Gaza-InfoPal. 'Ammar Fuad Muhammed al-Daghme, detenuto nel carcere
israeliano di Eishel, ha proclamato lo sciopero della fame e della sete
per protestare contro il divieto di visite imposto alla sua famiglia.
La famiglia al-Daghme si è appellata alle organizzazioni per i
diritti umani perché agiscano urgentemente affinché il detenuto possa
ricevere le visite dei suoi cari.
'Ammar al-Daghme, 30 anni, da Khan Younis (Striscia di Gaza), è detenuto da quattro anni nelle carceri israeliane con l'accusa di far parte delle brigate dei Martiri di al-Aqsa, l'ala militare del movimento Fatah.
Nello stesso contesto, l'Associazione Wa'ed per i prigionieri e gli ex detenuti palestinesi nelle carceri israeliane ha lanciato l'allarme sul confronto ormai imminente tra i detenuti e l'amministrazione carceraria israeliana, alla luce del perpetuarsi del fenomeno di tortura e abusi contro i prigionieri.
In un comunicato stampa diramato giovedì 20 dicembre, Wa'ed ha dichiarato che "a causa del perpetuarsi delle stupide mosse intraprese dall'amministrazione carceraria israeliana ai danni dei detenuti palestinesi. Le prigioni israeliane entreranno presto in una nuova fase caratterizzata da un confronto aperto e continuo".
Ha aggiunto che attualmente le carceri israeliane hanno raggiunto un livello di criticità "senza precedenti", a causa dell'ampliamento dei fenomeni di abuso contro i detenuti, soprattutto le incursioni nelle celle e le ispezioni, diventati ormai una prassi quasi ordinaria.
L'associazione per i diritti ha reso noto che la leadership del movimento dei detenuti palestinesi ha deciso di cambiare le regole del gioco, avviando una chiara politica del titolo "aggressione contro aggressione a prescindere dalle sfide e dai sacrifici". Sottolineando che le condizioni dei prigionieri in sciopero della fame, e particolarmente Ayman al-Sharawna e Samer al-'Issawi, avranno un impatto profondo nel definire i modi e le tempistiche del prossimo confronto.
'Ammar al-Daghme, 30 anni, da Khan Younis (Striscia di Gaza), è detenuto da quattro anni nelle carceri israeliane con l'accusa di far parte delle brigate dei Martiri di al-Aqsa, l'ala militare del movimento Fatah.
Nello stesso contesto, l'Associazione Wa'ed per i prigionieri e gli ex detenuti palestinesi nelle carceri israeliane ha lanciato l'allarme sul confronto ormai imminente tra i detenuti e l'amministrazione carceraria israeliana, alla luce del perpetuarsi del fenomeno di tortura e abusi contro i prigionieri.
In un comunicato stampa diramato giovedì 20 dicembre, Wa'ed ha dichiarato che "a causa del perpetuarsi delle stupide mosse intraprese dall'amministrazione carceraria israeliana ai danni dei detenuti palestinesi. Le prigioni israeliane entreranno presto in una nuova fase caratterizzata da un confronto aperto e continuo".
Ha aggiunto che attualmente le carceri israeliane hanno raggiunto un livello di criticità "senza precedenti", a causa dell'ampliamento dei fenomeni di abuso contro i detenuti, soprattutto le incursioni nelle celle e le ispezioni, diventati ormai una prassi quasi ordinaria.
L'associazione per i diritti ha reso noto che la leadership del movimento dei detenuti palestinesi ha deciso di cambiare le regole del gioco, avviando una chiara politica del titolo "aggressione contro aggressione a prescindere dalle sfide e dai sacrifici". Sottolineando che le condizioni dei prigionieri in sciopero della fame, e particolarmente Ayman al-Sharawna e Samer al-'Issawi, avranno un impatto profondo nel definire i modi e le tempistiche del prossimo confronto.
Nessun commento:
Posta un commento