Comunicato di pubblica resistenza al DDL intercettazioni

Gentile Onorevole Presidente del Consiglio dei Ministri Silvio Berlusconi, in questi giorni, in queste ore, il Parlamento della Repubblica Italiana è impegnato in una corsa contro il tempo per una più che rapida approvazione del disegno di legge firmato dall'Onorevole Ministro della Giustizia Angelino Alfano e noto come "ddl intercettazioni".

Il provvedimento rappresenta una delle più drastiche limitazioni al potere d'indagine che compete ai magistrati inquirenti del nostro paese e, al contempo, la più dura, feroce e devastante limitazione al diritto costituzionale di informazione; il diritto di farla e il diritto di riceverla.

Il progetto di legge, per mezzo dei suoi punti fondanti, impedisce il racconto giornalistico su fatti giudiziari di pubblico dominio e privi di segreto, stabilisce pene detentive e pecuniarie pesantissime verso chiunque osi divulgare verità giudiziarie, introduce nuovi obblighi di rettifica per i blog minandone la sopravvivenza, trasforma in crimine il diritto dei cittadini vittime di crimini di raccogliere prove audio e video a dimostrazione del reato e stabilisce odiose discriminazioni tra forme di giornalismo, all'interno di una drammatica limitazione del diritto ad effettuare inchieste giornalistiche.

Il diritto all'informazione nelle sue forme più elementari, il principio di legalità e la ricerca della giustizia vengono totalmente smantellati da tale provvedimento.

Pertanto questo sito internet dichiara sin da adesso che, per imprescindibili motivi etici e in ragione della difesa del diritto alla libertà di parola e di stampa, solennemente sancito dalla Costituzione italiana e dalle leggi vigenti, in caso di approvazione in via definitiva e di conversione in legge, non potrà attenersi in alcun modo alle norme che compongono il disegno di legge sulle intercettazioni.

Questo sito si dichiara altresì .. per imprescindibili motivi sia etici che politici .. deberlusconizzato .. demontizzato .. degrillizzato

giovedì 5 aprile 2012

La Thermoselect, Clini ed i Giapponesi

Dal titolo sembrerebbe una avvincente spy story, purtroppo non è fantasia... E' monnezza. Abbiamo raccolto in un unico testo i resoconti di varie fonti sulla tecnologia che dovrebbe essere impiegata nella costruzione dell'inceneritore di Albano e delle aziende che ne hanno la licenza.

Cos'è la Thermoselect?

La Thermoselect s.p.a. è una società di Locarno (Svizzera) che dal 1991 al 2007 ha sviluppato progetti di impianti di gassificazione ad alta temperatura dei rifiuti solidi urbani, promettendo grandi prestazioni energetiche ed un bassissimo impatto ambientale [1].
Deus ex machina della società ed intestatario del brevetto Thermoselect dal 1991 al 2007 è il tedesco Gunter Kiss [2]. L'idea originale del reattore a gassificazione è, però, del francese Gwenolé Lejeune, che nel 1981 brevetta un processo del tutto analogo, costruisce tre impianti – due in Francia, nelle Alpi Marittime ed in Bretagna, il terzo in Araba Saudita – ma poi subisce il rovescio della rottura di un pezzo proprio in quest'ultimo impianto, non ha fondi sufficienti per la sostituzione in garanzia, fallisce e smette di pagare le tasse annuali per mantenere i diritti sul brevetto che, così, diventa di dominio pubblico nel 1986. E nel 1991 si trasforma nell' “invenzione” dell'ingegner Gunter Kiss.
La Thermoselect guadagna l'onore delle cronache per le vicissitudini legate all'inceneritore di Fondotoce (Verbania).
La filiale italiana della società è controllata dalla Rheticus s.p.a. di Vaduz nel Liechtenstein. Chi siano i veri azionisti, protetti dal blindato anonimato garantito dal piccolo principato è impossibile saperlo, sappiamo, però (grazie a “La Nuova Sardegna” di Sassari [3]) che in passato l'autorevole settimanale tedesco “Der Spiegel” ha scritto che i capitali di questa catena di scatole cinesi portano a “gestori internazionali di discariche italiane”.

