L’obiettivo della caccia è cambiato. Non è in un vecchio verbale della Commissione parlamentare d’inchiesta sul ciclo dei rifiuti, come invece pensavo qualche giorno fa, la “verità” del pentito Carmine Schiavone sulle località della Campania e del basso Lazio in cui la criminalità organizzata ha nascosto i rifiuti chimici e radioattivi che avvelenano la terra e fanno morire la gente.
Secondo quanto ha dichiarato pochi giorni fa l’ex boss della camorra in un’intervista a Sky Tg24, nessuno è mai andato a cercare la roba tossica nei punti che pure egli stesso ha indicato e per questo si è pentito di essersi pentito, anche se (dice) si è comunque pentito di cuore, perchè in seguito a quei veleni dispersi nell’ambiente si sente milioni di malati di cancro sulla coscienza.
Le “verità” di Schiavone sui luoghi dei rifiuti, ho appurato poco fa, si trovano in una sua deposizione del 1995 allegata ad un processo penale a carico di Luca Avolio. Dunque (come già volevo fare con gli atti parlamentari) offrirò volentieri un caffè a chi mi farà avere quella deposizione in formato digitale: sempre che la persona in questione voglia venire a prendere il caffè a Torino, dove io abito.
In effetti, almeno fino al 1997 le verifiche della deposizione di Schiavone “a volte non sono neanche risultate possibili”, come si legge nei successivi verbali della Commissione parlamentare sui rifiuti. E in seguito?
Ma le cose con ordine: innanzitutto ecco gli estremi precisi del pezzo di carta da cui bisogna partire.
Si tratta del “Doc. n.18, allegato 3, Tribunale di Napoli, VII Sezione penale, procedimento penale n.4364/13/93+4365/13/93 a carico di Avolio Luca + 8, udienza del 28/3/1995, deposizione del collaboratore di giustizia Carmine Schiavone”: è citato esattamente in questi termini a pagina 40 (in nota) della relazione finale della Commissione d’inchiesta sul ciclo dei rifiuti della Camera, approvata l’11 marzo 1996.
Fu quella la prima commissione parlamentare sui rifiuti. Altre ne seguirono fino alla scorsa legislatura: dopo le elezioni del febbraio scorso la commissione non risulta nuovamente istituita. Nel 1996, la commissione dava grande importanza alle (allora fresche) rivelazioni di Carmine Schiavone.
Ecco lo screenshot di un passo saliente della relazione finale.
La nota 8 richiama il documento che ho citato prima; la nota 7, riferita a meno esaurienti deposizioni di Schiavone sullo stesso tema, rimanda al “Doc. 32.11, verbale di interrogatorio di persona indagata di reato collegato”. E’ disponibile on line solo un resoconto sommario - non il verbale completo – dell’audizione del procuratore capo di Napoli Agostino Cordova durante la quale egli parlò alla Commissione delle rivelazioni di Schiavone. Nel resoconto sommario il nome di Schiavone non figura nemmeno; tuttavia il contenuto dell’audizione fu in buona parte segretato.
Un verbale della Commissione bicamerale sui rifiuti del 1997 – un anno più tardi, quindi – dà conto dell’audizione di Giovanni Melillo, sostituto procuratore della Repubblica presso il tribunale di Napoli.
Il presidente della commissione gli porge appunto quella domanda. Il succo della risposta è che ci sono indagini in corso e a volte “non sono neanche state possibili verifiche più attendibili, anche per la conformazione dei luoghi. Stiamo parlando di vasche con profondità assolutamente non raggiungibili per le operazioni di campionatura”.
Bisognerebbe leggersi tutti i successivi verbali della Commissione parlamentare sui rifiuti per appurare se, e come, le rivelazioni di Schiavone hanno avuto un seguito. Bisognerebbe anche ripercorrere gli atti processuali per vedere come esse sono state trattate: può darsi che siano state tutte sottoposte a verifica e si siano rivelate inconsistenti. Oppure può darsi che quel filone – come dice Schiavone – non sia stato approfondito a dovere.
Leggersi otto anni di verbali è un compito veramente improbo per una blogger. E dunque, lettori, vi invito a collaborare: del resto questo post non è solo farina del mio sacco. E’ frutto, per così dire, di un brainstorming telematico: devo ringraziare Fabio ed Ettore. Ogni ulteriore apporto attraverso i commenti è il benvenuto. E ricordate: un caffè (da bersi rigorosamente a Torino, così non devo prendere il treno, grazie) attende chi metterà on line il verbale della deposizione di Schiavone avvenuta il 28 marzo 1995.
