COS'E' L'INCENERIMENTO ?
Termovalorizzatori, gassificatori, pirolizzatori sono solo alcuni tra i nuovi termini oggi utilizzati per indicare una tecnologia,quella dell’incenerimento, che di nuovo non ha assolutamente nulla. Chiariamo subito che ”termovalorizzazione” è un termine che non andrebbe usato, la Comunità Europea infatti, ha diffidato l'Italia dall'utilizzare questo vocabolo, in quanto è un imbroglio sociologico e verbale visto che gli impianti valorizzano ben poco, ed il termine dà adito a fraintendimenti e confusioni. Al più potremmo chiamare questi impianti termodistruttori !! Ma vediamo cosa sono più nel dettaglio.
Gli inceneritori sono semplicemente “camini” che bruciano rifiuti, si evolvono in termodistruttori (termovalorizzatori) quando sfruttano il calore prodotto dalla combustione per produrre energia elettrica. Il gassificatore invece articola i processi in due fasi: attraverso un processo di pirolisi (dissociazione molecolare) converte i materiali organici in gas mediante riscaldamento in presenza di ridotte quantità di ossigeno, formando un gas sintetico (syngas) che nella seconda fase del processo, viene bruciato e di nuovo, dal processo di combustione si ricava energia elettrica.
QUALI RIFIUTI ALIMENTANO GLI INCENERITORI?
Il combustibile degli impianti d’incenerimento sono i rifiuti, ma contrariamente a quanto si pensa, non tutti possono essere inceneriti. I metalli, il vetro si ritrovano all'uscita degli impianti e tutti gli scarti alimentari non vengono bruciati perché hanno un bassissimo potere calorico, non convenienti quindi a produrre energia. Cos'è allora che bruciano questi inceneritori ? Solo il 35% dei rifiuti totali ! Ad Albano sarebbe anche meno (probabilmente il 18%). Il resto finisce comunque in discarica !! Oltre al rifiuto urbano indifferenziato ed alcune frazioni secche, il combustibile “preferito” dagli inceneritori è il così detto CDR (Combustibile derivato da rifiuti) che è costituito per lo più da plastica, gomma, carta e legno. Ovvero bruciano proprio una parte dei materiali più altamente RICICLABILI !!!
In questo modo si capisce anche perché la raccolta differenziata viene tanto promossa a fianco dell'incenerimento. In quest'ottica infatti, differenziare significa separare i rifiuti per prepararli a divenire Ecoballe di CDR pronte per essere bruciate! Se non differenziassimo la plastica, il legno, la carta, si troverebbero in mezzo agli scarti alimentari che hanno basso potere calorico e quindi andrebbero separati a posteriori per essere bruciati. Con l'incenerimento la raccolta differenziata fallisce! Non si differenzia per riutilizzare, risparmiando sui costi di produzione e le materie prime, risparmiando sull'energia necessaria a costruire da zero ogni nuovo oggetto, si differenzia per facilitare l'incenerimento !!!
EMISSIONI
Tra i peggiori composti inquinanti emessi da un inceneritore troviamo le nano-particelle o nano-polveri che sono particelle delle dimensioni del milionesimo di millimetro. Queste si dividono in diverse tipologie a seconda delle loro dimensioni (PM 10; PM 2,5; PM 0,1...). I filtri di ultimissima generazione posti nei camini degli inceneritori, riescono a fermare solamente le PM 10 che sono le stesse emesse nei gas di scarico delle automobili, ma che non sono tra le più nocive per la salute umana. Più è sofisticata la tecnologia degli impianti, più è alta la temperatura di combustione che viene generata, più piccole sono le nano-polveri prodotte nel processo di incenerimento. Così accade che dalla combustione alle temperature di questi impianti, escano nano-particelle più piccole delle PM 10. Ma cosa fanno queste particelle ?
