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Più del tessile e come la cosmetica. Oltre il doppio del comparto
eolico.
E soprattutto, in crescita nonostante il periodo di recessione
non faciliti le cose all’economia.
È l’identikit sommario dell’industria del riciclo degli imballaggi, che nel 2011 ha totalizzato un fatturato di circa 9,5 miliardi di euro.
Il tessile, per capirci, secondo i dati di Sistema moda Italia, si è fermato a 8,8 miliardi. Un giro d’affari, quello del riciclo degli imballaggi, cresciuto dell’8% rispetto al 2010 e formato per circa il 77% dal sistema dalle industrie del riciclo e per la quota restante – pari a 2,2 miliardi – dall’indotto legato al sistema Conai. Il Consorzio nazionale imballaggi, la realtà creata in funzione della raccolta differenziata, oggi conta oltre 1,4 milioni di aziende iscritte: si tratta di 8.958 produttori e di 1.457.930 utilizzatori, per un totale di 1.466.888 imprese associate.
«Nel 2011 – conferma il presidente del Conai, Roberto De Santis i risultati raggiunti sono stati particolarmente significativi, così come la creazione di valore economico per l’intero Paese». Il Consorzio sottolinea in una nota che a fronte della crescita fatta registrare dal settore, «il Pil italiano è cresciuto solo dello 0,4% nello stesso arco di tempo e l’incremento della produzione industriale si è attestato sullo 0,1%». Lo scorso anno, secondo quanto emerge dalla relazione Conai, gli imballaggi immessi al consumo sono aumentati del 2,1%, mentre la quota di rifiuti da imballaggio recuperati si è assestata al 73,7% (+0,8% rispetto al 2010): 8,596 milioni di tonnellate di materiali a fronte di 11,65 milioni di tonnellate immesse al consumo. Più sostenuta la crescita della quantità di materiali riciclati, saliti nel 2011 del 2,2%, che ha portato la quota al 64,4% dell’immesso al consumo: 7,5 milioni di tonnellate. Di questa quantità circa la metà deriva dalla gestione diretta della filiera Conai, che ha contribuito ai risultati dello scorso anno per il 47 per cento. L’incremento di questa quota è stato del 3 per cento. Che il sistema consolidato rappresentato dall’accordo Conai-Anci funzioni, emerge chiaramente anche dai dati elaborati dal Consorzio: dal 1998 i rifiuti di imballaggio avviati al recupero sono passati dal 33,2 al 73,7% dell’immesso al consumo.
Per contro, quelli destinati allo smaltimento sono scesi dal 66,8 al 26,3 per cento. Inoltre, nel 2011, ogni singolo materiale impiegato negli imballaggi (dalla carta all’alluminio, dall’acciaio alla plastica, dal vetro al legno)
ha raggiunto una quota di riciclo ben superiore agli obiettivi normativi, fissati al 2008 ma tuttora validi, a livello europeo, per consentire ai nuovi stati membri di adeguarsi. Il riciclo dell’acciaio e dell’alluminio, quindi, ha raggiunto rispettivamente il 75,8 e il 60,7% contro un obiettivo del 50; quello della carta e del vetro si sono attestati al 79,5 e al 68,1% a fronte di un obiettivo del 60; la plastica è arrivata al 35,9% rispetto a un obiettivo del 26; il legno, infine, ha toccato il 55,2%, mentre l’obiettivo è del 35.
Per quanto riguarda il futuro «il sistema consortile – annuncia De Santis – sarà sempre più impegnato nella promozione della qualità della raccolta differenziata, così da incrementare ulteriormente la valorizzazione dei rifiuti di imballaggio attraverso il loro riciclo. Nel più lungo termine ci saranno da affrontare le nuove sfide previste dalla Direttiva europea sui rifiuti del 2008 che fissa, in particolare, impegnativi obiettivi di riciclo dei materiali al 2020. Il sistema di gestione degli imballaggi, realizzato in Italia, può rappresentare, per questi fini, un utile modello di riferimento».
Per quanto riguarda i prossimi anni, le previsioni del Conai parlano di 11,48 milioni di tonnellate di imballaggi immessi al consumo quest’anno, 11,55 milioni il prossimo anno e 11,73 milioni nel 2014. La quantità destinata al riciclo dovrebbe invece passare da 7,49 milioni di tonnellate nel 2012 a 7,6 nel 2013 e a 7,75 milioni nel 2014.
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