Comunicato di pubblica resistenza al DDL intercettazioni

Gentile Onorevole Presidente del Consiglio dei Ministri Silvio Berlusconi, in questi giorni, in queste ore, il Parlamento della Repubblica Italiana è impegnato in una corsa contro il tempo per una più che rapida approvazione del disegno di legge firmato dall'Onorevole Ministro della Giustizia Angelino Alfano e noto come "ddl intercettazioni".

Il provvedimento rappresenta una delle più drastiche limitazioni al potere d'indagine che compete ai magistrati inquirenti del nostro paese e, al contempo, la più dura, feroce e devastante limitazione al diritto costituzionale di informazione; il diritto di farla e il diritto di riceverla.

Il progetto di legge, per mezzo dei suoi punti fondanti, impedisce il racconto giornalistico su fatti giudiziari di pubblico dominio e privi di segreto, stabilisce pene detentive e pecuniarie pesantissime verso chiunque osi divulgare verità giudiziarie, introduce nuovi obblighi di rettifica per i blog minandone la sopravvivenza, trasforma in crimine il diritto dei cittadini vittime di crimini di raccogliere prove audio e video a dimostrazione del reato e stabilisce odiose discriminazioni tra forme di giornalismo, all'interno di una drammatica limitazione del diritto ad effettuare inchieste giornalistiche.

Il diritto all'informazione nelle sue forme più elementari, il principio di legalità e la ricerca della giustizia vengono totalmente smantellati da tale provvedimento.

Pertanto questo sito internet dichiara sin da adesso che, per imprescindibili motivi etici e in ragione della difesa del diritto alla libertà di parola e di stampa, solennemente sancito dalla Costituzione italiana e dalle leggi vigenti, in caso di approvazione in via definitiva e di conversione in legge, non potrà attenersi in alcun modo alle norme che compongono il disegno di legge sulle intercettazioni.

Questo sito si dichiara altresì .. per imprescindibili motivi sia etici che politici .. deberlusconizzato .. demontizzato .. degrillizzato

domenica 4 aprile 2010

".. Ma quanto mangiate? .."


commento inserito da imbuteria il 25 ottobre 2008 
Ma quanto mangiate?
da Petrolio


Nelle discussioni sulla fine dell'era petrolifera, molto spesso è centrale il problema dell'agricoltura, dell'alimentazione, insieme a quello della sovrappopolazione.

Ogni tanto leggo il bel blog gastronomico di Bressanini sull'Espresso, e credo sarebbe sorpreso di veder citato il suo più recente post in un contesto molto diverso da quello che ha rappresentato lui. Cosa mangiavano gli italiani una volta? diventa qui Ma quanto diamine mangiano gli italiani oggi? I grafici proposti da Bressanini danno molto da pensare. Osservate questo:


Si tratta del consumo di carne e pesce in Italia negli ultimi centocinquant'anni circa. Dalla metà dell'800 alla metà del secolo scorso il consumo pro capite era stabile tra i 15 e i 25 chili l'anno. Oggi siamo quasi a 150. 150 chili di carne procapite l'anno. Si tratta di mezzo chilo al giorno: un vero sproposito, in cui certo nessuno di noi si riconosce. Come mai? Anzitutto, perché molta è la carne "occulta": la bistecca non supera magari i due etti, ma poi bisogna considerare il macinato nel ragù, la fetta di prosciutto nel tramezzino, la salsiccetta come antipasto. A ciò, va aggiunto il quantitativo di carne che ogni giorno viene gettata via nella ristorazione, nelle mense, nei supermercati perché invenduta. Tutto fa media.

Tornando al nostro discorso: sembra che la popolazione italiana se la cavasse benissimo anche con un quinto della carne che si consuma oggi. La mortalità era superiore? Certo: ma non vorrete mica confrontare anche gli ospedali, l'igiene e riscaldamenti a disposizione. Forse compensavano mangiando più farinacei? Ecco l'altra sorpresa:

Esatto: il consumo di farinacei, nel nostro Paese, è rimasto praticamente identico nell'ultimo secolo e mezzo, con alcuni alti e bassi e con qualche variazione di gusto: più pasta e meno polenta, ad esempio.

In aumento anche (sorprendentemente, e per fortuna direi) il consumo di frutta e verdura. I nostri nonni mangiavano molte meno delizie dell'orto di quanto a noi ambientalisti piace sognare.

Insomma: a conti fatti oggi siamo a 600 chili di cibo pro capite l'anno, contro i circa 380 di prima della guerra (periodo autarchico e prospero, a giudicare dalle statistiche). Ancora convinti che se dovessimo calare la produzione di cibo del 40% moriremmo tutti di fame? Ancora convinti che dovremmo far fuori il 40% della popolazione pur di continuare a rimpinzarci di bistecche e salsicce cinque volte di più dei nostri genitori e nonni, che pure campavano dignitosamente?

Non sarà invece che questo assurdo eccesso di produzione e consumo porti anche ad un assurdo spreco, e invece di prospettare apocalissi faremmo meglio ad abituarci ad una vita... semplicemente più normale?

1 commento:

  1. Peccato non sono riuscita ad inserir i grafici ma poco male il Blog è a pagina: http://petrolio.blogosfere.it/risorse/3.html dopo seguiva un mio umile pensiero: Inserito alla perfezione nel giusto contesto che e' quello del sano futuribile. Gia' senza andar eccessivamente a ritroso ricordo quella che la mia mama decantava come una grande ricchezza, il possesso di 1 maiale che veniva nutrito con gli avanzi di una famiglia e che poi tra i pianti dei più piccoli veniva sacrificato per il manenimento annuale di tutti gli appartenenti alla stessa più i propri familiari .. essi' che erano 6 figli e la carne veniva conservata dopo esser stata lavorata e salata .. in cantina in un anfratto sotto chiave. Grazie 'mbuto di questo dolce ricordo che mi ha fatto capire Ora la Ricchezza di cui mi parlava mentre io ho sempre pensato le sue come Origini Povere ..

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