Presentata a Bruxelles la denuncia sulla gravissima situazione della discarica di Albano
Il 13 Agosto 2012,
nel terzo anniversario dell'autorizzazione del VII invaso della
discarica di Albano e dell'autorizzazione dell'inceneritore di Albano,
il Comitato "Sotto terra il treno, non i cittadini" ha inviato la denuncia alla Commissione Europea sulla gravissima situazione della discarica di Albano.
La situazione di tutte le discariche del Lazio è gravissima, in quanto viene smaltito il rifiuto "tal quale", senza alcun pretrattamento.
Questa scellerata gestione dei rifiuti costituisce una serie minaccia alla salute umana e all'ambiente.
Si invitano gli altri comitati a denunciare le altre situazioni di illegalità nella Regione Lazio.
Di seguito il testo completo della denuncia.
come riportato nella nota della Commissione Europea del 31 maggio
2012 “la discarica di Malagrotta nella regione Lazio contiene rifiuti che non
hanno subito il pretrattamento prescritto" e la Commissione "è
preoccupata in quanto altre discariche situate nella regione Lazio potrebbero
trovarsi nelle stesse condizioni".
Le discariche che operano in violazione della normativa dell'Ue sui rifiuti, dice ancora il comunicato, "costituiscono una seria minaccia alla salute umana e all'ambiente. Su raccomandazione del commissario all'Ambiente, Janez Potocnik, la Commissione ha deciso di inviare un parere motivato all'Italia in cui si richiede l'adempimento entro due mesi. In caso contrario, la Commissione potrà decidere di adire la Corte di giustizia dell'Unione europea".
Le discariche che operano in violazione della normativa dell'Ue sui rifiuti, dice ancora il comunicato, "costituiscono una seria minaccia alla salute umana e all'ambiente. Su raccomandazione del commissario all'Ambiente, Janez Potocnik, la Commissione ha deciso di inviare un parere motivato all'Italia in cui si richiede l'adempimento entro due mesi. In caso contrario, la Commissione potrà decidere di adire la Corte di giustizia dell'Unione europea".
La direttiva sulle discariche
"stabilisce che i rifiuti devono essere trattati prima di essere interrati
e cioè devono subire processi fisici, termici, chimici, o biologici,
inclusa la cernita, allo scopo di ridurne il volume o la natura pericolosa e di
facilitarne il trasporto o favorirne il recupero. Dall'indagine Eu Pilot è
emerso che nella discarica di Malagrotta, e forse in altre discariche del
Lazio, parte dei rifiuti vengono interrati senza essere prima trattati".
"Nel piano di gestione dei
rifiuti per la regione Lazio adottato nel gennaio 2012 - continua la
Commissione - sono emerse contraddizioni tra la capacità di trattamento
meccanico-biologico nel Lazio e il quantitativo di rifiuti prodotto nella
Regione. Il deficit di capacità ammonta a 126.891 tonnellate all'anno nella
provincia di Latina e a più di un milione di tonnellate all'anno nella
provincia di Roma. Di conseguenza, un rilevante quantitativo di rifiuti viene
interrato senza subire un adeguato pretrattamento".
Il 17 giugno 2011 la Commissione, spiega ancora la nota, "ha inviato una lettera di messa in mora. Le autorità italiane ritengono che i rifiuti interrati a Malagrotta dovrebbero essere considerati come se avessero subito un pretrattamento, in quanto sono stati sminuzzati prima di essere interrati. Tuttavia, secondo la Commissione, il fatto di sminuzzare o frantumare rifiuti indifferenziati prima di interrarli non è sufficiente in quanto occorre un trattamento meccanico-biologico dei rifiuti per stabilizzarne il contenuto organico, processo atto a ridurre il possibile inquinamento".
La Commissione "si preoccupa del fatto che non tutti i rifiuti che vengono interrati nelle discariche abbiano subito il prescritto trattamento meccanico-biologico". Inoltre, la Commissione "rileva con preoccupazione che le autorità italiane non adottano misure sufficienti a ridurre i possibili effetti negativi sull'ambiente e gli eventuali rischi per la salute umana, come prescritto nella direttiva quadro sui rifiuti". Pertanto, quindi la Commissione ha appunto deciso di inviare all'Italia un parere motivato, "concedendole due mesi per rispondere".
Il 17 giugno 2011 la Commissione, spiega ancora la nota, "ha inviato una lettera di messa in mora. Le autorità italiane ritengono che i rifiuti interrati a Malagrotta dovrebbero essere considerati come se avessero subito un pretrattamento, in quanto sono stati sminuzzati prima di essere interrati. Tuttavia, secondo la Commissione, il fatto di sminuzzare o frantumare rifiuti indifferenziati prima di interrarli non è sufficiente in quanto occorre un trattamento meccanico-biologico dei rifiuti per stabilizzarne il contenuto organico, processo atto a ridurre il possibile inquinamento".
