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Non ci stancheremo mai di ripetere che un inceneritore di rifiuti è un mostro che brucia un'enorme quantità di denaro (oltre che di monnezza). Il processo di incenerimento è infatti talmente svantaggioso dal punto di vista energetico che la costruzione di questi affari porterebbe solo perdite ai gestori, se non intervenisse lo stato con i suoi incentivi. L'incentivazione degli impianti di incenerimento avviene per due canali: i CIP6 ed i Certificati Verdi, in entrambi i casi le leggi che definiscono l'erogazione dei fondi si basano sul falso assunto che bruciare prodotti inquinanti sia assimilabile alla produzione di energia “rinnovabile”. I CIP6 sono finanziamenti pensati per ammortizzare le spese di costruzione degli impianti nei primi otto anni di funzionamento, stiamo parlando di un giro di denaro di circa 400 milioni di euro per ogni inceneritore in Italia, che tutti e tutte noi paghiamo tramite un incremento del 7% della nostra bolletta elettrica. Questi incentivi sono stati eliminati dall'Unione Europea nel 2008, periodo in cui si è scatenato un assalto speculativo per l'autorizzazione degli ultimi impianti finanziabili dallo stato, gli inceneritori di Torino e Parma sono tra questi. L'inceneritore a gassificazione di Albano sarebbe dovuto, nei piani di Manlio Cerroni, essere nel novero, ma così non è stato, in quanto la cantierizzazione dell'opera non è mai partita, come ben testimonia il sito designato: uno spiazzo di sterpaglie circondato dagli 8 fetenti invasi della discarica di Roncigliano. I Certificati Verdi sono, invece, delle maggiorazioni nelle tariffe elettriche che il Gestore del Servizio Elettrico paga ai produttori di energia “verde”, nel 2006 per gli inceneritori la cifra ammontava a 125 euro Mwh (circa 50 milioni di euro annui ad impianto). Questi finanziamenti erano stati concessi all'inceneritore di Albano grazie all'intercessione dell'allora ministro Claudio Scajola che ha attestato al GSE l'avvio della cantierizzazione dell'opera. Questo personaggio, oltre ad essere uno dei maggiori responsabili dell'omertà che ha coperto la mattanza del G8 di Genova 2001, è saltato agli onori delle cronache per essere proprietario di un appartamento al centro di Roma che non sapeva di possedere. Lo sbadato Scajola, dopo non essersi accorto del massacro e della tortura di centinaia di persone, nonché di un costosissimo appartamento dietro al Colosseo, ha nuovamente preso lucciole per lanterne, scambiando le sterpaglie circondate da monnezza di cui sopra nell'avviato cantiere di un inceneritore, cosa non fa la demenza senile... Essendosi quindi rivelata carta straccia la convenzione stretta con il GSE e non potendo accedere agli incentivi CIP6, Manlio Cerroni torna a battere cassa al governo, chiedendo una dilazione dei finanziamenti al ministro Zanonato, comparando l'azione di contrasto del nostro Coordinamento contro l'inceneritore a cause di forza maggiore che avrebbero impedito l'avvio dei cantieri. Sebbene soddisfatti che finalmente il magnate dei rifiuti del Lazio si dichiari soverchiato dalla mobilitazione popolare dei cittadini dei Castelli Romani, siamo però estremamente allarmati che un ministro del PD (lo stesso partito di Marrazzo) si ritrovi in mano il potere di cambiare il corso degli avvenimenti passati. Il fatto, oltre a rappresentare un paradosso in termini fisici è pericolosissimo in termini pratici, dato che nel decreto del “fare” agli inceneritori che avevano avuto accesso ai CIP6 (per via della loro presunta utilità sociale) viene elargito un aumento di circa il 50% dei finanziamenti già stanziati. Cerroni in una botta sola si intascherebbe quindi tra CIP6+CertificatiVerdi+Decreto”Fare” circa un miliardo di euro!!! Non lasceremo che passi questa nuova speculazione sulla nostra pelle:
12 LUGLIO ORE 10,30 MINISTERO INDUSTRIA VIA MOLISE ROMA PRESIDIO DI LOTTA.
NO A DISCARICHE ED INCENERITORI
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domenica 30 giugno 2013
Torna l'ombra degli incentivi statali
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