Come arrivare all'82% di raccolta differenziata e puntare all'obiettivo rifiuti zero, lo spiega in un'intervista a QualEnergia.it, il sindaco di Capannori, Giorgio Del Ghingaro. Differenziare e ridurre, ma anche sensibilizzare i cittadini creando una diversa mentalità nei confronti dei rifiuti.
di Maurita Cardone
Una cittadina toscana di 46mila abitanti si sta distinguendo per l’impegno nella riduzione dei rifiuti. È stato il primo comune italiano a aderire alla Zero Waste International Alliance che in Italia è la Rete Nazionale Rifiuti Zero. Con il suo 82% di raccolta differenziata, Capannori, in provincia di Lucca, è anche uno dei comuni dell’Associazione dei comuni virtuosi. QualEnergia.it ha intervistato il sindaco, Giorgio Del Ghingaro (nella foto) che ci ha raccontato i segreti per poter dire addio ai rifiuti.
Capannori è il primo comune italiano a aderire alla strategia internazionale Rifiuti Zero. Come siete arrivati a questo impegno in materia di rifiuti?
La questione parte da lontano. A metà degli anni ‘90 si paventò l’ipotesi della costruzione di un inceneritore nel nostro comune. Si scatenò una grossa battaglia popolare. L’inceneritore alla fine non fu costruito, ma non tanto per le battaglie, quanto perché vennero trovati dei reperti archeologici e sul sito fu posto un vincolo ministeriale. Ma a partire da lì si è costituita una mentalità di rispetto per l’ambiente e di sostenibilità che, quando questa amministrazione è arrivata al governo nel 2004, aveva creato le basi per consentirci di fare qualcosa di nuovo.
È stato allora che siete partiti con la raccolta differenziata porta a porta?
Al tempo raggiungevamo un 30-35% di differenziata. Noi abbiamo iniziato con la sperimentazione del porta a porta in alcune zone e con la riconversione mirata dell’Ascit, l’azienda che gestisce i rifiuti. Dall’anno scorso siamo entrati a pieno regime e oggi siamo all’82% di raccolta differenziata con un porta a porta che copre il 100% del territorio comunale, ovvero 156 chilometri quadrati suddivisi in 40 frazioni. Raccogliamo materiale assimilato ai rifiuti urbani nelle case di 17mila famiglie per 46mila abitanti e 3.000 aziende. Inoltre, grazie a una forte campagna di sensibilizzazione sul territorio, oggi circa 2.500 persone hanno la compostiera o fanno auto-compostaggio tradizionale. Noi ci occupiamo di certificare che il compostaggio sia fatto in modo corretto e a chi sceglie questo metodo garantiamo il 10% di sconto sulla parte variabile della tariffa rifiuti. Poi abbiamo due isole ecologiche, una a nord e una a sud del territorio comunale, dove si può conferire materiale ingombrante ottenendo ulteriori sconti sulla tariffa. Abbiamo creato una tesserina sulla quale vengono caricati dei punti che alla fine dell’anno producono sconti sulla tassa dei rifiuti. I cassonetti indifferenziati sono stati del tutto eliminati.
Differenziare, ma anche ridurre. È questo il senso della strategia Rifiuti zero?
La strategia Rifiuti zero è un progetto internazionale che coinvolge città importanti e all’avanguardia nella gestione ambientale come San Francisco. Tra gli obiettivi di questa strategia c’è di raggiungere il 100% di raccolta differenziata entro il 2020, ma soprattutto di ottenere forti riduzioni nella produzione di rifiuti. Questo è l’altro aspetto su cui noi puntiamo molto. Fino al 2004 la produzione di rifiuti del nostro comune aumentava mediamente del 5% all’anno. Poi ha cominciato a diminuire e ora siamo al -20% complessivo rispetto al 2004.
E come ci riuscite?
I cittadini hanno acquisito una mentalità nuova e sanno cosa è riciclabile e cosa no. Così quando vanno a fare la spesa fanno acquisti consapevoli, scegliendo quello che è possibile riciclare. In più noi abbiamo attivato una serie di iniziative per ridurre il volume dei rifiuti. Per eliminare le bottiglie di plastica, per esempio, abbiamo scelto di distribuire solo “l’acqua del sindaco” nelle scuole e negli eventi pubblici. Poi ci siamo inventati le ecosagre, acquistando lavastoviglie per tutte le sagre in modo che si possano utilizzare stoviglie lavabili. Una volta al mese facciamo Soffitte in piazza, la festa dello scambio e del riuso che consente ai cittadini di scambiare materiale ingombrante, mobili, elettrodomestici e altro. Facciamo anche un grosso lavoro sulla filiera corta per permettere la valorizzazione dei prodotti locali, ma soprattutto per diminuire i contenitori. Abbiamo un accordo con gli allevatori locali per il latte fresco: abbiamo installato distributori alla spina nei parcheggi di due scuole. Il latte costa circa 30 centesimi al litro in meno che al supermercato ed è infinitamente più buono e sano. Stiamo anche regalando a tutti i cittadini le sportine di tela durevoli per sostituire i sacchetti di plastica in accordo con la nuova legge. Infine abbiamo una campagna sui pannolini. In accordo con la farmacia comunale abbiamo regalato a 50 coppie il set per provare i lavabili. In più per stimolarne l’acquisto abbiamo previsto sconti.
Su questa strada verso i rifiuti zero, i cittadini vi hanno seguito da subito o ci sono stati disagi?
La tessera che garantisce sconti è un modo per sensibilizzare l’opinione pubblica. Stiamo cercando di cambiare obbiettivo e sistema, di riuscire a realizzare un cambio di mentalità per cui ogni operazione fatta attraverso i rifiuti diventi un’operazione virtuosa. Inoltre la nostra tariffa rifiuti è tra le più basse della Toscana perché abbiamo minori quantità di rifiuto complessivo, ma soprattutto perché smaltire nella filiera del riciclaggio costa meno della metà della discarica. Inoltre abbiamo creato occupazione aumentando il personale di 50 unità grazie al porta a porta. Per la raccolta ci siamo dotati di piccole Apette a metano che inquinano meno. E in giro non si vedono più i poco estetici cassonetti. Inoltre il nostro personale va incontro alle esigenze particolari dei singoli e se per esempio una famiglia non può consegnare il materiale nel giorno prestabilito, basta che si accordi con l’addetto alla raccolta. Il personale si occupa di informare e assistere i cittadini: sono un po’ dei consulenti. Per esempio alle famiglie con persone anziane che utilizzano pannolini offriamo un servizio a chiamata.
In una regione come la Toscana, in lotta per gli inceneritori il vostro esempio è stato imitato da altri comuni?
Abbiamo lottato tanto perché altri comuni aderissero alla strategia Rifiuti zero, tuttavia ad oggi ci sono esempi in tutta Italia ma non nella nostra zona. Nel Lucchese abbiamo un inceneritore in Versilia che tratta anche una parte dell’indifferenziato dei nostri rifiuti ed è chiaro che in un’ottica di filiera devono esserci anche gli impianti e le discariche, ma meno rifiuti produciamo meno impianti e discariche si devono fare. E magari, se tutti riduciamo e ricicliamo, tra qualche anno non ci sarà più bisogno di inceneritori.
Per ulteriori informazioni:
Zero Waste – http://zwia.org/joomla
Comuni virtuosi - www.comunivirtuosi.org/
Ascit - www.ascit.it
Allegati
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http://www.qualenergia.it
lunedì 23 maggio 2011
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