L'inceneritore di Verbania

Nella primavera del 1990 il direttore dell'allora Idealgo s.r.l., Gunter Kiss fece costruire un impianto sperimentale per la pirolisi dei rifiuti a Verbania [4]. L'impianto venne poi spento perché Gunter Kiss non aveva autorizzazione alcuna per l'utilizzo di rifiuti come combustibile. Nell'Ottobre dello stesso anno Kiss richiese alle autorità piemontesi la concessione di rendere operativo un altro impianto di pirolisi di RSU, dalla capacità di una tonnellata al giorno. Anche senza i necessari permessi l'impianto fu iniziato. Nel Gennaio del 1991 la Idealgo s.r.l. Cambiò il suo nome in Thermoselect s.r.l., al comando oltre a Gunter Kiss figurano i nomi di Ise Marie Gudula-Freitag (PR), di Renato Viviani e di Emanuele Lantieri.
L'avvio dell'impianto è però sfortunato: il 6 Marzo 1991 un'esplosione ferisce due operai. Nello stesso mese la Thermoselect richiese la possibilità di costruire un nuovo impianto sperimentale di rifiuti solidi urbani da 100 tonnellate al giorno. Essendo la nuova installazione considerata sperimentale non venne richiesto alla Thermoselect di rispettare la normale procedura di tutela ambientale. Seppure fosse evidentemente sovradimensionato rispetto ad un normale impianto sperimentale.
Un anno dopo, un esposto di un'associazione ambientalista, porta all'apertura di un'inchiesta sulla struttura di Verbania. Nel Giugno del 1992 il PM Antonio Simone bloccò l'inceneritore e richiese alla corte di perseguire la dirigenza della Thermoselect per violazione delle norme di tutela ambientale. I dirigenti della Thermoselect vengono accusati per il rilascio di cianuro nel Rio Tronetta, un affluente del Lago Maggiore,e per lo stoccaggio non autorizzato di scorie tossiche. Stando alle carte l'impianto generava 60 tonnellate di rifiuti al giorno, 13 tonnellate di gesso contaminato da pericolosi inquinanti (originato dal trattamento dei fumi di scarico) e 8 tonnellate di ossidi metallici al mese. I dirigenti vengono condannati in tutti i gradi giudizio, fino alla Cassazione.
All'inizio del 1993 all'impianto fu garantito lo status di centrale di produzione energetica, dall'allora direttore generale del ministero dell'Ambiente Corrado Clini, a dispetto del fatto che l'impianto non producesse energia. Nell'Aprile del 1993 altre due esplosioni avvennero nell'impianto. Allo stesso tempo un'altra indagine rivelò un altro stoccaggio illegale di rifiuti tossici, per questo motivo l'impianto venne fermato per un mese.
Nel Giugno del 1995 il sindaco di Verbania ordinò alla Thermoselect di smettere di sversare liquami nelle fognature, per via dell'alto contenuto di sostanze clorate (1760 mg/l) ammoniaca e zinco (entrambe a concentrazioni di 14,5 mg/l) nei campioni esaminati.
Nel Dicembre 1995 un'altra indagine per corruzione partì nei confronti di Gunter Kiss e Corrado Clini, quest'ultimo ritenuto troppo lesto nell'escludere la necessità di un'autorizzazione preventiva da parte dello stato (in quanto il progetto era ritenuto pilota). Clini – difeso dall’avvocato
Carlo Taormina – chiese ed ottenne di trasferire il processo al Tribunale di Roma. Dopodiché la sua posizione fu completamente archiviata [5].

