Il 28 febbraio scorso si è tenuta l’udienza del Consiglio di Stato ricorrendo al quale Cerroni spera di ritornare in pista con il suo inceneritore.
Benché i suoi legali e quelli della Regione abbiano fornito una prestazione penosa e i nostri avvocati abbiano brillantemente svolto il proprio compito, pare che dovremmo attendere settimane per conoscere la sentenza ultima.
Tra dicembre e gennaio è stata rappresentata l’ignobile commedia del collaudo del II lotto VII invaso. Cerroni e Regione non solo non hanno tenuto in alcuna considerazione le obiezioni storiche a questa ultima buca, ma non hanno prestato la benché minima attenzione agli ultimi dati forniti dall’ARPA per cui i pozzi-spia nella discarica danno valori ampiamente superiori ai massimi consentiti per sostanze come benzene, tribromometano e dibromoclorometano, oltre ai più tradizionali ferro, arsenico, manganese e fluoro.
Stesso destino riservato alle verifiche dell’Ufficio Urbanistica di Albano, risalenti all’ormai lontano novembre scorso che hanno certificato la totale illegittimità del terrapieno incombente sull’Ardeatina.
Noi abbiamo dato vita a tre presidi sia in discarica che sotto il Comune, accumulando 13 denunce che si vanno a sommare alle precedenti.
Nel mese di febbraio la sottoscrizione che abbiamo lanciato per ricorrere al TAR anche contro questo ultimo collaudo, ha avuto successo ed ora depositiamo il ricorso, anche se la sottoscrizione deve andare avanti perché la vertenza non è chiusa e una volta o l’altra, oltre ai bolli, qualcosa agli avvocati dovremo pur dare.
Naturalmente nulla, rispetto ai 200 mila euro “cacciati” da Cerroni per i suoi faccendieri.
Il Comune di Albano ha dato corso alla procedura di infrazione dopo la diffida della Provincia sulla base dei dati ARPA, ma questa storia potrebbe andare avanti anche per un anno perché la legge ambientale (152/06) consente agli avvelenatori di andare per le lunghe.
Tutto ciò non ci piace: nelle falde è stato trovato di tutto nel corso degli anni, dall’ammoniaca al cloroformio al benzene; malgrado ciò Regione, Provincia, Comune, con diverse responsabilità continuano a permettere a Cerroni di andare avanti.
L’ Urbanistica di Albano, se pur con estremo ritardo, riconosce l’abuso del VII invaso e non lo punisce. La gestione alternativa dei rifiuti continua a procedere con lentezza elefantiaca. Si tiene in piedi il carrozzone VOLSCA rifiutando la più ragionevole logica consortile con gli altri comuni. Per esempio, il trattamento per l’umido è rimandato all’impianto a biogas, quindi a caldo, targato VOLSCA, anziché l’impianto di compostaggio a freddo che coinvolge Ariccia, Ardea, Ciampino.
Bei giovani, a che gioco stiamo giocando?
Benché i suoi legali e quelli della Regione abbiano fornito una prestazione penosa e i nostri avvocati abbiano brillantemente svolto il proprio compito, pare che dovremmo attendere settimane per conoscere la sentenza ultima.
Tra dicembre e gennaio è stata rappresentata l’ignobile commedia del collaudo del II lotto VII invaso. Cerroni e Regione non solo non hanno tenuto in alcuna considerazione le obiezioni storiche a questa ultima buca, ma non hanno prestato la benché minima attenzione agli ultimi dati forniti dall’ARPA per cui i pozzi-spia nella discarica danno valori ampiamente superiori ai massimi consentiti per sostanze come benzene, tribromometano e dibromoclorometano, oltre ai più tradizionali ferro, arsenico, manganese e fluoro.
Stesso destino riservato alle verifiche dell’Ufficio Urbanistica di Albano, risalenti all’ormai lontano novembre scorso che hanno certificato la totale illegittimità del terrapieno incombente sull’Ardeatina.
Noi abbiamo dato vita a tre presidi sia in discarica che sotto il Comune, accumulando 13 denunce che si vanno a sommare alle precedenti.
Nel mese di febbraio la sottoscrizione che abbiamo lanciato per ricorrere al TAR anche contro questo ultimo collaudo, ha avuto successo ed ora depositiamo il ricorso, anche se la sottoscrizione deve andare avanti perché la vertenza non è chiusa e una volta o l’altra, oltre ai bolli, qualcosa agli avvocati dovremo pur dare.
Naturalmente nulla, rispetto ai 200 mila euro “cacciati” da Cerroni per i suoi faccendieri.
Il Comune di Albano ha dato corso alla procedura di infrazione dopo la diffida della Provincia sulla base dei dati ARPA, ma questa storia potrebbe andare avanti anche per un anno perché la legge ambientale (152/06) consente agli avvelenatori di andare per le lunghe.
Tutto ciò non ci piace: nelle falde è stato trovato di tutto nel corso degli anni, dall’ammoniaca al cloroformio al benzene; malgrado ciò Regione, Provincia, Comune, con diverse responsabilità continuano a permettere a Cerroni di andare avanti.
L’ Urbanistica di Albano, se pur con estremo ritardo, riconosce l’abuso del VII invaso e non lo punisce. La gestione alternativa dei rifiuti continua a procedere con lentezza elefantiaca. Si tiene in piedi il carrozzone VOLSCA rifiutando la più ragionevole logica consortile con gli altri comuni. Per esempio, il trattamento per l’umido è rimandato all’impianto a biogas, quindi a caldo, targato VOLSCA, anziché l’impianto di compostaggio a freddo che coinvolge Ariccia, Ardea, Ciampino.
Bei giovani, a che gioco stiamo giocando?
SABATO 10 MARZO h. 17.00 ASSEMBLEA PUBBLICA
CECCHINA SALA CIRCOSCRIZIONALE v. ROCCA DI PAPA
GIOVEDI 15 MARZO h.16.30
CONFERENZA STAMPA – MANIFESTAZIONE
ALBANO p.zza COSTITUENTE
COORDINAMENTO CONTRO L’INCENERITORE DI ALBANO
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