Ieri, 22 marzo 2012, è stata la
Giornata Mondiale dell’Acqua 2012. “Il mondo ha sete perché abbiamo fame” il titolo di questa edizione, la ventesima da quando nel 1993 si svolse la sua prima celebrazione, in riferimento all’importanza dell’approvvigionamento di
acqua fresca e potabile unito a quello
alimentare.
Il punto su cui preme maggiormente la Giornata Mondiale dell’Acqua 2012 è sottolineare come, insieme ad un’attenta e più rispettosa gestione delle risorse idriche, vada posto l’accento sul fatto che il nostro approvvigionamento personale di acqua avviene non soltanto bevendola. Nonostante la media pro capite sia compresa tra i 2 e i 4 litri al giorno, molta dell’acqua assimilata dal corpo umano è riferita ai cibi.
Nel mirino quest’anno non soltanto gli sprechi idrici, ma anche quelli alimentari e relativi alla produzione di cibo. Come sottolinea nel rapporto “Progress on Drinking Water and Sanitation 2012″ della UN-Water, per la produzione di un pomodoro, di una fetta di pane, 100 gr. di formaggio o un hamburger sono richiesti rispettivamente 13, 40, 500 e 2.400 litri d’acqua.
Un consumo giornaliero che varia in maniera decisa in funzione del proprio regime alimentare: seguire una dieta vegetariana richiede un consumo compreso tra i 1.500 e i 2.600 litri d’acqua, cifre che salgono tra i 4.0000 e i 5.400 qualora si includa un consistente apporto di carne.
Significativa anche la scelta in merito al luogo di svolgimento dell’evento principale della Giornata Mondiale dell’Acqua di quest’anno: la Sala Verde della sede centrale della FAO a Roma. I lavori si apriranno con un messaggio inviato dal Segretario Generale dell’ONU Bang-Ki-Moon e il saluto del Direttore Generale della FAO José Graziano da Silva.
Molti gli ospiti internazionali presenti, mentre alla discussione prenderanno parte, per il Governo italiano, il ministro dell’Ambiente Corrado Clini e il Sottosegretario alla Politiche Agricole Franco Braga. Seguirà un momento di discussione con la possibilità di domande da parte del pubblico e la presentazione dei vincitori di UN-Water “Acqua per la vita”, premio per le migliori pratiche nel rispetto delle risorse idriche.
Previste inoltre anche iniziative locali in Italia e nel mondo, come ad esempio la vendita di cactus a Forlì e dintorni da parte dell’associazione LVIA per finanziare interventi di manutenzione e gestione delle risorse idriche in Tanzania, Etiopia e Kenya. Federutility lancia invece la campagna “Rubinetti trasparenti”: da oggi online i rapporti sulla qualità dell’acqua potabile italiana divisi per regioni.
LA SFIDA DEI MOVIMENTI PER IL BENE COMUNEIeri è stata ufficialmente la
Giornata Mondiale per l’Acqua, ma già qualche giorno fa il movimento europeo che prova ad imporre l’idea che questo bene sia un bene comune ha chiuso il proprio (contro)summit a Marsiglia. Un successo di partecipazione cui fa eco il fallimento di un locale summit istituzionale sullo stesso tema.
Come notano sul blog-diario ufficiale della manifestazione:
Il forum ufficiale, un flop costato milioni di euro e che ha costretto Nicolas Sarkozy a cancellare la sua partecipazione pochi giorni prima dell’apertura dei lavori, è stato snobbato da tutte le altre cariche degli stati incluso il nostro ministro Corrado Clini.
Al contrario il Forum Alternativo Mondiale dell’Acqua è andato ben oltre qualsiasi aspettativa:
Dall’altro lato della città il forum alternativo in mattinata si era chiuso con l’approvazione di una dichiarazione finale che ribadisce la volontà del movimento di arrestare la privatizzazione e la finanziarizzazione dell’acqua e ottenere il pieno riconoscimento dell’acqua come diritto. Il testo contiene anche un diretto appello alle Nazioni Unite di riportare il dibattito politico sulle risorse idriche in seno istituzionale organizzando un forum “legittimo” a ottobre del 2014.
