Siamo in primavera ma qualcosa già inizia a cadere: non sono le foglie, bensì le maschere.
Sta cadendo cioè l’illusione che dopo l’oscena decadenza del berlusconismo fosse arrivata al potere finalmente la competenza e l’equità dei tecnici “sopra le parti” del professor Mario Monti.
Ora il fumo dell’esaltazione televisiva comincia a diradarsi e la dura realtà appare in tutta la sua crudezza; la crudezza del puro interesse economico di gruppi ristretti che dominano l’economia europea e italiana.
A questo e solo a questo rispondono le logiche dei provvedimenti che in questi quattro mesi ha preso il governo Monti e le forze politiche che lo sostengono (PDL, PD e Terzo Polo).
Prima è venuta la cosiddetta riforma delle pensioni che ci manderà a riposo a quasi settant’anni, ora invece è il turno dell’articolo 18 che viene depotenziato, consegnando alle aziende in tempi di crisi economica la possibilità di effettuare licenziamenti mirati dei dipendenti scomodi, senza che il giudice del lavoro possa poi reintegrarli.
Non è un caso, per noi, che in questo clima di vendetta di classe contro i poveri, i lavoratori e i cittadini che stanno peggio, si abbatta sui nostri territori la sentenza del Consiglio di Stato in appello sull’inceneritore di Albano, consentendo l’avvio dei lavori e ribaltando la sentenza del TAR in primo grado.
Una sentenza preceduta dalle anticipazioni (assolutamente illegali) del cosiddetto Ministro dell’Ambiente “tecnico” Corrado Clini, già noto per le sue simpatie per il nucleare e per gli OGM.
Ma qual è il rapporto tra opere come l’inceneritore di Albano e il debito pubblico che il governo Monti vorrebbe scaricare sulle nostre spalle? Si tratta di una relazione diretta e indiretta perché il debito è frutto di scelte politiche sbagliate che hanno privilegiato gli inceneritori e posto le amministrazioni (da quarant’anni a questa parte) nella situazione di dover esclusivamente conferire i loro rifiuti in discarica, tra l’altro con costi enormi. E a guadagnarci da tutto ciò è stato solo il Sign. Cerroni e le sue aziende. Del resto l’esempio più lampante di sperpero di denaro pubblico è rappresentato oggi dalla TAV, il cui costo è di almeno una decina di miliardi di euro.
Il tutto mentre vengono tagliate le spese per la sanità e la scuola pubblica e viene affossata la raccolta differenziata porta a porta che è l’unica soluzione al problema dei rifiuti, in grado anche di creare molti posti di lavoro e permettere alla amministrazioni di trasformare i rifiuti in una risorsa per dare maggiori servizi alla popolazione.
E’ per questi motivi che la mobilitazione contro l’inceneritore di Albano va inquadrata in un contesto più ampio di battaglia dei cittadini italiani ed europei per riappropriarsi della sovranità popolare strappata loro dai diktat della Banca Centrale Europea e dei grandi gruppi economici che vogliono decidere sulle nostre teste come e quanto avvelenarci e come quanto impoverirci.
Diciamo basta ora e organizziamo le lotte sul territorio insieme al Coordinamento No Inc. e a tutti coloro che non vogliono chinare la testa: il debito lo paghino gli speculatori non i lavoratori!
SABATO 14 APRILE ORE 15.30, PIAZZA MAZZINI ALBANO: TUTTI AL CORTEO CONTRO LA COSTRUZIONE DELL’INCENERITORE!
In preparazione del grande Corteo NO INCENERITORE di sabato 14 aprile con partenza da Albano Laziale P.zza Mazzini ore 15.30, chiamiamo tutti e tutte alla partecipazione ad un'assemblea pubblica sabato 7 aprile a Genzano organizzata dal Comitato NO Debito dove interverranno il giornalista Giulietto Chiesa nonchè artisti locali tra i quali il comico Paolo Pesce a sostegno della vertenza.
SABATO 7 APRILE A GENZANO,
ORE 17 A PIAZZA DON FABRIZI, VICINO AL COMUNE
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