Acquitrini scuri e maleodoranti,
un'antica sorgente perenne di profondità (quella detta “di Gavignano”)
che dà non più acqua cristallina ma un liquido di colore scuro e con
puzza pestilenziale. La rete di captazione del gas sprigionato dai
rifiuti putrescenti, danneggiata e che appare fuori uso. La centralina
di controllo della qualità dell’aria distrutta. Stracolmi di liquidi
dall’odore nauseabondo i “pozzi-spia”, che dovrebbero servire a
verificare cosa succede là sotto e che la falda acquifera su cui hanno
scaricato montagne d'immondizia per anni non sia contaminata.
E ancora: rifiuti edili sparsi ovunque e rete di recinzione bucata, con persone ed animali liberi di entrare ed uscire a proprio piacimento. Questo c'è sopra le falde di Carano. Come sia messa la pancia del terreno lì sotto, non si sa.
È lo spettacolo che ci siamo trovati davanti nell'ex discarica comunale di Lazzaria-Colle Rosso, a Velletri, a due passi dal carcere e dalla via Cisternense. Un reportage che il Caffè ha realizzato al seguito di una nutrita delegazione di cittadini, preoccupati per la riserva idrica su cui insiste il vecchio cimitero dei rifiuti. Le possibili ricadute riguardano un'area ampia, visto che quelle falde là sotto danno da bere non solo a campi e a porzioni di popolazione tra Velletri e Cisterna, ma servono anche gli acquedotti pubblici di Aprilia, Anzio e Nettuno. Proprio qui accanto, molto presto dovrebbe sorgere il mega impianto per “bio” gas da rifiuti della municipalizzata Volsca Ambiente e Servizi spa, di proprietà dei Comuni di Albano, Velletri e Lariano.
Chiusa nel 1999, la discarica comunale di Colle Rosso è divenuta oggetto di una recente querela-denuncia penale, inviata dal locale comitato No Biogas - No Discarica alle Procure della Repubblica di Roma e Velletri e alla Procura Antimafia, per lo “stato di totale abbandono e pericolo per residenti e coltivazioni in cui si trova”.
«Qui manca tutta una serie di presidi di sicurezza che, secondo la legge n. 36/2003, dovrebbero funzionare minimo 30 anni e mai davvero attivati in questo sito!», sostiene il Presidente del Comitato Gianluca De Felice, allibito di fronte allo spettacolo riscontrato con gli altri cittadini.
E ancora: rifiuti edili sparsi ovunque e rete di recinzione bucata, con persone ed animali liberi di entrare ed uscire a proprio piacimento. Questo c'è sopra le falde di Carano. Come sia messa la pancia del terreno lì sotto, non si sa.
È lo spettacolo che ci siamo trovati davanti nell'ex discarica comunale di Lazzaria-Colle Rosso, a Velletri, a due passi dal carcere e dalla via Cisternense. Un reportage che il Caffè ha realizzato al seguito di una nutrita delegazione di cittadini, preoccupati per la riserva idrica su cui insiste il vecchio cimitero dei rifiuti. Le possibili ricadute riguardano un'area ampia, visto che quelle falde là sotto danno da bere non solo a campi e a porzioni di popolazione tra Velletri e Cisterna, ma servono anche gli acquedotti pubblici di Aprilia, Anzio e Nettuno. Proprio qui accanto, molto presto dovrebbe sorgere il mega impianto per “bio” gas da rifiuti della municipalizzata Volsca Ambiente e Servizi spa, di proprietà dei Comuni di Albano, Velletri e Lariano.
Chiusa nel 1999, la discarica comunale di Colle Rosso è divenuta oggetto di una recente querela-denuncia penale, inviata dal locale comitato No Biogas - No Discarica alle Procure della Repubblica di Roma e Velletri e alla Procura Antimafia, per lo “stato di totale abbandono e pericolo per residenti e coltivazioni in cui si trova”.
«Qui manca tutta una serie di presidi di sicurezza che, secondo la legge n. 36/2003, dovrebbero funzionare minimo 30 anni e mai davvero attivati in questo sito!», sostiene il Presidente del Comitato Gianluca De Felice, allibito di fronte allo spettacolo riscontrato con gli altri cittadini.
«Secondo
Regione e Comune è tutto in regola.
Ma i rischi ci sono e non interviene
nessuno.
Tranne i vigili urbani, per prendere le nostre generalità.
Ma
vi pare normale?».
Gli agenti della Polizia Locale hanno anche scattato
foto al sito.
Si attende il loro verbale.
Cosa ci sarà scritto?
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