Comunicato di pubblica resistenza al DDL intercettazioni

Gentile Onorevole Presidente del Consiglio dei Ministri Silvio Berlusconi, in questi giorni, in queste ore, il Parlamento della Repubblica Italiana è impegnato in una corsa contro il tempo per una più che rapida approvazione del disegno di legge firmato dall'Onorevole Ministro della Giustizia Angelino Alfano e noto come "ddl intercettazioni".

Il provvedimento rappresenta una delle più drastiche limitazioni al potere d'indagine che compete ai magistrati inquirenti del nostro paese e, al contempo, la più dura, feroce e devastante limitazione al diritto costituzionale di informazione; il diritto di farla e il diritto di riceverla.

Il progetto di legge, per mezzo dei suoi punti fondanti, impedisce il racconto giornalistico su fatti giudiziari di pubblico dominio e privi di segreto, stabilisce pene detentive e pecuniarie pesantissime verso chiunque osi divulgare verità giudiziarie, introduce nuovi obblighi di rettifica per i blog minandone la sopravvivenza, trasforma in crimine il diritto dei cittadini vittime di crimini di raccogliere prove audio e video a dimostrazione del reato e stabilisce odiose discriminazioni tra forme di giornalismo, all'interno di una drammatica limitazione del diritto ad effettuare inchieste giornalistiche.

Il diritto all'informazione nelle sue forme più elementari, il principio di legalità e la ricerca della giustizia vengono totalmente smantellati da tale provvedimento.

Pertanto questo sito internet dichiara sin da adesso che, per imprescindibili motivi etici e in ragione della difesa del diritto alla libertà di parola e di stampa, solennemente sancito dalla Costituzione italiana e dalle leggi vigenti, in caso di approvazione in via definitiva e di conversione in legge, non potrà attenersi in alcun modo alle norme che compongono il disegno di legge sulle intercettazioni.

Questo sito si dichiara altresì .. per imprescindibili motivi sia etici che politici .. deberlusconizzato .. demontizzato .. degrillizzato

lunedì 31 dicembre 2012

Anonymous Message: #OpSyria Via False claims Assad Unleashed Chemical Weapons


 #OpSyria Pastebin: 
Hello Citizens of the world, We are Anonymous.

Dear brothers and sisters, now is the time to open your eyes and expose the truth!

A great lie has been spread all over the anonymous channel, Operation Syria.  A tweet claiming false information on Assad has been spread like wildfire.

The tweet said:
"Operation Syria Video Claims Proof Assad Unleashed Chemical Weapons"

The Free Syrian Army (FSA) put out a video with no evidence whatsoever that Assad used chemical weapons against his people.  

The video appears to be a fake, false flag hoax.

According to a source, Israel pays Israelis two thousand dollars per month to spread propaganda.

The FSA put out a video where they murdered two rabbits with chemical gas in less than minutes.

The rabbits' hair wasn't falling out nor were any of the signs shown in the false propaganda video evident of the effects of the Sarin nerve gas.

In the video, only their faces were disfigured as though bad effects makeup had been applied and there was no fear, panic or pain visible from any of the victims.  They had what looked like glue or latex on their faces and there are no other injuries exposed other than those visible on their faces.  The E.R. staff didn't seem particularly panicked either.

Sarin is considered a weapon of mass destruction.  Sarin or GB is a colorless, odorless liquid, used as a chemical weapon due to its extreme potency as a nerve agent.  It has been classified as a deadly weapon of mass destruction by the United Nations according to Resolution 687. 

Production and stockpiling of Sarin was outlawed by the Chemical Weapons Convention of 1993.

Initial symptoms following exposure to Sarin are a runny nose, tightness in the chest and constriction of the pupils.  Soon after, the victim has difficulty breathing and experiences nausea and salivation.  As the victim continues to lose control of bodily functions, the victim goes in continence and begins to vomit, defecate and urinate.  This phase is followed by uncontrollable twitching and jerking.  Ultimately, the victim becomes comatose and suffocates in a series of convulsive spasms, and ultimately death.

None of the victims in the video showed any of the signs of this horrific, silent and deadly Biological Weapon.  There are plenty of YouTube videos showing what Sarin can do to a living being, but for the sake of sensitive subjects they will not be shown in this Anonymous message. 

Assad is not going to kill his people, Stop being drawn into sensationalized propaganda.  Do not let these evil people get away with these lies.  Innocent civilians will die from your complacency.  

Now is the time to make a stand.
Please do your own research.  
Stop the lies.
Stop the wars.

The Syrian people need its current government if it is to survive the oncoming massacre. Terrorists are nothing more than hired thugs or mercenaries created to destabilize the syrian government. 

Anonymous must stand up for all those who fall victim to these Western powers and its United States terrorist program. May the screams and blood of your victims haunt you evil sadists endlessly, until the end of your days
We are Anonymous.
We are Legion.
We do not Forgive.
We do not Forget.
Expect Us.

Simone .. uno di Noi



Per la terza volta saltero' da ponte Cavour nel Tevere 
il giorno di Capodanno.

Lo faccio per tenere alta l attenzione sulle vertenze Ambientali del Lazio, ed in generae sulle questioni Ambientali che riguardano tutta Italia.

bisogna puntare .. sulla green ecnomy, e' l unico modo che abbiamo per risolvere i problemi economici, territoriali e sanitari nel nostro paese.

Per farlo serve coraggio,e serve soprattutto uscire dagli schemi attuali che legano politici ad imprenditori. Serve collabborazione tra la poitica ed i cittadini,serve assolutamente riavvicinare queste due realta'.

Tutto questo lo diro' il primo Gennaio saltando da Ponte Cavour rappresentando migliaia di cittadini che saranno a gridarlo con me sulle sponde del Biondo tevere ..!

Simone
FORZA SIMO' .. VINCIAMO NOI !!

Wikipedia, Monti e la Trilateral

Riceviamo e volentieri pubblichiamo. 
La Red/Azione

Mario Monti, la Trilaterale e la censura su Wikipedia
 
Da svariati anni Wikipedia è ormai l’enciclopedia on line più “autorevole” e più consultata. Il principio è quello di un’enciclopedia “libera” in cui esistono dei moderatori-amministratori che hanno un ruolo “puramente tecnico”.  La versione italiana conta ormai un milione di voci (la versione madre in inglese ne conta ben quattro milioni).  

La visibilità dell’enciclopedia sui motori di ricerca è massima. Si cerchi su Google il nome di un qualsiasi personaggio, istituzione, fatto storico, luogo geografico etc., la voce relativa di Wikipedia apparirà inesorabilmente al primo posto. 

Si provi a cercare “Mario Monti” e accadrà la medesima cosa. 

Idem per “Commissione Trilaterale”.  

Ora, per chi non lo sapesse, la Commissione Trilaterale, come da definizione wikipediana,  “è un gruppo di studio (think tank) non governativo e non partitico fondato il 23 giugno 1973 per iniziativa di David Rockefeller, presidente della Chase Manhattan Bank, e di altri dirigenti e notabili, tra cui Henry Kissinger e Zbigniew Brzezinski. 

La Trilaterale conta come membri più di trecento privati cittadini (uomini d’affari, politici, intellettuali) provenienti dall’Europa, dal Giappone e dall’America Settentrionale, e ha l’obiettivo di promuovere una cooperazione più stretta tra queste tre aree”.  

