questione morale del piano di spartizione:
Il sostegno USA alla spartizione della Palestina come soluzione a questo problema può essere giustificato solo sulla base del consenso arabo e ebraico. Altrimenti, dovremmo violare il principio di autodeterminazione scritto nel Patto Atlantico, nella dichiarazione dell’ONU e nell’atto di fondazione delle NU, un principio fortemente presente nella nostra politica estera. Anche una sola determinazione delle NU a favore della spartizione sarebbe, in assenza in tale consenso, una mistificazione e violazione del suo patto di fondazione.
Merriem aggiunse che, senza consenso, si sarebbero verificati “spargimenti di sangue e caos”, una predizione tragicamente accurata.
Un memorandum interno del Dipartimento di Stato predisse esattamente come Israele sarebbe sorta con un’aggressione armata mascherata da azione difensiva.
Gli ebrei saranno i veri aggressori degli arabi. Nonostante ciò, reclameranno il fatto di star semplicemente difendendo i confini di uno stato tracciato dalle NU […]. Nel caso gli arabi venissero aiutati dall’esterno, gli ebrei si rivolgerebbero al Consiglio di Sicurezza, dichiarando che il suo stato è stato oggetto di un’aggressione armata e userebbero ogni mezzo per oscurare il fatto che è stata una loro aggressione che ha causato il contrattacco.
Il viceconsole americano William J. Poter previde un’altra conseguenza del piano di spartizione: nessun stato arabo sarebbe stato creato in Palestina.
L’influenza pro-Israele sui membri dell’Assemblea Generale
Quando fu chiaro che la raccomandazione per la spartizione non poteva ottenere i due terzi dei voti richiesti dall’Assemblea Generale per l’approvazione, i sionisti pressarono per una proroga della votazione. Poi, utilizzarono questo periodo di tempo per convincere numerose nazioni a votare per questa raccomandazione. Varie persone descrissero successivamente questa operazione.
Robert Nathan, un sionista che aveva lavorato per il governo USA e che era particolarmente attivo nell’organismo ebraico, scrisse successivamente: “Abbiamo usato ogni mezzo a nostra disposizione”, per esempio dichiarare a certe delegazioni che i sionisti avrebbe utilizzato la loro influenza per bloccare gli aiuti economici a ogni nazione che non avrebbe votato dalla parte giusta.
Un altro sionista dichiarò con orgoglio: “Ogni pista fu meticolosamente analizzata e utilizzata. Anche la più piccola o la più lontana delle nazioni fu contattata e corteggiata. Nulla fu lasciato al caso.”
Il finanziere e consigliere presidenziale di lungo periodo Bernard Baruch disse che la Francia avrebbe perso l’appoggio degli Stati Uniti se avesse votato contro la spartizione. L’Assistente Operativo alla Casa Bianca, David Niles, organizzò una pressione sulla Liberia tramite il magnate della gomma Harvey Firestone, che disse al presidente liberiano che, se non avesse votato a favore della spartizione, avrebbe annullato il suo piano d’espansione economica. La Liberia votò a favore.
Ai delegati dell’America Latina fu detto che il progetto di costruzione dell’autostrada pan-americana sarebbe stato accettato più facilmente se avessero votato sì. Le mogli dei delegati ricevettero pellicce di visone (la moglie del delegato cubano la restituì); il presidente della Costa Rica, Josè Figueres, ebbe un assegno in bianco. Ad Haiti fu promesso un aiuto economico se avesse cambiato il suo voto iniziale di opposizione alla spartizione.
Felix Frankfurter, membro sionista di lungo corso della Suprema Corte di Giustizia, assieme a dieci senatori e al consigliere domestico di Truman, Clark Clifford, minacciò le Filippine (sette sentenze pendevano sulle Filippine al Congresso).
Prima del voto, il delegato filippino aveva pronunciato un appassionato discorso contro la spartizione, difendendo l’inviolabile “diritto primordiale della popolazione a determinare la propria politica futura e a preservare l’integrità territoriale della loro terra nativa”.
Continuò dicendo che non poteva credere come l’Assemblea Generale avrebbe potuto sancire un fatto che avrebbe rimesso il mondo “sulla strada dei pericolosi principi dell’esclusività razzista e degli arcaici documenti dei governi teocratici”.
Ventiquattro ore dopo, per l’intensa pressione sionista il delegato votò a favore della spartizione.
La delegazione USA alle NU fu così indignata quando Truman insistette nell’appoggio alla spartizione, che il direttore del Dipartimento di Stato per gli Affari NU fu mandato a New York per evitare che i delegati rinunciassero in massa.
Il 29 novembre 1947 venne approvata la risoluzione 181, quella della spartizione. Nonostante sia spesso citata, il suo impatto legale (se poteva essercene uno) fu limitato .
Le Risoluzioni dell’Assemblea Generale, diversamente da quelle del Consiglio di Sicurezza, non sono legate agli stati membri. Per questa ragione, la risoluzione necessitò che “il Consiglio di Sicurezza prendesse le misure necessarie per fornire al piano la sua implementazione”, cosa che il Consiglio non fece mai. Legalmente, la risoluzione dell’Assemblea Generale fu solo una raccomandazione e non creò nessuno stato.
Quello che fece, comunque, fu incrementare i conflitti palestinesi.
Con il passare dei mesi (e prima che Israele avesse pianificato l’inizio della guerra di fondazione), i sionisti avevano obbligato 413.794 persone a uscire dal paese.
Le unità militari sioniste si erano preparate di nascosto per la guerra prima del voto dell’ONU e avevano comprato armi in notevole quantità, alcune grazie a una vasta rete di operazioni militari illegali all’interno degli Stati Uniti sotto gruppi di facciata.
L’ONU riuscì a creare un provvisorio e molto parziale “cessate il fuoco”. Un mediatore svedese all’ONU, che aveva precedentemente salvato migliaia di ebrei dai nazisti, fu mandato a negoziare la fine delle violenze. Gli israeliani lo assassinarono, e Israele continuò quella che fu chiamata “guerra d’indipendenza”.
Alla fine di questa guerra, grazie a una forza militare superiore a quella degli avversari e alla spietata applicazione di tattiche per espellere la maggior quantità possibile di non ebrei, Israele venne in possesso del 78% della Palestina.
Furono perpetrati almeno 33 massacri di cittadini palestinesi, la metà di questi prima che un singolo plotone arabo entrasse nel conflitto; centinaia di villaggi furono svuotati e rasi al suolo e fu incaricata una squadra di cartografi per dare a ogni città, villaggio, fiume e collina un nuovo nome ebraico.
Tutte le vestigia di insediamenti, storia e cultura palestinese furono cancellate dalle storia, uno sforzo che ha quasi raggiunto il suo scopo.
Israele, che si dichiara l’“unica democrazia del Medio Oriente”, decise di non dichiarare i confini ufficiali o scrivere una costituzione, una situazione che continua ancor oggi.
Nel 1967 si appropriò ai ancora altra terra palestinese e siriana, ora territorio occupato illegalmente, fino a che l’annessione della terra conquistata con la forza militare non fu posta fuori legge dal moderno diritto internazionale.
Israele ha continuato una campagna di crescita, acquisizione e confisca illegale di territorio attraverso l’uso dell’esercito, che dura tuttora.
Ogni israeliano, come ogni palestinese, è legalmente e moralmente titolare di un numero di diritti umani.
Dall’altro lato, il decantato “diritto di esistere” dello stato israeliano è basato su un presunto “diritto” derivato dalla forza, un concetto arcaico che le convenzioni legali internazionali non riconoscono e che, di fatto, proibiscono in modo specifico.