Corruzione in Canton Ticino e l'inceneritore di Kalsruhe

Il settimanale tedesco Der Spiegel, nel numero del 1 marzo 1993, pubblica un'inchiesta nella quale denunciale sponsorizzazioni politiche della società. Si fa addirittura il nome dell'allora ministro dell'Ambiente del BadeWuttemberg, Herald Schaerfer. Ma la Thermoselect va avanti per la sua strada e decide di estendere le attività al mercato svizzero. Si candida così alla costruzione e alla gestione di un impianto di termoconversione nel Canton Ticino. Il terremoto scoppia nel 1995,quando il giornale La Regione Ticino accusa la Thermoselect di aver finanziato la Lega dei Ticinesi e il loro giornale, “Il Mattino della Domenica”, che, guarda caso, sosteneva il progetto della società. Si parladi 800 mila franchi svizzeri di mazzetta che Gunter Kiss nel 1991 avrebbe elargito al giornale. Non basta: La Regione Ticino accusa anche il consigliere nazionale della Lega dei Ticinesi Flavio Maspoli (proprietario del giornale “L'Altra Notizia”) di avere ricevuto, a fine 1994, finanziamenti illeciti, in qualità di membro del Consorzio rifiuti. La procura cantonale apre un'inchiesta che arriva fino ad alcuni membri del Gran consiglio del Ticino (l'esecutivo cantonale). Malgrado la tempesta politico-giudiziaria,il parlamento del Canton Ticino decide di affidare alla Thermoselect la costruzione di un impianto di gassificazione per rifiuti solidi urbani.
Sul fronte tedesco, intanto, passa il progetto dell'impianto di Karlsruhe, nonostante l'opposizione dei Verdi. Ma nell'agosto di quest'anno, a due anni dall'avvio, l'impianto non riesce a superare il collaudo fatto dalle autorità tedesche. Con un effetto domino, viene subito revocata la concessione anche nel Canton Ticino perché, dopo un referendum popolare e un lungo braccio di ferro politico, si era arrivati alla mediazione che l'impianto sarebbe stato costruito solo nel caso che quello gemello di Karlsrhue avesse superato l'esame delle autorità tedesche. Come se non bastasse, i giornali svizzeri e tedeschi hanno fatto il nome della Thermoselect nello scandalo dei fondi neri del Cdu, il Partito Cristiano democratico di Helmut Kohl. Nel 1995 la società versò, infatti, 100 mila marchi al partito Cristiano-Democratico Cdu del Baden-Wuttemberg per ottenere l’approvazione dell’impianto di Karlsruhe.
Quella del gassificatore tedesco è una storia molto travagliata [6].
L’impianto di Karlsruhe è identico a quello dei progetti presentati da Co.La.Ri per Malagrotta, e molto simile a quelli proposti per Albano e Mediglia. A Karlsruhe, ottenuto il permesso di realizzazione nel 1996, solo nel 2002 veniva concesso il permesso ad operare a determinate condizioni, in quanto in fase di sperimentazione le soglie nocive di emissioni erano state superate e l’impianto era stato sottoposto a numerose trasformazioni in corso d’opera. Il permesso fu rilasciato sulla base di un test durato 4 settimane (dal 23 ottobre al 21 novembre 2001), periodo nel quale le tre linee hanno lavorato al 60% della potenza dichiarata. A fronte di un permesso di consumo di acqua pari a 356.000 metri cubi all’anno, l’impianto ha consumato 400.000 metri cubi di acqua in sei mesi; anche il consumo di gas per il funzionamento degli altoforni è risultato superiore alle aspettative collocandosi tra i 290 e i 380 metri cubi per tonnellata di CDR. Sulla base di tale pessima performance l’impianto, che avrebbe dovuto gassificare 250 tonnellate al giorno di RSU, è stato in condizione di gassificare non oltre le 120 tonnellate al giorno nel 2002, anno di picco di utilizzo. Della vicenda si sono occupati per anni i giornali locali.

L’impianto di Karlsruhe (cfr. EUWID n.18 del 3/5/2005) è stato chiuso in quanto il contratto tra l’operatore EnBW e le Autorità Municipali per il trattamento dei RSU è stato annullato. Dopo cinque anni di operazioni l’impianto di trattamento ad alta temperatura è stato chiuso alla fine del 2004. Le perdite di EnBW ammontavano a 100 milioni di euro EnBW ha pagato alla Municipalità 1,45 milioni di euro come compensazione.

