Comunicato di pubblica resistenza al DDL intercettazioni

Gentile Onorevole Presidente del Consiglio dei Ministri Silvio Berlusconi, in questi giorni, in queste ore, il Parlamento della Repubblica Italiana è impegnato in una corsa contro il tempo per una più che rapida approvazione del disegno di legge firmato dall'Onorevole Ministro della Giustizia Angelino Alfano e noto come "ddl intercettazioni".

Il provvedimento rappresenta una delle più drastiche limitazioni al potere d'indagine che compete ai magistrati inquirenti del nostro paese e, al contempo, la più dura, feroce e devastante limitazione al diritto costituzionale di informazione; il diritto di farla e il diritto di riceverla.

Il progetto di legge, per mezzo dei suoi punti fondanti, impedisce il racconto giornalistico su fatti giudiziari di pubblico dominio e privi di segreto, stabilisce pene detentive e pecuniarie pesantissime verso chiunque osi divulgare verità giudiziarie, introduce nuovi obblighi di rettifica per i blog minandone la sopravvivenza, trasforma in crimine il diritto dei cittadini vittime di crimini di raccogliere prove audio e video a dimostrazione del reato e stabilisce odiose discriminazioni tra forme di giornalismo, all'interno di una drammatica limitazione del diritto ad effettuare inchieste giornalistiche.

Il diritto all'informazione nelle sue forme più elementari, il principio di legalità e la ricerca della giustizia vengono totalmente smantellati da tale provvedimento.

Pertanto questo sito internet dichiara sin da adesso che, per imprescindibili motivi etici e in ragione della difesa del diritto alla libertà di parola e di stampa, solennemente sancito dalla Costituzione italiana e dalle leggi vigenti, in caso di approvazione in via definitiva e di conversione in legge, non potrà attenersi in alcun modo alle norme che compongono il disegno di legge sulle intercettazioni.

Questo sito si dichiara altresì .. per imprescindibili motivi sia etici che politici .. deberlusconizzato .. demontizzato .. degrillizzato

giovedì 22 marzo 2012

la nostra Ora sarà una Lotta 'senza resa' !!!

ALBANO, VIA LIBERA DAL CONSIGLIO DI STATO

Roma - Confermata la "pubblica utilità, urgenza ed indifferibilità dei lavori"
anteprima

Roma - L’inceneritore di Albano si farà. Il Consiglio di Stato ha dichiarato infondate le censure all’autorizzazione ambientale per l’impianto, rivedendo la decisione con la quale il Tar Lazio, il 15 dicembre 2010, aveva annullato la Via positiva da parte della Regione Lazio all’impianto. “Il controllo del giudice amministrativo sulle valutazioni discrezionali deve essere svolto 'extrinsecus', nei limiti della rilevabilità 'ictu oculi' dei vizi di legittimità dedotti, essendo diretto ad accertare il ricorrere di seri indici di invalidità e non alla sostituzione dell’amministrazione” scrive il Consiglio di Stato sottolineando come “la sostituzione, da parte del giudice amministrativo, della propria valutazione a quella riservata alla discrezionalità dell’amministrazione costituisce ipotesi di sconfinamento vietato della giurisdizione di legittimità nella sfera riservata alla p.a., quand’anche l’eccesso in questione sia compiuto da una pronuncia il cui contenuto dispositivo si mantenga nell’area dell’annullamento dell’atto”.

Il progetto di inceneritore ad Albano era stato presentato nel 2007 dal Consorzio Coema (Colari, Acea e Ama) alla regione che lo aveva preliminarmente bocciato, salvo poi autorizzarlo in seguito alle modifiche proposte. Il Consiglio di Stato ha stabilito che la regione ha riesaminato correttamente le criticità relative al progetto che è stato rivisto in relazione alla capacità dell’impianto ridotto in termini di potenza: “Sono state puntualmente vagliate - si legge - le ricadute del progetto definitivo sulla qualità dell’aria, le polveri sottili, i residui di produzione, le conseguenze del traffico veicolare; il progetto assentito non impatta più sulle falde”. E ancora: “Le (giustamente) numerose e puntuali prescrizioni cui è stata subordinata la Via positiva, non sono affatto generiche e costituiscono, in parte qua, un razionale sistema di monitoraggio preventivo rispetto alla messa in opera della centrale, affidato a primarie istituzioni pubbliche”.

Il Consiglio di Stato ha, dunque, confermato il decreto commissariale del 2007 che “aveva (ed ha) valore di dichiarazione di pubblica utilità, urgenza ed indifferibilità dei lavori, nonché di variante allo strumento urbanistico del comune di Albano”. I magistrati amministrativi, argomentano, infine, che "una volta emanata l’Aia" sono "venute meno le ragioni ostative alla concreta realizzazione e successiva messa in esercizio dell’impianto".

Fonte: ilVelino/AGV

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