Comunicato di pubblica resistenza al DDL intercettazioni

Gentile Onorevole Presidente del Consiglio dei Ministri Silvio Berlusconi, in questi giorni, in queste ore, il Parlamento della Repubblica Italiana è impegnato in una corsa contro il tempo per una più che rapida approvazione del disegno di legge firmato dall'Onorevole Ministro della Giustizia Angelino Alfano e noto come "ddl intercettazioni".

Il provvedimento rappresenta una delle più drastiche limitazioni al potere d'indagine che compete ai magistrati inquirenti del nostro paese e, al contempo, la più dura, feroce e devastante limitazione al diritto costituzionale di informazione; il diritto di farla e il diritto di riceverla.

Il progetto di legge, per mezzo dei suoi punti fondanti, impedisce il racconto giornalistico su fatti giudiziari di pubblico dominio e privi di segreto, stabilisce pene detentive e pecuniarie pesantissime verso chiunque osi divulgare verità giudiziarie, introduce nuovi obblighi di rettifica per i blog minandone la sopravvivenza, trasforma in crimine il diritto dei cittadini vittime di crimini di raccogliere prove audio e video a dimostrazione del reato e stabilisce odiose discriminazioni tra forme di giornalismo, all'interno di una drammatica limitazione del diritto ad effettuare inchieste giornalistiche.

Il diritto all'informazione nelle sue forme più elementari, il principio di legalità e la ricerca della giustizia vengono totalmente smantellati da tale provvedimento.

Pertanto questo sito internet dichiara sin da adesso che, per imprescindibili motivi etici e in ragione della difesa del diritto alla libertà di parola e di stampa, solennemente sancito dalla Costituzione italiana e dalle leggi vigenti, in caso di approvazione in via definitiva e di conversione in legge, non potrà attenersi in alcun modo alle norme che compongono il disegno di legge sulle intercettazioni.

Questo sito si dichiara altresì .. per imprescindibili motivi sia etici che politici .. deberlusconizzato .. demontizzato .. degrillizzato

mercoledì 21 ottobre 2015

Sabato 24 Ottobre PRESIDIO AI CANCELLI DELLA DISCARICA DI RONCIGLIANO in via Ardeatina km 24,500 Dalle ore 8:00 alle 13:00

  • Per la riapertura della conferenza dei servizi sull’andamento della discarica.
  • Contro il tentativo di nascondere il disastro ambientale portato avanti dalla regione Lazio e dal comune di Albano, per proteggere i profitti di Manlio Cerroni.
  • Contro il progetto di inceneritore e di un eventuale ottavo invaso.
  • Chiudere e mettere in sicurezza la discarica di Roncigliano, continuiamo a lottare per la nostra salue e quella del territorio.

PER L’AUTORGANIZZAZIONE POPOLARE CONTRO DEVASTAZIONE E SPECULAZIONI

mercoledì 14 ottobre 2015

riassunto della seduta della COMMISSIONE SPECIALE sui rifiuti e il BIOGAS tenutasi il 7ottobre al Comune di Velletri ..

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sulla cui funzione ho sempre espresso il mio scetticismo ben motivato, non per la scelta finale operata (giusta) ma perché priva di potere effettivo nei confronti degli orientamenti di giunta.
Quella di ieri è stata l’ultima seduta. Lunedì prossimo 12 ottobre si riuniranno i capigruppo, non in Comune, ma presso la sede della Volsca !!!
Prima della discussione protocolleranno la relazione finale della Commissione (favorevole ai mini compostatori), quelle eventuali di altri e quella del consigliere Cerini - le famose 5 paginette pro biometano scaricate da internet.
Presente ieri l’assessore all’ambiente Luca Masi che non si smentisce mai, nel senso che come ben ricordiamo nei mesi scorsi è passato dal: la digestione anaerobica (biogas) produce meno CO2 del compostaggio aerobico, al possibilismo, al forse il compostaggio è una soluzione.
Ieri, se ho capito bene, l’ipotetica conversione sulla via di Damasco creduta da qualcuno era un bluff, lui non ha nessuna intenzione di appoggiare il mini aerobico di comunità e credo voglia puntare ancora sulla scala industriale (molte migliaia di mc), magari chissà un bel biometano targato Volsca.
Non l’ha detto direttamente ma sono sintomatiche frasi come ecc. ecc. (forse sono estranei quelli che non piacciono a lui)
Tralascio gli interventi di gran parte degli assessori o consiglieri di maggioranza presenti, da Fiocco a Cavola un vero pianto. Per quest’ultimo dico solo che contestava la bozza della relazione finale perché , come se questo fosse logico. Poverino non mette a fuoco che è impossibile, visto il suo amore sfegatato - in compagnia dei suoi colleghi - per il biogas della municipalizzata.
Taddei ha ricordato giustamente che il progetto di biogas è costato fino ad ora non 30.000E come afferma il presidente Volsca Guidaldi, ma molto, molto di più. Secondo altri oltre 220.000E. Molte migliaia di questi soldi sarebbero finiti nelle tasche della SAIM srl dell'ingegnere inquisito nell'affaire Cerroni, Bruno Guidobaldi. Se questo fatto sarà confermato significherà che Guidaldi MENTE e che la cittadinanza avrebbe già subito un salasso di tutto rispetto con la copertura degli azionisti di maggioranza, i sindaci di Albano e Velletri.

a cura di 
Aldo Garofolo.