Una associazione di tecnocrati e uomini d’affari,  che, com’è noto, è stata spesso al centro di più o meno bizzarre teorie del complotto. 

Wikipedia stessa riporta due opinioni, entrambe ormai datate:  

Jacques Bordiot scrisse nel 1985: “il vero obiettivo della Trilaterale è di esercitare una pressione politica concertata sui governi delle nazioni industrializzate, per portarle a sottomettersi alla loro strategia globale”; 

e Gilbert Larochelle nel 1990: “La cittadella trilaterale è un luogo protetto dove la téchne è legge e dove sentinelle, dalle torri di guardia, vegliano e sorvegliano.  Ricorrere alla competenza non è affatto un lusso, ma offre la possibilità di mettere la società di fronte a se stessa.  Il maggiore benessere deriva solo dai migliori che, nella loro ispirata superiorità, elaborano criteri per poi inviarli verso il basso”.

Ma queste disquisizioni qui non ci interessano. 

La Trilaterale è comunque una organizzazione prestigiosa,  i cui membri dovrebbero e sono senz’altro fieri di farne parte (perché la scelta è il riconoscimento comunque di un “merito” e di grandi competenze in un determinato settore). 

Dal punto di vista organizzativo, ha una leadership collegiale:  

i presidenti sono tre, in rappresentanza dei gruppi europeo (il più numeroso), nordamericano e asiatico-pacifico. Il ruolo dei presidenti e dei vice-presidenti, citiamo ancora L’enciclopedia libera (da una vecchia versione della voce) è quello “di selezionare gli argomenti da discutere nei meeting, di organizzarli, coordinarli e presiederli”. 

Un unico italiano ha ricoperto il prestigioso incarico di 
Presidente europeo della Trilaterale: 
Mario Monti, dal 2010 al 2011. 

Come tutti ricordano, nel novembre 2011, nel pieno della tempesta finanziaria che ha travolto la credibilità residua dell’ultimo governo Berlusconi e ne ha causato le dimissioni, Mario Monti è stato nominato Presidente del Consiglio, e di conseguenza ha dovuto lasciare la presidenza europea della Trilaterale a Jean Claude Trichet, ex presidente della BCE. 

Ora, il fatto che Monti fosse un membro così autorevole della Trilaterale dovrebbe costituire un vanto per il personaggio e per il Paese.  Comunque la cosa appare rilevante.  E sembrerebbe assurdo nasconderlo o censurarlo in una voce enciclopedica che elencava tutti i membri italiani della Commissione.  

Ma gli amministratori de L’enciclopedia libera non sono di questo avviso. Basti vedere la pagina di discussione della voce.  

Negli ultimi mesi ogni edit tendente a citare semplicemente il ruolo di Monti all’interno della Trilaterale veniva  contestato e annullato in modo iperveloce dal diligentissimo amministratore di turno 
(talvolta con minaccia di ban sull’utente coinvolto).  

Fino all’exploit del 16 dicembre scorso:  
un utente ha pensato bene di inserire una lista cronologica dei Presidenti della Trilaterale (citando inevitabilmente il nome di Monti);  a quel punto, un altro diligente amministratore è intervenuto annullando tutte le modifiche e i miglioramenti effettuati nel frattempo da vari utenti (comprese revisioni ortografiche e stilistiche, e correzioni di errori materiali) , riportando la voce ad una versione precedente, datata ed incompleta (e priva naturalmente di ogni riferimento a Mario Monti), nonché “bloccando” la voce per limitarne ulteriori modifiche.

Quali le ragioni 
di una così incomprensibile e pervicace condotta? 

Lo scrivente non vuole dare ipotesi o giudicare, 
ma semplicemente riportare questi fatti bizzarri, 
lasciando volentieri alla libera fantasia del lettore 
l’esercizio di tali facoltà.

Collegamenti utili:

POSTILLA:
Lo stesso atteggiamento è stato tenuto nei confronti della voce Gruppo Bilderberg il 21 dicembre scorso: un utente aveva inserito una breve sezione in cui erano elencati i pochi italiani che avevano fatto parte dello steering committee, tra i quali Mario Monti, Romano Prodi, Tommaso Padoa Schioppa, i fratelli Gianni e Umberto Agnelli. Dopo pochi secondi un diligente amministratore ha cancellato la sezione, tacciandola di “localismo”, e con tale scusa è intervenuto di nuovo sulla voce Trilaterale, eliminando anche da essa la lista degli attuali membri italiani (tra i quali il vice-segretario del PD Enrico Letta, John Elkann, P. F. Guargaglini, Marco Tronchetti Provera etc.).  Vedi la cronologia della voce e la discussione.

E purtroppo anche alla voce Bruegel è capitata la stessa cosa. I
l Bruegel è un altro think thank co-fondato da Monti nel 2005 (e di cui egli è tuttora presidente onorario; l’attuale presidente è ancora una volta Trichet), composto e finanziato da vari stati europee sovrani, diverse multinazionali (di cui nessuna italiana) e diversi istituti bancari centrali (tra i quali non è rappresentata la Banca d’Italia), e che a fine 2010 pubblicizzò la proposta di un default controllato dell’Eurozona.  

La voce, strettamente compilativa e senza giudizi di merito, è apparsa su Wikipedia in italiano solo il 19 dicembre 2012, quand’era già da lungo tempo presente su tutte le altre principali Wikipedie: ma la pagina, di cui si può vedere una vecchia versione qui, è stata cancellata sempre il 21 dicembre ed addirittura protetta, per impedirne la ricreazione !

Infine, sulla voce Mario Monti è stata soppressa un’intera sezione, puramente compilativa, che riportava una serie di dati economici, senza giudizi (e in nota erano citati articoli di quotidiani non certo ostili al governo Monti, quali La Repubblica, il Corriere della Sera, La Stampa, il Sole 24 Ore).  L’aggiunta era stata effettuata la sera del 24 dicembre 2012, e il solerte amministratore è intervenuto stavolta soltanto il 25 mattina con tanto di commento sarcastico “È iniziata la campagna elettorale?” (cfr. la cronologia della voce).  

Si riporta qui di seguito il passo “censurato”, 
perché il lettore si renda conto:  

“Durante l’anno del Governo Monti I il PIL italiano ha registrato una contrazione del 2,4%.  La contrazione del PIL non ha giovato alle politiche di rigore, che avevano tra i primi obiettivi la riduzione del debito pubblico. Il debito pubblico dell’Italia nel novembre 2011 ammontava a 1916 miliardi di euro, il 119% del PIL: un anno dopo aveva sfondato il tetto dei 2000 miliardi, e si era attestato al 126% del PIL.  L’aumento del debito pubblico di sette punti percentuali rispetto al PIL è da addebitarsi anche e soprattutto alla pronunciata contrazione di quest’ultimo. Il deficit annuo dell’Italia è infatti leggermente diminuito per effetto dei tagli alla spesa sociale, dell’introduzione dell’IMU, del rincaro dell’IVA e delle accise. Questi provvedimenti hanno comportato un aumento della pressione fiscale esercitata dallo Stato sui cittadini dal 50,5% al 55,2%. Progressi significativi sono stati fatti sul fronte della lotta all’evasione fiscale, in linea di continuità con le politiche del precedente governo Berlusconi. La disoccupazione è cresciuta dall’8,6% al 10,8%. I consumi degli italiani si sono contratti del 3,6%.  Risultati positivi si sono avuti sul piano dello spread, sceso da 500 a 300 punti, grazie soprattutto all’energica difesa dell’euro da parte del presidente della BCE, Mario Draghi.”