Queste particelle come altri degli inquinanti emessi, sono noti per essere persistenti, cioè resistenti ai processi di degradazione naturale; bioaccumulabili perché si accumulano nei tessuti degli animali viventi trasferendosi da un organismo all'altro lungo la catena alimentare; tossiche in quanto sono patologiche per la salute degli organismi con cui entrano in contatto fino a provocarne la morte e altamente cancerogene in grado quindi di generare tumori!
In altre parole, queste particelle, una volta immesse in atmosfera non scompaiono più dalla circolazione, si depositano sulle piante che mangiamo noi e gli animali, vengono respirate da adulti e bambini ed in un modo o nell'altro si depositano nel nostro organismo all'interno del quale possono generare un cancro! ( per dettagli medici si veda www.nanodiagnostic.it).
Tra le altre sostanze inquinanti emesse ci sono cloro, diossine, furani, policloronaftalene e clorobenzene, IPA (idrocarburi policiclici aromatici), VOC (composti organici volatili) e metalli pesanti (piombo, cadmio, mercurio ecc.), polveri, acido cloridrico, ossidi di azoto, ossidi di zolfo e ossidi di carbonio. Tutte sostanze altamente inquinanti e altamente tossiche per gli organismi viventi.
NELL'INTERESSE DI CHI ALLORA, SI COSTRUISCONO GLI INCENERITORI?
L'incenerimento è una tecnologia distruttiva e nociva sotto molti aspetti, non ultimo quello economico. Dal 1992 grazie ad un piccolo gioco legislativo, i costruttori di inceneritori possono usufruire dei soldi pubblici destinati alle energie rinnovabili (CIP6) ed utilizzarli per la costruzione ed il mantenimento degli impianti. Da quella data, 30 miliardi di euro PUBBLICI sono stati abilmente catturati da petrolieri e costruttori di grandi impianti di incenerimento sottraendo questi soldi alle fonti alternative di energia !!
E' così quindi che viene pagato l'incenerimento: attraverso un aumento del 7% sulle bollette ENEL che ogni contribuente paga periodicamente!
Per questo gli inceneritori di oggi devono anche produrre un minimo di energia: perché quella energia è considerata “rinnovabile” e quindi può godere dei sovvenzionamenti CIP6. Energia che tra l'altro, non è nemmeno pari a quella che viene spesa per farli funzionare! Quando questo scandalo emerse, il governo decise allora di concedere i CIP6 solo agli impianti già in costruzione entro il 31 dicembre 2007. Ma nella finanziaria 2007/2008, i sovvenzionamenti pubblici vennero estesi anche agli impianti solo approvati a livello progettuale entro il 31/12/07 e quindi non ancora in costruzione. Grazie a questo provvedimento ed al tentativo di firmare l'approvazione definitiva da parte del commissario straordinario rifiuti Marrazzo – temporaneamente fermata solo dalla valutazione di impatto ambientale – l'inceneritore di Albano potrà usufruire di 400 milioni di euro PUBBLICI che sarebbero bastevoli a rendere autosufficiente energeticamente tutta la provincia di Roma escluso il capoluogo, attraverso pannelli fotovoltaici.
Le ingenti quantità di denaro in gioco tra le parti politiche e le aziende a gestione mista, sono quindi i veri moventi nella corsa alla costruzione di questi impianti.In questo senso, acquista più chiarezza
anche la crisi campana sui rifiuti, emersa solo in quest' ultimo periodo a livello nazionale, quando invece il problema risale ai primi anni '90.
Come se non bastassero i milioni di euro derivati dai CIP6 ,una quotazione di mercato per l'energia venduta, i contributi CONAI per lo smaltimento degli imballaggi ed ulteriori sussidi per i certificati verdi, rendono ancora più appetibili ai fini di lucro privato questi impianti che fruttano ai loro proprietari fino a 70 euro di soldi pubblici per ogni tonnellata di rifiuti bruciata.
Si capisce quindi, perché questa soluzione ai rifiuti sia ancora sostenuta in Italia, quando tutto il mondo cerca di disfarsene, unicamente nell’interesse di pochi ai danni delle tasche e della salute di cittadini e cittadine. Emerge dalla struttura di questo meccanismo, che c'è la volontà di proseguire verso un modello di sviluppo dove lo spreco dei materiali, il loro non-riutilizzo, la continua produzione di rifiuti è incentivata ad andare avanti solo per far guadagnare i grossi produttori di materiali e chi sarà addetto ad incenerirli.