Processo Cerroni, le anticipazioni de il Caffè: nuovi clamorosi sviluppi

Fonte: "Il Caffè.it"
Bollette sempre più salate, danni alla salute e all'ambiente, soldi pubblici buttati, marciume nei palazzi del potere, bufale come il 'bio'gas e altri impianti farlocchi per rubare soldi e futuro alla collettività, dai livelli locali a i capi nazionali, scandalosa gestione dei rifiuti nel Lazio. Di questo si è occupata la persona che parla in questo articolo. È uno degli investigatori della monumentale inchiesta su "Cerronopoli", la presunta associazione a delinquere finalizzata al traffico illegale di rifiuti. Molto più di una 'semplice' questione giudiziaria: decenni di storia che dai comuni laziali va su fino ai vertici delle istituzioni, dal cassonetto sotto casa alle emergenze (di solito organizzate a tavolino), sparate a tutto volume in tv e sui giornali, per spartirsi appalti e imporre certe linee gestionali.
Per anni, coi colleghi e coi magistrati, questo professionista delle indagini penali ha «sviscerato», come dice lui, «tutti gli aspetti e i rapporti tra le imprese di Cerroni e la politica». Ha ascoltato e osservato migliaia di ore di conversazioni, pedinato politici, dirigenti pubblici e manager privati, studiato atti. Attività sfociate nell'arresto del 're dei rifiuti' Manlio Cerroni e di parte della sua presunta cupola a gennaio 2014. Quel terremoto che ha fatto tremare la Regione Lazio, molti personaggi nella Capitale più o meno mafiosa, una schiera di ex Ministri, ex presidenti e assessori della Regione Lazio, ex sindaci, ex leader ambientalisti e boss politici, regionali ma pure nella casta paesanotta tra i Castelli Romani, il litorale, Latina e provincia. Il processo è in corso, alla sbarra c'è anche Bruno Landi, luogotenente di Cerroni nell'Agro pontino, 'capo' della discarica di Borgo Montello, al confine con Nettuno. Si capisce perché questo investigatore che qui parla debba farlo nel più stretto anonimato.
Anche perché, racconta oggi, «gli arresti prima e poi il processo hanno segnato sì un momento di presa d'atto e di ufficializzazione di qualcosa che tutti sapevano ma che, contemporaneamente, tutti facevano finta di non vedere. Ma anche che di fatto nulla è ancora cambiato».
Del resto a Latina e Albano le discariche proliferano e certi progetti vanno avanti come schiacciassassi nonostante le contaminazioni e le inchieste penali. Addirittura una nuova gigantesca discarica, ribattezzata dalla gente 'Malagrotta bis', volevano farla in territorio di Velletri confine con Aprilia, sulle falde idriche che dissetano parte dei Castelli Romani, Cisterna e Latina nord, Aprilia, Anzio e Nettuno. Né si ferma la pioggia di progetti nocivi (ad es. i cosiddetti 'bio'gas e gli inceneritori) per spartirsi l'immondizia e accaparrarsi ingenti sussidi pubblici, e il nuovo Piano regionale rifiuti non arriva... «Si tratta di un'eredità significativa che ancora mantiene i suoi effetti. Nel Lazio gli impianti dell'avvocato Cerroni ancora gestiscono una larghissima parte dei rifiuti solidi urbani», spiega l'investigatore. «Il contenuto delle indagini coordinate dalle Procure di Velletri e Roma e portate avanti dal Comando Carabinieri per la Tutela dell’Ambiente si è palesato inequivocabilmente nel corso delle udienze in corso a Roma - sottolinea il detective -. Laddove hanno testimoniato, gli investigatori hanno ricostruito la fitta rete di penetranti contatti che i collaboratori di Cerroni mantenevano con esponenti della Pubblica Amministrazione a tutti i livelli, Regione, Provincia e Comune. Il tenore delle telefonate intercettate rendeva chiara la portata dell’ingerenza del gruppo imprenditoriale nelle dinamiche amministrative degli enti locali. Questa capacità di orientare le determinazioni di Regione, Provincia e Comune ha origini ben lontane che vanno ricondotte al momento in cui una parte significativa del servizio di gestione dei rifiuti è stata posta nelle mani del soggetto privato che negli anni a seguire, grazie alle importati entrature politiche, è arrivato ad assumere il ruolo di monopolista del settore dello smaltimento e trattamento dei rifiuti solidi urbani. A questo punto viene da sé che in presenza di una leva così importante il soggetto privato può in qualsiasi momento determinare le scelte, anche strategiche, della pubblica amministrazione in tema di gestione dei rifiuti».
Sembra quanto accaduto a Latina, ad esempio, con la municipalizzata dei rifiuti: Comune reso succube di una lobby esterna, governata da potenti pugliesi e napoletani milanesizzati insieme ai cerroniani. Esempio emblematico di quanto la Commissione parlamentare d'inchiesta sul traffico dei rifiuti già nel marzo 2000 affermava: nella relazione approvata all'unanimità, parla di "oligopolio che tende al monopolio".
Un potere che dice chi, come, quando e che prezzo deve gestire i rifiuti. «Difatti - prosegue il nostro intervistato 'speciale' -, come si verificò ad Albano intorno all’anno 2010, Manlio Cerroni giunse ad intimare alla Regione Lazio la chiusura degli impianti di Roncigliano qualora l’ente locale non avesse autorizzato l’ampliamento delle volumetrie della discarica, peraltro già ampiamente superate».
Tutto ciò riporta alla mente certe intercettazioni, come quelle delle legittimissime quanto amichevolissime conversazioni su affari d'immondizia tra il braccio destro di Cerroni, Bruno Landi, e l'ex sindaco di Latina, Giovanni Di Giorgi, ritenute "di rilevante interesse" dalla Procura di Roma. Oppure quelle tra il solito Landi e i due ex consiglieri comunali latinensi, Enzo De Amicis («ricordate de mi' cognato che sta senza lavoro») e Fabrizio Mattioli.
«Dalle intercettazioni - riprende la nostra fonte - Manlio Cerroni appare come un personaggio poliedrico e imprenditorialmente attivo. La lunga permanenza nello scacchiere laziale e non solo, fa di lui un personaggio connotato da ampia trasversalità sotto il profilo dei contatti con esponenti politici ed importati burocrati. Credo che molti di questi abbiano avuto momenti di forte trepidazione allorquando Cerroni fu arrestato, nel gennaio 2014, e si palesò l’esistenza di intercettazioni all’interno degli atti giudiziari. Ma già nel 2013, su importanti settimanali vi furono anticipazioni di brani di telefonate registrate nel 2011 tra lui e l'allora assessore della Provincia di Roma Michele Civita, attuale assessore regionale. La questione è assai ampia e non è escluso che possano presentarsi ulteriori e clamorosi sviluppi». Altre trepidazioni in vista, dunque, per la Casta.
Francesco Buda

