Comunicato di pubblica resistenza al DDL intercettazioni

Gentile Onorevole Presidente del Consiglio dei Ministri Silvio Berlusconi, in questi giorni, in queste ore, il Parlamento della Repubblica Italiana è impegnato in una corsa contro il tempo per una più che rapida approvazione del disegno di legge firmato dall'Onorevole Ministro della Giustizia Angelino Alfano e noto come "ddl intercettazioni".

Il provvedimento rappresenta una delle più drastiche limitazioni al potere d'indagine che compete ai magistrati inquirenti del nostro paese e, al contempo, la più dura, feroce e devastante limitazione al diritto costituzionale di informazione; il diritto di farla e il diritto di riceverla.

Il progetto di legge, per mezzo dei suoi punti fondanti, impedisce il racconto giornalistico su fatti giudiziari di pubblico dominio e privi di segreto, stabilisce pene detentive e pecuniarie pesantissime verso chiunque osi divulgare verità giudiziarie, introduce nuovi obblighi di rettifica per i blog minandone la sopravvivenza, trasforma in crimine il diritto dei cittadini vittime di crimini di raccogliere prove audio e video a dimostrazione del reato e stabilisce odiose discriminazioni tra forme di giornalismo, all'interno di una drammatica limitazione del diritto ad effettuare inchieste giornalistiche.

Il diritto all'informazione nelle sue forme più elementari, il principio di legalità e la ricerca della giustizia vengono totalmente smantellati da tale provvedimento.

Pertanto questo sito internet dichiara sin da adesso che, per imprescindibili motivi etici e in ragione della difesa del diritto alla libertà di parola e di stampa, solennemente sancito dalla Costituzione italiana e dalle leggi vigenti, in caso di approvazione in via definitiva e di conversione in legge, non potrà attenersi in alcun modo alle norme che compongono il disegno di legge sulle intercettazioni.

Questo sito si dichiara altresì .. per imprescindibili motivi sia etici che politici .. deberlusconizzato .. demontizzato .. degrillizzato

giovedì 5 gennaio 2012

Il premio di Amnesty International al più votato "Eroe per i diritti umani" va a Muammar Gheddafi LybianFreePress

Gheddafi è stato il concorrente più votato con oltre 1000 punti di vantaggio sul secondo. Amnesty ha ora chiuso le votazioni e cancellato la classifica.
La domanda è: “Amnesty ammetterà la vittoria di Gheddafi o cercherà di truccare i dati?”

Questo è il link per accedere alla pagine delle votazioni (ora chiuse) di Amnesty: http://takeaction.amnestyusa.org/site/c.6oJCLQPAJiJUG/b.7854459/k.DD3/Human_Rights_Heroes.htm

Le bugie delle Nazioni Unite sulla Libia da LibyanFreePress del 14/11/2011

Per dare ancora più forza al recente post, si prega di leggere la seguente relazione del 4 gennaio 2011 della 16a Sessione della Assemblea Generale delle Nazioni Unite del Consiglio per i diritti umani:

Prima che la NATO e gli USA iniziassero a bombardare la Libia, le Nazioni Unite si stavano preparando a conferire un premio al colonnello Muammar Gheddafi, e la Jamahiriya libica, per le sue realizzazioni nel campo dei diritti umani. 
Proprio così, lo stesso uomo, il colonnello Muammar Gheddafi, che la NATO e gli Stati Uniti ci hanno detto per mesi che era un “brutale dittatore”, stava per ricevere un premio per il suo record dei diritti umani in Libia. 

Che strano che le Nazioni Unite stavano per conferire un premio per i diritti umani ad un “brutale dittatore” alla fine di marzo.

Ma allora chi era questo “brutale dittatore” meritevole di un premio? Così, vorrebbero farci credere che sapevano che era un “brutale dittatore”, ma avevano deciso di dargli un premio per i diritti umani?! Incredibile! Incredibili bugie che ci hanno detto i media, la NATO e il governo degli Stati Uniti. Assolutamente incredibile! Non sorprende, ma è stupefacente! Ma ancora più sorprendente, è il fatto che, di volta in volta, gran parte del pubblico americano e occidentale, senza mettere in discussione, crede ogni singola parola che esce dalle “notizie” dei media.

È degno di nota di leggere le due seguenti frasi dal rapporto dell’Assemblea Generale:

“Varie delegazioni hanno inoltre preso atto con apprezzamento l’impegno del paese a difesa dei diritti umani sul terreno. Istruzioni aggiuntive, che non potevano essere consegnate durante il dialogo interattivo, dati i vincoli di tempo, saranno pubblicate sulla rete Extranet della revisione periodica universale, se disponibile”.

In una nota di tale relazione, c’è una lista di paesi che ha elogiato il Colonnello Gheddafi e la Jamahiriya libica (stato delle masse), a sostegno della decisione della Assemblea Generale del Consiglio dei diritti umani di conferire questo premio al colonnello Gheddafi. Quì è presente l’elenco. Il lettore può guardare la lista e farsi un proprio giudizio per quanto riguarda il livello di credibilità, o il livello di credibilità percepita, di uno dei paesi particolari elencati:
Danimarca, Cina, Italia, Paesi Bassi, Mauritania, Slovenia, Nicaragua, Federazione Russa, Spagna, Indonesia, Svezia, Norvegia, Ecuador, Ungheria, Sud Africa, Filippine, Maldive, Cile, Singapore, Germania , Australia, Kazakistan, Lettonia, Angola, Nigeria, Congo, Burundi, Zambia, Ruanda, Burkina Faso, Senegal, Costa d’Avorio, Gibuti, Zimbabwe.

Se avete prestato attenzione alla notizia, noterete che alcuni dei paesi sopra elencati hanno improvvisamente fatto un dietro-front, decidendo di iniziare a sostenere la NATO e gli Stati Uniti nella loro guerra di aggressione. Perché? Per quale altro motivo? Denaro. È sempre la linea di fondo, e non c’è dubbio che tutto sarà esposto, ad un certo momento nel futuro, proprio come sono state esposte le bugie che il governo americano ha detto ai suoi cittadini, e il mondo, sulle “armi di distruzione di massa” in Iraq. E quegli stessi paesi sono stati in procinto di conferire un premio al colonnello Gheddafi, per i diritti umani, dopo aver attentamente studiato la società libica. Allora, cos’è questa storia del brutale dittatore?
Chiudo il post ricordando che, nella Libia “liberata”, episodi di razzismo, guerre tra varie fazioni ed omicidi, si ripetono ogni giorno. Addirittura più di quando c’era Gheddafi. – (Altranews)

Nessun commento:

Posta un commento