Tornando alla Svizzera, nella trasmissione “Per un pugno di rifiuti” a firma della giornalista Dinorah Cervini, mandato in onda il 15 novembre 2007 dalla Televisione della Svizzera Italiana per la rubrica “Falò”, l’ing. Mauro Gandolla, ex responsabile per il settore
rifiuti del Canton Ticino, denuncia pubblicamente il tentativo di corruzione e le successive pressioni anche a livello familiare subite dalla Thermoselect che lo hanno indotto a dare le dimissioni dal suo incarico.
E' curioso notare come il sito della società non sia più aggiornato proprio da quell'anno e che negli ultimi progetti di inceneritori a gassificazione il nome stesso della società svanisca, sostituito da quello della società giapponese che ne ha rilevato il brevetto, la JFE.


L'inceneritore di Albano e la JFE

Il progetto dell’inceneritore d’Albano si fonda su tecnologia Thermoselect, infatti, nel Quadro di riferimento progettuale del gassificatore d’Albano del 21/12/2007 a pag.78 si legge: La JFE ha cominciato lo sviluppo di suddetta tecnologia di gassificazione nel 1992 ed a seguito di questo interessamento nel 1997 la Kawasaki Steel (ora JFE) ebbe la licenza di utilizzare la tecnologia di gassificazione dalla Thermoselect S.A. [7].
Tirando le somme, quindi, la JFE utilizza tecnologia Thermoselect semplicemente perché ne ha acquistato il brevetto in base al quale progetta i reattori dei suoi impianti di gassificazione.
Se ciò non fosse sufficiente, in questa pubblicazione recente di uno dei più accreditati esperti internazionali:

(Nickolas J. Themelis is Stanley-Thompson professor Emeritus at the Department of Earth and Environmental Engineering, Columbia University, New York, and Chair of the Waste-to-Energy Research and Technology Council (WTERT). e-mail: njt1@columbia.eduQuesto indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo.

viene detto chiaramente (parti evidenziate nel testo inglese) che la tecnologia JFE è direttamente tecnologia Thermoselect ed è riassunta nelle parole [...] l’unico processo corretto di gassificazione su scala industriale è il processo Thermoselect, correntemente utilizzato dalla JFE. e in altri passaggi a proposito di impianti costruiti in Giappone dalla JFE si parla sempre di impianti

JFE - TS ovvero Japan Fukuyama Engineering - Thermoselect.

Riassumiamo gli altri fatti documentati internazionalmente in modo inconfutabile.

Il gassificatore proposto dal Consorzio Ecologico Massimetta (Co.E.Ma.) utilizzerà tecnologia della Japan Fukuyama Engineering (JFE). Questa tecnologia è esattamente quella del brevetto svizzero Thermoselect. Il brevetto, la cui tecnologia di punta è riassunta in inglese con il termine Thermoselect gasifying and melting furnace è stato acquistato nel 2005 dalla Japan Fukuyama Engineering e viene, da quella data, riportato nelle pubblicazioni internazionali come JFE Thermoselect gasifying and melting furnace [8, 9, 10]. A differenza di quanto si ostinano ad affermare i proponenti, non contraddetti dal prof. Baruchello, consulente incaricato di esprimere il parere tecnico per la Regione Lazio, che al punto 4 della relazione (Marzo 2009) parla di brevetto JFE Environmental Solutions Corporation.

Alle affermazioni del rappresentante COLARI alla seduta del 16 ottobre 2006 al tavolo di concertazione regionale “Innovazione tecnologica e Ricerca”: -COLARI ha fatto miglioramenti alla tecnologia dell’impianto, che non è più Thermoselect- , lo stesso ufficio regionale Valutazione di Impatto Ambientale, su richiesta della RRRL afferma che “non risultano atti o provvedimenti successivi inerenti variazioni in corso d’opera nella tecnologia impiegata nell’impianto” rispetto all’ordinanza n.16 del 25/03/2005 [11].

Il nome Thermoselect non è mai espressamente citato nelle relazioni allegate al progetto dell'inceneritore d'Albano. Ci sono due fatti oggettivi per capire il motivo:

  • Fino al 2003 il Co.La.Ri. (Consorzio Laziale Rifiuti) di Manlio Cerroni, attraverso il direttore tecnico Mauro Zagaroli, ha fatto di tutto per pubblicizzare la tecnologia Thermoselect, proponendola come soluzione per bruciare i rifiuti di Malagrotta. A tale scopo nel 2003 furono organizzate prove nell’unico impianto europeo Thermoselect allora in funzione, a Karlsruhe (Germania), con CRD (combustibile da rifiuti) trattato nell’impianto di Malagrotta. L’esito delle prove fu definito dagli organizzatori un successo e divulgato sia in seminari che in Internet, ignorando i seri problemi che già erano emersi nella conduzione dell’impianto tedesco (proprietà Energie Baden-Wurttemberg AG). Non è pensabile che almeno l’ingegnere Carlo Riva, responsabile Thermoselect, non fosse a conoscenza di questi fatti.