noinceneritorealbano.it/ 


Processo rifiuti, effetto Mafia Capitale: udienze a rischio
A rischio il calendario di novembre: le due date dell'11 e del 18, già fissate, potrebbero slittare o essere modificate
Martedì, 13 ottobre 2015 - 18:17:00
di Valentina Renzopaoli
L'ombra del processo per Mafia Capitale, con le sue quattro udienze a settimane ad oggi programmate fino al 22 luglio 2016, si allunga pure sul maxi processo Cerroni che si sta celebrando con il giudizio immediato. A rischio il calendario di novembre: le due date dell'11 e del 18, già fissate, potrebbero slittare o essere modificate. Il giudice del Collegio Stefania Rocchi, che nell'udienza di martedì ha sostituito il presidente Giuseppe Mezzofiore, ha fatto capire che il provvedimento che disciplina le modalità di celebrazione di Mafia Capitale, dovrà essere discusso poiché va ad impattare con tutti gli altri procedimenti in corso.
Intanto martedì è tornato sul banco dei testimoni Massimo Lelli, maresciallo dei Carabinieri del Nucleo Tutela Ambiente, già sentito in precedenza per quanto riguarda le indagini sull'impianto di Albano Laziale della Pontina Ambiente. Con la sua deposizione, come teste del pm Alberto Galanti, è iniziata la discussione del terzo dei cinque filoni di cui è composta l'inchiesta: quello che riguarda il termovalorizzatore di Albano Laziale. Secondo l'impianto accusatorio, funzionari pubblici e politici regionali avrebbero agevolato gli interessi del “Supremo” Manlio Cerroni.
La Regione, attraverso funzionari corrotti, avrebbe messo il Consorzio Co.e.ma, nato nel 2007 dall'unione della Pontina Ambiente, con Ama e Acea, nelle condizioni di costruire un impianto di incenerimento su un terreno della stessa Pontina Ambiente e di usufruire, nell'ambito della gestione di tale impianto, dei contributi pubblici denominati “ CIP 6”, erogati dallo Stato ad aziende produttrici di energia derivante da fonti rinnovabili. Accuse tutte da provare: per ora è solamente iniziata l'elencazione di un infinito numero di conversazioni telefoniche intercettate sulle utenze dello stesso Manlio Cerroni e di altri funzionari pubblici, come Arcangelo Spagnoli, allora responsabile unico del procedimento del Commissario Straordinario per l'emergenza rifiuti della Regione Lazio, deceduto nel 2008.

