(Fonte:Il Messaggero.it)
ROMA - Il nuovo
supercommissario per i rifiuti sarà - salvo cataclismi - il prefetto
Goffredo Sottile, attuale commissario per la scelta della discarica
provvisoria. Il mandato attuale di Sottile scade il 31 dicembre;
il
primo gennaio, con l’entrata in vigore della legge di stabilità al cui
interno è stato inserito l’emendamento che prevede il commissariamento
di Roma a un passo dall’emergenza rifiuti, il ministro dell’Ambiente,
Corrado Clini, consegnerà a Sottile i nuovi super poteri.
La speranza:
evitare al mondo l’immagine di Roma con i rifiuti per strada.
DISCARICA
Clini ha frenato sulla proroga della discarica di Malagrotta,
ma
difficilmente Roma potrà farne a meno.
E sarà una proroga, almeno
inizialmente, anche per i rifiuti non trattati.
Chi la firmerà? E
quando?
In passato lo aveva fatto prima la presidente della Regione,
Renata Polverini, poi il prefetto di Roma, Giuseppe Pecoraro. Questa
volta a dovere prendere la penna in mano è Sottile che ancora non ha
deciso la durata della nuova proroga: potrebbe scegliere una formula
minimalista - 3 mesi - o una più prudente - 6 mesi. Di certo la proroga
per Malagrotta sarà firmata questa settimana, visto che quella in corso
scade il 31 dicembre. Sottile, da molti mesi, sta lavorando anche sul
fronte caldo della discarica provvisoria: dopo la partenza falsa di
Pian dell’Olmo, si è concentrato su Monti dell’Ortaccio e già ha fatto
partire la conferenza dei servizi, che non è mai arrivata a una
conclusione. In linea di massima, sembra difficile che la pratica Monti
dell’Ortaccio possa essere archiviata.
LA GARA
E i rifiuti
all’estero?
Roma e l’Ama sono riuscite a fallire anche in questa
operazione.
Avevano aperto una gara provvisoria e invitato cinque
grandi multinazionali che sarebbero state pagate profumatamente se dal
primo gennaio si fossero fatte carico del trasporto e dello smaltimento
dei rifiuti all’estero. Per la precisione, sono 1.100 tonnellate delle
4.500 prodotte da Roma ogni giorno che non passano dagli impianti di
trattamento (Tmb).
Nessuna delle cinque multinazionali ha presentato
un’offerta, per cui l’operazione rifiuti all’estero è fallita
clamorosamente. Resta in piedi la gara europea per la quale Ama ha giù
pubblicato sul suo sito il bando (69 milioni di euro per 18 mesi di
trasferimento dei rifiuti oltre confine), ma i tempi sono più lunghi e
prima di giugno non ci sarà l’aggiudicazione.
Dunque: dove porterà Roma
i rifiuti non trattati?
Si aprono diversi scenari.
Il primo non è
esattamente una novità: quei rifiuti vanno a Malagrotta, prorogata
anche per i non trattati, ma le controindicazioni sono clamorose:
l’Unione europea è pronta a intervenire con una pesante sanzione.
Seconda ipotesi, suggerita da Alemanno che nei giorni scorsi ha anche
parlato con Manlio Cerroni, il re di Malagrotta: installare rapidamente
un impianto di separazione e tritovagliatura dei rifiuti vicino a
Malagrotta, per trattare quelle 1.100 tonnellate giornaliere che i
quattro Tmb fissi (due di Ama e due di Cerroni) non riescono a
lavorare. Secondo Alemanno questo impianto consentirebbe anche di
evitare la costosa umiliazione di portare i rifiuti all’estero.
IL TRATTAMENTO
Ma i Radicali hanno fatto notare che l’Unione europea non considera
questa procedura un reale trattamento dei rifiuti e dunque la sanzione
non sarebbe evitata. Il ministro Clini ha ventilato altre soluzioni:
cercare nel resto del Lazio impianti che possano ricevere i rifiuti di
Roma, in forma provvisoria. Si è parlato, ad esempio, dell’impianto di
trattamento di Colfelice, in provincia di Frosinone. O, restando in
provincia di Roma, del termovalorizzatore di Colleferro. Il
supercommissario Goffredo Sottile, se davvero sarà lui il prescelto,
affiancato almeno fino alle elezioni politiche dal ministro Clini, è
atteso da una missione (quasi) impossibile.
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