Chiara Rai
Via libera alla costruzione del termovalorizzatore di Albano dal Consiglio di Stato che accoglie il ricorso del consorzio Colari-Acea-Ama contro la sentenza del Tar del 2010 che annullava la Via positiva all’impianto da parte della Regione sotto la giunta Marrazzo. La sentenza del Consiglio di Stato legittima l’operato della Regione e al contempo capovolge la pronunziazione del Tar. Il controllo del giudice amministrativo, menziona il Consiglio di Stato, deve attenersi a verificare eventuali "vizi di legittimita'" e non sostituirsi all'amministrazione. La notizia dello sblocco delle procedure dell’opera è stata anticipata in via ufficiosa dal ministro all’Ambiente Corrado Clini che per questa esternazione ha ricevuto diverse denunce sia dalla sinistra politica, sia dal comitato “No Inc”. Il Consiglio di Stato ha, dunque, confermato il decreto commissariale del 2007 che ha “valore di dichiarazione di pubblica utilità, urgenza ed indifferibilità dei lavori, nonché di variante allo strumento urbanistico del comune di Albano”. I magistrati amministrativi, evidenziano inoltre che una volta emanata l’Aia – Autorizzazione Integrata Ambientale - sono "venute meno le ragioni ostative alla concreta realizzazione e successiva messa in esercizio dell’impianto". Daniele Castri Referente legale del Coordinamento Contro l’Inceneritore di Albano fa sapere che “che tutti i cittadini, le associazioni e molti dei sindaci dei Castelli Romani, già ricorrenti contro l’inceneritore di Albano sia al Tar che al Consiglio di Stato, presenteranno un ricorso agli organi competenti della giustizia europea per bloccare l’inceneritore”. Per il capogruppo Pd di Roma Capitale Umberto Marroni lo sblocco alla realizzazione dell’impianto è una “notizia positiva, un passo avanti verso il superamento della discarica e la trasformazione del rifiuto in risorsa. È necessario proseguire per questa strada – aggiunge Marroni - valorizzando, come ha ben sottolineato oggi il Ministro Clini, il ciclo industriale della differenziata che a Roma è ferma al palo ormai da quattro anni. Per questo abbiamo proposto, come Pd, un indirizzo per il potenziamento della raccolta differenziata e la costituzione di una società pubblico privata per lo sviluppo degli impianti di trattamento con Acea ed Ama". A dire del capogruppo regionale e il portavoce romano Fds, Ivano Peduzzi e Fabio Alberti, le dichiarazioni Marroni sarebbero incredibili: “Vorremmo sapere – dicono gli esponenti di sinistra - se parla a titolo personale o del Pd. Tale affermazione non solo si muove in senso diametralmente opposto a quello dei comitati che si oppongono alle discariche e agli inceneritori ma anche all’indirizzo espresso dai dieci sindaci dei Castelli”. Il sindaco di Albano Nicola Marini commenta così la sentenza:“La sentenza ci lascia sconcertati – dice Marini – si tratta di una sentenza pesante, soprattutto per le ricadute igienico-ambientali di tutto il nostro territorio e che non riguarda solo il Comune di Albano Laziale. Ricadute che invece erano state chiaramente individuate dal Tar e che invece il Consiglio di Stato ha completamente ribaltato, sostenendo la tesi, molto discutibile, di una amplissima discrezionalità amministrativa che fa riferimento esclusivamente agli interessi pubblici e privati coinvolti, senza controllo di legittimità. Cioè, individua nella sola Regione Lazio il soggetto incaricato di decidere sulla tematica rifiuti, eliminando la possibilità da parte del giudice amministrativo di entrare nel merito. La nostra battaglia – continua Marini – proseguirà alla Corte europea, per far valere i nostri diritti. Convocheremo con urgenza il tavolo dei sindaci dei Comuni di bacino che conferiscono nella discarica di Roncigliano. Inoltre, proseguirà il nostro impegno per la realizzazione della raccolta differenziata, unica vera alternativa per una gestione virtuosa dei rifiuti».
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