Comunicato di pubblica resistenza al DDL intercettazioni

Gentile Onorevole Presidente del Consiglio dei Ministri Silvio Berlusconi, in questi giorni, in queste ore, il Parlamento della Repubblica Italiana è impegnato in una corsa contro il tempo per una più che rapida approvazione del disegno di legge firmato dall'Onorevole Ministro della Giustizia Angelino Alfano e noto come "ddl intercettazioni".

Il provvedimento rappresenta una delle più drastiche limitazioni al potere d'indagine che compete ai magistrati inquirenti del nostro paese e, al contempo, la più dura, feroce e devastante limitazione al diritto costituzionale di informazione; il diritto di farla e il diritto di riceverla.

Il progetto di legge, per mezzo dei suoi punti fondanti, impedisce il racconto giornalistico su fatti giudiziari di pubblico dominio e privi di segreto, stabilisce pene detentive e pecuniarie pesantissime verso chiunque osi divulgare verità giudiziarie, introduce nuovi obblighi di rettifica per i blog minandone la sopravvivenza, trasforma in crimine il diritto dei cittadini vittime di crimini di raccogliere prove audio e video a dimostrazione del reato e stabilisce odiose discriminazioni tra forme di giornalismo, all'interno di una drammatica limitazione del diritto ad effettuare inchieste giornalistiche.

Il diritto all'informazione nelle sue forme più elementari, il principio di legalità e la ricerca della giustizia vengono totalmente smantellati da tale provvedimento.

Pertanto questo sito internet dichiara sin da adesso che, per imprescindibili motivi etici e in ragione della difesa del diritto alla libertà di parola e di stampa, solennemente sancito dalla Costituzione italiana e dalle leggi vigenti, in caso di approvazione in via definitiva e di conversione in legge, non potrà attenersi in alcun modo alle norme che compongono il disegno di legge sulle intercettazioni.

Questo sito si dichiara altresì .. per imprescindibili motivi sia etici che politici .. deberlusconizzato .. demontizzato .. degrillizzato

giovedì 9 febbraio 2012

Scorie radioattive e siti nucleari: quali novità in Italia?

Avviso a tutti i lettori, da oggi per ogni info circa l’inceneritore di Albano e la discarica di Albano ci trovate agli indirizzi www.differenziati.org e www.differenziati.com. 

(Fonte articolo, clicca qui) “Accelerazione delle attività di disattivazione e smantellamento dei siti nucleari”, recita l’ articolo 24 del decreto legge sulle liberalizzazioni (Dl n.1/2012) approvato il 24 gennaio scorso dal governo Monti. Un tema controverso quello dello smaltimento delle scorie nucleari, a cui pochi giornali hanno dato spazio. Wwf, Greenpeace e Legambiente avevano subito risposto in modo chiaro alla scelta dell’esecutivo, inviando una lettera al Presidente del Consiglio in cui si sottolineano i rischi di una tale semplificazione del processo burocratico per la messa in sicurezza delle scorie. Una decisione che riaccende una questione su cui i cittadini si sono espressi nei referendum di giugno dello scorso anno, ribadendo la loro contrarietà e preoccupazione verso l’energia nucleare (lo avevano già fatto in modo chiaro nel 1987). Con il decreto legge i depositi provvisori di rifiuti radioattivi si trasformano in stabili, oltre a permettere la nascita di nuovi siti di ‘stoccaggio’ che possono essere autorizzati senza il consenso delle amministrazioni locali. Non è la sola novità nel campo dello smaltimento di rifiuti nucleari. Il 2 febbraio, infatti, la Sogin ha reso noto di aver stipulato un accordo d’intesa con la Assistal (Associazione nazionale costruttori d’impianti) per agevolare le imprese che costruiscono impianti per l’attività di bonifica ambientale dei siti nucleari e la messa in sicurezza dei rifiuti. Una serie di accorgimenti e di controlli che dovrebbe servire a rendere più agevole lo smantellamento dei rifiuti nucleari quindi. Verrà organizzata “una conferenza annuale sullo stato di avanzamento delle attività di bonifica ambientale dei siti nucleari e sulle policy di acquisti e appalti” oltre “la pubblicazione di una newsletter Sogin rivolta alle associazioni” si legge nel comunicato stampa. Inoltre, “nel campo della formazione saranno promossi seminari e incontri one to one rivolti alle imprese per la qualificazione in Sogin e iniziative sul tema della sicurezza da sviluppare con la Scuola italiana di Radioprotezione, Sicurezza e Ambiente di Sogin”. Già perché i rifiuti da smaltire sono ancora quelli ad alta radioattività prodotti dalle quattro centrali attive in Italia dalla fine degli anni sessanta alla fine degli ottanta, a Borgo Sabatino, una frazione di Latina, a Sessa Aurunca (Caserta), Trino (Vercelli) e in provincia di Piacenza, a Caorso. Oltre ai rifiuti degli impianti Enea di Saluggia in provincia di Vercelli, a Casaccia, una frazione del comune di Roma, a Rotondella (Matera) e in provincia di Alessandria, l’impianto di fabbricazioni nucleari di Bosco Marengo. Ma non solo, gli scarti radioattivi (anche se a media e bassa attività) si producono continuamente; sono infatti generati dalle attività nucleari in ambito industriale, medico e di ricerca. Nata nel 1999 da un ramo dell’Enel, la Sogin è una società statale con il compito di bonificare i siti nucleari e di mettere in sicurezza i rifiuti radioattivi del nostro paese. Si finanzia tramite il cosiddetto “onere nucleare”, una tassa che grava sulla bolletta elettrica di tutti noi consumatori, introdotta nel 2000 con un decreto del Ministero dell’Industria. In particolare, la società deve provvedere alla sistemazione e all’allontanamento del combustibile esaurito, alla gestione delle scorie in fase di esercizio e alla gestione dei rifiuti nucleari che si produrranno in seguito allo smantellamento delle centrali. La Sogin mise a punto un progetto di “smantellamento accelerato”, che avrebbe consentito l’eliminazione delle scorie in vent’anni, una novità assoluta rispetto al procedimento standard (“smantellamento differito”) che prevede un lasso temporale di smaltimento che varia dai sessanta ai cento anni. Un traguardo forse un po’ troppo ambizioso, come ha ammesso nel 2007 l’ingegnere Massimo Romano: “le attività di progettazione e committenza si sono rivelate più complesse di quanto originariamente prefigurato”.

Associazione Differenziati

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