Dal diritto all’abitare alla lotta contro l’austerità
Inquilinato
Resistente, Precari e Studenti, Movimenti, si confrontano su come
rilanciare insieme la lotta contro la crisi dei potenti
Dopo l'assedio al tribunale civile di Roma contro sfratti, sgomberi e
pignoramenti, i movimenti per il diritto all'abitare hanno dato vita,
venerdì scorso, ad una nuova giornata di lotta a cui è seguita una forte
mobilitazione che rivendicava misure adeguate e straordinarie per
l’emergenza abitativa.Il corteo dei movimenti è stato brutalmente caricato dalla polizia con l’intento di reprimere una composizione sociale coraggiosa e indomita, che ha saputo rispondere ancora una volta con determinazione ed intelligenza a chi voleva trasformare un problema sociale e politico in semplice questione di ordine pubblico.
Le iniziative messe in campo nel centro della città, come le occupazioni avvenute in periferia (una sgomberata a Torre Maura), sono ancora una volta, la risposta sociale ad una crisi senza precedenti e senza fine che stanno pagando praticamente per intero i soggetti più precari, mentre rimangono intatti i patrimoni dei grandi potentati e delle lobby del mattone. Non ultimo ENASARCO, che con l’avallo delle maggiori forze politiche e la complicità dei sindacati concertativi, sta vendendo a prezzi di mercato circa 17.000 alloggi mettendo sul lastrico se non in mezzo ad una strada migliaia di persone e famiglie.
- La moratoria generalizzata degli sfratti, dei pignoramenti e degli sgomberi.
- Il blocco della vendita del patrimonio pubblico compreso quello degli enti previdenziali.
- Un piano straordinario per l'emergenza abitativa da concordare tra Comune di Roma, Regione Lazio e Governo insieme ai movimenti per il diritto all’abitare.
- Il recupero dei patrimoni pubblici demaniali, in contrasto con una “valorizzazione” atta solo a riempire le tasche di privati e speculatori.
- La riappropriazione del reddito, diretto ed indiretto, che ci viene sempre più sottratto, attraverso vecchie e nuove pratiche di conflitto su casa, bollette, ticket sanitari, tasse, mense, alloggi universitari.
- Il rifiuto della criminalizzazione delle lotte sociali e della gestione di qualunque lotta come un problema di “ordine pubblico”, a partire dalla solidarietà con gli imputati e le imputate del reato di devastazione e saccheggio per il corteo del 15 ottobre 2011.
Queste le rivendicazioni che ci hanno accomunato nei mesi dello “Tsunami” ed ancora nelle ultime settimane , per imporre un totale cambio di rotta rispetto alle politiche attuate negli ultimi 20/30 anni: il libero mercato degli affitti, la vendita del patrimonio pubblico e di quello degli enti previdenziali, le truffe dell'edilizia convenzionata e dell'housing sociale, la cancellazione dell'edilizia residenziale pubblica rappresentano chiaramente le cause più dirette di una situazione di emergenza che ormai coinvolge settori sociali ampi e diversificati.
Il resto lo fa la crisi dei redditi, la precarizzazione senza fine del lavoro e della vita, l’attacco al diritto allo studio, il saccheggio dei nostri territori ad opera di speculatori e palazzinari con un immenso patrimonio di case vuote e sfitte, una bolla immobiliare che rischia di travolgere migliaia di persone che avevano puntato sul “rifugio sicuro” della casa acquistandola con mutui che non sono più in grado di pagare.
Proprio nel contesto di una situazione sempre più complessa ed esplosiva, sentiamo l'esigenza di discutere, sulla scia delle tante iniziative prodotte in questo anno, su come costruire insieme un processo di lotta più generale a partire dalla lotta per il diritto all'abitare che dovrà essere ancora più estesa ed incisiva.
La diversità dei settori sociali in mobilitazione, la pluralità dei linguaggi e delle forme di lotta rappresenta certamente la ricchezza che più dobbiamo essere in grado di valorizzare. La sfida del resto è già lanciata, la lotta continua, fino ed oltre la manifestazione nazionale indetta per il prossimo 19 Ottobre.
Nessun commento:
Posta un commento