Nella
giornata di venerdì 28 giugno i movimenti per il diritto all'abitare
sono tornati ad occupare stabili abbandonati nella città di Roma,
assieme a centinaia di famiglie in emergenza abitativa, dando così
seguito alle ondate di occupazioni avvenute a dicembre e aprile.
In questo quartiere abbiamo occupato un grande palazzo di proprietà dell'ENASARCO, in via Battistini 117. Oltre a mettere un tetto sopra la testa a centinaia di persone, abbiamo voluto segnalare alla città e al quartiere l'enorme problema della dismissione e della privatizzazione del patrimonio pubblico, che vede protagonisti proprio gli enti come ENASARCO, che stanno privatizzando gran parte dei propri immobili favorendo così la speculazione privata e mettendo sull'orlo del baratro migliaia di inquilini.
In un periodo in cui la crisi economica non accenna a finire, in cui i soliti noti (banchieri, speculatori, palazzinari, padroni) continuano ad arricchirsi sulle spalle di chi ormai non ce la fa ad arrivare neanche a metà del mese, le occupazioni di case si stanno rivelando una forma di riappropriazione sempre più necessaria ed efficace. Liberarsi dalla rapina dell'affitto permette di “respirare” un po', di poter pensare al futuro non come a un incubo ma come a un orizzonte in cui la lotta può portare dei risultati. Ai signori che ci sfruttano diciamo forte e chiaro che di fronte alla crisi noi non ci suicideremo, anzi lotteremo sempre più per riprenderci tutto quello che ci spetta, non solo la casa.
Ma un'occupazione abitativa, specie dentro un quartiere periferico, non si limita certo ad essere semplicemente un “grande condominio” dove abita un sacco di gente. Il nostro obiettivo è che la nuova occupazione diventi un luogo importante e prezioso per tutto il quartiere, in cui costruire un'altra socialità rispetto a quella che vorrebbero imporci e in cui incontrarci e confrontarci
In questo quartiere abbiamo occupato un grande palazzo di proprietà dell'ENASARCO, in via Battistini 117. Oltre a mettere un tetto sopra la testa a centinaia di persone, abbiamo voluto segnalare alla città e al quartiere l'enorme problema della dismissione e della privatizzazione del patrimonio pubblico, che vede protagonisti proprio gli enti come ENASARCO, che stanno privatizzando gran parte dei propri immobili favorendo così la speculazione privata e mettendo sull'orlo del baratro migliaia di inquilini.
In un periodo in cui la crisi economica non accenna a finire, in cui i soliti noti (banchieri, speculatori, palazzinari, padroni) continuano ad arricchirsi sulle spalle di chi ormai non ce la fa ad arrivare neanche a metà del mese, le occupazioni di case si stanno rivelando una forma di riappropriazione sempre più necessaria ed efficace. Liberarsi dalla rapina dell'affitto permette di “respirare” un po', di poter pensare al futuro non come a un incubo ma come a un orizzonte in cui la lotta può portare dei risultati. Ai signori che ci sfruttano diciamo forte e chiaro che di fronte alla crisi noi non ci suicideremo, anzi lotteremo sempre più per riprenderci tutto quello che ci spetta, non solo la casa.
Ma un'occupazione abitativa, specie dentro un quartiere periferico, non si limita certo ad essere semplicemente un “grande condominio” dove abita un sacco di gente. Il nostro obiettivo è che la nuova occupazione diventi un luogo importante e prezioso per tutto il quartiere, in cui costruire un'altra socialità rispetto a quella che vorrebbero imporci e in cui incontrarci e confrontarci
Coordinamento cittadino di Lotta per la Casa
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