(Fonte articolo PACONLINE, clicca qui).
Il sentore che gli affari, ad Albano, per il monopolista dei rifiuti avvocato Manlio Cerroni, non si mettessero bene - al di là dei proclami di rito - era già, da tempo,una voce sempre più diffusa negli ambienti ben informati della politica romana che conta. Certo che la mancanza d’uno “straccio di risposta” da parte dello staff legale del Co.E.Ma. e della Regione Lazio alle nostre memorie e contro-memorie conclusive - da noi depositate nei mesi scorsi al Consiglio di Stato - aveva già sollevato più d’un dubbio sulla tenuta del “sodalizio industriale” pubblico-privato voluto da Marrazzo e Di Carlo (ricordate il fuori onda di Report?).
Per non parlare, poi,delle nostre ormai famigerate - tanto gravi quanto circostanziate - relazioni tecniche, vero e proprio fondamento dei ricorsi legali — nelle quali, anche recentemente, abbiamo sostenuto, ancora una volta, l’infondatezza, l’irrazionalità, l’illegittimità ed illegalità della localizzazione, a Roncigliano, del tristemente noto inceneritore. L’udienza di ieri, ed in modo particolare l’acceso dibattimento, hanno confermato, a tutti, ancor di più, tali “impressioni”…
Diverse, da parte nostra, le eccezioni sollevate: l’assenza d’una regolare gara d’appalto by-passata con un decreto di pubblica utilità per l’assegnazione diretta dell’incarico; l’uso improprio, vietato dalla UE, di fondi pubblici destinati ad energie verdi e rinnovabili; la natura di prototipo industriale (il primo gassificatore al mondo raffreddato ad aria!?) dell’impianto di incenerimento; i pareri di totale contrarietà della Asl Rm-H ed ai relativi dati epidemiologici (un vero caso, permettetemi, di buona sanità!!); i recenti sversamenti di “liquido assimilabile a percolato di discarica diluiti nelle piogge stagionali” nel fosso di Valle Caia, fosso adiacente i locali vigneti ed abitazioni civili; l’inquinamento, certificato recentemente dall’Arpa Lazio, della falda acquifera sottostante la discarica di Roncigliano.
Ma, secondo voi, ad eccezioni relative, in buona sostanza, al diritto dei cittadini alla salute e ad un ambiente salubre - indipendenti, ovviamente, dalla pessima politica dell’emergenza - si può rispondere che i singoli cittadini ricorrenti non sono legittimati a difendere, da soli, i propri interessi, poiché delegate a farlo son le istituzioni rappresentative che essi eleggono a tal fine ?! Credetemi, ieri è successo …
Il re, ora, è nudo e, soprattutto, solo: abbandonato anche da Acea ed Ama.
Con lui, forse, ancora, qualche politico .. Aspettiamo, con rinnovata speranza, tra 60 giorni, la pubblicazione - da parte della V Sez. del Consiglio di Stato - della sentenza definitiva.
A chi interessava - ieri, ed a chi, mi chiedo, ancora oggi , la localizzazione ad Albano del tristemente noto inceneritore?
Daniele Castri (Referente legale del Coordinamento contro l’inceneritore di Albano)
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