Alison Weir


Alison Weir is the executive director of If Americans Knew, a nonprofit organization she founded following an independent investigation as a freelance journalist at the height of the second intifada in 2001 to flash points in the West Bank and Gaza rarely visited by American journalists. She is also President of the Council for the National Interest.

Alison writes and speak widely. Her articles have been included in a number of anthologies; she is a contributor to the Washington Report for Middle East Affairs, CounterPunch, The Link, and other publications; she has given briefings on Capitol Hill, presentations at the Asia Media Summit in Kuala Lumpur and at the Jerusalem Media Center Conference in the West Bank; and she has lectured at Harvard Law School, Yale, Stanford, Berkeley, the Fletcher School of Law and Diplomacy, the Naval Postgraduate Institute, Georgetown, and numerous other campuses and other venues.

Former U.S. Congressman Tom Campbell said: “Ms. Weir presents a powerful, well documented view of the Middle East today. She is intelligent, careful, and critical. American policy makers would benefit greatly from hearing her first-hand observations and attempting to answer the questions she poses.”

A New York Times article about her presentation in Greenwich, CT reported: “When the speech ended, Ms. Weir was met with thunderous applause, and across the room there was a widespread sense of satisfaction that someone was saying what needed to be said.”

Alison has received national awards for her groundbreaking work from the American Arab Anti-Discrimination Committee (ADC), from the Council for American Islamic relations (CAIR), and other organizations working for justice and fairness in American society. In 2004, Alison was inducted into honorary membership of Phi Alpha Literary Society, founded in 1845 at Illinois College. The award cited her as a: “Courageous journalist-lecturer on behalf of human rights. The first woman to receive an honorary membership in Phi Alpha history.”

FROM: http://www.ifamericaknew.org/about_us/alisonweir.html

Fonte Originale dell’articolo: The Real Story of How Israel Was Created

Traduzione a cura di Carlo Tregambe per www.comedonchisciotte.org

http://terrasantalibera.wordpress.com/2011/11/25/la-vera-storia-della-creazione-di-israele/
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I CRIMINI DI ISRAELE E LA MISSION DEL SIONISMO 1/2

Quello che i vergognosi media occidentali non dicono
Marcello Pamio - 11 gennaio 2009
«Ma se gli israeliani non vogliono essere accusati di essere come i nazisti, devono semplicemente smettere di comportarsi come i nazisti»
[Norman G. Finkelstein, intellettuale ebreo i cui genitori furono vittime dell’Olocausto]
«Alla fine degli Anni Cinquanta, quel grande pettegolo e storico dilettante che era John F. Kennedy mi disse che nel 1948 Harry Truman, proprio quando si presentò candidato alle elezioni presidenziali, era stato praticamente abbandonato da tutti. Fu allora che un sionista americano andò a trovarlo sul treno elettorale e gli consegnò una valigetta con due milioni di dollari in contanti. Ecco perché gli Stati Uniti riconobbero immediatamente lo Stato d’Israele».
Gore Vidal, prefazione del libro “Storia ebraica e giudaismo: il peso di tre millenni” di Israel Shahak
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Una piccola striscia di terra lunga circa 45 chilometri e larga 10 in cui vivono un milione e mezzo di palestinesi è martoriata da oltre 60 anni.