Gli utenti-amministratori intervenuti corrispondono ai nick di M7, Ignlig e Vituzzu, e sono tra i più attivi ed “autorevoli” nella Wikipedia italiana.

Firma: G. G.

Crimini di ordinaria occupazione

Dicembre 2012, in Palestina.

In un giorno qualunque dell’occupazione militare sionista.

Mohamed, 17 anni compiuti da poco, viene ucciso da un colpo di fucile mentre si trovava vicino alla moschea di Abramo, a Hebron, 
in piena area H2.  

Dal 1994 Hebron è divisa in due:  
l’area denominata H1 è controllata dai palestinesi;  
l’area H2 dagli invasori sionisti. 

Un’occupazione nell’occupazione, dunque.

Ad assassinare Mohamed è stata una soldatessa dell’Esercito “più umano del mondo”, l’esercito sionista, specializzato nell’eliminazione fisica di donne e bambini.  Una 'donna', quindi:  una di quelle 'donne moderne' ed emancipate tanto amate, esaltate ed invidiate dalle femministe, quelle (sedicenti) “di Sinistra” comprese.

L’assassinio (l’ennesimo) di Mohamed provoca rivolte fra la popolazione di Hebron. 

Per sedarle, l’entità sionista proclama lo “stato di emergenza”.

Ma non solo.  Il fratello ed il cugino di Mohamed vengono arrestati. Il fratello è un ex-prigioniero rilasciato lo scorso anno nell’ambito dell’accordo fra Hamas e l’entità sionista per la liberazione del soldato Gilat Shalit.

Una sorte simile tocca al padre di Mohamed. Accorso sul luogo dell’assassinio del figlio per portarne via il corpo, è stato allontanato con la forza (l’unico argomento che conosce la valorosa e democratica soldataglia sionista) dai militari, che non esitano a colpirlo ad una gamba con un proiettile di gomma.

Tu che leggi, tu che cosa diresti? 

Soprattutto:  che cosa faresti, se anche uno soltanto dei crimini di cui sei venuto a conoscenza leggendo fin qui fosse avvenuto o avvenisse 
ogni giorno nella tua città, nella tua famiglia, sotto casa tua?

Tu che non hai mai fatto niente e che probabilmente, nonostante tutto quello che ti succede attorno, vicino o lontano dal tuo paese, 
continuerai a non fare niente, a parte lavorare come una bestia e votare ogni tanto come un somaro, tu, cosa faresti? 

Faresti finta di niente?



L.A. Pubblicato il 31-12-2012 

".. l’imperialismo è una tigre di carta .."

Se .. a stracciarla e a farla a pezzi, è il popolo in armi
Quello che state iniziando a leggere è un articolo sulla Palestina.

Dove, però, non troverete la solita, ma non per questo inutile o infondata, denuncia dei crimini dell’entità sionista e del suo Esercito, il “migliore esercito del mondo” ma solamente se e quando si tratta di assassinare bambini o far morire civili innocenti.

Non ci leggerete neppure il solito, ma non per questo inutile o infondato, elenco di risoluzioni dell’ONU puntualmente, scientemente e criminalmente violate dall’entità sionista.

Nelle righe che seguono quelle che avete già letto, insomma, non troverete nessun accenno, ad esempio, alla Risoluzione 181 (del 29 novembre 1947) sull’adozione del “piano di spartizione” della Palestina in due Stati indipendenti;  o alla n.194 (11 dicembre 1948), o alla 302 (dell’8 dicembre 1948) sulla “creazione dell’UNRWA, l’ufficio speciale per il soccorso dei rifugiati.  O ad una qualsiasi delle numerose, numerosissime altre, tutte puntualmente, pervicacemente e dolosamente dimenticate dalla cosiddetta Comunità internazionale, dai filosionisti e dai pennivendoli nostrani, servi del rotolo di carta igienica autodenominatosi La Repubblica, della Sinistra extra e dei cattocomunisti in generale in primis.


Niente di tutto questo, vi annunciavamo.

Cercheremo invece di dimostrare che l’ultima (solo in ordine di tempo) aggressione dell’entità sionista a Gaza si è rivelata una sostanziale sconfitta, sia sul piano politico-diplomatico che, soprattutto, su quello militare. Nonostante le gravi perdite umane.

L’aggressione ha dimostrato ancora una volta che l’entità sionista è completamente allineata su Washington;  e che qualsiasi conflitto fra lo “Stato ebraico” e gli Arabi (includendo in questa categoria anche l’Iran, che comunque non fa parte del cosiddetto “mondo arabo”) è di fatto un conflitto condotto dagli USA.

E ciò perché l’entità sionista dipende completamente, per il proprio armamento, per le proprie munizioni, per la propria tecnologia e per le proprie risorse finanziarie, dai gringos, di cui rappresentano, fin dal momento della loro fondazione (seconda metà degli anni Quaranta del secolo scorso) una semplice emanazione coloniale.

A Gaza stavamo dicendo prima, la Resistenza palestinese guidata da Hamas, ha fatto registrare una vittoria militare netta che è andata oltre il fatto di aver impedito all’entità sionista di cogliere i propri obiettivi, vale a dire di:  (1) distruggere gli stocks di missili;  (2) annientare la catena di comando della Resistenza;  e (3) esercitare la dissuasione.

L’analisi dei risultati della guerra dimostra chiaramente che i corpi combattenti ed i quadri superiori della Resistenza palestinese non sono stati seriamente colpiti dagli attacchi sionisti.

Di più: gli stocks di missili palestinesi non sono stati annientati, prova ne sia che, fino a poco prima della tregua, i razzi hanno seguitato ad abbattersi sul territorio illegalmente occupato dall’entità sionista.

La Resistenza palestinese ha dato prova di una grande capacità di tenuta organizzativa;  ed ha dimostrato, ancora una volta, di godere dell’appoggio di un intero popolo in lotta per i propri diritti, a costo anche della vita.

Al momento della tregua, l’entità sionista non aveva raggiunto nessuno dei propri obiettivi.  Al contrario, ha visto smentite tanto l’importanza della propria “capacità di dissuasione” quanto la teoria, tanto cara ai macellai delle forze armate sioniste, sulla possibilità di vincere le guerre solo con l’aviazione.

E’ stata la Resistenza, semmai, a veder rafforzata la propria “capacità di dissuasione” grazie al lancio di missili che hanno colpito anche le città dell’entità sionista più lontane dalla linea del fronte.

Alcuni missili sono arrivati ad 80 km di distanza dalla striscia di Gaza, allorquando gli aggressori aveva fondato tutta la loro strategia sul fatto che i razzi palestinesi si pensava avessero un raggio massimo di azione di 40 km.

Questo fatto del tutto inatteso (e dovuto anche al sostegno dell’Iran, come hanno pubblicamente riconosciuto gli stessi leaders di Hamas), fra l’altro, ha rappresentato l’ennesimo scacco per quei servizi di informazione sionisti che la propaganda, occidentale e non, ha fino d oggi mitizzato ad uso e consumo della politica di aggressione dell’entità sionista.

Da parte sua, la Resistenza palestinese ha mostrato un’accumulazione di esperienze ed un obiettivo rafforzamento delle proprie capacità militari, grazie alla comparsa sul campo di battaglia del razzo anti-carro Kornett.

