Comunicato di pubblica resistenza al DDL intercettazioni

Gentile Onorevole Presidente del Consiglio dei Ministri Silvio Berlusconi, in questi giorni, in queste ore, il Parlamento della Repubblica Italiana è impegnato in una corsa contro il tempo per una più che rapida approvazione del disegno di legge firmato dall'Onorevole Ministro della Giustizia Angelino Alfano e noto come "ddl intercettazioni".

Il provvedimento rappresenta una delle più drastiche limitazioni al potere d'indagine che compete ai magistrati inquirenti del nostro paese e, al contempo, la più dura, feroce e devastante limitazione al diritto costituzionale di informazione; il diritto di farla e il diritto di riceverla.

Il progetto di legge, per mezzo dei suoi punti fondanti, impedisce il racconto giornalistico su fatti giudiziari di pubblico dominio e privi di segreto, stabilisce pene detentive e pecuniarie pesantissime verso chiunque osi divulgare verità giudiziarie, introduce nuovi obblighi di rettifica per i blog minandone la sopravvivenza, trasforma in crimine il diritto dei cittadini vittime di crimini di raccogliere prove audio e video a dimostrazione del reato e stabilisce odiose discriminazioni tra forme di giornalismo, all'interno di una drammatica limitazione del diritto ad effettuare inchieste giornalistiche.

Il diritto all'informazione nelle sue forme più elementari, il principio di legalità e la ricerca della giustizia vengono totalmente smantellati da tale provvedimento.

Pertanto questo sito internet dichiara sin da adesso che, per imprescindibili motivi etici e in ragione della difesa del diritto alla libertà di parola e di stampa, solennemente sancito dalla Costituzione italiana e dalle leggi vigenti, in caso di approvazione in via definitiva e di conversione in legge, non potrà attenersi in alcun modo alle norme che compongono il disegno di legge sulle intercettazioni.

Questo sito si dichiara altresì .. per imprescindibili motivi sia etici che politici .. deberlusconizzato .. demontizzato .. degrillizzato

lunedì 29 marzo 2010

20 marzo 2010

20 marzo: è stata una manifestazione straordinaria

Bilanci e prospettive

http://www.italia.attac.org/spip/spip.php?article3215

Duecentomila donne e uomini in piazza per l’acqua e i beni comuni : è stata una manifestazione straordinaria.
Determinata, perché partecipata da chi conosce la posta in gioco.
Allegra e colorata, perché costruita da donne e uomini che parlano di futuro.
Il popolo dell’acqua è tornato in piazza a distanza di due anni dalla sua prima manifestazione nazionale del dicembre 2007. E rientra nei propri territori con molte più frecce al proprio arco.
La manifestazione di sabato 20 marzo segnala innanzitutto la forte crescita del movimento per la ripubblicizzazione dell’acqua : radicato in tutti i territori del Paese, ma pronto a riconoscersi in un movimento di dimensione nazionale; capace di lavoro carsico, ma anche di forti emersioni in superficie; fedele ai propri obiettivi condivisi, ma attento alla necessità dell’inclusione costante di nuove esperienze e culture.
Il Governo Berlusconi che, con l’ultimo provvedimento autoritario approvato nel novembre scorso, si era illuso di aver chiuso la partita dell’acqua con la sua definitiva consegna al mercato e ai grandi capitali finanziari, sarà costretto a ricredersi : il 20 marzo ha detto a chiare lettere che non solo la partita è riaperta, ma l’esito della stessa è stato preso in mano da centinaia di migliaia di donne e uomini consapevoli e determinati.
Non solo.
Per la prima volta in questo Paese, la piazza del movimento per l’acqua è diventata il luogo dell’incontro di tutte le mobilitazioni popolari che da anni contrastano la politica delle "grandi opere" devastatrici dei territori, una gestione dei rifiuti legata al business dell’incenerimento, un modello energetico dissipatorio e autoritario, basato su impianti nocivi ed ora anche sul nucleare.
Nel pieno di una crisi economica, ecologica e di democrazia, il 20 marzo ha rappresentato il luogo che ha dato espressione concreta e plurale ai diversi aspetti di questa crisi, così come emergono dalle lotte territoriali : tre mesi dopo il fallimento del vertice di Copenaghen, con i cosiddetti "Grandi" impossibilitati a mettere a fuoco la crisi di sistema e volti unicamente a rimetterne in moto i meccanismi, il 20 marzo ha detto a gran voce il proprio "NO" a questo modello economico e sociale e il proprio SI ad un’ altra idea di società, basata sulla riappropriazione sociale dei beni comuni e sulla democrazia partecipativa.
E ancora.
Chi ha attraversato il lunghissimo corteo e le piazze del 20 marzo non può non aver notato come la manifestazione sia stata soprattutto costruita da donne e uomini spesso alla loro prima esperienza di attivismo sociale, inseriti dentro esperienze territoriali condivise, protagonisti diretti perché presenti senza mediazioni politico-istituzionali o vincoli di appartenenza partitica, sindacale o associativa.
Un ulteriore importante segnale di come su temi essenziali come la lotta per l’acqua e la difesa dei beni comuni sia matura la mobilitazione diretta e in prima persona, su obiettivi di radicale cambiamento e di rivendicazione di una nuova democrazia, dal basso e condivisa.
Tra meno di un mese, il movimento per l’acqua inonderà di nuovo tutti i territori del Paese con migliaia di banchetti, iniziative e mobilitazioni per raccogliere 700.000 firme su tre referendum abrogativi di tutte le norme che hanno contribuito nel corso degli anni alla mercificazione dell’acqua e alla privatizzazione dei servizi idrici.
Sarà un nuovo grande laboratorio di autoeducazione popolare per dire "Fuori l’acqua dal mercato e fuori i profitti dall’acqua", un nuovo itinerario sociale per discutere di acqua pubblica, ma soprattutto di riappropriazione sociale, di gestione partecipativa dell’acqua e dei beni comuni, di nuova democrazia.
Sarà una importante sfida che chiama tutte e tutti ad una nuova assunzione collettiva di responsabilità : rendere praticabile il cambiamento in questo Paese, riaccendere la speranza di un altro mondo possibile.
Come Attac Italia continueremo a dare il nostro contributo.
Siamo sicuri che tutte e tutti faranno altrettanto.
ATTAC ITALIA

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