Tsahal, il fiero esercito israeliano da settimane sta letteralmente sterminando una popolazione inerme, come ripercussione, dicono, a lanci di missili da parte di Hamas in territorio israeliano.
Razzi che avrebbero provocato la morte di 5 militari (altri 4 sono stati uccisi dal “fuoco amico”[1], cioè dagli stessi soldati), mentre nelle fila degli arabi, gli assassinati dal democratico stato di Israele sarebbero oltre 900 con diverse migliaia di feriti[2].
Numeri purtroppo destinati ad aumentare con il passare del tempo e delle incursioni.

I crimini attuali dell’esercito israeliano
I bersagli preferiti dall’esercito israeliano in diciassette giorni di guerra sono scuole, moschee, abitazioni private e soprattutto ambulanze, queste ultime per impedire il soccorso e il salvataggio di migliaia di feriti, che muoiono agonizzando per le strade.
Quindi non solo obiettivi militari ma soprattutto civili, e questo non a caso, visto che tale strategia si chiamata “guerra psicologica”.
La cosa non deve sorprendere, perché l’85-90% dei morti in tutte le guerre che si ‘rispettino’, sono infatti civili (uomini, donne e soprattutto bambini).
L’esercito di Sion sta utilizzando a Gaza armi vietate dalle Convenzioni internazionali, come le bombe al fosforo bianco (usate in grande quantità in Iraq dalla colazione anglo-statunitense). Lo riporta anche il “Corriere della Sera” dell’11 gennaio.[3]
Nonostante la smentita del portavoce dell’esercito, il quotidiano Times di Londra ha pubblicato delle foto che non lasciano spazio a dubbi sull’uso appunto di queste vergognose e criminali bombe.
Arriva infine la conferma da una fonte israeliana, ripresa dalla Radio svizzera italiana e riportata dall'agenzia Ansa (oggi 12 gennaio 2009) secondo la quale si tratta solo di bombe fumogene. Il tutto ovviamente per giustificare il fumo strano prodotto dai bombardamenti dell'esercito.
Ma la fonte continua dicendo che "un po' di fosforo nelle munizioni c'è".
Non solo, ma a testimonianze di medici, a Gaza verrebbero utilizzate anche armi a forte potere esplosivo come quelle a base di stando lega di tungsteno.[4]
Insomma i “territori occupati” sono un ottimo “campo di battaglia” per decimare da una parte la popolazione araba e dall’altra per sperimentare nuove armi.
Perché tale guerra?
Qualcuno sostiene che tale criminoso attacco militare da parte di Israele sia per ripicca a causa della grama figura fatta contro Hezbollah in Libano nel 2006.
Purtroppo non è questo il motivo: si tratta di un progetto chiaro e lineare che stanno portando avanti da oltre un secolo i sionisti.
L’attuale attacco è stato preparato infatti con 6 mesi di anticipo, quindi molto tempo prima del lancio di razzi da parte di Hamas!
Lo confermano canali ufficiali come la CNN e giornali come il britannico The Guardian.
Il canale televisivo CNN ha denunciato che la tregua tra Hamas e Israele ha iniziato a vacillare agli inizi di novembre, quando un commando israeliano ha ucciso durante un’incursione sei membri di Hamas, scatenando la ovvia reazione.
Anche il quotidiano Guardian del 5 novembre ha confermato la notizia.
Quindi esistono le prove che a rompere la tregua non è stato Hamas ma bensì lo stato di Israele a novembre del 2008!
Ma per comprendere il quadro generale è necessario fare un passo indietro.

Nascita del Sionismo
“Nell’Europa della fine del XIX secolo una convergenza di ragioni storiche, fra cui le persecuzioni antisemite, spinse un gruppo di intellettuali ebrei a teorizzare la necessità della nascita di una nazione ebraica dove quel popolo potesse finalmente trovare maggior pace e sicurezza.”[5]
Questa teoria, che non è rimasta tale ma è diventata una triste realtà, prende il nome di sionismo.
Il sionismo è per così dire un «movimento» molto complesso, ma dagli obiettivi semplici, nato verso la fine del XIX° secolo qui da noi in Europa.
Il “sionismo” è suddivisibile in tre categorie:
- «Sionismo» propriamente detto, organizzato dal dottor Theodor Herzl, con lo scopo di ricostruire lo Stato ebraico di Gerusalemme in Palestina.
- «Sionismo territorialista», organizzato da Israel Zangwill, con lo scopo di costituire una «terra ebraica» in qualunque parte del mondo, privilegiando però la Palestina.
- «Sionismo socialista», organizzato da Moses Hess, che vuole conservare agli ebrei nel mondo l’identità nazionale, sforzandosi però tutti per un ritorno a «Eretz Israel».
Il «Sionismo territorialista», quello più recente, è stato fortemente voluto da Israel Zangwill (1864–1926), membro di prestigio della società sionistica l’«Antico Ordine dei Maccabei»[6] (1891) e fondatore della rivista umoristica «Ariel».[7] Alla “Dichiarazione Balfour”, che vedremo dopo, rivendicò per tutti gli ebrei del mondo il diritto inalienabile di colonizzare la Terra di Israele.
Il «Sionismo» per così dire ufficiale, è nato nel 1897 durante il primo «Congresso Sionista» di Basilea in Svizzera.
Fu però nel 1895/96 che compare per la prima volta il «Der Juden Staat» («Lo Stato degli Ebrei»)[8], il manifesto scritto da Theodor Herzl in persona.
Più che manifesto si tratta di un vero e proprio libro «scritto in poche settimane, in una specie di delirio misto di fervore mistico e considerazioni pratiche»[9], dove veniva esposto il piano ben preciso per una organizzazione ebraica mondiale.
Un piano precisissimo e completo di rimozione di tutta la popolazione araba, cioè non ebraica, dal futuro stato sionista: la “Gerusalemme liberata” (cioè “liberata” dai goym, dai gentili, dai “sub-umani”, dagli arabi).
Come mettere in atto questo spietato e criminale progetto?
Semplicemente attraverso l’espropriazione dei terreni e delle proprietà!
Quindi l’origine del gravissimo dissidio “israelo-palestinese” non si trova nel XXI° secolo, ma risale alla fine del XIX secolo.
E’ proprio in quegli anni che fu ideato il progetto spietato di cacciare dalla Palestina tutti gli arabi, nessuno escluso, quindi ben cinquant’anni prima della nascita stessa dello Stato d’Israele e oltre un secolo prima dell’ennesima e ultima strage di stato che stiamo assistendo impotenti in questi giorni.