Tutti questi elementi hanno contribuito, insieme con altri fattori, a provocare una forte esitazione nelle file sioniste.  Al punto di costringerle a rinunciare alla paventata, prevista e minacciata invasione terrestre sostenuta dalla mobilitazione, nei giorni precedenti l’aggressione militare vera e propria, di oltre 75  mila riservisti.

La Resistenza palestinese, dunque, ha vinto di nuovo.

Dimostrando, ancora una volta, come diceva il presidente MaoTsetung,
che l’imperialismo è una tigre di carta. 


di Luca Ariano - Pubblicato il 17-12-2012 - http://www.ilbuio.org/

Votiamo Alessio Ciacci a “Personaggio Ambiente Italia 2012″

(Fonte articolo, clicca qui

Chi è stato secondo voi, in Italia, il personaggio che più di ogni altro ha operato a favore dell’ambiente? 

Potete deciderlo voi entro il 31 Dicembre 2012 sul sito http://www.personaggioambiente.it
decidendo all’interno di una rosa di 21 candidati il nuovo Personaggio Ambiente 2012, cioè colui che attraverso il suo operato ha reso un servizio alla collettività migliorando l’ambiente e la vita di tutti. 

AICA ha il piacere di ritrovare un proprio socio tra i candidati, Alessio Ciacci, assessore all’Ambiente nel comune di Capannori 
(provincia di Lucca). 

Per permettere anche ai nostri lettori di conoscerlo meglio, lo abbiamo intervistato, partendo dalla politica Rifiuti Zero che ha fatto del comune di Capannori un’eccellenza a livello nazionale. 

Ci può dire come è nata la politica rifiuti zero? 

Dopo esempi internazionali come il comune di San Francisco e centinaia di città dal Giappone all’Australia, dal Canada all’America Latina, anche in Italia in molti comuni abbiamo scelto di costruire sostenibilità attraverso l’eliminazione progressiva dei rifiuti a smaltimento. 

Rifiuti Zero significa proprio l’eliminazione della parte più inquinanti degli scarti urbani, ovvero quella non riciclabile. 

Addio quindi a discariche ed inceneritori:  le alternative esistono, hanno dimostrato vantaggi non solo in termini ambientali ma anche sul piano economico ed occupazionale. 

In Italia Capannori nel 2007 ha aderito per primo alla Strategia Rifiuti Zero, ma oggi sono già 120 i comuni aderenti con oltre 3 milioni di cittadini coinvolti dalla Sicilia alla Valle d’Aosta. 

Nella strategia Rifiuti Zero non è tanto importante l’obiettivo finale 
(in genere stabilito al 2020) ma tutte le azioni ed i processi che a livello locale si attivano, in senso partecipato, per raggiungere la meta. 
Le attività di prevenzione e riduzione dei rifiuti possono calare notevolmente i livelli di produzione dei rifiuti urbani. 

Se questo percorso è abbinato ad una politica di raccolta differenziata “domiciliare” e con l’attivazione di sistemi incentivanti di “Tariffazione Puntuale”si può rendere infinitesimale la materia non riciclabile, potendo realisticamente pensare di centrare l’obiettivo Rifiuti Zero. 

Capannori non è un piccolo comune:  come avete costruito la strategia della raccolta porta a porta? Capannori ha 46 mila abitanti suddivisi in 40 frazioni per 160 kmq di estensione. 

Abbiamo attuato una strategia di coinvolgimento del territorio, dei cittadini e delle associazioni locali, condividendo l’importanza della salvaguardia ambientale e la responsabilità di ognuno di costruire vie d’uscita dalla crisi che attraversa il pianeta. 

Lavoriamo con i cittadini su tutti i temi, dal risparmio energetico alle energie rinnovabili, dal risparmio idrico alla tutela del territorio, e anche sui rifiuti c’è un percorso di continua evoluzione. 

Dopo il passaggio al “Porta a porta” con risultati dell’80% di materiali avviati a riciclo, ora stiamo introducendo la “Tariffa Puntuale” che ci spingerà anche oltre il 90%. 

In questi modo nel corso degli anni abbiamo creato decine di posti di lavoro, sostenuto l’associazionismo locale nell’informazione a tutte le famiglie, migliorato il decoro del Comune e ridotto del 30% la produzione complessiva di scarti, grazie alle numerose iniziative per 
la riduzione dei rifiuti.  

Ascit, la nostra azienda di gestione dei rifiuti, è totalmente pubblica e gli operatori hanno una funzione educativa verso la cittadinanza a cui regolarmente viene effettuato un servizio di qualità, 
con punte di gradimento che vanno oltre il 90% 
(con sondaggi realizzati da misuratori indipendenti). 

Cosa è stato più determinante: 

l’iniziativa politica o la volontà dei cittadini? 

Entrambe. 

L’una senza l’altra sarebbero andate poco lontano.  

C’è una condivisione delle scelte che noi facciamo non solo nelle politiche ambientali ma anche in altri settori.  

Ad esempio ogni anno attuiamo il Bilancio Partecipativo facendo decidere direttamente ai cittadini come utilizzare una parte consistente del bilancio comunale (quest’anno di circa 500 mila euro).  

La politica e le istituzioni hanno un enorme bisogno di limitare il divario con la gente, e la società civile ha bisogno di istituzioni aperte, collaborative ed innovative per costruire un futuro migliore per le nostre comunità e scrivere collettivamente risposte alla crisi che stiamo attraversando. 

Ci può raccontare della sua attività nel coordinamento agende 21 locali italiane e nella rete Italiana dei Compostatori? 

La rete dei Comuni Rifiuti Zero, l’Associazione dei Comuni Virtuosi,
 il Coordinamento Agende 21 locali, la rete italiana dei compostatori sono reti molto importanti per le amministrazioni e chi segue con attenzione i temi ambientali.  

Ci permettono a costo zero di imparare moltissimo, condividere le migliori buone pratiche attuate a livello nazionale, sviluppare progettualità assieme e cercare di portare anche a livello nazionale le nostre richieste e le nostre proposte. 

In decine di esperienze stiamo costruendo progettualità che fino a pochi anni fa in molti definivano utopie.  

Oggi abbiamo bisogno di queste utopie altrimenti il declino è assicurato.  

Si aspettava questa candidatura? No, è stata una bella sorpresa!  

Non è solo per ciò che io ho fatto in questi anni ma per tutto ciò in cui l’amministrazione di cui faccio parte, il suo Sindaco, la sua cittadinanza ma anche centinaia di associazioni, movimenti ed altre amministrazioni in tutta Italia credono fermamente.  Ovvero che solo con una politica attenta alla sostenibilità possiamo costruire un futuro possibile, ed in questo percorso la strategia Rifiuti Zero ha un ruolo di grande centralità.

Nuova discarica: a Capodanno Sottile sarà nominato supercommissario

(Fonte:Il Messaggero.it)










ROMA - Il nuovo supercommissario per i rifiuti sarà - salvo cataclismi - il prefetto Goffredo Sottile, attuale commissario per la scelta della discarica provvisoria.  Il mandato attuale di Sottile scade il 31 dicembre; 

il primo gennaio, con l’entrata in vigore della legge di stabilità al cui interno è stato inserito l’emendamento che prevede il commissariamento di Roma a un passo dall’emergenza rifiuti, il ministro dell’Ambiente, Corrado Clini, consegnerà a Sottile i nuovi super poteri. 