La Commissione "si preoccupa del fatto che non tutti i rifiuti che vengono interrati nelle discariche abbiano subito il prescritto trattamento meccanico-biologico". Inoltre, la Commissione "rileva con preoccupazione che le autorità italiane non adottano misure sufficienti a ridurre i possibili effetti negativi sull'ambiente e gli eventuali rischi per la salute umana, come prescritto nella direttiva quadro sui rifiuti". Pertanto, quindi la Commissione ha appunto deciso di inviare all'Italia un parere motivato, "concedendole due mesi per rispondere".
In merito alle considerazioni della Commissione Europea si
espone quanto segue:
- La discarica di Albano Laziale, località Roncigliano, nella regione Lazio contiene rifiuti che non hanno subito il pretrattamento meccanico-biologico teso a stabilizzarne il contenuto organico, processo atto a ridurre il possibile inquinamento grazie alla drastica riduzione di fermentescibilità, con conseguente minimizzazione della tendenza a produrre biogas, percolati a forte aggressività chimica, nonché minimizzazione della tendenza a generare molestie olfattive sull’intorno territoriale, ad attrarre avifauna, insetti, roditori, ecc.;
- La discarica di Albano Laziale ha smaltito nel 2010 119.558 tonnellate di rifiuto “tal quale”, come riportato nella tavola 50 del Rapporto Rifiuti Urbani 2012 predisposto dall’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA);
- La discarica di Albano Laziale non rispetta, di conseguenza, gli obblighi imposti dall'articolo 6, lettera a), della direttiva 1999/31/CE del Consiglio del 26 aprile 1999 relativa alle discariche di rifiuti, a norma del quale gli Stati membri provvedono affinché solo i rifiuti trattati siano collocati a discarica, e le previsioni adottate in merito dal Piano Regionale del Lazio;
- La discarica di Albano Laziale è situata a soli 200 metri dalle abitazioni: questa è la distanza dalle abitazioni del VII° invaso della discarica di Albano Laziale, autorizzato dalla Regione Lazio in data 13/08/2009;
- La discarica di Albano Laziale non rispetta dunque neanche la legge regionale del 2002 (PIANO DI GESTIONE DEI RIFIUTI - Delibera Consiglio Regionale n° 112 del 10 luglio 2002), legge che prevede per le discariche una distanza minima di 1.000 metri dalle abitazioni: ben 2.381 persone (uomini e donne, anziani e 313 bambini) vivono entro il raggio di un chilometro dalla discarica di Albano Laziale (va evidenziato che il VII° invaso della discarica di Albano Laziale, autorizzato dalla Regione Lazio in data 13/08/2009, è situato a soli 200 metri dalle abitazioni);
- La discarica di Albano Laziale costituisce una seria minaccia alla salute umana e all'ambiente. Dalla “Valutazione Epidemiologica dello stato di salute della popolazione residente nelle vicinanze della discarica sita in Albano”, predisposto dal Dipartimento Territorio della Regione Lazio, emerge un incremento della mortalità femminile del 20% [a parità di età e di condizione socio-economica, il gruppo delle residenti nelle immediate vicinanze della discarica (0-1 km) mostra una mortalità superiore del 20% (Rischi Relativi =1,20) rispetto a quella del gruppo di riferimento (3-5 km)]. Si evidenzia, infine, che le condizioni sanitarie vicino la discarica di Albano Laziale ultimamente si sono pesantemente aggravate: nei primi mesi del 2012 due coppie di giovani che abitano a Roncigliano, vicino la discarica, hanno dovuto interrompere la gravidanza entro il sesto mese a seguito di diagnosi prenatale di gravi malformazioni congenite che potrebbero essere connesse proprio alla eccessiva vicinanza della discarica.
L’urgenza dell’intervento è
motivata dalla minima distanza della discarica dalle abitazioni (solo 200
metri) e dai gravissimi casi sanitari (gravi malformazioni congenite dei feti)
che si sono verificati negli ultimi mesi.
L’autorizzazione per il VII
invaso della discarica di Albano Laziale, rilasciata dalla Regione
Lazio il 13
agosto 2009, evidenzia che la stessa autorizzazione è stata rilasciata
in pieno
contrasto con la normativa regionale del 2002.
A fronte dei gravissimi problemi
esposti e del preoccupante stato di illegalità nella gestione dei rifiuti nella
Regione Lazio si richiede l'apertura di una formale procedura d'infrazione
contro la Repubblica italiana con riferimento alla gestione della discarica di
Albano Laziale.
Cordiali saluti
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