Comunicato di pubblica resistenza al DDL intercettazioni

Gentile Onorevole Presidente del Consiglio dei Ministri Silvio Berlusconi, in questi giorni, in queste ore, il Parlamento della Repubblica Italiana è impegnato in una corsa contro il tempo per una più che rapida approvazione del disegno di legge firmato dall'Onorevole Ministro della Giustizia Angelino Alfano e noto come "ddl intercettazioni".

Il provvedimento rappresenta una delle più drastiche limitazioni al potere d'indagine che compete ai magistrati inquirenti del nostro paese e, al contempo, la più dura, feroce e devastante limitazione al diritto costituzionale di informazione; il diritto di farla e il diritto di riceverla.

Il progetto di legge, per mezzo dei suoi punti fondanti, impedisce il racconto giornalistico su fatti giudiziari di pubblico dominio e privi di segreto, stabilisce pene detentive e pecuniarie pesantissime verso chiunque osi divulgare verità giudiziarie, introduce nuovi obblighi di rettifica per i blog minandone la sopravvivenza, trasforma in crimine il diritto dei cittadini vittime di crimini di raccogliere prove audio e video a dimostrazione del reato e stabilisce odiose discriminazioni tra forme di giornalismo, all'interno di una drammatica limitazione del diritto ad effettuare inchieste giornalistiche.

Il diritto all'informazione nelle sue forme più elementari, il principio di legalità e la ricerca della giustizia vengono totalmente smantellati da tale provvedimento.

Pertanto questo sito internet dichiara sin da adesso che, per imprescindibili motivi etici e in ragione della difesa del diritto alla libertà di parola e di stampa, solennemente sancito dalla Costituzione italiana e dalle leggi vigenti, in caso di approvazione in via definitiva e di conversione in legge, non potrà attenersi in alcun modo alle norme che compongono il disegno di legge sulle intercettazioni.

Questo sito si dichiara altresì .. per imprescindibili motivi sia etici che politici .. deberlusconizzato .. demontizzato .. degrillizzato

lunedì 4 giugno 2012

La spending review di Monti: 50 milioni di euro alle zone terremotate dell’Emilia Romagna, 250 milioni di euro al signor Cerroni per l'inceneritore di Albano


L’inceneritore di Malagrotta, tecnologia Termoselect, fiore all’occhiello del signor Cerroni, è fermo dal 10 ottobre 2011 e si è dimostrato un vero fallimento.
Al signor Cerroni è stata affidata, senza alcuna gara nazionale o internazionale ma a trattativa riservata, la costruzione dell’inceneritore di Albano.
Mario Monti e lo Stato Italiano hanno destinato per le zone terremotate dell’Emilia Romagna solo 50 milioni di euro.
Mario Monti e lo Stato Italiano stanno per regalare ad un vecchietto di 90 anni 250 milioni di euro per costruire l’inceneritore di Albano, un altro sicuro fallimento basato su tecnologia Termoselect.

dalla rubrica Lettere de L’Espresso  24 maggio 2012
Da Malagrotta senza lavoro
3 giugno 2012 - Sono un ingegnere chimico che lavora, anzi lavorava al gassificatore di Malagrotta perché l'impianto è fermo dal 10 ottobre 2011 e le 60 persone (me compreso) addette al funzionamento della prima linea di gassificazione sono senza lavoro.  
 
È paradossale che si voglia costruire un nuovo impianto, ad Albano, mentre si manda in malora quello di Malagrotta, il più nuovo del Lazio, disperdendo le capacità professionali acquisite.
 
La sospensione dal lavoro ci è stata comunicata nel momento in cui il gestore ha fermato l'impianto, con la promessa della cassa integrazione per il periodo 3 dicembre 2011 -12 maggio 2012. Ma l'Inps non avrebbe mai ricevuto comunicazione per garantire gli ammortizzatori sociali.
 

Così 60 dipendenti non prendono lo stipendio da ottobre 2011 mentre hanno lavorato fino al 3 dicembre e risultano ancora legati contrattualmente al conduttore del gassificatore, la 7-Hills srl, incaricata dal Colari (Consorzio Lazio Rifiuti) per la gestione del gassificatore. 

E mentre il gestore dell'impianto (Colari), il proprietario di Malagrotta e la Presidente del Lazio litigano e si contendono l'affaire rifiuti, noi viviamo da mesi senza un euro.

SERGIO SERAFINI, email


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