Comunicato di pubblica resistenza al DDL intercettazioni

Gentile Onorevole Presidente del Consiglio dei Ministri Silvio Berlusconi, in questi giorni, in queste ore, il Parlamento della Repubblica Italiana è impegnato in una corsa contro il tempo per una più che rapida approvazione del disegno di legge firmato dall'Onorevole Ministro della Giustizia Angelino Alfano e noto come "ddl intercettazioni".

Il provvedimento rappresenta una delle più drastiche limitazioni al potere d'indagine che compete ai magistrati inquirenti del nostro paese e, al contempo, la più dura, feroce e devastante limitazione al diritto costituzionale di informazione; il diritto di farla e il diritto di riceverla.

Il progetto di legge, per mezzo dei suoi punti fondanti, impedisce il racconto giornalistico su fatti giudiziari di pubblico dominio e privi di segreto, stabilisce pene detentive e pecuniarie pesantissime verso chiunque osi divulgare verità giudiziarie, introduce nuovi obblighi di rettifica per i blog minandone la sopravvivenza, trasforma in crimine il diritto dei cittadini vittime di crimini di raccogliere prove audio e video a dimostrazione del reato e stabilisce odiose discriminazioni tra forme di giornalismo, all'interno di una drammatica limitazione del diritto ad effettuare inchieste giornalistiche.

Il diritto all'informazione nelle sue forme più elementari, il principio di legalità e la ricerca della giustizia vengono totalmente smantellati da tale provvedimento.

Pertanto questo sito internet dichiara sin da adesso che, per imprescindibili motivi etici e in ragione della difesa del diritto alla libertà di parola e di stampa, solennemente sancito dalla Costituzione italiana e dalle leggi vigenti, in caso di approvazione in via definitiva e di conversione in legge, non potrà attenersi in alcun modo alle norme che compongono il disegno di legge sulle intercettazioni.

Questo sito si dichiara altresì .. per imprescindibili motivi sia etici che politici .. deberlusconizzato .. demontizzato .. degrillizzato

mercoledì 30 marzo 2011

Qualcuno ha "previsto" il terremoto per trarne benefici economici? Lo strano caso delle assicurazioni Lloyd

Come in occasione del disastro ecologico nel Golfo del Messico seguito all'incendio della piattaforma petrolifera nell'aprile del 2010, anche nel caso del terremoto del Giappone ci sono alcune strane "coincidenze" che si aggiungono alle prove già fornite sull'artificialità del fenomeno
Come poteva essere possibile che un dirigente della compagnia BP (proprietaria della piattaforma nel Golfo del Messico) e la potentissima banca Goldman Sachs, abbiano entrambi venduto quote consistenti delle loro azioni appena 3 o 4 settimane prima del disastro: preveggenza?

Per chi non ricordasse o non fosse ancora informato dei fatti segnalo i due articoli corredato di prove granitiche attinte da fonti ufficiali:
 

 
E adesso la storia sembra ripetersi col terremoto del Giappone e le assicurazioni della Lloyd (sebbene in questo caso la faccenda sia un pochino più complessa). Solo coincidenze? 
Ma quante coincidenze deve vedere un essere umano prima di vedervi dietro un piano ben architettato?

Riporto sulla questione della Lloyd un paragrafo molto interessante e dettagliato tratto da un articolo sul blog di Attilio Folliero.


La veggenza della Lloyd's

La tragedia a catena del Giappone, il successivo Tzunami ha provocato fin’ora migliaia di morti. 
Si ignorano gli sviluppi futuri, anche se non si fatica ad immaginare le disastrose conseguenze legate alla fuga di radioattività. Eppure c’è chi è felice e contento e si sta fregando le mani per gli enormi affari che ne deriveranno: il settore delle assicurazioni, apparentemente il più danneggiato da questa tragedia, dato che le assicurazioni sono chiamate a rimborsare varie decine di miliardi.

In Giappone è obbligatorio assicurare tutti gli immobili non solo contro incendi, furti ed altre devianze dell’uomo, ma anche contro imprevedibili disastri naturali, come terremoti e tsunami: 
quindi migliaia di case e centri urbani distrutti, e miliardi da rimborsare. 
 
Di fronte a disastri naturali di tali proporzioni, per le assicurazioni sembrerebbe aprirsi il baratro del fallimento. Invece, come ha dimostrato la storia, è subito dopo il verificarsi di disastri naturali di proporzioni cosi gigantescehe che aumentano i profitti delle imprese assicuratrici. 
Dopo la catastrofe dell’uragano katrina negli Stati Uniti, Munich Re, la più grande multinazionale del settore riassicurazioni, sei mesi dopo quella tragedia, era cresciuta del 25%. 
 