Insomma, l’idea che l’acqua sia un bene comune non è diffusa solo nel nostro Paese. Il documento stilato, che dà il via ufficiale ad una nuova rete di realtà locali, contiene una sorta di quattro comandamenti che orientano il percorso del movimento:
- l’acqua non è una merce ma un diritto universale ed un bene comune
- il superamento del full cost recovery come principio guida del finanziamento del servizio idrico
- garantire a tutti l’accesso al quantitativo minimo vitale d’acqua
- la partecipazione dei cittadini e dei lavoratori alla gestione del servizio.
Insomma, se una certa vulgata istituzionale sembra insistere sul valore del libero mercato anche nella gestione di servizi come l’acqua, il Forum ha deciso che al contrario l’unica strada capace di garantire l’erogazione del bene in maniera “democratica” passa per il pubblico. Certamente, senza che questo diventi una sorta di apologia acritica del “pubblico”:
Una delle questioni che maggiormente ha animato i dibattiti è quella su quale modello di pubblico il movimento intende abbracciare. Un dibattito aperto che apre un interessante confronto sia culturale che fra tradizioni politiche diverse ed essenziale nella riflessione complessiva sul tema dei beni comuni.
A 4 giorni di distanza dalla chiusura del Forum, possiamo festeggiare la Festa dell’Acqua consapevoli che, non solo le grandi multinazionali e varie istituzioni politiche, ma anche vari movimenti della società civile animeranno nei prossimi anni un dibattito a riguardo che ha diversi nodi da sciogliere.
Fonti: Fame D’Acqua.
ACQUA PUBBLICA: l'Italia NON rispetta le normative secondo la UENella
Giornata Mondiale dell’Acqua arriva l’ammonimento
UE all’Italia. Sotto accusa le istituzioni italiane per il mancato recepimento delle normative europee in merito alla
protezione delle risorse idriche. Il rischio a questo punto è il deferimento da parte della Commissione alla Corte di Giustizia europea.
Una notizia che l’Italia di certo non aspettava proprio nel giorno in cui Roma ospita l’evento principale della Giornata Mondiale dell’Acqua 2012, con ospite proprio il ministro dell’Ambiente Corrado Clini. Dal commissario all’Ambiente, Janez Potocnik, un invito all’invio di un “parere motivato” per giustificare il comportamento italiano ed evitare il ricorso alla Corte di Giustizia:
La direttiva quadro sulle acque – spiega Bruxelles – costituisce la base per gestire e proteggere le acque europee. Essa obbliga gli Stati membri a creare e mantenere ‘i piani di gestione dei bacini idrografici’, che contengono resoconti dettagliati su obiettivi ecologici, quantitativi e chimici previsti per i bacini idrografici che devono essere raggiunti entro un lasso di tempo concordato.
Nel frattempo, anche sul fronte interno arrivano forti pressioni sul ministro Clini in riferimento alla Giornata Mondiale dell’Acqua. Nella mattinata alcuni attivisti hanno “occupato” il Ministero dell’Ambiente chiedendo a gran voce il rispetto di quanto sancito lo scorso giugno con i referendum sull’acqua pubblica.
Fonte: La Presse
Metodi per non Sprecare l'Oro blu:
Istituita dall’Onu nel 1992, la Giornata Mondiale dell’acqua, serve (dovrebbe servire .. ..) a sensibilizzare l’opinione pubblica sul suo utilizzo e consumo, la sua importanza e promozione. In particolare si punta l’obbiettivo su quei paesi dove è un bene raro a causa del clima, del territorio e della cattiva gestione politica.
Da noi l’acqua è un bene pubblico e sempre più famiglie attingono all’acqua potabile del rubinetto, a discapito dell’acquisto in bottiglia. Questo ha fatto si che i costi pro capite siano diminuiti, e che l’impatto ambientale dello smaltimento delle bottiglie di plastica stia gradualmente diminuendo.
Questa scelta è stata favorita anche dall’acquisto di brocche filtranti, l’introduzione di svariati metodi per la depurazione dell’acqua del rubinetto e l’incremento sul territorio della presenza delle case dell’acqua.
Ora il 12 giugno, dopo una raccolta firme lungo tutto lo stivale, siamo chiamati ad esprimere la nostra fondamentale opinione tramite un referendum nazionale a favore o contro la privatizzazione dell’acqua, che è da sempre un bene pubblico quindi gratuito. Privatizzare l’acqua aumenterebbe i costi di ogni singola famiglia, oltre a creare una concorrenza tra le aziende. Si arriverebbe ad una lotta di costi e prezzi, senza una vera regolamentazione che ricadrebbe sul nostro reddito, sulle nostre spese e costi.
