intanto rispunta la proroga di Malagrotta
Anche su Quadro Alto, la presenza di una falda acquifera (ma non solo) potrebbe convincere Clini a suggerire soluzioni differenti. Come se ne esce? Cosa succederà ai rifiuti del Lazio dal primo luglio? Ieri dal Veneto i primi schiaffi. L’assessore regionale all’Ambiente, Maurizio Conte: «Dopo le risorse per Roma capitale ci toccherà pure sborsare un’infinità di quattrini per Roma pattumiera e magari accettare proni i loro rifiuti. Così non sarà. Con i cospicui finanziamenti statali ricevuti da Alemanno e chi lo ha preceduto l’autosufficienza nella raccolta e nello smaltimento dei rifiuti non è stata raggiunta». In sintesi: il Veneto non accoglierà i rifiuti del Lazio. Al di là delle polemiche, ora sono due le soluzioni praticabili: la prima guarda a Pian dell’Olmo, alla cave nel territorio di Roma (ma molto vicine a Riano). Questa tesi ieri è stata sostenuta anche dal capogruppo in Comune del Pd, Umberto Marroni: «Dopo che le amministrazioni di centrodestra hanno portato il sistema rifiuti regionale e romano in emergenza è necessario voltare pagina e aprire un tavolo con Governo, istituzioni e forza di maggioranza ed opposizione per affrontare le priorità, fra cui l’individuazione di un sito idoneo per una discarica temporanea, valutando l’ipotesi delle cave di Pian dell’Olmo, ed uno definitivo per inerti e Fos». La seconda, forse più probabile, è quella molto temuta dagli abitanti di Malagrotta e di tutta l’area di Valle Galeria: Monti dell’Ortaccio (a ridosso di Malagrotta), dove di fatto una discarica è già pronta. Ieri il presidente del Municipio XV, Gianni Paris, ha chiesto di incontrare Clini: «Tornare a prendere in considerazione Monti dell’Ortaccio è aberrante, è un crimine».
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