Una storia di degrado, impegno civico e devastazione
nel Parco dei Castelli Romani
ma anche di Solidarietà di Salvaguardia
Stiamo parlando del sentiero dell'Aquedotto, un percorso di struggente bellezza che collega Genzano con Nemi ed è stato di recente ripristinato dopo 40 anni di abbandono grazie al lavoro e all'investimento dei cittadini e delle cittadine impegnati nel progetto "La Via Verde dei Latini", maturato nell'ambito del Forum per i Castelli Romani, organizzato dall'associazione Salviamo i Castelli Romani.
L'ultima edizione del Forum - un grande contenitore di persone, associazioni, imprese impegnate nella costruzione di una rete per la tutela e la valorizzazione del territorio - ha da poco chiuso i battenti: dal 20 al 22 settembre, le sale di Palazzo Sforza Cesarini a Genzano, hanno ospitato, tra l'altro, una mostra fotografica dedicata proprio al sentiero dell'Acquedotto, prima e dopo la "cura", fatta di giornate di lavoro volontario per ripulire e rendere di nuovo percorribile il percorso, oltre al lavoro di operai armati di motosega e l'intervento di un bobcat per ripulire l'accesso al sentiero, o perlomeno quello che avevamo identificato come tale, all'inizio di via della Lega Latina.
Ma andiamo con ordine: il progetto la Via Verde dei Latini nasce un paio di anni fa con l'intenzione di far conoscere e rendere fruibile l'antica rete dei sentieri che da epoche antichissime collegano o collegavano varie località dei Castelli Romani. Con una media di due domeniche al mese, organizziamo delle escursioni per le quali ai partecipanti maggiorenni chiediamo un contributo di 5 euro, che destiniamo integralmente alla creazione di un fondo da utilizzare per il recupero e la messa in sicurezza dei sentieri ancora impraticabili. Dopo un anno e mezzo, la cifra raccolta – circa mille euro - è stata destinata alla prima operazione di recupero, relativa al sentiero dell'Acquedotto, appunto. Individuiamo il proprietario dell'antica via di accesso al sentiero, il signor Nazzareno Consalvi, al quale chiediamo l’autorizzazione a transitare sul suo terreno, proponendone in cambio la ripulira nel tratto iniziale, che si affaccia su via della Lega Latina: al terreno si accede passando da un cancello arrugginito che l'erba ed i rovi cresciuti in decenni di abbandono impediscono perfino di aprire. Lui acconsente, dice di apprezzare il nostro progetto ed il nostro lavoro inizia così, sugellato soltanto da una stretta di mano, come si fa tra galantuomini.
Per alcuni mesi abbiamo lavorato con entusiasmo, abbiamo interamente speso il fondo accantonato, e quando i soldi sono finiti il promotore del progetto, Lino Nicoletti, ha provveduto ad integrare quanto necessario di tasca sua: ci sono voluti ancora qualche centinaio di euro, per noleggiare un bobcat e per far rimuovere una scavatrice completamente arrugginita, che giaceva nascosta tra i rovi.
Tutto il nostro lavoro è documentato dalle foto disponibili sul nostro sito web (www.forumcastelliromani.org).
Poi finalmente, il 6 aprile, arriva il giorno dell'inaugurazione: abbiamo accompagnato il primo gruppo di visitatori sul sentiero dell'Acquedotto, raccontando il lavoro che era stato fatto e la storia di quel tracciato, percorso dai pellegrini che scendevano il cratere del lago per rendere omaggio a Diana nel tempio più importante dell'epoca romana, e ancora prima da popolazioni antichissime. Più di tre ore di cammino da Nemi a Genzano, con soste nei punti più panoramici per spaziare con lo sguardo lungo tutta la circonferenza del lago di Nemi incastonato nel verde. Poi all'arrivo anche una bottiglia di spumante per brindare a questa bella storia.
Una storia che però non è piaciuta a tutti: dopo pochi giorni il signor Consalvi, che pure aveva partecipato all'inaugurazione dichiarandosi molto contento di aver dato spazio al nostro progetto, si presenta da Lino Nicoletti per informarlo di avere un socio, di cui non sapevamo nulla, e che il socio in questione non era affatto d'accordo con la nostra iniziativa e non aveva intenzione di permetterci il transito lungo il sentiero. Il cartello che avevamo realizzato per segnalare il sentiero viene quindi staccato ed il cancello richiuso. Risultato: il signor Consalvi ed il suo socio si ritrovano il terreno ripulito a costo zero, e tanti saluti alla Via Verde.
Noi incassiamo il colpo e andiamo avanti. Non ci resta che aggirare il terreno in questione per riprendere il sentiero: con qualche difficoltà, ma si può fare. Dopo pochi giorni sparisce anche l’altro cartello, quello che avevamo collocato all’altra estremità del sentiero, dalla parte di Nemi.
Infine, pochi giorni fa, l’altra amara sorpresa: qualcuno ci si è messo d’impegno, ha divelto i paletti in legno e si è portato via la corda del corrimano che avevamo realizzato nel tratto iniziale del sentiero per facilitarne la percorribilità.
Non solo: con delle tronchesi è stato anche spezzato il lucchetto della porta in ferro di accesso alle gallerie di captazione delle acque che si trovano lungo il sentiero e che il fabbro, il sig. Luciano Paparelli, ci aveva generosamente regalato a sostegno del nostro progetto.
A
chi non è piaciuto il nostro lavoro?
Chi ha interesse a tagliare le
gambe ad iniziative spontanee
di tutela del nostro territorio?
A
stabilirlo saranno le autorità preposte, abbiamo informato le
istituzioni
preposte e non abbiamo nessuna intenzione di fermarci.
Anzi, chiediamo ai cittadini e alle altre associazioni impegnate
in
iniziative analoghe nell’area castellana,
di vigilare e denunciare
abusi e violazioni delle normative vigenti.
Non sono azioni vandaliche
come quelle che abbiamo raccontato
che fermeranno il nostro impegno in
un progetto che parte “dal basso”
per la conoscenza, il recupero e la
valorizzazione del nostro territorio.
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