Lettera aperta al Professor Silvano Focardi
Grosseto 22.3.2010
Egregio professore,
ho letto attentamente quanto ha scritto recentemente in merito al riesame relativo alla V.I.A. dell’inceneritore di Scarlino e in particolare i punti 3,4 e 5 del Parere fornito alla Provincia di Grosseto, dove affronta i temi della Caratterizzazione dello stato attuale dell’aria, suolo e acque. Emerge in modo molto evidente che non Le hanno fornito tutte le informazioni e studi esistenti. Infatti, Lei propone saggiamente diversi monitoraggi che dovrebbero accompagnare l’avvio dell’impianto, dando per scontato che sia stata già valutata positivamente la sostenibilità di ulteriori carichi inquinanti.
Questa valutazione, come giustamente vuole la legge, il buon senso e che Lei ha dato per scontata, invece non è stata fatta. Le sembrerà impossibile che possa accadere una cosa del genere, ma questo è successo e non l’hanno evidentemente informata. Con i “punti zero” dei suoi monitoraggi troverà che nel terreno e nelle acque di falda ci sono già rispettivamente decine e centinaia di volte arsenico e altri metalli oltre i limiti di Legge. Già Scarlino Energia nello Studio di Impatto ambientale li ha però definiti una bizzarra anomalia naturale.
Le faccio solo tre esempi e, per ciascuno, le citerò una fonte autorevole di verifica:
1°- migliaia di tonnellate di rifiuti tossici (ceneri di pirite) sono tutt’oggi interrate in prossimità della superficie e lasciate alle piogge liscivianti senza alcuna protezione, non solo nell’argine del Canale Solmine, ma a partire dalle recinzioni della proprietà di Scarlino Energia Srl. Molti conoscono questa realtà, ma fanno finta di non sapere,cosicché dopo 20 anni dall’avvio delle bonifiche non si conosce fino a dove sono interrati tali rifiuti tossici.
Come Lei saprà bene, l’obbligo di bonifica in Italia non si limita ai confini della proprietà, ma questa norma non è applicata nel Comune di Scarlino. Leggala Proposta di indagine dell’ARPAT di Grosseto dic.2007;
2°- si conoscono i dati di un inquinamento elevatissimo di arsenico (come già detto, centinaia di volte sopra i limiti di legge) nella prima falda idrica, ma non si sa fino a dove è esteso tale inquinamento, né si conoscono tutte le fonti inquinanti. Molti sanno, ma a Lei evidentemente non l’hanno detto, che in inverno tali falde arrivano in superficie e che l’arsenico viene distribuito lungo la rete dei fossi campestri e finisce nei terreni, nel vicino padule e in mare. Verifichi quanto sopra scaricando la relazione, agli atti del riesame della VIA, del geologo dott. Lodovico Sola, già dirigente della RIMIN, la più importante società di ricerca geochimica in Italia;
3°- con i fumi della fusione delle piriti si sono distribuiti nel territorio circostante dalle 15 alle 539 tonnellate per anno di arsenico.
Legga lo studio del 2002 del prof. Tiezzi, ordinario di Chimica presso l’Università di Siena. A cosa serviranno i monitoraggi? Non le sembra cinico monitorare su un moribondo l’aggiunta di altre dosi di veleno?
Sulla presunta anomalia geochimica e sulla caratterizzazione di tali rifiuti tossici, sui quali evidentemente non le hanno riferito, mi permetto di indicarLe infine un altro illustre docente del suo Ateneo, il geochimico prof. Riccobono, che le ha studiate non lasciando nulla alla superficialità o alla parzialità.
Prof. Roberto Barocci
Forum Ambientalista
Grosseto 22.3.2010
Egregio professore,
ho letto attentamente quanto ha scritto recentemente in merito al riesame relativo alla V.I.A. dell’inceneritore di Scarlino e in particolare i punti 3,4 e 5 del Parere fornito alla Provincia di Grosseto, dove affronta i temi della Caratterizzazione dello stato attuale dell’aria, suolo e acque. Emerge in modo molto evidente che non Le hanno fornito tutte le informazioni e studi esistenti. Infatti, Lei propone saggiamente diversi monitoraggi che dovrebbero accompagnare l’avvio dell’impianto, dando per scontato che sia stata già valutata positivamente la sostenibilità di ulteriori carichi inquinanti.
Questa valutazione, come giustamente vuole la legge, il buon senso e che Lei ha dato per scontata, invece non è stata fatta. Le sembrerà impossibile che possa accadere una cosa del genere, ma questo è successo e non l’hanno evidentemente informata. Con i “punti zero” dei suoi monitoraggi troverà che nel terreno e nelle acque di falda ci sono già rispettivamente decine e centinaia di volte arsenico e altri metalli oltre i limiti di Legge. Già Scarlino Energia nello Studio di Impatto ambientale li ha però definiti una bizzarra anomalia naturale.
Le faccio solo tre esempi e, per ciascuno, le citerò una fonte autorevole di verifica:
1°- migliaia di tonnellate di rifiuti tossici (ceneri di pirite) sono tutt’oggi interrate in prossimità della superficie e lasciate alle piogge liscivianti senza alcuna protezione, non solo nell’argine del Canale Solmine, ma a partire dalle recinzioni della proprietà di Scarlino Energia Srl. Molti conoscono questa realtà, ma fanno finta di non sapere,cosicché dopo 20 anni dall’avvio delle bonifiche non si conosce fino a dove sono interrati tali rifiuti tossici.
Come Lei saprà bene, l’obbligo di bonifica in Italia non si limita ai confini della proprietà, ma questa norma non è applicata nel Comune di Scarlino. Legga
2°- si conoscono i dati di un inquinamento elevatissimo di arsenico (come già detto, centinaia di volte sopra i limiti di legge) nella prima falda idrica, ma non si sa fino a dove è esteso tale inquinamento, né si conoscono tutte le fonti inquinanti. Molti sanno, ma a Lei evidentemente non l’hanno detto, che in inverno tali falde arrivano in superficie e che l’arsenico viene distribuito lungo la rete dei fossi campestri e finisce nei terreni, nel vicino padule e in mare. Verifichi quanto sopra scaricando la relazione, agli atti del riesame della VIA, del geologo dott. Lodovico Sola, già dirigente della RIMIN, la più importante società di ricerca geochimica in Italia;
3°- con i fumi della fusione delle piriti si sono distribuiti nel territorio circostante dalle 15 alle 539 tonnellate per anno di arsenico.
Legga lo studio del 2002 del prof. Tiezzi, ordinario di Chimica presso l’Università di Siena. A cosa serviranno i monitoraggi? Non le sembra cinico monitorare su un moribondo l’aggiunta di altre dosi di veleno?
Sulla presunta anomalia geochimica e sulla caratterizzazione di tali rifiuti tossici, sui quali evidentemente non le hanno riferito, mi permetto di indicarLe infine un altro illustre docente del suo Ateneo, il geochimico prof. Riccobono, che le ha studiate non lasciando nulla alla superficialità o alla parzialità.
Prof. Roberto Barocci
Forum Ambientalista
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