QUALI SONO LE ALTERNATIVE ?
Esistono già da tempo modalità alternative di gestione dei rifiuti a quella del trattamento a caldo. Sono una realtà in molte nazioni europee, nonché in Australia, Nuova Zelanda, Canada ecc..
Il rifiuto più facilmente smaltibile è quello che non è prodotto, bisogna quindi passare immediatamente ad una RIDUZIONE dei rifiuti nella produzione industriale come ha fatto Berlino che in 6 mesi ha ridotto i rifiuti del 50%. Ridurre gli imballaggi, l'utilizzo di prodotti usa e getta e l'eliminazione di confezioni inutili porterebbe ad una quantità inferiore di rifiuti da gestire. Il RIUSO dei materiali deve essere incentivato promuovendo l'utilizzo di prodotti alla spina (detersivi, olio, vino, acqua, e tutto il cibo secco, pasta, legumi, ecc..) proprio come ha fatto la Regione Piemonte con una promozione nei supermercati (si veda qui). Deve essere incentivato il vuoto-a-rendere, come avviene in molte città del nord Italia e d' Europa, non solo per il vetro ma per materiali di genere più ampio. Con questi accorgimenti, in altre città si è passati in pochi mesi ad una riduzione drastica dei rifiuti alla fonte.
Le parti di rifiuto umido (che rappresentano da sole il 30-40% dei rifiuti totali) vanno trattate attraverso il COMPOSTAGGIO che ne permette la trasormazione biologica in ottimo concime riutilizzabile nell'agricoltura. Vanno costruiti impianti per questo tipo di procedura, in grado di fare una corretta valorizzazione del rifiuto umido.
I restanti rifiuti secchi che vengono comunque prodotti devono essere RICICLATI attraverso il PORTA a PORTA che in altre città italiane (vedi Treviso) unito al compostaggio, ha portato in pochi mesi ad un riciclo totale dei rifiuti dell'80%. Il porta a porta prevede un' educazione al riciclaggio, una separazione maggiore dei rifiuti e l'eliminazione dei cassonetti dalle strade. Gli impianti di incenerimento esistenti vanno convertiti al riciclo dei rifiuti e ad impianti di compostaggio, ed in questa direzione devono essere spesi i nuovi investimenti (in teoria già stanziati ma non utilizzati per questi fini).
La parte non riciclata – che può così variare dal 20% al 30% - può essere trattata con il TMB (Trattamento Meccanico Biologico) a freddo (da non confondersi con quello a caldo, utilizzato per produrre CDR). Questo trattamento è composto da due fasi distinte. Nella prima, attraverso un procedimento meccanico i rifiuti vengono ulteriormente differenziati, viene estratta la parte secca che ancora si trova nel rifiuto residuo, depurando la frazione organica da sostanze estranee alla sua stessa natura prima di avviarla alla seconda fase. Quest’ultima, la fase biologica, ha lo scopo di stabilizzare la frazione organica e renderla impiegabile per usi non agricoli (compost di seconda qualità), o come materiale per recupero paesaggistico di aree degradate, riempimento dei manti stradali o delle vecchie cave. Lo scopo finale è quello di rendere inerti i materiali organici attivi in modo da ridurre del 90% il loro impatto ambientale e renderli sabbie riutilizzabili nell'industria.
L'unico modo per fermare uno scempio ed un ingiustizia come la costruzione di un inceneritore nella zona di Roncigliano (Albano) è quello di mobilitarsi tutti e tutte, unitamente ed in maniera coordinata. C'è bisogno anche della tua partecipazione !!!
Non delegare agli altri le decisioni, decidi direttamente del tuo futuro !!!
Partecipa all'assemblea del coordinamento ogni martedì ore 21, alla sede dei cobas e di greenpeace di Ariccia.