L’affare Dreyfus
Il periodo storico quando Theodor Herzl scrisse “Der Juden Staat” era molto caldo perché erano passati solo due anni dall’«affare Dreyfus».
Un affare delicatissimo perché riguardava le accuse (inventate ad hoc per scatenare appositamente l’antisemitismo…) di alto tradimento a carico di un capitano d’artiglieria ebreo (poi reintegrato nell’esercito dal tribunale), il francese Alfred Dreyfus: accusato di passare informazioni segrete all’esercito tedesco.
L’altro sionismo, quello «socialista» e l’«affare Dreyfus» hanno proprio nella Francia il comun denominatore: fu proprio a Parigi che Moses Hess, il padre spirituale del «socialismo sionista», lavorò come corrispondente per alcuni giornali socialisti di Germania e Stati Uniti.[10] Moses Hess viene anche ricordato per la sua opera omnia: «Roma e Gerusalemme», considerata un classico della teoria sionista, e pubblicata in Germania nel 1862.[11]

L’Alleanza israelita universale
Sempre nella capitale francese nasce una delle principali organizzazioni internazionali che promuove l’insegnamento e la cultura ebraica: l’«Alleanza Israelita Universale» (l’«Alliance Israélite Universelle»).

I fondatori di questa «Alleanza» furono «17» giovani e il «17» maggio 1860, grazie ai fondi di Sir Moses Haïm Montefiore e Lord Rothschild, organizzarono un manifesto politico sintetizzando le idee massoniche della «Rivoluzione Francese» del 1789 (il motto: «Liberté-Egalité-Fraternité» era scritto nelle logge massoniche francesi ancora 50 anni prima della Rivoluzione) e i principi del giudaismo.[12]

«L’Alleanza Israelita» promosse nel 1870 a Jaffa (Palestina) la nascita della prima colonia ebraica «Mikweh o Mikiveh Israel».[13] Ma le costruzioni in Palestina erano iniziate qualche tempo prima: il «Misgav Ladach Hospital», è un ospedale sorto nel 1854 e il cui nome originario era «Rothschild Hospital».[14]

E’ facile comprendere che il sionismo non è un semplice movimento politico e/o religioso, come vogliono farci credere, ma un vero e proprio movimento pericoloso il cui obiettivo è quello di liberare, con ogni mezzo lecito e illecito, la “Terra Promessa” dagli arabi (goym) per consegnarla nelle mani del popolo eletto.

Il tutto nell’attesa della venuta del Messia…

La dominazione turco-ottomana
Alla fine del 1800 la Palestina era nelle mani dell’Impero turco-ottomano.

Nel 1915 il governo britannico chiese aiuto militare allo sceriffo della Mecca Hussein (esistono a tal proposito lettere firmate da Thomas Edward D’Arabia, famoso Lawrence d’Arabia, che confermano questo) per cacciare i turchi-tedeschi dalla regione.

In cambio promise la creazione di uno stato arabo indipendente!

Questo è un punto chiave: la promessa agli arabi da parte del governo di Sua Maestà di uno Stato arabo indipendente, in cambio di aiuto.

Gli arabi, vista l’importante promessa, parteciparono in massa e moltissimi persero la vita in combattimento proprio per questo motivo: la liberazione della Palestina assieme alle truppe inglesi.

L’esercito britannico, nonostante la Grande Guerra in corso, spostò un milione di soldati per portarli in Terra Santa.
Ci deve essere stato un ottimo motivo per movimentare, cioè togliere dal fronte europeo, tutti quei soldati?
Il motivo c’era eccome!

Accordo Sikes-Picot
Dopo la scontro con l’esercito turco-ottomano, nel 1916 Russia, Francia e Inghilterra siglarono l’accordo di Sikes-Picot, il piano alleato per dividersi l’Impero ottomano in disfacimento.

Nell’accordo la Palestina doveva rimanere internazionalizzata sotto l’amministrazione di tutte e tre.[15]

Il tradimento al popolo arabo
Il vero e proprio tradimento del popolo arabo avviene il 2 novembre 1917 con la «Dichiarazione Balfour»: una lettera che Arthur Balfour, Ministro degli Esteri della Gran Bretagna, inviò al capo della Federazione sionista Lord Rothschild, dove Sua Maestà riconosceva ufficialmente ai sionisti[16], il diritto di formare uno Stato indipendente in Palestina.

Lettera importantissima perché legittimò e riconobbe il diritto internazionale ai sionisti di creare un «focolare nazionale del popolo ebraico…»[17]in Palestina.

Tale dichiarazione venne firmata da Pichon per la Francia , Wilson per gli Stati Uniti e Sonnino per l’Italia[18].

