L’Italia è una repubblica fondata sulla speculazione.
Un territorio in cui i poteri forti fanno il bello e il cattivo tempo, sfruttando ciò che è di tutti per fare l’interesse di pochi.
Succede in Val di Susa, dove i lavori per l’esecrata alta velocità stanno calpestando la sovranità popolare seminando infiltrazioni mafiose e distruzione ambientale. E succede in una metropoli come Roma, dove da tempo immemorabile i palazzinari impongono i loro diktat a qualunque amministrazione, imponendo una realtà dove a tante case senza gente corrisponde tanta gente senza casa.
La sveglia del cambiamento, però, è suonata da tempo. A dimostrarlo, tra le tante cose, la grande mobilitazione in Val di Susa del 19 luglio scorso, quando centinaia di manifestanti NO TAV hanno, per l’ennesima volta, assediato il cantiere di Chiomonte per ribadire il proprio NO a un’opera scellerata.
La repressione, come al solito, non si è fatta attendere: picchiando selvaggiamente e imponendo severe restrizioni a nove compagni provenienti da tutta Italia.
Tra di loro, Marta, costretta, come donna, a subire schifose sevizie e anche a sopportare gli attacchi di indegni uomini politici, immediatamente pronti a etichettarla come «ragazza facile» e «bugiarda».
E poi i romani Piero e Matthias, due compagni tra i tanti che si muovono affinché l’unione delle lotte contro la nocività, il consumo di suolo, la devastazione dei territori e per il reddito e la casa si faccia sentire con tutta la sua forza, per riconquistare diritti sempre più negati.
Per questi diritti e in solidarietà con tutti i compagni e le compagne arrestati in Clarea, la Roma che lotta si farà sentire a Trastevere, venerdì 26 luglio, radunandosi a piazza Trilussa alle 21, anche per sostenere lo sciopero della fame dei detenuti di Regina Coeli, che in questi giorni protestano contro le infami condizioni a cui sono condannati.
Il nostro coraggio e la nostra rabbia saranno più forti della vostra austerità e dei vostri profitti.
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