Adesso, dopo gli arresti del 9 gennaio
del boss dei rifiuti Manlio Cerroni, del codazzo di fedeli esecutori al
suo servizio e di pubblici funzionari compiacenti, i nostri sospetti,
le nostre certezze e i tanti esposti sulla gestione truffaldina e
criminale della discarica di Roncigliano (e non solo) sono ora
confermati anche dalla magistratura benché con grave ritardo.
Ricordiamone alcuni: abbiamo sempre saputo che le discariche sono una
potentissima fonte di inquinamento e di puzze venefiche. Ma quando
queste diventano insopportabili provocando decine di malori dei residenti
non ci vuole uno scienziato per trarre conclusioni. Per giunta dopo
che da gennaio 2013, a seguito del decreto dell’ex ministro per la
distruzione dell’Ambiente Corrado Clini, il super commissario Sottile aveva imposto
di dirottare a Roncigliano 150 t/giorno di rifiuti provenienti da Roma.
A conferma di gravi irregolarità nella gestione della discarica, ad
aprile un rapporto dell’ARPA certificava che l’impianto di Trattamento
Meccanico Biologico (TMB) di Albano sfornava quantità ridicole di
rifiuto organico stabilizzato (FOS).
Tradotto: gran parte di quel 30% dell’organico dei rifiuti solidi urbani non era “stabilizzato”.
Dunque, le puzze insopportabili provenienti dalla discarica non erano frutto d’inconvenienti momentanei o di “inversioni termiche” ma di una consapevole e redditizia pratica di sversamento nel VII° invaso di rifiuti mal-trattati o peggio tal quali.
L’impianto di Trattamento Meccanico Biologico, concepito soprattutto per
produrre Combustibile da Rifiuti (CDR) da inviare all’incenerimento,
come tutti i TMB “separa” i rifiuti indifferenziati in modo pessimo
anche quando funziona al meglio, rivelandosi il nemico giurato della
raccolta differenziata porta a porta.
Ora
l’indagine ha confermato che negli ultimi anni, ma forse da sempre, il
TMB ha separato quantità di rifiuti ben al di sotto di
quell’inverosimile 50% di cui cianciava il commissario Sottile nella nota di ottobre,
avendo preso per buone le dichiarazioni della Pontina Ambiente. A noi
non interessa che i gestori del TMB abbiano separato un terzo del CDR
rispetto al minimo contrattuale. Questa è materia che appassiona i fans degli inceneritori.
A
noi interessa soprattutto che, così facendo, hanno inviato a marcire
negli invasi migliaia di tonnellate di rifiuti organici, quelli che
generano i percolati, l’inquinamento delle falde e la liberazione di gas
velenosi responsabili dei malori, delle allergie e delle patologie
tumorali.
Sta di
fatto che il giochetto ha gonfiato le casse di Cerroni per svariati
milioni di euro a spese dei Comuni conferenti e dei cittadini,
doppiamente truffati.
Gli
amministratori di Albano, in primis il sindaco Marini e il delegato ai
rifiuti, lungi dall’essere semplici vittime truffate, hanno
responsabilità enormi di fronte ai cittadini. Proprio la
reticenza e le omissioni di costoro, venuti meno al dovere di
esercitare il controllo di quanto succedeva dentro il perimetro della
discarica e di quanto transitava in entrata e in uscita, hanno
consentito che i gestori della discarica avessero mano libera. Le nostre
ripetute richieste di verifica, i nostri presidi in discarica, il nostro assedio sotto casa del sindaco per costringerlo a vedere e sentire sono cadute ogni volta nel vuoto.
L’inquinamento
crescente delle falde acquifere sottostanti è il corollario e la
diretta conseguenza della pratica di sversamento criminale di rifiuti
tal quali usata anche negli invasi ormai tombati. Sono anni che nei pozzi spia si
riscontrano inquinanti organici cancerogeni e metalli pesanti e oltre
due anni che attendiamo che l’ARPA di Ermolli ci dia i nuovi dati.
Le nostre
denunce circostanziate trovano oggi conferma, (pure qui con enorme
ritardo) anche della serie di atti illegali che hanno consentito a
Cerroni di piegare a suo favore la Valutazione di Impatto Ambientale
(VIA) e l’Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA) per realizzare a
Roncigliano un inceneritore di rifiuti da 160 mila t/anno.
Esattamente come da noi denunciato in tutte le sedi, piazze comprese,
una pletora di funzionari pubblici, a cominciare dal defunto assessore
Di Carlo, dall’ex presidente regionale Marrazzo fino a Luca Fegatelli e
Raniero De Filippis uomini chiave del settore rifiuti, aveva spianato
ogni ostacolo ai progetti del boss e del consorzio Co.E.Ma. Ad essi si
aggiunge il pluri-indagato ingegner Fabio Ermolli responsabile del
settore rifiuti ARPA Lazio.
La prima
pronuncia negativa sulla VIA emessa il 25/3/2008 dalla Direzione
Regionale Ambiente fu neutralizzata con determina a firma De Filippis e
ribaltata nel giro di 30 giorni in positiva. Il prode Marrazzo fece il
resto, firmando il 22/10/2008 un’ordinanza di avvio dei lavori per
costruire l’inceneritore, del tutto illegittima non essendo più
commissario ai rifiuti da giugno.
L’inchiesta,
gli arresti e gli avvisi di reato non sono l’espressione di un onesto
lavoro di alcuni magistrati ma, riteniamo, sono soprattutto il risultato
di oltre sette anni di lotta ostinata e irriducibile del Coordinamento
No INC dei cittadini dei Castelli, ben oltre le sedi legali, fin sotto i
palazzi ministeriali, regionali, comunali, nelle piazze, in centinaia
di assemblee pubbliche e decine di cortei e presidi .. e .. naturalmente la lotta continua.
17 Gennaio ASSEMBLEA CITTADINA
PALAZZO SAVELLI ALBANO ORE 16.30
23 Gennaio ASSEMBLEA POPOLARE
OK CLUB V.PANTANELLE CANCELLIERA ORE 21.00
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