La speranza:  
 evitare al mondo l’immagine di Roma con i rifiuti per strada.

 
DISCARICA

Clini ha frenato sulla proroga della discarica di Malagrotta, 
ma difficilmente Roma potrà farne a meno. 

E sarà una proroga, almeno inizialmente, anche per i rifiuti non trattati.  

Chi la firmerà?  E quando?  

In passato lo aveva fatto prima la presidente della Regione, Renata Polverini, poi il prefetto di Roma, Giuseppe Pecoraro.  Questa volta a dovere prendere la penna in mano è Sottile che ancora non ha deciso la durata della nuova proroga:  potrebbe scegliere una formula minimalista - 3 mesi - o una più prudente - 6 mesi.  Di certo la proroga per Malagrotta sarà firmata questa settimana, visto che quella in corso scade il 31 dicembre.  Sottile, da molti mesi, sta lavorando anche sul fronte caldo della discarica provvisoria:  dopo la partenza falsa di Pian dell’Olmo, si è concentrato su Monti dell’Ortaccio e già ha fatto partire la conferenza dei servizi, che non è mai arrivata a una conclusione.  In linea di massima, sembra difficile che la pratica Monti dell’Ortaccio possa essere archiviata. 

LA GARA

E i rifiuti all’estero? 

Roma e l’Ama sono riuscite a fallire anche in questa operazione. 

Avevano aperto una gara provvisoria e invitato cinque grandi multinazionali che sarebbero state pagate profumatamente se dal primo gennaio si fossero fatte carico del trasporto e dello smaltimento dei rifiuti all’estero.  Per la precisione, sono 1.100 tonnellate delle 4.500 prodotte da Roma ogni giorno che non passano dagli impianti di trattamento (Tmb). 

Nessuna delle cinque multinazionali ha presentato un’offerta, per cui l’operazione rifiuti all’estero è fallita clamorosamente. Resta in piedi la gara europea per la quale Ama ha giù pubblicato sul suo sito il bando (69 milioni di euro per 18 mesi di trasferimento dei rifiuti oltre confine), ma i tempi sono più lunghi e prima di giugno non ci sarà l’aggiudicazione. 

Dunque:  dove porterà Roma i rifiuti non trattati? 
Si aprono diversi scenari. 

Il primo non è esattamente una novità:  quei rifiuti vanno a Malagrotta, prorogata anche per i non trattati, ma le controindicazioni sono clamorose: l’Unione europea è pronta a intervenire con una pesante sanzione. 

Seconda ipotesi, suggerita da Alemanno che nei giorni scorsi ha anche parlato con Manlio Cerroni, il re di Malagrotta:  installare rapidamente un impianto di separazione e tritovagliatura dei rifiuti vicino a Malagrotta, per trattare quelle 1.100 tonnellate giornaliere che i quattro Tmb fissi (due di Ama e due di Cerroni) non riescono a lavorare.  Secondo Alemanno questo impianto consentirebbe anche di evitare la costosa umiliazione di portare i rifiuti all’estero.
IL TRATTAMENTO

Ma i Radicali hanno fatto notare che l’Unione europea non considera questa procedura un reale trattamento dei rifiuti e dunque la sanzione non sarebbe evitata. Il ministro Clini ha ventilato altre soluzioni:  cercare nel resto del Lazio impianti che possano ricevere i rifiuti di Roma, in forma provvisoria.  Si è parlato, ad esempio, dell’impianto di trattamento di Colfelice, in provincia di Frosinone.  O, restando in provincia di Roma, del termovalorizzatore di Colleferro. Il supercommissario Goffredo Sottile, se davvero sarà lui il prescelto, affiancato almeno fino alle elezioni politiche dal ministro Clini, è atteso da una missione (quasi) impossibile.

domenica 30 dicembre 2012

NoTav: Public Enemy! L'80% delle forze di polizia usate contro i notav

Come per le ragioni della nostra lotta, 
ancora una volta sono i numeri a fare chiarezza nella vicenda Torino Lione.  

Da tempo dimostriamo con i numeri le nostre ragioni 
svelando la propaganda della lobby sitav. 

Denaro pubblico buttato, flusso merci in calo, sottrazione di investimenti nelle scuole e nelle sanità, costo al centimentro e così via. 

E anche questa volta sono i numeri a portare chiarezza oltre misura, 
e sebbene lo pensavamo da tempo, 
ecco ufficializzare dal questore di Torino, 
l’impegno militare messo in campo per tentare di sconfiggere il 
Movimento Notav:  

nel 2012 oltre l’80% delle forze di polizia impiegate in servizi di ordine pubblico nel Torinese è stato utilizzato per eventi connessi alla linea ad alta velocità Torino-Lione. 

Poliziotti, carabinieri e finanzieri schierati sono stati complessivamente 160.847 di cui 129.952 per la Tav.  A dirlo è Aldo Faraoni, questore di Torino, e aggiunge che il numero è in aumento e la conflittualità è diminuita.

129.952 agenti, 90.000 euro al giorno, 4357 lacrimogeni sparati solo il 3 luglio 2011, una procura che lavora tutta per noi, 300 provvedimenti in corso, due milioni di euro di richieste danni, segnalazioni ai servizi sociali per i minorenni che lottano, sono parte di queste cifre che ci candidano a nemico pubblico numero 1! 

mai visto tanto impegno da parte dello Stato che evidentemente giudica il Movimento Notav come un vero e proprio nemico da sconfiggere, annientare e portare a esempio se battuto, 
per tutti.

L’ormai ex ministro dell’interno Cancellieri del resto diceva che 
“i No Tav rappresentano la preoccupazione di gran lunga superiore 
per i problemi di ordine pubblico”

ed ecco le cifre che ne dimostrano l’impegno.


Basterà?
Pensiamo proprio di no! 
E parlando di numeri vogliamo citarne alcuni relativi al cantiere 
(ben difeso evidentemente): 
 un anno e cinque mesi di cantieri.
 Metri di scavo:  zero.  Metri di tettoia:  quattro!

Argentina, ex dittatore Videla: “Chiesa fornì consulenza per uccisione dei desaparecidos”

L’ex dit­ta­to­re ar­gen­ti­no, Jor­ge Vi­de­la, ri­ve­la le pe­san­ti com­pli­cità
 del­le ge­rar­chie ec­cle­sia­sti­che con il re­gi­me mi­li­ta­re. 

In­ter­vi­sta­to in car­ce­re, ha fat­to pre­sen­te come l’al­lo­ra nun­zio apo­sto­li­co Pio La­ghi e l’ex pre­si­den­te del­la Con­fe­ren­za epi­sco­pa­le di Ar­gen­ti­na Raul Pri­ma­te­sta, as­sie­me ad al­tri ve­sco­vi, ab­bia­no con­cre­ta­men­te dato al go­ver­no dei gol­pi­sti con­si­gli su come ge­sti­re l’uc­ci­sio­ne dei de­sa­pa­re­ci­dos.

Come già emer­so, la Chie­sa cat­to­li­ca fin dai pri­mi anni del re­gi­me sa­pe­va del­le bru­ta­li re­pres­sio­ni di dis­si­den­ti.  E man­ten­ne rap­por­ti stret­ti con i mi­li­ta­ri al po­te­re.  Ma Vi­de­la con­fer­ma non solo que­sto, ma che la Chie­sa offrì i suoi “buo­ni uf­fi­ci” al go­ver­no per in­for­ma­re del­la sor­te atro­ce dei de­sa­pa­re­ci­dos esclu­si­va­men­te quel­le fa­mi­glie che aves­se­ro scel­to poi di non di­vul­ga­re pub­bli­ca­men­te i cri­mi­ni e di in­ter­rom­pe­re le pro­te­ste.