  • L’anno successivo (2004) l’impianto fu chiuso definitivamente per difetti e inadeguatezze di vario tipo, come in precedenza era stato chiuso l’altro impianto Thermoselect di Fondotoce (Verbania).Da quel momento in poi il nome non è stato più utilizzato nè dal Co.La.Ri. né dal Co.E.Ma. e sostituito da quello di JFE.

Non sembra ci possano essere altre spiegazioni se non che il marchio Thermoselect dopo i due fallimenti in Italia e in Germania era impresentabile in Europa. Il fatto che il Co.E.Ma. voglia nascondere a tutti i costi l’origine del brevetto è quindi spiegabile, ma questo non giustifica che la Regione Lazio o i suoi consulenti di fiducia non sentano l’obbligo di chiedersi quali garanzie reali per la salute di migliaia di residenti offra un brevetto nei fatti già bocciato in Europa per la sua inadeguatezza e pericolosità.

Qualche considerazione finale

Troviamo assai peculiare che il ministro Corrado Clini, già implicato in uno scandalo legato alla Thermoselect nel 1996 per l'inceneritore di Verbania, nuovamente si trovi ad essere denunciato, questa volta per per violazione del segreto istruttorio e per abuso d’ ufficio [12], nel 2012 in una controversia legata allo stesso tipo di tecnologia. Come faceva il ministro a conoscere il contenuto di una sentenza del Consiglio di Stato prima della sua pubblicazione? Come mai Clini continua a progettare il ciclo rifiuti della regione Lazio, fondando tutto sul binomio inceneritore-discarica [13] (lo stesso che causò il disastro campano, vedi lo scandalo delle ecoballe dell'inceneritore di Acerra), quando allo stesso tempo a Parma dichiara obsoleto l'incenerimento [14]? Cosa c'entra Cerroni in tutto questo?


Fonti


[1] www.thermoselect.com

[2] Pattumiere Pepite e Pistole di Ivan Berni, Baldini Castoldi Dalai (1998)

[3] http://ricerca.gelocal.it/lanuovasardegna/archivio/lanuovasardegna/2000/12/05/SL201.html

[4] http://www.zb.eco.pl/gb/20/zgierz.htm

[5]http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/11/16/ministro-dellambiente-indagato-inquinamento/171116/

[6] Osservazioni a STUDIO IMPATTO AMBIENTALE “Progetto Mediglia per un’energia sostenibile”elaborate e sottoposte dal Gruppo Consiliare “LA FENICE PER MEDIGLIA” http://www.scribd.com/doc/12702339/6-Osservazioni-a-SIAComune-Mediglia

[7] Thermoselect waste gasification and reforming process Yamada Sumio (JFE technical report n°3 pag. 21-26 (2004))

[8] Marushima Hironari (Resources processing volume 51, n°4, pagine 234- 238 (2004))

[9] Iino Yoshitsugu e Nakamura Sunao (JFE Technical Report (2006) n°8)

[10] Nickolas J. Themelis (Columbia University, New York) (Waste Management World (luglio 2007))

[11] Comunicazione scritta ufficio V.I.A. Prot. 213212/25/04 del 01/12/2006 in risposta accesso agli atti del WWF Lazio

[12]http://roma.repubblica.it/cronaca/2012/03/19/news/no_all_inceneritore_di_albano_residenti_denunciano_clini-31810223/

[13]http://www.minambiente.it/home_it/showitem.html?item=%2Fdocumenti%2Fcomunicati%2Fcomunicato_0337.html&lang=it

[14]http://www.parmaoggi.it/2012/04/01/il-gcr-intervista-il-ministro-clini-linceneritore-di-parma-e-superato/


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