Comunicato di pubblica resistenza al DDL intercettazioni

Gentile Onorevole Presidente del Consiglio dei Ministri Silvio Berlusconi, in questi giorni, in queste ore, il Parlamento della Repubblica Italiana è impegnato in una corsa contro il tempo per una più che rapida approvazione del disegno di legge firmato dall'Onorevole Ministro della Giustizia Angelino Alfano e noto come "ddl intercettazioni".

Il provvedimento rappresenta una delle più drastiche limitazioni al potere d'indagine che compete ai magistrati inquirenti del nostro paese e, al contempo, la più dura, feroce e devastante limitazione al diritto costituzionale di informazione; il diritto di farla e il diritto di riceverla.

Il progetto di legge, per mezzo dei suoi punti fondanti, impedisce il racconto giornalistico su fatti giudiziari di pubblico dominio e privi di segreto, stabilisce pene detentive e pecuniarie pesantissime verso chiunque osi divulgare verità giudiziarie, introduce nuovi obblighi di rettifica per i blog minandone la sopravvivenza, trasforma in crimine il diritto dei cittadini vittime di crimini di raccogliere prove audio e video a dimostrazione del reato e stabilisce odiose discriminazioni tra forme di giornalismo, all'interno di una drammatica limitazione del diritto ad effettuare inchieste giornalistiche.

Il diritto all'informazione nelle sue forme più elementari, il principio di legalità e la ricerca della giustizia vengono totalmente smantellati da tale provvedimento.

Pertanto questo sito internet dichiara sin da adesso che, per imprescindibili motivi etici e in ragione della difesa del diritto alla libertà di parola e di stampa, solennemente sancito dalla Costituzione italiana e dalle leggi vigenti, in caso di approvazione in via definitiva e di conversione in legge, non potrà attenersi in alcun modo alle norme che compongono il disegno di legge sulle intercettazioni.

Questo sito si dichiara altresì .. per imprescindibili motivi sia etici che politici .. deberlusconizzato .. demontizzato .. degrillizzato

lunedì 29 luglio 2013

Il Consiglio Regionale dice stop agli inceneritori, e quello di Albano?

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Il Consiglio Regionale del Lazio ha votato contro il Piano rifiuti dell’ex presidente Renata Polverini e punta tutto sulla raccolta differenziata. 
Ci si chiede che fine farà l’inceneritore di Albano. 

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Cambia lo scenario dei rifiuti nel Lazio: mai più inceneritori e tutto indirizzato verso la raccolta differenziata. Questo è il risultato del voto del Consiglio Regionale che ha di fatto modificato il piano regionale dei rifiuti dell’ex Presidente Renata Polverini e ha sancito la non necessità di nuovi impianti di termovalorizzazione nella regione in vista di una direzione di implementazione del porta a porta.
La domanda sorta immediatamente è stata: che fine farà l’inceneritore programmato ad Albano, l’impianto più grande d’Europa?
Il sindaco di Albano Nicola Marini ha auspicato un totale ripensamento: “Il nostro augurio è che questo nuovo scenario unitamente alla posizione politica assunta in materia dalla Regione implichi il definitivo blocco alla costruzione dell’inceneritore di Roncigliano, accogliendo le ragioni da sempre sostenute dalla nostra Amministrazione ad ogni livello politico, amministrativo e legale”.
Meno speranzoso sembra essere il Comitato No Inc, che come dichiarato a Castelli Today da Daniele Castri, referente legale del gruppo, spera in un atto amministrativo di revoca dell’autorizzazione integrata ambientale e non di una semplice dichiarazione di intenti: “Il recentissimo voto del consiglio regionale, purtroppo, non sposta di una virgola la vertenza in atto ai Castelli romani contro la costruzione del famigerato inceneritore di Albano. L’indicazione politica del nuovo consiglio, difatti, vale solo come dichiarazione di intenti futuri”.

“Un piano politico, per l’appunto, che funge da guida per i competenti uffici amministrativi e tecnici. Un’indicazione per gli impianti a venire, quindi, non certo però utile a bloccare l’impianto di Albano, che risulta già da tempo definitivamente approvato a livello amministrativo. La vertenza dei Castelli Romani potrà trovare un’ utile conclusione, solo nel caso in cui gli uffici competenti della regione lazio, ed in modo particolare l’area rifiuti, riaprano la procedura AIA ed annullio definitivamente l’Autorizzazione Integrata Ambientale n. B-3694 del 13 agosto 2009, che ha dato di fatto il via libera alla costruzione dell’impianto brucia-rifiuti di Albano”, ha concluso Castri

http://differenziati.com/ 

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