Pochi ricordano però come tale «Dichiarazione», cioè lo storico tradimento di tutta la popolazione araba della Palestina da parte inglese, specificava anche che per il raggiungimento dello scopo: «nulla dev’essere fatto a pregiudizio dei diritti civili e religiosi delle comunità non ebraiche esistenti in Palestina…».[19]

E’ avvenuto esattamente il contrario.

Nel 1919 gli inglesi entrano in possesso della Terra Santa e dal 1920 con gli accordi di Sèvres, inizia ufficialmente l’immigrazione ebraica.
La terra indipendente araba rimane una promessa non mantenuta!
Trattato di Sèvres
Nel 1920 il Trattato di Sèvres sancì la spartizione dell’area mediorientale che vide: la Siria assegnata alla Francia e la Palestina alla Gran Bretagna.
Nel 1922 l’Inghilterra ricevette dalla Società delle Nazioni il Mandato per l’amministrazione della Palestina, sotto la cui egida nacque la Jewish Agency (Agenzia Ebraica) per promuovere l’economia ebraica nell’area.[20]
E’ a questo punto che il padre del sionismo, Theodor Herzl, disse di voler: «sospingere la popolazione [ palestinese ] in miseria oltre le frontiere»[21]
Lo scopo dal 1895 ai nostri giorni è sempre stato questo espresso da Herzl.
Peel Report, White Paper e la “Soluzione a due Stati”
Gli anni che vanno dal 1936 al 1947 videro crearsi le basi per la storica guerra arabo-israeliana del 1948.
Cominciano infatti le proposte di formazione di due Stati separati.
Gli inglesi pubblicano il Peel Report (1936) che prevede una separazione di ebrei e arabi secondo la divisione demografica del momento.
La proposta non soddisfa le ambizioni territoriali dei sionisti e neppure gli arabi l’accettano perché chiedono che sia fermata l’immigrazione e che s’impedisca l’acquisizione di ulteriori terre.[22]
Sempre gli inglesi pubblicano il White Paper sulla Palestina nel 1939, dove accettano di limitare l’immigrazione ebraica e l’acquisto di terre e promettono la transazione verso un futuro governo palestinese.
Solo e sempre promesse come quella tradite dalla Dichiarazione Balfour del 1917.

Il terrorismo in Terra Santa
Prima dell’intervento britannico gli arabi e gli ebrei ottomani (ebrei assoggettati all’Impero ottomano turco) convivevano in una pace secolare, con alti e bassi, ma pur sempre pace.
Quando iniziò l’immigrazione ebraica, cioè quando i sionisti iniziarono a comperare terre e soprattutto dopo il gravissimo tradimento della Dichiarazione Balfour, era pressoché scontato che iniziassero gli scontri tra arabi ed ebrei.
Cosa che avvenne infatti dal 1920 in poi.
Nel 1921 per esempio gli scontri feroci fra arabi ed ebrei (a Jaffa 200 morti ebrei e 120 arabi) furono interpretati dagli inglesi come “scontri spontanei”, ma ovviamente non era così.
Nel 1940 gli ebrei arrivarono a formare il 33% della popolazione in Palestina, e i sionisti già organizzati in gruppi di guerriglia, cominciano gli attacchi terroristici contro gli inglesi e contro i civili palestinesi.
I gruppi più noti furono l’Irgun, l’Haganah e lo Stern.[23]
Questo ultimo, chiamata “Banda Stern” è nata nel 1942 per opera dell’ebreo polacco Abraham Stern.
Una banda che incarnò la variante più violenta e terroristica del movimento sionista[24].
La loro azione più eclatante fu l’attentato alla sede dell’amministrazione britannica all’Hotel King David di Gerusalemme nel luglio 1946, dove venne fatta saltare una intera ala, con un bilancio di circa 200 vittime![25]
Tra i capi del comando vi era un certo Menachem Begin[26], che fu Primo Ministro israeliano e Premio Nobel per la Pace con il presidente egiziano Sadat…
Dopo questo e altri avvisi, nel 1947 gli inglesi rinunciano al mandato e lo consegnano nelle mani dell’ONU.
L’Organizzazione delle Nazioni Unite propone nella Risoluzione 181 l’ennesima divisione in Stati separati, gli arabi la rifiutano e di nuovo non senza motivo: agli ebrei sarebbe andato il 54% delle terre anche se erano solo il 30% della popolazione presente all’epoca.
Nella primavera del 1947 iniziano gli scontri militari tra arabi ed ebrei, dove i gruppi terroristici sionisti si distinguono per una lunga serie di crimini efferati: massacri, assassini e pulizia etnica documentati oltre ogni dubbio.
E’ infatti in questo periodo il massacro di 200 palestinesi a Deir Yassin, strage (di civili palestinesi) che passò alla storia e che fu perpetrata sotto la diretta responsabilità sempre di Menachem Begin.[27]
...continua
Marcello Pamio - 11 gennaio 2009
http://www.disinformazione.it/crimini_di_israele.htm

PARTE 2/2 AL LINK https://www.facebook.com/photo.php?fbid=212967985458498&set=a.173728742715756.45487.173278516094112&type=1&theater

