Nel corso della sua recente visita a Bruxelles, il presidente Berlusconi ha rilasciato questa dichiarazione:
«Sappiamo che è opportuno innalzare l’età del pensionamento, per tenere conto dell’aumento della speranza di vita; tuttavia ogni governo ha difficoltà a farlo, perché perderebbe voti. Se l’Ue, invece, decidesse di dare un’indicazione in questo senso, tutti i governi sarebbero felici di farlo, perché obbligati dall’Europa».
In pratica, se fosse la Ue ad “obbligare” l’Italia a procedere in questo senso il governo non perderebbe voti in conseguenza ad una scelta così impopolare.
Nondimeno, più volte l’Europa ha fatto sentire la sua voce su problematiche all’apparenza tutte interne al nostro Paese.
Come l’emergenza rifiuti a Napoli, con la Commissione Ue che minacciava multe salate;
o la Tav, con il monito del taglio di fondi in caso di mancato avvio dell’opera;
o la sentenza della Corte di Giustizia sul reato di clandestinità introdotto per volontà della Lega.
Prese di posizione che fanno storcere il naso a quanti accusano Bruxelles di eccessive ingerenze nella sovranità nazionale.
Il punto è che costoro dimenticano un aspetto fondamentale: la sovranità statale è già stata, in parte, ceduta a Bruxelles.
È questo ciò che differenzia la Ue dalle altre organizzazioni internazionali, che ne fa l’organismo sovranazionale maggiormente dotato di poteri decisionali nei confronti degli Stati membri.
Il principio alla base dell’autorità della Ue è la prevalenza del diritto comunitario su quello nazionale, che comporta la disapplicazione di una legge interna in caso di contrasto con la normativa comunitaria.
Tornando alle pensioni, l’Europa non ha competenza per i sistemi previdenziali, per cui invocare un intervento “dall’alto” in materia è come chiedere un commissariamento per una questione di competenza nazionale (e dunque il nostro Paese non fa certamente una bella figura agli occhi della stessa Europa), ma non è questo il punto.
Nel corso dei decenni l’Italia si è avvalsa dello scudo comunitario per surrogare la cronica incapacità politica di assumersi delle decisioni importanti.
“Ce lo chiede l’Europa” è stata, fin dagli albori della CE, la giustificazione offerta dai nostri politici a fronte di scelte che, pur necessarie per la stabilità economica del Paese, sarebbero altrimenti state accantonate o rimandate perché troppo “costose” in termini di consenso.
L’aumento dell’età pensionabile delle donne nel pubblico impiego, deciso lo scorso anno, è stato accompagnato da questa immancabile etichetta.
E così altre importanti decisioni assunte negli ultimi anni.
Non sorprende sapere che, secondo varie stime, tra il 68 e il 70% delle leggi nazionali altro non sono che l’applicazione di direttive europee.
Manovre a parte (peraltro anche quelle nate su iniziativa Ue), il governo si limita a sbrigare gli affari correnti, ma le leggi (e quindi le riforme) le fa Bruxelles.les
di Luca Troiano
lunedì 26 settembre 2011
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A questo dunque non abbiamo scampo se non forse proporre ed iniziare a raccogliere le firme affinchè attraverso un referendum abrogativo ci si possa levare il cappio dal collo uscendo dalla UE e non accettando il Trattato di Lisbona
RispondiEliminaSe non facciamo questo c'è da rifiutarsi di andare alle elezioni perchè oltre al dato di fatto che ormai i partiti sono quello che sono chiunque vada al potere non potrà nè far leggi più giuste e popolari, nè far valere la Costituzione Italiana.
Credete che ci sia tra i vari partiti qualcuno meno corrotto o corruttibile di altri? io non più .. è già tutto deciso, scritto ed è un dato tristemente reale.
Non ci resta che tentare di riaquisire la Sovranità Popolare, mandando a benedire euro e debito pubblico (che di pubblico ha solo il fatto che lo paghiamo noi cittadini e basta) ma è un debito che non è nostro !!
Fuori dall'euro, fuori dalle banche armate, fuori dal lavoro salariato e fuori dai falsi bisogni indotti dai mass-media.
Torniamo alla Terra prima che sia troppo tardi, lavoriamo tutti e meno quanto ci basta per nutrir noi e i nostri cari .. riscopriamo i valori antichi della coondivisione e della solidarietà, boycottiamo tutto il loro mercato alimentare rifiutandolo.
Ci guadagnamo in salute noi uomini e salvaguardiamo il mondo animale, madre Terra ci offre tutto quanto ci basta a vivere senza farci mancare nulla e le sue ricchezze saranno equamente distribuite in un mondo dove non ci sarà più chi soffre di fame, non è utopia, torneremo ad essere ricchi, ricchi di Valori ormai persi e dimenticati senza esser mai più schiavi di alcuno ma persone libere di vivere in modo eticamente corretto.