Ne­gli in­con­tri con i pre­la­ti, an­che in epi­sco­pa­to, re­li­gio­si e mi­li­ta­ri si ac­cor­da­va­no per­si­no per ge­sti­re le uc­ci­sio­ni dei de­sa­pa­re­ci­dos, in modo da mi­ni­miz­za­re fu­ghe di no­ti­zie.  Tut­ti nuo­vi ele­men­ti che con­fer­ma­no ul­te­rior­men­te il la­vo­ro di gior­na­li­sti come Ho­ra­cio Ver­bi­tsky, sul­le con­ni­ven­ze pe­san­ti tra Chie­sa cat­to­li­ca e re­gi­me mi­li­ta­re.

Ad esem­pio, gli uf­fi­cia­li che pren­de­va­no par­te alla mat­tan­za dei de­te­nu­ti po­li­ti­ci si sa­reb­be­ro con­sul­ta­ti con le au­to­rità ec­cle­sia­sti­che per uc­ci­der­li nel­la ma­nie­ra “più cri­stia­na e meno vio­len­ta” pos­si­bi­le.  Per la cro­na­ca, la so­lu­zio­ne era un’inie­zio­ne di pen­tho­tal per se­da­re le vit­ti­me, che ve­ni­va­no poi but­ta­te a mare da un ae­reo e che quin­di af­fo­ga­va­no.

Un ca­pi­ta­no di ma­ri­na, Adol­fo Sci­lin­go, che pren­de­va par­te ai ‘voli del­la mor­te’ tur­ba­to si ri­vol­se ad un sa­cer­do­te.  Il qua­le, ci­tan­do al­cu­ne pa­ra­bo­le bi­bli­che, so­ste­ne­va che i de­sa­pa­re­ci­dos uc­ci­si così non ave­va­no sof­fer­to.


Fu quin­di con­cor­da­to con la Chie­sa que­sto modo per som­mi­ni­stra­re una ‘dol­ce mor­te’ ai dis­si­den­ti.  Per­ché la fu­ci­la­zio­ne di mi­glia­ia di per­so­ne avreb­be de­sta­to le pro­te­ste del papa.  E gli im­ba­raz­zi di tut­ti quei pre­la­ti le­ga­ti a dop­pio filo col re­gi­me.


tratto da http://www.uaar.it/news/2012/08/03/argentina-ex-dittatore-videla-chiesa-forni-consulenza-uccisione-desaparecidos/


E' morta Damini, la ragazza violentata a Delhi

Ha lottato con tutte le sue forze ma alla fine è morta.

Ieri, 29 dicembre 2012, la studentessa di Delhi vittima di un brutale stupro di branco che ha scosso tutta l’India e il mondo intero, è morta in un ospedale di Singapore. Aveva 23 anni, studiava fisioterapia

Damini, Nirbhaya, and Amanat sono gli pseudonimi utilizzati dai media e dal popolo per nominarla.

Damini è il titolo di un vecchio film dove la protagonista combatte contro famiglia e società per far ottenere giustizia ad una vittima di stupro. 

Nirbhaya significa “senza paura”, “coraggiosa”. 

Amanat “fiduciosa”,” leale”, “fedele”.

Oggi questa ragazza, con la sua storia, è diventata il simbolo dell’India che non è più disposta ad accettare una quotidianità fatta di stupri e violenza sulle donne.  In questi giorni, in tutte le regioni e città del paese, ci sono state continue manifestazioni, anche con scontri, in cui donne e uomini, soprattutto giovani studenti e studentesse, hanno espresso la pretesa di un cambiamento culturale, sociale, giuridico e politico, portando spesso la protesta nei luoghi simbolo delle varie istituzioni, colpevoli di essere immobili, conniventi e spesso anche autori di un passato e un presente sempre più segnato da questi episodi.

Le piazze traboccano di rabbia.  Sono in tanti a chiedere la pena di morte per gli stupratori.

I politici di fronte a tutto questo rispondono in maniera goffa, cercando di rassicurare le piazze promettendo giustizia e modifiche al codice penale.
Inoltre il governo federale indiano ha avviato una massiccia campagna di arruolamento di donne nella polizia, per favorire la denuncia e perseguimento dei crimini di violenza contro le donne, e ha annunciato la costituzione di una banca dati contenente nomi, foto ed indirizzi delle persone condannate per reati sessuali.  La banca dati dovrebbe essere accessibile a chiunque attraverso internet.

In tutto questo non possiamo dimenticare che solo qualche giorno fa, il 26 dicembre, la morte è toccata ad un’altra ragazza che a soli 17 anni a deciso di togliersi la vita, dopo aver subito uno stupro di gruppo il 13 novembre scorso nello stato di Punjab.  La ragazza aveva denunciato gli aggressori ma a quanto pare uno dei poliziotti aveva cercato di convincerla a ritirare la denuncia e sposare uno dei suoi aggressori.  Si sarebbe suicidata ingerendo del veleno.

Di fronte a tutto ciò i gruppi di donne e femministe non sono di certo rimaste con le mani in mano.  Da anni esistono organizzazioni che, trovandosi di fronte alla totale mancanza di volontà da parte delle istituzioni di agire in qualsiasi modo contro la violenza sulle donne, si sono autorganizzate, con reti di solidarietà, campagne informative e lotte. 

Nei giorni scorsi hanno portato in piazza una serie di richieste concrete, non negoziabili (anche per sostituire il forte grido della pena di morte), che se non verranno accolte produrranno l’effetto di continuare ad invadere il paese con le proteste e le manifestazioni.

Ora, con – e per- la morte di Damini, tutto questo è sicuramente destinato a crescere.

Oltre al dolore, ora non resta che da chiedersi se il paese riuscirà a raccogliere l’urlo di cambiamento che arriva dalle piazze e che potrebbe essere uno dei passi decisivi verso una profonda e decisiva riflessione che vada a mettere in discussione e ribaltare caste e privilegi, sia di classe che di genere.


Per tutte le Damini. 

Per tutte/i.

Madrid: un mese di sciopero contro la riforma della sanità

Sì è aperta ieri a Madrid la quinta settimana di sciopero dei medici contro i tagli e i progetti di privatizzazione del sistema sanitario in approvazione in questi giorni.

La lunga protesta si è interrotta per soli due giorni, il 24 e il 25 dicembre, per poi riprendere con forza nella giornata di ieri.  Uno sciopero che, per la sua lunga durata e la grande adesione, sta facendo sentire concretamente i propri effetti, come confermato dalle lamentele del presidente di Madrid, Ignacio Gonzalez, che ha chiesto di regolamentare il diritto di sciopero dei medici per contrastare l’uso ‘abusivo ed intollerabile’ che ne è stato fatto nelle ultime settimane.  Un discorso, questo, ripreso in termini simili anche dal ministro della salute.

Quel che il governo sta tentando di fare è infatti di sviare l’attenzione dalla legge sulla sanità, rivoltando le responsabilità contro lo sciopero in atto da un mese, che, nonostante gli effetti concreti che sta avendo sui servizi, può contare su un ampio sostegno da parte della popolazione, consapevole che, se la legge passerà, le condizioni dei servizi sanitari nella capitale sono destinate a peggiorare molto di più.