NOTE
[1] “L’ONU sospende gli aiuti a Gaza”, Il Sole 14 ore, 9 gennaio 2009
[2] “Gaza ancora raid e razzi, oltre 900 le vittime”, Ansa del 12 gennaio 2009
[3] “I carri armati israeliani a Gaza City”, Il Corriere della Sera, 11 gennaio 2009
[4] “Truppe USA controllano Rafah” di Maurizio Blondet, 6 gennaio 2009 ed. Effedieffe
[5] “Perché ci odiano”, Paolo Barnard, ed. BUR, pagg. 424
[6] «The Jewish Agency for Israel », www.jafi.org.il oppure www.us-israel.org
[7] Idem
[8] «The Nord American Review», vol.169, pag 513, agosto 1899. University of Northern Iowa
[9] Associazione Culturale, libreria ebraica senza scopo di lucro - www.menorah.it
[10] www.israele.net
[11] www.israele.net
[12] «Alliance Israelite Universelle»: www.aiu.org
[13] «The Department for Jewish Zionist Education» www.jajz-ed.org
[14] Jerusalem Archives www.jerusalem-archives.org
[15] “Perché ci odiano”, Paolo Barnard, ed. BUR, pag. 243
[16] Movimento politico-religioso degli Ebrei sparsi nei vari paesi, tendente alla ricostituzione di uno Stato ebraico in Palestina (Dizionario della lingua italiana DeAgostini)
[17] Traduzione della «Dichiarazione Balfour»
[18] «Palestina e Sionismo», Vittore Querèl, Fratelli Bocca editori, 1939
[19] Idem
[20] “Perché ci odiano”, Paolo Barnard, ed. BUR, pag. 244
[21] Idem
[22] “Perché ci odiano?” Paolo Barnard, ed. BUR, pag 146
[23] Idem
[24] «Al Qaeda: chi è, da dove viene, dove va», Carlo Bersani, Malatempora edizioni, Roma 2005
[25] Idem
[26] Idem
[27] “Perché ci odiano?” Paolo Barnard, ed. BUR, pag 247

Lucia

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DEFAMATION

L'indispensabile video documento sull'antisemtismo e sul sionismo in sette parti sottotitolato ITA.

http://www.youtube.com/watch?feature=player_detailpage&v=AiOyRpBCpfY

http://www.youtube.com/watch?v=esaKQ6ZchpQ&feature=relmfu

http://www.youtube.com/watch?v=ByrltOV8rKg&feature=relmfu

http://www.youtube.com/watch?v=DfOxO0VBVP0&feature=relmfu

http://www.youtube.com/watch?v=4QBOQospXnk&feature=relmfu

http://www.youtube.com/watch?v=RHLhvNtRcV4&feature=relmfu

http://www.youtube.com/watch?v=9pyLZIH-U4Q&feature=relmfu

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Documentario sui check point tra Palestina e israele

http://www.youtube.com/watch?list=PL5EAF062E92E8ACBF&v=nBn0nRyPw0U&feature=player_detailpage

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Norman Finkelstein istruisce una ragazza sulle lacrime di coccodrillo (SUB ITA)

http://www.youtube.com/watch?v=OKkE2sPAFK4&list=PLB3FF04325914E077&index=54&feature=plpp_video

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Citazioni

GOLDA MEIR
Kiev, 3 maggio 1898 - Gerusalemme, 8 dicembre 1978

«Non esiste qualcosa come un popolo palestinese. Non è che siamo venuti, li abbiamo buttati fuori e abbiamo preso il loro paese. Essi non esistevano» (Golda Meir,dichiarazione al The Sunday Times, 15 giugno 1969).

«Come possiamo restituire I territori occupati? Non c’è nessuno a cui restituirli» ( Golda Meir, marzo, 1969).

«Questo paese esiste come il compimento della promessa fatta da Dio stesso. Sarebbe ridicolo chiedere conto della sua legittimità.»
Golda Meir, Le Monde, 15 ottobre 1971
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"Il ruolo del presidente degli stati uniti è quello di supportare le decisioni prese dal popolo di Israele"
Ann Lewis
(Fonte: Dana Milbank - The Audacity of Chutzpah Washington Post. Retrieved 2008-03-27.
http://www.washingtonpost.com/wp-dyn/content/article/2008/03/17/AR2008031702440_pf.html
link alla citazione: Ann Lewis - Wikipedia, the free encyclopedia
http://en.wikipedia.org/wiki/Ann_Lewis)