Termovalorizzatori, gassificatori, pirolizzatori sono solo alcuni tra i nuovi termini oggi utilizzati per indicare una tecnologia,quella dell’incenerimento, che di nuovo non ha assolutamente nulla. Chiariamo subito che ”termovalorizzazione” è un termine che non andrebbe usato, la Comunità Europea infatti, ha diffidato l'Italia dall'utilizzare questo vocabolo, in quanto è un imbroglio sociologico e verbale visto che gli impianti valorizzano ben poco, ed il termine dà adito a fraintendimenti e confusioni. Al più potremmo chiamare questi impianti termodistruttori !! Ma vediamo cosa sono più nel dettaglio.
Gli inceneritori sono semplicemente “camini” che bruciano rifiuti, si evolvono in termodistruttori (termovalorizzatori) quando sfruttano il calore prodotto dalla combustione per produrre energia elettrica. Il gassificatore invece articola i processi in due fasi: attraverso un processo di pirolisi (dissociazione molecolare) converte i materiali organici in gas mediante riscaldamento in presenza di ridotte quantità di ossigeno, formando un gas sintetico (syngas) che nella seconda fase del processo, viene bruciato e di nuovo, dal processo di combustione si ricava energia elettrica.
QUALI RIFIUTI ALIMENTANO GLI INCENERITORI?
Il combustibile degli impianti d’incenerimento sono i rifiuti, ma contrariamente a quanto si pensa, non tutti possono essere inceneriti. I metalli, il vetro si ritrovano all'uscita degli impianti e tutti gli scarti alimentari non vengono bruciati perché hanno un bassissimo potere calorico, non convenienti quindi a produrre energia. Cos'è allora che bruciano questi inceneritori ? Solo il 35% dei rifiuti totali ! Ad Albano sarebbe anche meno (probabilmente il 18%). Il resto finisce comunque in discarica !! Oltre al rifiuto urbano indifferenziato ed alcune frazioni secche, il combustibile “preferito” dagli inceneritori è il così detto CDR (Combustibile derivato da rifiuti) che è costituito per lo più da plastica, gomma, carta e legno. Ovvero bruciano proprio una parte dei materiali più altamente RICICLABILI !!!
In questo modo si capisce anche perché la raccolta differenziata viene tanto promossa a fianco dell'incenerimento. In quest'ottica infatti, differenziare significa separare i rifiuti per prepararli a divenire Ecoballe di CDR pronte per essere bruciate! Se non differenziassimo la plastica, il legno, la carta, si troverebbero in mezzo agli scarti alimentari che hanno basso potere calorico e quindi andrebbero separati a posteriori per essere bruciati. Con l'incenerimento la raccolta differenziata fallisce! Non si differenzia per riutilizzare, risparmiando sui costi di produzione e le materie prime, risparmiando sull'energia necessaria a costruire da zero ogni nuovo oggetto, si differenzia per facilitare l'incenerimento !!!
EMISSIONI
Tra i peggiori composti inquinanti emessi da un inceneritore troviamo le nano-particelle o nano-polveri che sono particelle delle dimensioni del milionesimo di millimetro. Queste si dividono in diverse tipologie a seconda delle loro dimensioni (PM 10; PM 2,5; PM 0,1...). I filtri di ultimissima generazione posti nei camini degli inceneritori, riescono a fermare solamente le PM 10 che sono le stesse emesse nei gas di scarico delle automobili, ma che non sono tra le più nocive per la salute umana. Più è sofisticata la tecnologia degli impianti, più è alta la temperatura di combustione che viene generata, più piccole sono le nano-polveri prodotte nel processo di incenerimento. Così accade che dalla combustione alle temperature di questi impianti, escano nano-particelle più piccole delle PM 10. Ma cosa fanno queste particelle ?
Queste particelle come altri degli inquinanti emessi, sono noti per essere persistenti, cioè resistenti ai processi di degradazione naturale; bioaccumulabili perché si accumulano nei tessuti degli animali viventi trasferendosi da un organismo all'altro lungo la catena alimentare; tossiche in quanto sono patologiche per la salute degli organismi con cui entrano in contatto fino a provocarne la morte e altamente cancerogene in grado quindi di generare tumori!
