In questi giorni sono stati notificati 17 atti di chiusura indagini
ad altrettante persone dei Castelli e di Roma che lo scorso 14 aprile
hanno partecipato al corteo per la chiusura della discarica di
Roncigliano e contro la costruzione dell'inceneritore.
Le accuse sono quelle di resistenza e lesioni verso alcuni pubblici ufficiali in servizio, dieci dei quali refertati al Pronto Soccorso quasi tutti per “echimosi”, “escoriazioni”, “traumi contusivi” con prognosi dai 5 ai 20 giorni e, quindi, si presume con relativa copertura previdenziale per lo stesso numero di giorni lavorativi persi.
Queste denunce si aggiungono alle 14 già arrivate in precedenza per interruzione di pubblico servizio per una iniziativa di denuncia di fronte alla discarica di Roncigliano e all’arresto nei confronti di un ragazzo minorenne a manifestazione conclusa.
Come Coordinamento contro l'Inceneritore di Albano ribadiamo la nostra solidarietà ai manifestanti colpiti da questi atti intimidatori e repressivi e agli altri brutalmente pestati dagli agenti delle forze dell'ordine.
A questo punto appare evidente agli occhi di tutti come in ogni ambito di lotta, contro le devastazioni ambientali, contro le riforme scolastiche e contro le problematiche riguardanti lavoratori e lavoratrici, l'unica risposta che viene elargita a piene mani dalle Istituzioni sia quella repressiva.
Le politiche economiche, ambientali e sociali provocano da un lato situazioni insostenibili per fasce di popolazione sempre più ampie e allo stesso tempo rispondono con sempre più frequenti manganellate in piazza, seguite da arresti e denunce, verso chi prova a far valere i propri diritti. E’ chiaro che questa repressione ha un duplice scopo: indebolire i movimenti, cercando di dividere tra manifestanti “buoni” e “cattivi”, e mettere paura alla gente affinché non alzi la testa.
Al di là delle dinamiche createsi durante la giornata del 14 aprile, vogliamo ribadire che in quella piazza c'eravamo tutti , ed eravamo tutti uniti per dire NO ALL’INCENERITORE, NO ALL’AMPLIAMENTO DELLA DISCARICA. Abbiamo alzato un po’ “la voce” per ricordare che la sovranità appartiene al popolo, e le forze dell’ordine invece di tutelare la volontà popolare si sono scagliate contro chi cerca di difendere la propria salute e il proprio territorio.
Quanto accaduto, vale a dire cariche, feriti, identificazioni, denunce e arresti non smuovono di un millimetro la nostra volontà nel perseguire gli obiettivi riguardanti la chiusura della discarica, impedire la costruzione dell'inceneritore e quella della centrale a olii in via di Cancelliera, con tutti gli annessi e connessi riguardanti una diversa gestione dei rifiuti che non solo è possibile ma è assolutamente necessaria.
Ci rivolgiamo a tutta la popolazione , invitandola a partecipare alle prossime iniziative, ricordando che è in ballo la propria salute e quella dei propri figli e che l’intenzione dell’istituzione è farci credere che rivendicare i nostri diritti è qualcosa di sbagliato.
Insieme a tutti i manifestanti che hanno subito l'atto repressivo ed intimidatorio costruiremo iniziative di solidarietà a sostegno delle spese legali che dovranno necessariamente sostenere nei prossimi mesi.
Se ci volevano dividere, sfrutteremo “l'occasione” per far conoscere le nostre ragioni anche all'interno dei quartieri della città di Roma, dai quali provengono la maggior parte dei “diciassette”, portando anche lì i contenuti della lotta che ci contraddistinguono.
Un ultimo pensiero lo dedichiamo ai No-Tav della Val di Susa (e delle altre città), dove nel corso degli ultimi giorni altre 19 persone sono state oggetto di arresti e centinaia di altre hanno subito la non meno violenta mano della gendarmeria francese a Lione durante il vertice Monti-Hollande.