Secondo quanto ha dichiarato pochi giorni fa l’ex boss della camorra in un’intervista a Sky Tg24, nessuno è mai andato a cercare la roba tossica nei punti che pure egli stesso ha indicato e per questo si è pentito di essersi pentito, anche se (dice) si è comunque pentito di cuore, perchè in seguito a quei veleni dispersi nell’ambiente si sente milioni di malati di cancro sulla coscienza.
Le “verità” di Schiavone sui luoghi dei rifiuti, ho appurato poco fa, si trovano in una sua deposizione del 1995 allegata ad un processo penale a carico di Luca Avolio. Dunque (come già volevo fare con gli atti parlamentari) offrirò volentieri un caffè a chi mi farà avere quella deposizione in formato digitale: sempre che la persona in questione voglia venire a prendere il caffè a Torino, dove io abito.
In effetti, almeno fino al 1997 le verifiche della deposizione di Schiavone “a volte non sono neanche risultate possibili”, come si legge nei successivi verbali della Commissione parlamentare sui rifiuti. E in seguito?
Ma le cose con ordine: innanzitutto ecco gli estremi precisi del pezzo di carta da cui bisogna partire.
Si tratta del “Doc. n.18, allegato 3, Tribunale di Napoli, VII Sezione penale, procedimento penale n.4364/13/93+4365/13/93 a carico di Avolio Luca + 8, udienza del 28/3/1995, deposizione del collaboratore di giustizia Carmine Schiavone”: è citato esattamente in questi termini a pagina 40 (in nota) della relazione finale della Commissione d’inchiesta sul ciclo dei rifiuti della Camera, approvata l’11 marzo 1996.
Fu quella la prima commissione parlamentare sui rifiuti. Altre ne seguirono fino alla scorsa legislatura: dopo le elezioni del febbraio scorso la commissione non risulta nuovamente istituita. Nel 1996, la commissione dava grande importanza alle (allora fresche) rivelazioni di Carmine Schiavone.
Ecco lo screenshot di un passo saliente della relazione finale.
La nota 8 richiama il documento che ho citato prima; la nota 7, riferita a meno esaurienti deposizioni di Schiavone sullo stesso tema, rimanda al “Doc. 32.11, verbale di interrogatorio di persona indagata di reato collegato”. E’ disponibile on line solo un resoconto sommario - non il verbale completo – dell’audizione del procuratore capo di Napoli Agostino Cordova durante la quale egli parlò alla Commissione delle rivelazioni di Schiavone. Nel resoconto sommario il nome di Schiavone non figura nemmeno; tuttavia il contenuto dell’audizione fu in buona parte segretato.
Che fine hanno fatto le rivelazioni di Schiavone?
Un verbale della Commissione bicamerale sui rifiuti del 1997 – un anno più tardi, quindi – dà conto dell’audizione di Giovanni Melillo, sostituto procuratore della Repubblica presso il tribunale di Napoli.
Il presidente della commissione gli porge appunto quella domanda. Il succo della risposta è che ci sono indagini in corso e a volte “non sono neanche state possibili verifiche più attendibili, anche per la conformazione dei luoghi. Stiamo parlando di vasche con profondità assolutamente non raggiungibili per le operazioni di campionatura”.
Bisognerebbe leggersi tutti i successivi verbali della Commissione parlamentare sui rifiuti per appurare se, e come, le rivelazioni di Schiavone hanno avuto un seguito. Bisognerebbe anche ripercorrere gli atti processuali per vedere come esse sono state trattate: può darsi che siano state tutte sottoposte a verifica e si siano rivelate inconsistenti. Oppure può darsi che quel filone – come dice Schiavone – non sia stato approfondito a dovere.
Leggersi otto anni di verbali è un compito veramente improbo per una blogger. E dunque, lettori, vi invito a collaborare: del resto questo post non è solo farina del mio sacco. E’ frutto, per così dire, di un brainstorming telematico: devo ringraziare Fabio ed Ettore. Ogni ulteriore apporto attraverso i commenti è il benvenuto. E ricordate: un caffè (da bersi rigorosamente a Torino, così non devo prendere il treno, grazie) attende chi metterà on line il verbale della deposizione di Schiavone avvenuta il 28 marzo 1995.
http://www.ecoblog.it/post/107573/carmine-schiavone-pentito-dei-casalesi-a-sky-tg24i-rifiuti-tossici-uccideranno-in-basso-lazio
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