In altre parole, queste particelle, una volta immesse in atmosfera non scompaiono più dalla circolazione, si depositano sulle piante che mangiamo noi e gli animali, vengono respirate da adulti e bambini ed in un modo o nell'altro si depositano nel nostro organismo all'interno del quale possono generare un cancro! ( per dettagli medici si veda www.nanodiagnostic.it).
Tra le altre sostanze inquinanti emesse ci sono cloro, diossine, furani, policloronaftalene e clorobenzene, IPA (idrocarburi policiclici aromatici), VOC (composti organici volatili) e metalli pesanti (piombo, cadmio, mercurio ecc.), polveri, acido cloridrico, ossidi di azoto, ossidi di zolfo e ossidi di carbonio. Tutte sostanze altamente inquinanti e altamente tossiche per gli organismi viventi.
NELL'INTERESSE DI CHI ALLORA, SI COSTRUISCONO GLI INCENERITORI?
L'incenerimento è una tecnologia distruttiva e nociva sotto molti aspetti, non ultimo quello economico. Dal 1992 grazie ad un piccolo gioco legislativo, i costruttori di inceneritori possono usufruire dei soldi pubblici destinati alle energie rinnovabili (CIP6) ed utilizzarli per la costruzione ed il mantenimento degli impianti. Da quella data, 30 miliardi di euro PUBBLICI sono stati abilmente catturati da petrolieri e costruttori di grandi impianti di incenerimento sottraendo questi soldi alle fonti alternative di energia !!
E' così quindi che viene pagato l'incenerimento: attraverso un aumento del 7% sulle bollette ENEL che ogni contribuente paga periodicamente!
Per questo gli inceneritori di oggi devono anche produrre un minimo di energia: perché quella energia è considerata “rinnovabile” e quindi può godere dei sovvenzionamenti CIP6. Energia che tra l'altro, non è nemmeno pari a quella che viene spesa per farli funzionare! Quando questo scandalo emerse, il governo decise allora di concedere i CIP6 solo agli impianti già in costruzione entro il 31 dicembre 2007. Ma nella finanziaria 2007/2008, i sovvenzionamenti pubblici vennero estesi anche agli impianti solo approvati a livello progettuale entro il 31/12/07 e quindi non ancora in costruzione. Grazie a questo provvedimento ed al tentativo di firmare l'approvazione definitiva da parte del commissario straordinario rifiuti Marrazzo – temporaneamente fermata solo dalla valutazione di impatto ambientale – l'inceneritore di Albano potrà usufruire di 400 milioni di euro PUBBLICI che sarebbero bastevoli a rendere autosufficiente energeticamente tutta la provincia di Roma escluso il capoluogo, attraverso pannelli fotovoltaici.
Le ingenti quantità di denaro in gioco tra le parti politiche e le aziende a gestione mista, sono quindi i veri moventi nella corsa alla costruzione di questi impianti.In questo senso, acquista più chiarezza
anche la crisi campana sui rifiuti, emersa solo in quest' ultimo periodo a livello nazionale, quando invece il problema risale ai primi anni '90.
Come se non bastassero i milioni di euro derivati dai CIP6 ,una quotazione di mercato per l'energia venduta, i contributi CONAI per lo smaltimento degli imballaggi ed ulteriori sussidi per i certificati verdi, rendono ancora più appetibili ai fini di lucro privato questi impianti che fruttano ai loro proprietari fino a 70 euro di soldi pubblici per ogni tonnellata di rifiuti bruciata.
Si capisce quindi, perché questa soluzione ai rifiuti sia ancora sostenuta in Italia, quando tutto il mondo cerca di disfarsene, unicamente nell’interesse di pochi ai danni delle tasche e della salute di cittadini e cittadine. Emerge dalla struttura di questo meccanismo, che c'è la volontà di proseguire verso un modello di sviluppo dove lo spreco dei materiali, il loro non-riutilizzo, la continua produzione di rifiuti è incentivata ad andare avanti solo per far guadagnare i grossi produttori di materiali e chi sarà addetto ad incenerirli.