Le accuse sono quelle di resistenza e lesioni verso alcuni pubblici ufficiali in servizio, dieci dei quali refertati al Pronto Soccorso quasi tutti per “echimosi”, “escoriazioni”, “traumi contusivi” con prognosi dai 5 ai 20 giorni e, quindi, si presume con relativa copertura previdenziale per lo stesso numero di giorni lavorativi persi.
Queste denunce si aggiungono alle 14 già arrivate in precedenza per interruzione di pubblico servizio per una iniziativa di denuncia di fronte alla discarica di Roncigliano e all’arresto nei confronti di un ragazzo minorenne a manifestazione conclusa.
Come Coordinamento contro l'Inceneritore di Albano ribadiamo la nostra solidarietà ai manifestanti colpiti da questi atti intimidatori e repressivi e agli altri brutalmente pestati dagli agenti delle forze dell'ordine.
A questo punto appare evidente agli occhi di tutti come in ogni ambito di lotta, contro le devastazioni ambientali, contro le riforme scolastiche e contro le problematiche riguardanti lavoratori e lavoratrici, l'unica risposta che viene elargita a piene mani dalle Istituzioni sia quella repressiva.
Le politiche economiche, ambientali e sociali provocano da un lato situazioni insostenibili per fasce di popolazione sempre più ampie e allo stesso tempo rispondono con sempre più frequenti manganellate in piazza, seguite da arresti e denunce, verso chi prova a far valere i propri diritti. E’ chiaro che questa repressione ha un duplice scopo: indebolire i movimenti, cercando di dividere tra manifestanti “buoni” e “cattivi”, e mettere paura alla gente affinché non alzi la testa.
Al di là delle dinamiche createsi durante la giornata del 14 aprile, vogliamo ribadire che in quella piazza c'eravamo tutti , ed eravamo tutti uniti per dire NO ALL’INCENERITORE, NO ALL’AMPLIAMENTO DELLA DISCARICA. Abbiamo alzato un po’ “la voce” per ricordare che la sovranità appartiene al popolo, e le forze dell’ordine invece di tutelare la volontà popolare si sono scagliate contro chi cerca di difendere la propria salute e il proprio territorio.
Quanto accaduto, vale a dire cariche, feriti, identificazioni, denunce e arresti non smuovono di un millimetro la nostra volontà nel perseguire gli obiettivi riguardanti la chiusura della discarica, impedire la costruzione dell'inceneritore e quella della centrale a olii in via di Cancelliera, con tutti gli annessi e connessi riguardanti una diversa gestione dei rifiuti che non solo è possibile ma è assolutamente necessaria.
Ci rivolgiamo a tutta la popolazione , invitandola a partecipare alle prossime iniziative, ricordando che è in ballo la propria salute e quella dei propri figli e che l’intenzione dell’istituzione è farci credere che rivendicare i nostri diritti è qualcosa di sbagliato.
Insieme a tutti i manifestanti che hanno subito l'atto repressivo ed intimidatorio costruiremo iniziative di solidarietà a sostegno delle spese legali che dovranno necessariamente sostenere nei prossimi mesi.
Se ci volevano dividere, sfrutteremo “l'occasione” per far conoscere le nostre ragioni anche all'interno dei quartieri della città di Roma, dai quali provengono la maggior parte dei “diciassette”, portando anche lì i contenuti della lotta che ci contraddistinguono.
Un ultimo pensiero lo dedichiamo ai No-Tav della Val di Susa (e delle altre città), dove nel corso degli ultimi giorni altre 19 persone sono state oggetto di arresti e centinaia di altre hanno subito la non meno violenta mano della gendarmeria francese a Lione durante il vertice Monti-Hollande.
Come si suol dire, “si parte e si torna insieme”
perché chi lotta non è mai solo!
Coordinamento contro l' inceneritore di Albano
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