Albano : cancellare l’inceneritore, chiudere la discarica, impedire la diffusione delle centrali a biomasse, affondare i neo inceneritoristi renzi e galletti

Fra mille difficoltà, le vertenze contro gli affaristi dei rifiuti continuano nel territorio dei Castelli Romani. Tra marzo e giugno i cittadini dei villaggi vicini alla discarica di Roncigliano, più volte hanno bloccato l’attività e imposto ispezioni dei servizi sanitari di prevenzione della ASL; si sono svolte assemblee aperte nel centro storico di Albano; il 2 maggio mille persone hanno percorso in corteo la via Appia da Albano ad Ariccia; in agosto per due giorni abbiamo discusso e presidiato al villaggio Ardeatino.
E sono già fissate altre iniziative per settembre. Nostri interventi tecnici contro nuove discariche e centrali a biomasse a Velletri, Ardea, Aprilia, Artena, hanno impedito o creato problemi a queste nuove dev- astazioni. Ora, sulla vicenda inceneritore di Albano, il TAR ha fatto l’ennesimo favore a Cerroni riconoscendogli ancora un teorico diritto ai CIP 6, anche se a termine. Il 22 novembre prossimo è il limite ultimo dell’AIA con le proroghe della Polverini al seguito. La parola passa adesso a Zingaretti che ha già più volte spergiurato sulla inutilità dell’impianto di Albano. La bozza di decreto attuativo dello Sblocca Italia sui rifiuti in circolazione in questi giorni, promuove il fantasma di questo impianto a sito di interesse nazio- nale strategico, insieme ai quarantadue già all’opera, agli altri cinque autorizzati e non costruiti e ai dodici da costruire ex-novo. Da noi questa follia non passerà, per ragioni politiche e amministrative prodotte da una vertenza che dura da otto anni.
 A livello nazionale, ma anche a Roma- Malagrotta, la questione si pone. È pur vero che i tecnici del Ministero dell’Ambiente riescono a farsi mandare a quel paese da un inceneritorista come De Luca, governatore della Campania. Non dovrebbero quindi avere molto spazio. Ma dipende anche da noi e da quello che sapremo fare. Sul fronte DISCARICA DI RONCIGLIANO, Regione Lazio e Comuni stanno cercando di salvare un morto. A dicembre è arrivata una relazione ARPA LAZIO di verifica dell’AIA del 2009 sul VII invaso. Questo documento elenca più di venti violazioni delle prescrizioni autorizzative che investono tutto l’arco del sistema trattamento rifiuti. La gestione del percolato è fuori controllo, dai pozzi di raccolta alle vasche di stoccaggio, all’allontanamento verso i siti di trattamento. Il TMB non stabilizza l’organico, non produce CDR accettabile dagli inceneritori. Il sistema di raccolta delle acque meteoriche funziona al contrario. L’emissione di odorigeni insopportabili e nocivi è permanente. Mancano le verifiche sulla stabilità dei pendii. Gli sforamenti degli inquinanti in falda hanno superato largamente i 200 episodi.

Sono mancate per cinque anni le verifiche sulle emissioni degli invasi esauriti. L’autorizzazione della centrale a biogas interna è insufficiente e si verificano sforamenti delle emissioni di ossidi di azoto. Di fronte a questo sfacelo la Ragione prima diffida a mettersi in regola in trenta giorni, poi fa finta di niente e riapre una procedura che sposta all’aprile del 2016 il riesame dell’AIA. Volendo comunque salvare un sito già abusato oltre ogni limite. Il Comune di Albano dimentica banalmente che ha aperto da tre anni una conferenza di Servizi sugli inquinanti in falda, e oggi ci promettono di chiudere a breve la pratica (!). Staremo a vedere continuando le mobilitazioni. Detto tutto ciò, cresce o no la nostra capacità di AUTORGANIZZAZIONE POPOLARE? Difficile dire, grazie alle recenti elezioni al Comune di Albano, i fissati con i giochini elettorali sono spariti dal coordinamento. Non è scontato il passaggio da un’esperienza vertenziale ad un progetto di alternativa di Sistema.
NOI CI PROVIAMO.