Comunicato di pubblica resistenza al DDL intercettazioni

Gentile Onorevole Presidente del Consiglio dei Ministri Silvio Berlusconi, in questi giorni, in queste ore, il Parlamento della Repubblica Italiana è impegnato in una corsa contro il tempo per una più che rapida approvazione del disegno di legge firmato dall'Onorevole Ministro della Giustizia Angelino Alfano e noto come "ddl intercettazioni".

Il provvedimento rappresenta una delle più drastiche limitazioni al potere d'indagine che compete ai magistrati inquirenti del nostro paese e, al contempo, la più dura, feroce e devastante limitazione al diritto costituzionale di informazione; il diritto di farla e il diritto di riceverla.

Il progetto di legge, per mezzo dei suoi punti fondanti, impedisce il racconto giornalistico su fatti giudiziari di pubblico dominio e privi di segreto, stabilisce pene detentive e pecuniarie pesantissime verso chiunque osi divulgare verità giudiziarie, introduce nuovi obblighi di rettifica per i blog minandone la sopravvivenza, trasforma in crimine il diritto dei cittadini vittime di crimini di raccogliere prove audio e video a dimostrazione del reato e stabilisce odiose discriminazioni tra forme di giornalismo, all'interno di una drammatica limitazione del diritto ad effettuare inchieste giornalistiche.

Il diritto all'informazione nelle sue forme più elementari, il principio di legalità e la ricerca della giustizia vengono totalmente smantellati da tale provvedimento.

Pertanto questo sito internet dichiara sin da adesso che, per imprescindibili motivi etici e in ragione della difesa del diritto alla libertà di parola e di stampa, solennemente sancito dalla Costituzione italiana e dalle leggi vigenti, in caso di approvazione in via definitiva e di conversione in legge, non potrà attenersi in alcun modo alle norme che compongono il disegno di legge sulle intercettazioni.

Questo sito si dichiara altresì .. per imprescindibili motivi sia etici che politici .. deberlusconizzato .. demontizzato .. degrillizzato

mercoledì 20 giugno 2012

A Malagrotta più tumori che nel resto di Roma


(Fonte articolo, clicca qui) Chi vive a Malagrotta ha la possibilità di contrarre tumori alla laringe, al pancreas e al cervello con una percentuale superiore del 3-4% rispetto al resto dei romani. E la stessa incidenza è stata registrata per le malattie cardiovascolari e respiratorie.

A stabilirlo è uno studio epidemiologico sul quartiere disposto dalla Regione Lazio, depositato nei giorni scorsi in procura dove è aperta un’inchiesta per omicidio colposo dopo la morte di quattro persone, decedute per un tumore, tutte residenti vicino alla discarica.

I decessi sono avvenuti tra il 2008 e il 2010. Lo studio della Regione sottolinea anche che non sono chiare le cause che provocano una maggiore incidenza nel contrarre tumori o gravi malattie. Troppe sono le variabili in gioco nella zona (dalla discarica al gassificatore, dalla raffineria all’intenso traffico di mezzi pesanti) che potrebbero influire sulle condizioni di salute dei residenti.

«Spero che la procura disponga una consulenza per fare chiarezza su cosa è successo in questi anni», commenta l’avvocato Francesca Romana Fragale, presidente dell’associazione «Futuro sostenibile», che rappresenta le famiglie delle vittime.

Gli impianti di Malagrotta (Imagoeconomica).

Intanto scoppia nella commissione bicamerale Ecomafie la «guerra del talquale», cioè dei rifiuti così come vengono prelevati dai cassonetti stradali.

Da una parte l’Ama: «Abbiamo proposto al commissario Goffredo Sottile di trattare 1.000 tonnellate al giorno di rifiuti nei nostri due Tmb». «Si possono trattare – precisa l’Ama – tutte le 4 mila tonnellate di immondizia che Roma produce ogni giorno».

Dall’altra la E. Giovi (società di Manlio Cerroni che gestisce gli altri due Tmb e la discarica di Malagrotta) che replica: «I nostri impianti funzionano alla metà delle loro potenzialità perché l’Ama non ci dà rifiuti trattabili sufficienti e preferisce mandarli in discarica perché costa di meno».

Al centro rimane la Capitale che produce al giorno circa 4 mila tonnellate di rifiuti, che andrebbero trattati prima di essere ammassati in discarica. Questo, però, non accade perché finora gli impianti non hanno funzionato al massimo delle loro potenzialità: così a Malagrotta finisce il rifiuto così come viene raccolto dai cassonetti, violando le norme comunitarie.

Di conseguenza l’Ue ha aperto una procedura di infrazione e il Lazio rischia pesanti sanzioni economiche.


Associazione DifferenziaTi

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