In concomitanza con la ripresa dello sciopero, ieri migliaia di persone sono tornate a manifestare per le strade di Madrid contro le decisioni del governo regionale, che proprio oggi dovrebbe votare la legge che consentirebbe la cessione di diversi ospedali e cliniche alla gestione privata.  Un’approvazione che potrebbe però essere rallentata e ostacolata dalle numerose proteste delle ultime settimane e dalla scelta dei medici di abbandonare i negoziati.

Nel frattempo continua la pratica delle dimissioni in blocco da parte dei medici di alcuni centri ospedalieri, mentre altri hanno intrapreso altre forme di protesta, come lo sciopero della fame, e tutti annunciano una grande mobilitazione per il mese di febbraio.

Alcuni medici hanno inoltre denunciato come il progetto di privatizzazione e tagli del servizio sanitario che si vorrebbe applicare a Madrid potrebbe essere un banco di prova che molto probabilmente preannuncia riforme simili nel resto del paese ma la zona della capitale non è l'unica ad essere in fermento:  nuovi fronti di mobilitazione in difesa della sanità sono infatti aperti anche in Andalusia, nelle Asturie, in Catalogna e a Castiglia.


sabato 29 dicembre 2012

Intervista a M.T. Keshe



Mehran Tavakoli Keshe, l’ingegnere nucleare che ha dato vita alla Keshe Foundation e alla tecnologia MAGRAVS, fa il punto della situazione e lancia un ultimatum agli scienziati e ai governi mondiali:  è giunto il tempo di mettere in atto quanto è stato loro consegnato, altrimenti le tecnologie e la conoscenza verranno consegnati direttamente alle persone.

Gli scienziati e le agenzie scientifiche che hanno lavorato a stretto contatto con la Keshe Foundation nei mesi scorsi hanno potuto sondare ogni specifico particolare dei brevetti e hanno riconosciuto la validità della tecnologia MAGRAVS. I report prodotti, finora tenuti secretati, verranno presto resi pubblicamente accessibili, ora che diversi governi del pianeta dispongono della medesima tecnologia.

Keshe avvisa che il tempo a disposizione dei governi per i loro processi decisionali sta per concludersi e che qualsiasi minaccia di blocco della tecnologia sarà seguita dall’immediato rilascio di ulteriori dettagli e dal pieno sviluppo dei sistemi MAGRAVS a beneficio del pubblico.  La Keshe Foundation, infatti, si pone l’obiettivo di aumentare la qualità della vita all’umanità intera e non quello di attrarre soggetti che hanno un piano differente. È giunto il tempo di cambiare il destino dell’umanità in un colpo solo.

L’ingegner Keshe invita quindi chiunque sia realmente interessato a partecipare allo sviluppo e al collaudo della tecnologia MAGRAVS, purché in possesso di conoscenze e background adeguati, ad organizzarsi in gruppi paritari, senza leader, per studiarne il funzionamento e mettere a punto i primi prototipi di reattore.  Per fare questo, egli ritiene indispensabile abbattere qualsiasi barriera culturale, linguistica o territoriale, unendosi tutti per garantire l’accesso ai benefici della tecnologia a tutti i cittadini e le nazioni del mondo, senza distinzione.

La Keshe Foundation ha già sviluppato un prototipo di reattore, molto semplice quanto altamente avanzato, che è stato mostrato in pubblico per la prima volta alla delegazione scientifica intervenuta presso il Keshe Foundation Center il 2 dicembre 2012.  Secondo Keshe, lo spazio cosmico non potrà più essere considerato un posto per sola gente appositamente addestrata, poiché il reattore MAGRAV, una copia in scala ridotta dell’universo in funzione, consentirà di ricreare la gravità terrestre, pari a 1G, in qualsiasi punto dell’universo.


La posizione del governo italiano

Il governo italiano ha ricevuto ufficialmente tutta la documentazione sulla tecnologia MAGRAVS il 26 ottobre scorso presso la Cancelleria Diplomatica dell’Ambasciata Italiana a Bruxelles, direttamente dalle mani di M.T. Keshe. 


A beneficio di coloro che non hanno seguito la vicenda, va detto che l’ambasciata italiana in Belgio è stata letteralmente travolta da numerose sollecitazioni inoltrate principalmente via email dai molti cittadini italiani interessati al rilascio e all’adozione della tecnologia MAGRAVS.

La consegna della tecnologia MAGRAVS al governo italiano è stata anche oggetto di un’interrogazione parlamentare (C.4/18389) promossa dall’On. Fabio Meroni, deputato della Lega, e presentata alla Camera dei Deputati il 5 novembre scorso.  Nella risposta, il Sottosegretario agli Affari Esteri, Marta Dassù, conferma l’avvenuta consegna della documentazione e afferma che “si sta provvedendo ad inviare tali file per un eventuale esame da parte degli Enti Competenti in materia”.  Il nostro governo, che non ha mai brillato per celerità d’azione se non per sporchi interessi privati, dopo quaranta giorni dalla data di consegna, quindi, non ha ancora provveduto a trasmettere questa preziosa documentazione a laboratori ed università affinché sia consultata da personale qualificato e ne vengano approfonditi i contenuti e le potenzialità.  Anzi ha scelto di trincerarsi dietro il termine “enti competenti in materia” senza specificare quali sarebbero questi organi e se sia prevista una qualche pianificazione in merito.

Ciò dimostra purtroppo, qualora ve ne fosse bisogno, che la fantastica opportunità offerta gratuitamente dalla Keshe Foundation al nostro governo, in grado di rivoluzionare la nostra qualità della vita e di risolvere i più urgenti problemi umanitari, non è stata ancora seriamente valutata e presa nella dovuta considerazione.  Evidentemente il nostro governo ha questioni più urgenti e prioritarie, ad esempio la bagarre per le prossime elezioni, il decreto liste pulite (che pulite non saranno per niente) oppure, ironia della sorte, il decreto sviluppo bis.

L’On. Meroni, che ha l’indubbio merito di aver approfondito e sponsorizzato la tecnologia Keshe ed ha voluto essere presente alla conferenza del 17 novembre scorso a Firenze per conoscere M.T. Keshe dal vivo, intende organizzare un’audizione con l’ingegnere iraniano presso una delle Commissioni Permanenti della Camera dei Deputati.  In quella sede sono intervenute circa 150 persone da tutta Italia, fra le quali molti fisici, ingegneri e medici, che hanno potuto assistere alla descrizione delle fasi di sviluppo della tecnologia e all’illustrazione delle relative applicazioni in campo spaziale, energetico, medico, idrico e alimentare.

In ogni caso, per chiunque fosse interessato, M.T. Keshe sarà di nuovo in Italia il 15 dicembre presso la Fiera del Garda a Montichiari (BS) per presentare la tecnologia MAGRAVS e ricevere dalla Fondazione Zanetto il premio “International Gold Talent”, poi il 16 dicembre ad Abano Terme (Padova) e il 17 dicembre a Bentivoglio (Bologna) nel Keshe Revolution Tour organizzato dall’A.C.I.R.M.O. (Associazione Culturale Istituto per la Ricerca sulla Medicina Olistica) di Padova.