QUALI SONO LE ALTERNATIVE ?
Esistono già da tempo modalità alternative di gestione dei rifiuti a quella del trattamento a caldo. Sono una realtà in molte nazioni europee, nonché in Australia, Nuova Zelanda, Canada ecc..
Il rifiuto più facilmente smaltibile è quello che non è prodotto, bisogna quindi passare immediatamente ad una RIDUZIONE dei rifiuti nella produzione industriale come ha fatto Berlino che in 6 mesi ha ridotto i rifiuti del 50%. Ridurre gli imballaggi, l'utilizzo di prodotti usa e getta e l'eliminazione di confezioni inutili porterebbe ad una quantità inferiore di rifiuti da gestire. Il RIUSO dei materiali deve essere incentivato promuovendo l'utilizzo di prodotti alla spina (detersivi, olio, vino, acqua, e tutto il cibo secco, pasta, legumi, ecc..) proprio come ha fatto la Regione Piemonte con una promozione nei supermercati (si veda qui). Deve essere incentivato il vuoto-a-rendere, come avviene in molte città del nord Italia e d' Europa, non solo per il vetro ma per materiali di genere più ampio. Con questi accorgimenti, in altre città si è passati in pochi mesi ad una riduzione drastica dei rifiuti alla fonte.
Le parti di rifiuto umido (che rappresentano da sole il 30-40% dei rifiuti totali) vanno trattate attraverso il COMPOSTAGGIO che ne permette la trasormazione biologica in ottimo concime riutilizzabile nell'agricoltura. Vanno costruiti impianti per questo tipo di procedura, in grado di fare una corretta valorizzazione del rifiuto umido.
I restanti rifiuti secchi che vengono comunque prodotti devono essere RICICLATI attraverso il PORTA a PORTA che in altre città italiane (vedi Treviso) unito al compostaggio, ha portato in pochi mesi ad un riciclo totale dei rifiuti dell'80%. Il porta a porta prevede un' educazione al riciclaggio, una separazione maggiore dei rifiuti e l'eliminazione dei cassonetti dalle strade. Gli impianti di incenerimento esistenti vanno convertiti al riciclo dei rifiuti e ad impianti di compostaggio, ed in questa direzione devono essere spesi i nuovi investimenti (in teoria già stanziati ma non utilizzati per questi fini).
La parte non riciclata – che può così variare dal 20% al 30% - può essere trattata con il TMB (Trattamento Meccanico Biologico) a freddo (da non confondersi con quello a caldo, utilizzato per produrre CDR). Questo trattamento è composto da due fasi distinte. Nella prima, attraverso un procedimento meccanico i rifiuti vengono ulteriormente differenziati, viene estratta la parte secca che ancora si trova nel rifiuto residuo, depurando la frazione organica da sostanze estranee alla sua stessa natura prima di avviarla alla seconda fase. Quest’ultima, la fase biologica, ha lo scopo di stabilizzare la frazione organica e renderla impiegabile per usi non agricoli (compost di seconda qualità), o come materiale per recupero paesaggistico di aree degradate, riempimento dei manti stradali o delle vecchie cave. Lo scopo finale è quello di rendere inerti i materiali organici attivi in modo da ridurre del 90% il loro impatto ambientale e renderli sabbie riutilizzabili nell'industria.
L'unico modo per fermare uno scempio ed un ingiustizia come la costruzione di un inceneritore nella zona di Roncigliano (Albano) è quello di mobilitarsi tutti e tutte, unitamente ed in maniera coordinata. C'è bisogno anche della tua partecipazione !!!
Non delegare agli altri le decisioni, decidi direttamente del tuo futuro !!!
Partecipa all'assemblea del coordinamento ogni martedì ore 21, alla sede dei cobas e di greenpeace di Ariccia.
Coordinamento contro l'inceneritore di Albano
Nessun commento:
Posta un commento