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UNA LEGGE PER CONDANNARE CHI CERCA LA VERITÀ SULLA SHOAH, UNA LEGGE PER LEGITTIMARE L'ESISTENZA E L'IMPUNITÀ DELLO STATO DI ISRAELE
In tempi bui come questi, nei quali tutti i politici di destra e di sinistra (*) si dichiarano d'accordo nel promulgare una legge per condannare chi nega l'olocausto, come se per combattere le idee (fosse anche negative, errate criminali) si possa mai utilizzare una legge costrittiva, vale la pena rileggere l'appello degli storici italiani contro il ddl Mastella, un documento del 2007.
Pur non condividendo alcune delle affermazioni che in esso vengono fatte, ritengo che, persino nell'ottica di chi crede in toto alle "verità ufficiali" sulla Shoah, una siffatta legge dovrebbe apparire assurda, grottesca e controproducente, oltre ad ingenerare il sospetto che simili mezzi coercitivi si utilizzino solo per difendere una verità artefatta.
Purtroppo gli storici che firmano il documento in oggetto non si rendono conto che questo è proprio quanto sta accadendo.
Non c'è bisogno d'altronde di negare l'orrore, le torture, le violenze, gli assassinii, le deportazioni degli ebrei nei lager nazisti per rendersi conto che la storia dell' olocausto degli ebrei è stata utilizzata come un ricatto morale per giustificare ed incrementare l'esodo degli ebrei in Palestina (sionismo), la costruzione dello stato d'Israele, e fornire una sorta di patente di immunità allo stato di Israele per i suoi delitti contro i Palestinesi e per le sue ripetute violazioni delle risoluzioni dell'ONU (è palese come l'Iraq nel 1990 sia stato attaccato militarmente dall'ONU - a mezzo della NATO - per averne violato le risoluzioni, mentre per Israele l'impunità a seguito di tali violazioni è la regola).
I mass media ed i governi, persino in momenti in cui la Palestina (la striscia di Gaza in particolare) è sotto assedio, in cui navi pacifiche che portano aiuti umanitari ai palestinesi rinchiusi in un enorme ghetto vengono assaltate dall'esercito israeliano in acque internazionali, non fanno che parlare di commemorazione dell'Olocausto e di giornata della memoria, spendendo parole retoriche del tipo "ricordare perchè non succeda mai più".
Impostori, ipocriti, lingue biforcute!
Se davvero ricordassero perché non succeda mai più dovrebbero adesso, subito, protestare contro la repressione dei palestinesi ad opera del governo di Israele.
Essi invece vogliono che si ricordi solo il passato senza che lo si colleghi al presente, che si ricordi il il martirio degli ebrei di 65 anni fa e non il ruolo di oppressore del governo israeliano di adesso.
E una volta che ci si rende conto di tutto questo come non farsi sfiorare dal dubbio che la verità sulla Shoah potrebbe essere diversa da quella raccontata fino ad esso dalla storiografia ufficiale?
Per esempio potremmo pensare che i morti ebrei nei lager siano stati 600.000 invece che 6 milioni, cifra che non negherebbe certo l'orrore patito dalla comunità ebrea, ma che farebbe vedere certamente queste atrocità in un'altra ottica: non più LA PERSECUZIONE RAZZIALE per antonomasia, ma una delle tante orrende e criminose persecuzioni della storia moderna e contemporanea.
Del resto lo sterminio delle persone sospettate di essere simpatizzanti di sinistra ad opera del dittatore Suharto (sostenuto da Gran Bretagna e USA) durante il sanguinoso colpo di stato militare che abbatté il governo democraticamente eletto (che voleva nazionalizzare le risorse dell'Indonesia per fare godere ai suoi cittadini i frutti della propria terra) fu di circa due milioni di morti!
Alcuni elementi che fanno dubitare della cifra di sei milioni di ebrei morti nei lager nazisti li trovate in un lungo e dettagliato articolo suol blog informatieliberi di cui riporto solo l'inizio:
Quando noi sentiamo i giornali e le televisioni parlare di 6.000.000 di Ebrei uccisi nei campi di sterminio non ci viene mai indicata la fonte di questa cifra.
Ebbene la fonte é solo una ed é l'Enciclopedia Ebraica dove il totale e di 5.820.960.
Queste cifre ci vengono fornite da una delle due parti coinvolte, una sola fonte, credo sia pochino se si vuole fare un'analisi scientifica degli avvenimenti.
La cifra di 6 000 000 dopo essere stata ripetuta per Milioni di volte nei giornali, televisioni e film di Hollywood é diventata ufficiale.
Questo nonostante, già alla fine della guerra, si fosse in possesso di statistiche accurate sul numero degli Ebrei prima e dopo la guerra, e dei loro movimenti migratori fuori dall'Europa, verso l'America la Palestina e la Russia.
Secondo l'Appendice N°VII, "Statistiche sull'Affiliazione Religiosa", del libro del Senato Americano "A Report of the Committee on the Judiciary of the United States Senate" del 1950, il numero di Ebrei nel mondo in quell'anno era di 15,713,638 .
La stessa fonte nel 1940 riporta il numero di Ebrei nel mondo a 15,319,359.
Se lo studio statistico del governo Americano é corretto la popolazione Ebraica non diminuì durante la guerra, ma subì un piccolo incremento.
Purtroppo certe informazioni spesso vengono ignorate perché, diciamo pure, molto spesso riportate da associazioni e persone assolutamente impresentabili per le loro simpatie nazi-fasciste.
Ma come il signoraggio è autentico nonostante ne parli più il partito di estrema destra Forza Nuova che il (finto) partito di estrema sinistra di Rifondazione Comunista, così l'esagerazione del numero di ebrei morti nei lager nazisti è autentica nonostante venga spesso citata da partiti e persone che non nascondono una certa avversione (più o meno velata) agli ebrei in quanto tali.
E' un trucco molto ben architettato dalle élite criminali che governano il mondo, quello di mettere alcune verità in bocca a persone ed organizzazioni poco presentabili.
Così la bufala del riscaldamento globale viene per lo più denunciata da organizzazioni di destra che denunciano in toto l'ambientalismo senza fare distinzioni di sorta tra lotte valide e genuine contro l'inquinamento, e finto ambientalismo.
(*) Distinzione sottile ormai questa tra "destra" e "sinistra", d'altronde abbiamo già visto come Fini e D'Alema appartengano allo stesso organismo, il CFR Europeo.