La roadmap della Keshe Foundation

M.T. Keshe, sul forum della fondazione, ha illustrato la tabella di marcia che intende attuale per aprire l’accesso alla tecnologia MAGRAVS ad un numero limitato di informati e scienziati, dapprima con un processo di condivisione e insegnamento, per poi arrivare allo sviluppo e al collaudo dei primi prototipi funzionanti.  L’intero processo richiede la valutazione e la piena comprensione delle potenzialità della tecnologia da parte dei collaboratori volontari e prevede la definizione di cosa rilasciare di volta in volta nelle diverse fasi dello sviluppo.

La tabella di marcia consiste, in sintesi, nei seguenti passi:

•Entro il 15 dicembre l’allestimento di una nuova infrastruttura web, con le procedure e gli strumenti necessari a consentire il lavoro dei vari team di collaboratori volontari sulla tecnologia.
•30 giorni dall’avviamento dei gruppi di lavoro per valutare e studiare approfonditamente la tecnologia.
•3 mesi, ovvero orientativamente verso la fine di marzo, per completare lo sviluppo e il collaudo dei primi prototipi e mostrarne il funzionamento al pubblico.
 

La fondazione Keshe fornirà le strutture necessarie e sosterrà i costi di sviluppo dei prototipi. Grazie ai nuovi strumenti web che verranno allestiti e alla produzione di filmati che illustreranno i test condotti, migliaia di persone potranno assistere direttamente a tutte le fasi progettuali e ai risultati conseguiti.

Il sistema MAGRAVS sviluppato dalla fondazione negli ultimi sei mesi sarebbe già molto avanzato e, nonostante le ridotte dimensioni (50cm di altezza e 30 cm di larghezza per 12 Kg di peso), avrebbe una capacità di sollevamento calcolata in 40-50.000 ton a piena capacità.  Non è mai stato testato prima, ma Keshe spera che sia presto messo in funzione per consentire a chiunque di vederne il funzionamento e di comprenderne capacità e potenza.


La creazione universale

L’ingegnere nucleare iraniano aveva già più volte parlato in pubblico della possibilità di generare materia grazie all’utilizzo della tecnologia MAGRAVS, una prospettiva già di per sé infinitamente interessante e che aprirebbe opportunità di impiego in diversi campi.  Ma ciò che mi ha più profondamente colpito è stata la recente affermazione di Keshe sull’assoluta necessità di comprendere appieno l’interazione della polvere cosmica e dei campi magnetici e gravitazionali come mezzo che consente di generare uno spettro di campi magnetici e, soprattutto, le condizioni specifiche che portarono alla creazione della vita sul pianeta Terra.  

Si, avete capito bene, la creazione della vita.

Secondo Keshe, per la prima volta nella storia della scienza sarebbe possibile spiegare e addirittura dimostrare il processo di creazione della vita, nello stesso modo in cui ebbe luogo miliardi di anni fa e in cui continua ad avvenire ancora oggi sul nostro pianeta.  Questa sarebbe anche una delle ragioni che hanno spinto la fondazione ad avviare il programma di adozione della tecnologia MAGRAVS per la salute umana.  Un giorno, tutti potremo comprendere il processo della creazione perché il sistema è parte di noi e saremo in grado di controllarlo senza dover ricorrere a computer o altro tipo di ausili.  Keshe afferma che esistono diversi modi per ricreare le condizioni necessarie alla creazione della vita come nelle stelle dell’universo, grazie al plasma, e ritiene indispensabile giungere ad una comprensione profonda della creazione e non limitarsi a seguire ed utilizzare ciecamente la tecnologia.


Veniamo dal mare

La creazione della vita avrebbe avuto inizio nel mare e non sarebbe stata possibile senza l’acqua come elemento fondamentale.  Non in semplice acqua condensata, quindi, ma nei livelli più bassi delle profondità marine, dove l’acqua ha una composizione particolare ed è soggetta a determinati campi magnetici e gravitazionali del pianeta.  L’interazione fra i campi magnetici e gravitazionali delle molecole d’acqua e i campi terrestri, insieme ad una particolare composizione di gas, indipendentemente dalle condizioni di pressione e temperatura, produce l’incubatrice ideale in grado di trasformare i gas in un’energia creatrice che dà origine alla vita.  La stessa composizione in aria aperta non può resistere e l’interazione degli elementi allo stato solido è praticamente impossibile, ma nello stato liquido dell’acqua ai livelli più profondi del mare, in presenza di NHOC e idrocarburi (HC), i campi magnetici e gravitazionali formerebbero un particolare gel e la vita avrebbe miracolosamente inizio.

In definitiva, per creare la vita su questo pianeta basterebbe portare i giusti gas e la corretta combinazione di campi magnetici e gravitazionali a temperature e pressione ambiente, per assistere con i nostri occhi alla creazione della vita secondo il processo universale.  Secondo Keshe, il nostro pianeta creerà sempre nuove forme di vita e non si fermerà finché sarà mantenuta la variazione degli elementi, così numerosi e diversificati, nei rispettivi campi magnetici e gravitazionali che, combinati le enormi forze terrestri, facilitano la composizione dei gas idrocarburi in organismi viventi.

Un’affermazione sconvolgente, che qualcuno potrà trovare offensiva o farneticante, ma che Keshe ritiene essere una verità assoluta che rappresenta l’accesso all’intero mistero della creazione della vita su questo pianeta e che può spiegare come mai la vita in questa forma è un’esclusività della Terra.



L’umanità deve cambiare o si annienterà da sola

Secondo Keshe, adesso l’uomo ha l’occasione di diventare creatore a sua volta, ma non senza addossarsi l’enorme responsabilità di dover pensare ed agire come un creatore, cioè in maniera giusta, altruista ed equa nel rapportarsi al tutto universale.  Stiamo per salire sul primo gradino della lunga scala della conoscenza, ma c’è ancora molto da fare e dobbiamo impegnarci per costruire le fondamenta nella giusta maniera, se vogliamo realmente arrivare alla pace.

In una lunga intervista rilasciata da M.T. Keshe a settembre, ad un certo punto (1:31:30-1:32:30) egli fa un’affermazione abbastanza criptica, addirittura commuovendosi visibilmente:  “Con la tecnologia MAGRAVS non esisteranno più guerre, perché tutti avremo lo stesso livello di conoscenza e sapremo come annientarci l’un l’altro, col rischio di annullarci.  L’uomo accetterà questa tecnologia, non perché privato della facoltà di amare, ma perché liberato dalla paura della propria esistenza.  Noi non amiamo questa tecnologia, ma la prendiamo perché sappiamo cosa ne faremo.  Non ci sarà più nessuno di noi, nessuno di noi sarà risparmiato, perché possiamo letteralmente portare noi stessi al punto del nulla, della non-esistenza”.

La tecnologia, per quanto mirabolante e straordinaria sia, non potrà salvare l’uomo.  C’è un’enorme differenza fra la consapevolezza e la coscienza, come ci spiega straordinariamente l’astrofisica Giuliana Conforto nell’articolo “Progetto Coscienza”:  la consapevolezza è sapere, la coscienza è sentire. 


La tecnologia Keshe promette di metterci in grado di sapere come nasce la vita, cos’è la materia e come funziona l’intero universo.  Ma sapere non basta, serve la coscienza di ciò che realmente siamo, dobbiamo metterci in completa sintonia con la vita, capire finalmente che il bene è di tutti o di nessuno, sentire con il cuore che cosa veramente crea, alimenta, unisce, spiega e regola il tutto:  l’amore.