È importante quindi trattare l’acqua come un bene importante, unico e fondamentale. L’acqua è vita e benessere, per noi e per l’ambiente. Imparare a limitare gli sprechi è fondamentale.
Altrocosumo propone una serie di idee, una sorta di piccolo decalogo da seguire con cura: utilizzare l’acqua con parsimonia dovrebbe essere la regola principale. Preferire la doccia alla vasca da bagno consente un risparmio, perché l’acqua utilizzata nel primo caso è inferiore. Un miscelatore nuovo poi aiuterà a dosarne il consumo, è una buona usanza farla scorrere solo per sciacquarci e spegnerla mentre ci si insapona. La stessa metodologia la si può applicare mentre ci si lava il viso, le mani o i denti, aprire l’acqua solo nel momento del risciacquo sarà un ottimo espediente contro lo spreco.
Per quanto riguarda le lavatrici e le lavastoviglie in commercio è facile reperire elettrodomestici di classe energetica superiore, utilizzandole sempre a carico pieno e a una temperatura tra i 40° e i 50°.
Anche innaffiare contempla la presenza dell’acqua, preferire una tipologia a goccia e magari serale (specialmente d’estate) favorirà un’irrigazione costante e senza sprechi. Per i vasi si può riutilizzare anche l’acqua del deumidificatore di casa, che è filtrata quindi ottima per le piante, oppure recuperare quella piovana.
Per quanto riguarda il getto d’acqua di ogni rubinetto si può dosare con un comunissimo aeratore o regolatore di flusso, acquistabile in qualsiasi ferramenta, risparmiando 9 litri al minuto contro i 15 litri soliti. Non lasciare il rubinetto sempre aperto mentre si lava frutta o verdura, ma utilizzare una pentola piena d’acqua, sarà il modo migliore per diminuire i costi.
Infine fate sempre controllare tubature, rubinetti e manopole dal vostro idraulico di fiducia, con un check annuale, per intercettare eventuali perdite d’acqua.
ACQUA in ITALIA ?! .. .. .. consumi in aumento e grandi sprechi !!
Le più
recenti indagini condotte dall’Istat per stabilire il
consumo idrico sul territorio nazionale fotografano l’Italia come uno dei paesi europei che fa più uso di acqua potabile. In dieci anni si è registrato un incremento pari all’1,2%, in particolar modo dovuto alle regioni del nord, con Trentino-Alto Adige e Valle d’Aosta in testa, mentre la Puglia è fanalino di coda.
Statistiche su base regionale a parte, è la condizione delle infrastrutture a preoccupare. In alcune aree, soprattutto del Mezzogiorno, buona parte dell’acqua immessa in rete va sprecata a causa dello stato delle condotte. Secondo l’Istat, in determinate situazioni si arriva a buttare 80 litri per ogni 100 che giungono al rubinetto. Puglia, Sardegna, Molise e Abruzzo sono le aree che necessitano con più urgenza di interventi mirati, per porre fine a uno spreco che, nel 2008, ha visto andare perso circa il 47% dell’acqua potabile.
Segnali positivi si registrano invece nelle abitudini dei cittadini, più attenti rispetto al passato nelle modalità di utilizzo di una risorsa tanto preziosa. Dal 2008 al 2009, sulla base dei dati raccolti nei 115 capoluoghi di provincia, il consumo pro capite è sceso dello 0,7%, attestandosi sui 186,6 litri al giorno. In controtendenza solo Milano, che ha fatto registrare un aumento del 1,5%.
L’Istat ha preso in esame anche la quantità di acqua sottoposta ai trattamenti per renderla potabile, necessari o meno a seconda delle caratteristiche specifiche di ogni territorio e alla presenza di fonti sotterranee. In poco più di un decennio si è assistito a un aumento del 5,9%, passando dal 26,3% del 1999 al 32,2%, con la Sardegna identificata come la regione che più impiega questo tipo di procedimenti (89,2%), seguita dalla Basilicata (80,5%), mentre a Lazio (2,9%) e Molise (8,9%) spettano le percentuali più basse.
http://www.tankerenemy.com/2012/03/allarme-per-la-siccita-nellitalia.html
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