La seconda impresa mondiale del settore, la svizzera Swiss Reinsurance Co., nello stesso periodo crebbe del 14%; la AML, la maggiore assicuratrice londinese, del gruppo Lloyd’s, sei mesi successivi a Katrina era cresciuta del 49%.

I big delle assicurzioni e riassicurazioni si rafforzano e traggono energia dalle tragedia, non il contrario. Katrina è stata una tragedia immane, costata alle compagnie assicuratrici rimborsi per 62,2 miliardi di dollari. Malgrado queste cifre da capogiro, che potrebbero far pensare a grandi fallimenti, in realtà le compagnie –nonostante i megarimborsi– si rifanno con premi assicurativi fortemente accresciuti. 
 
La tragedia è propizia come null’altra cosa al business. E’ l’aumento dei premi per assicurare immobili di fronte a tragedie del genere, che a livello mondiale permette alle compagnie assicuratrici di fare grandi guadagni.

In Giappone, a fronte di risarcimenti plurimiliardari per le decine di migliaia di immobili distrutti ci saranno decine di milioni di immobili costretti a pagare premi assicurativi molto più cari. Il guadagno per le compagnie di assicurazioni è assicurato e molti analisti prevedono una boccata di ossigeno per imprese coinvolte nella crisi economica mondiale.

A questo punto dobbiamo evidenziare qualcosa di inquietante, molto inquietante, avvenuto prima del terremoto del Giappone, a detta di alcuni arrivato come una provvidenziale manna dal cielo, a salvare le compagnie di assicurazioni e riassicurazioni.

La Lloyd’s è tra le più importanti compagnie del mondo ed ha come principale base operativa un paese in profonda crisi economica, qual’è il Regno Unito. Le sue azioni, quotate alla borsa di Londra, dopo aver raggiunto un valore massimo a 824,82 sterline nel corso della seduta borsistica del 3 di maggio del 2002, sono progressivamente scese, fino a toccare il minimo a 33,0 sterline il 21 gennaio del 2009.

Successivamente si rivitalizzarono parzialmente, risalendo fino a 125 sterline nel corso di quello stesso anno 2009. Nell’autunno del 2009 conservavano ancora un valore di circa 100 sterline, dopo di che una nuova caduta, che ha coinvolto tutto il settore. I Lloyd’s hanno raggiunto una quotazione di 100 sterline l’ultima volta il 23 di ottobre del 2009. Da allora non solo non sono mai più riuscite a oltrepassare quota cento, ma nel corso di tutto il 2010 non sono mai andate oltre un valore medio di 50/60 sterline; solamente nel mese di settembre del 2010 hanno avuto valori superari a 70, arrivando a 79,15 il 21 settembre.

Nel semestre precedente al terremoto del Giappone le Lloyd venivano scambiate mediamente a 60 sterline. Il volume, ossia la quantità di azioni vendute e comprate giornalmente nell’ultimo anno è stato di circa 150/200 milioni. Ogni giorno, dunque venivano scambiate non più di 200 milioni di azioni Lloyd’s; molto raramente si sono raggiunte punte superiori e solo in isolati casi hanno superato i 600 e perfino 700 milioni di azioni scambiate nel corso di una giornata.

Improvvisamente, pochi giorni prima del terremoto ed esattamente il 25 febbraio, il volume di azioni della Lloyd’s scambiate supera i 4,2 miliardi di pezzi, ed il prezzo aumenta nel corso di quella giornata dalle 62,50 sterline iniziali fino a 91,95 sterline. Un repentino apprezzamento di quasi il 50%; nel corso di quella stessa seduta il prezzo ritorna alla media degli ultimi mesi, praticamente attorno alle 60 sterline. In sostanza, quel giorno si sono scambiate le azioni che generalmente si cambiano in un mese ed oltre.

La domanda ovviamente è molto inquietante: perchè una attenzione così grande verso questa impresa di assicurazioni? Perchè pochi giorni prima di uno dei più devastanti terremoti della storia, c’è stato uno megascambio di azioni della Lloyd’s così inusuale? Imponderabili variabili di un mercato volubile e capriccioso? Veggenza o sesto e settimo senso degli affari?

    Screenshot (immagine) del sito finance.yahoo.com relativo alle quotazioni della Lloyd's della borsa di Londra. Nello screenshot, preso alle ore 11:37 del 18/03/2011, si riportano i dati della Lloyd’s degli ultimi giorni.


