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Monti dell’Ortaccio e il caso del lago. Non è un film, o una serie
tivù.
Ma è quello che si vede all’interno del sito scelto dal
commissario Goffredo Sottile come discarica provvisoria. Decisione che
dovrà passare in conferenza dei servizi con Comune, Regione e
Provincia, i tre enti locali che – a parole – si sono già schierati per
il «no».
Nel terreno di proprietà di Manlio Cerroni, ad un paio di
chilometri di distanza da Malagrotta, in mezzo alla cava che dovrebbe
servire da «contenitore» per i rifiuti già trattati, spunta l’acqua.
Un
lago con dentro papere e gabbiani, di dimensioni considerevoli, con la
vegetazione sui bordi e le pareti di roccia a delimitarlo. Quel bacino
d’acqua, del quale finora si sono accorti quasi esclusivamente gli
abitanti della zona, rischia di diventare un nuovo «caso» e anche un
elemento di valutazione per il nulla osta sul sito.
Da dove viene
quell’acqua? Gli abitanti della zona non hanno dubbi: «Arriva dalla
falda acquifera sottostante».
Secondo Angelo Vassola, portavoce del
«Movimento cittadini di Valle Galeria», «si tratta di vene acquifere
dei pozzi, che vengono usati sia per l’annaffiamento delle piante che
per uso abitativo». Non è acqua potabile, insomma. Ma serve a tutte le
altre attività domestiche: farsi la doccia, lavare i piatti, utilizzare
una lavatrice. «Scavando le cave, l’acqua affiora», aggiunge Vassola. I
pozzi sono privati, alcuni costruiti dai contadini, altri dai
proprietari di casa, altri dai costruttori. Valle Galeria è un
insediamento urbano composito, un mix di abitazioni previste nel Piano
regolatore e altre, un tempo abusive, poi condonate nel tempo. Alcune
di queste case, non hanno l’acqua potabile dentro: sembra impossibile,
nel terzo millennio, ma è così.
Qualcuno, allora, si è arrangiata come
ha potuto, ricorrendo appunto ai pozzi e alle fosse biologiche: le zone
di Spallette e di Piana del Sole, ad esempio, sono ancora in queste
condizioni. Ora, però, il laghetto di Monti dell’Ortaccio diventa di
attualità. E l’avvocato Manlio Cerroni, tra gli aggiornamenti del
progetto presentato alla Regione già nel 2009, dovrà anche includere un
nuovo monitoraggio di acque e pozzi. Gli abitanti di Valle Galeria
sperano nel dietro-front e citano un precedente: «Anche alla
Solfanella, altro sito indicato da Cerroni dieci anni fa e riproposto
dalla Provincia, c’era un laghetto con l’acqua. Quel sito, poi, è stato
scartato dalle opzioni».
Finirà così anche adesso? La riposta alla
conferenza dei servizi, convocata per metà settembre. Alemanno,
Polverini e Zingaretti sono stati invitati alla fiaccolata di protesta
del 4 settembre, ma gli abitanti di Valle Galeria vogliono un impegno
concreto: «Ci devono assicurare il loro no, non solo politico ma anche
tecnico. Questo fermerebbe il progetto».
Lago o non lago.
Ecco...
RispondiEliminaGrazie mille per il commento, CIAO!!!