APPELLO DEGLI STORICI ITALIANI CONTRO IL DDL MASTELLA (PRESENTATO AL CONSIGLIO DEI MINISTRI DEL 26 GENNAIO 2007)

Il Ministro della Giustizia Mastella, secondo quanto anticipato dai media, proporrà un disegno di legge che dovrebbe prevedere la condanna, e anche la reclusione, per chi neghi l'esistenza storica della Shoah. Il governo Prodi dovrebbe presentare questo progetto dilegge il giorno della memoria. Come storici e come cittadini siamo sinceramente preoccupati che si cerchi di affrontare e risolvere un problema culturale e sociale certamente rilevante (il negazionismo e il suo possibile diffondersi soprattutto tra i giovani) attraverso la pratica giudiziaria e la minaccia di reclusione e condanna. Proprio negli ultimi tempi, il negazionismo è stato troppo spesso al centro dell'attenzione dei media, moltiplicandone inevitabilmente e in modo controproducente l’eco. Sostituire a una necessaria battaglia culturale, a una pratica educativa, e alla tensione morale necessarie per fare diventare coscienza comune e consapevolezza etica introiettata la verità storica della Shoah, una soluzione basata sulla minaccia della legge, ci sembra particolarmente pericoloso per diversi ordini di motivi:

1) si offre ai negazionisti, com’è già avvenuto, la possibilità di ergersi a difensori della libertà d'espressione, le cui posizioni ci si rifiuterebbe di contestare e smontare sanzionandole penalmente.

2) si stabilisce una verità di Stato in fatto di passato storico, che rischia di delegittimare quella stessa verità storica, invece di ottenere il risultato opposto sperato. Ogni verità imposta dall'autorità statale (l'”antifascismo” nella DDR, il socialismo nei regimicomunisti, il negazionismo del genocidio armeno in Turchia, l'inesistenza di piazzaTiananmen in Cina) non può che minare la fiducia nel libero confronto di posizioni e nella libera ricerca storiografica e intellettuale.

3) si accentua l'idea, assai discussa anche tra gli storici, della "unicità della Shoah", non in quanto evento singolare, ma in quanto incommensurabile e non confrontabile con ogni altri evento storico, ponendolo di fatto al di fuori della storia o al vertice di una presunta classifica dei mali assoluti del mondo contemporaneo.
L'Italia, che ha ancora tanti silenzi e tante omissioni sul proprio passato coloniale,dovrebbe impegnarsi a favorire con ogni mezzo che la storia recente e i suoi crimini tornino a far parte della coscienza collettiva, attraverso le più diverse iniziative e campagne educative.La strada della verità storica di Stato non ci sembra utile per contrastare fenomeni, molto spesso collegati a dichiarazioni negazioniste (e certamente pericolosi e gravi), di incitazione alla violenza, all'odio razziale, all'apologia di reati ripugnanti e offensivi perl'umanità; per i quali esistono già, nel nostro ordinamento, articoli di legge sufficienti a perseguire i comportamenti criminali che si dovessero manifestare su questo terreno.

E' la società civile, attraverso una costante battaglia culturale, etica e politica, che può creare gli unici anticorpi capaci di estirpare o almeno ridimensionare ed emarginare le posizioni negazioniste.
Che lo Stato aiuti la società civile, senza sostituirsi ad essa con una legge che rischia di essere inutile o, peggio, controproducente.

http://scienzamarcia.blogspot.com/2010/10/in-tempi-bui-come-questi-nei-quali.html

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Non sono d'accordo con quello che dici, ma darei la vita...
Album di articoli di Orwell2012 

https://www.facebook.com/media/set/?set=a.218000038288626.54685.173278516094112&type=3

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Olocausto Palestinese.
Album di articoli di Orwell2012

https://www.facebook.com/media/set/?set=a.256383107783652.62708.173278516094112&type=3

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Scene di vita quotidiana in Palestina

Due attivisti nonviolenti palestinesi stanno per i fatti loro (in una piazzetta in terra di Palestina). Un colono israeliano (in terra di Palestina) cerca di aggredirli ma "fortunatamente" arrivano soldati israeliani (sempre in terra di palestina, e non è un dettaglio) che scongiurano l'aggressione ma fermano i due palestinesi.
nel frattempo altri coloni israeliani (in terra di palestina) crecano di aggredire con un cane chi sta riprendendo la scena e anche qui la polizia israeliana (in terra di palestina) mette un limite ai palestinesi, in terra di palestina...


VIDEO
http://www.youtube.com/watch?v=DKML2R4ubwU&list=HL1342551581&feature=mh_lolz&fb_source=message


Issa Amro è il coordinatore di "shabab Did al-Istitaan"= Giovani contro gli insediamenti. Sono giovani palestinesi che adottano la Resistena non violenta contro l'occupazione israeliana. Quando i media parlano di diritti umani non sono mai "abbastanza informati" sulle violazioni dei coloni e dell'esercito israeliano."

https://www.facebook.com/photo.php?fbid=10151065188802220&set=oa.10151923254280058&type=1&theater


GRAZIE a @Francesca Rigato.

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Sionisti contro la libertà di parola

http://www.youtube.com/watch?v=69MaFjUIUq4&feature=share

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SEZIONE AGGIORNAMENTI E NEWS


18/07/2012

Tel Ramada è la zona in periferia di Hebron (el khalil) dove c'è la sede di "shabab did al istitan" Giovani contro gli insediamenti, In questo momento ci sono più di 100 soldati e si registrano arresti.
Fonte: Jamal Alward


https://www.facebook.com/groups/hebronyouth/10151923110265058/?comment_id=10151923182510058&notif_t=group_comment_reply

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18/07/2012

Gaza Est
http://www.facebook.com/l.php?u=http%3A%2F%2Fenglish.wafa.ps%2Findex.php%3Faction%3Ddetail%26id%3D20286&h=uAQG0seMv


http://english.wafa.ps/index.php?action=detail&id=20286

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Stay Human

Chiara Lyn

nota pubblicata da Orwell 2012 il giorno mercoledì 18 luglio 2012
https://www.facebook.com/notes/orwell-2012/israele-e-palestina-storia-e-news/329862870435675