ALBANO, VIA LIBERA DAL CONSIGLIO DI STATO
Roma - Confermata la "pubblica utilità, urgenza ed indifferibilità dei lavori"
Roma - L’inceneritore di Albano si farà. Il Consiglio di Stato ha dichiarato infondate le censure all’autorizzazione ambientale per l’impianto, rivedendo la decisione con la quale il Tar Lazio, il 15 dicembre 2010, aveva annullato la Via positiva da parte della Regione Lazio all’impianto. “Il controllo del giudice amministrativo sulle valutazioni discrezionali deve essere svolto 'extrinsecus', nei limiti della rilevabilità 'ictu oculi' dei vizi di legittimità dedotti, essendo diretto ad accertare il ricorrere di seri indici di invalidità e non alla sostituzione dell’amministrazione” scrive il Consiglio di Stato sottolineando come “la sostituzione, da parte del giudice amministrativo, della propria valutazione a quella riservata alla discrezionalità dell’amministrazione costituisce ipotesi di sconfinamento vietato della giurisdizione di legittimità nella sfera riservata alla p.a., quand’anche l’eccesso in questione sia compiuto da una pronuncia il cui contenuto dispositivo si mantenga nell’area dell’annullamento dell’atto”.
Il progetto di inceneritore ad Albano era stato presentato nel 2007 dal Consorzio Coema (Colari, Acea e Ama) alla regione che lo aveva preliminarmente bocciato, salvo poi autorizzarlo in seguito alle modifiche proposte. Il Consiglio di Stato ha stabilito che la regione ha riesaminato correttamente le criticità relative al progetto che è stato rivisto in relazione alla capacità dell’impianto ridotto in termini di potenza: “Sono state puntualmente vagliate - si legge - le ricadute del progetto definitivo sulla qualità dell’aria, le polveri sottili, i residui di produzione, le conseguenze del traffico veicolare; il progetto assentito non impatta più sulle falde”. E ancora: “Le (giustamente) numerose e puntuali prescrizioni cui è stata subordinata la Via positiva, non sono affatto generiche e costituiscono, in parte qua, un razionale sistema di monitoraggio preventivo rispetto alla messa in opera della centrale, affidato a primarie istituzioni pubbliche”.
Il Consiglio di Stato ha, dunque, confermato il decreto commissariale del 2007 che “aveva (ed ha) valore di dichiarazione di pubblica utilità, urgenza ed indifferibilità dei lavori, nonché di variante allo strumento urbanistico del comune di Albano”. I magistrati amministrativi, argomentano, infine, che "una volta emanata l’Aia" sono "venute meno le ragioni ostative alla concreta realizzazione e successiva messa in esercizio dell’impianto".
Fonte: ilVelino/AGV
Il progetto di inceneritore ad Albano era stato presentato nel 2007 dal Consorzio Coema (Colari, Acea e Ama) alla regione che lo aveva preliminarmente bocciato, salvo poi autorizzarlo in seguito alle modifiche proposte. Il Consiglio di Stato ha stabilito che la regione ha riesaminato correttamente le criticità relative al progetto che è stato rivisto in relazione alla capacità dell’impianto ridotto in termini di potenza: “Sono state puntualmente vagliate - si legge - le ricadute del progetto definitivo sulla qualità dell’aria, le polveri sottili, i residui di produzione, le conseguenze del traffico veicolare; il progetto assentito non impatta più sulle falde”. E ancora: “Le (giustamente) numerose e puntuali prescrizioni cui è stata subordinata la Via positiva, non sono affatto generiche e costituiscono, in parte qua, un razionale sistema di monitoraggio preventivo rispetto alla messa in opera della centrale, affidato a primarie istituzioni pubbliche”.
Il Consiglio di Stato ha, dunque, confermato il decreto commissariale del 2007 che “aveva (ed ha) valore di dichiarazione di pubblica utilità, urgenza ed indifferibilità dei lavori, nonché di variante allo strumento urbanistico del comune di Albano”. I magistrati amministrativi, argomentano, infine, che "una volta emanata l’Aia" sono "venute meno le ragioni ostative alla concreta realizzazione e successiva messa in esercizio dell’impianto".
Fonte: ilVelino/AGV
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