 Screenshot (immagine) del sito finance.yahoo.com relativo al grafico delle quotazioni dell’ultimo mese della Lloyd Banking Group della borsa di Londra. Lo screenshot è del 18/03/2011, ore 11.47 ed emerge chiaramente l’inusuale aumento di compravendita di azioni Lloyd’s il 25 febbraio.


 
Screenshot (immagine) del sito finance.yahoo.com relativo al grafico delle quotazioni dell’ultimo anno della Lloyd Banking Group della borsa di Londra. Lo screenshot è del 18/03/2011, ore 11.48. Anche in questo grafico, emerge chiaramente il volume spropositato delle azioni scambiate il 25 febbraio scorso.
 
Screenshot (immagine) del sito finance.yahoo.com relativo al grafico delle quotazioni della Lloyd dal maggio 2000 ad oggi. Lo screenshot è del 18/03/2011, ore 11.48. 
 
Emerge sempre e chiaramente il volume spropositato delle azioni scambiate il 25 febbraio scorso.


Fonte

2 commenti:

  1. Infatti .. è di ieri quest'altro Articolo su:
    http://karmaesanguefreddo.blogspot.com che voglio riportare per confermare ciò che detto anche qui : son solo gli interessi economici a far si che accadano tragedie immani come quella del Giappone, che appaiono a Tutti gli effetti provocate da "Chi comanda il mondo" ..


    La mafia giapponese si scopre solidale:
    aiuti alle popolazioni terremotate


    La Yakuza, il cartello criminale più famoso e ricco del Giappone, si sta mobilitando per dare ogni aiuto possibile alle popolazioni terremotate.

    - Fa partire convogli di generi di prima necessità.
    - Distribuisce cibo, acqua, cure.

    E non è nemmeno la prima volta che succede una cosa del genere, visto che la criminalità giapponese si è già presa cura degli sfollati del sisma di Kobe nel 1995.

    Sono i media spagnoli a raccontare la storia.

    La temuta Yakuza ha deciso di mostrare il suo lato più umano, diventando una delle più grandi fonti di aiuto per i terremotati del sisma giapponese.

    La ben nota organizzazione criminale ha inviato numerosi camion con alimenti, acqua, coperte e articoli medici ai centri di evacuazioni situati nel nordest del paese, l’area più devastata dal terremoto e dallo tsunami dell’11 marzo, che ha causato 27mila fra morti e desaparecidos.

    La Yakuza è tristemente famosa per il denaro fatto con le estorsioni, il gioco d’azzardo, la pornografia e la prostituzione, nonchè per i tatuaggi che coprono il corpo dei suoi membri. In questa occasione, il disastro ha manifestato il lato solidale.

    Il problema è capire perchè tanto zelo.
    Come mai un cartello criminale internazionale si comporta come se fosse l’Esercito della Salvezza? Perchè tanta bontà?
    E’ genuina o gatta ci cova?

    Entrambe le interpretazioni sono sostenibili. Per alcuni, si tratta semplicemente di un gesto caritatevole di una organizzazione vista come unica via d’uscita per molti parìa o membri di minoranze etniche.
    Per altri, come il giornalista Manabu Miyazaki, autori di vari libri sopra la Yakuza, il gesto risponde ad un codice etico della mala che non vuole che altri soffrano.
    I più scettici, però, considerano che dietro a questa presunta solidarietà si nasconda l’interesse per pulire l’immagine della mala e posizionarsi meglio per essere pronti ad ottenere i contratti per le imprese della criminalità quando si tratterà di ricostruire.

    Insomma, come sempre succede in questi casi, il discorso è composito. C’è una parte di solidarietà e una parte di interesse, con occhio sempre puntato al consenso popolare e alle prospettive di affari futuri. D’altronde, è così, in generale, che funziona un cartello criminale.

    Secondo alcuni esperti, le famiglie yakuza più importanti del giappone avrebbero formato delle “squadre” in giro per le strade, proprio come gli agenti di polizia, per assicurarsi nessun crimine abbia luogo durante questa crisi. Secondo uno dei boss: “In tempi di crisi, non ci sono Yakuza e civili o stranieri, ci sono solo gli esseri umani e dobbiamo aiutarci a vicenda.”

    Come una “tregua” forzata, il terremoto ha trasformato le divisioni tra i Giapponesi, anche quella fra criminali e persone oneste, in qualcosa di superabile.

    Verso l’aiuto reciproco.


    Tratto da: Giornalettismo.com

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  2. Speriamo che in Giappone leggano Libero.

    http://nonleggerlo.blogspot.com/2011/03/speriamo-che-in-giappone-leggano-libero.html

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