Che la guerra contro la Siria sia
iniziata da qualche tempo è un fatto oramai assodato, mentre la stampa
“politicamente corretta” definisce eufemisticamente “insorti “le
truppe mercenarie che seminano il terrore sul territorio e nelle città
siriane. Dietro di esse si muovono i reparti speciali Nato, consulenti
della CIA e dei servizi israeliani e turchi, una scena già vista in
Libia contro Gheddafi.
Ma qui la partita si fa più importante
per il ruolo geopolitico che ha la Siria nello scacchiere del Vicino
Oriente, per la presenza di una base navale russa, per l’alleanza con
l’Iran, per l’appoggio cinese in sede Onu. Il legittimo governo del
presidente Assad rappresenta l’ultimo caposaldo per tutti quelli che
non vogliono vedere l’intera area trasformarsi in un protettorato
occidentale-sionista. Gli Stati Uniti stanno schierando ingenti forze
aeree e navali in prossimità delle coste siriane, il che non lascia
presagire nulla di buono. La portaerei nucleare USS Eisenhower, la nave
d’assalto anfibia USS Iwo Jima con a bordo 2500 Marines, circa 70
aerei d’attacco imbarcati, un incrociatore lanciamissili e dieci tra
fregate e caccia torpediniere, sono già posizionati al largo delle
coste siriane con il pretesto di un’eventuale evacuazione dei civili
statunitensi presenti in Siria.
Ovviamente come da tradizione, gli
Stati Uniti cercano un pretesto per scatenare una guerra che potrebbe
avere conseguenze che vanno ben al di là della Regione del Vicino
Oriente.
Come già fatto con l’Iraq l’occasione potrebbe essere offerta
dalle armi distruttive di massa, chimiche in questo caso, che la Nato
asserisce, sarebbero disponibili in ingenti quantità nell’arsenale
siriano e pronte all’uso contro i ribelli, ed è già iniziata la
campagna mediatica, la stessa che per mesi ci ha dipinto il governo di
Assad come una feroce dittatura, la Siria come uno Stato canaglia, tesa
a pubblicizzare e dare a bere agli ignari lettori la storiella dei
cattivi siriani che vorrebbero usare i gas contro i buoni insorti.
Sui siti specializzati Usa ecco
apparire foto e dati sulla presenza di armi chimiche; su
GlobaSecuity.org, noto sito d’informazione militare e sicurezza
appaiono anche le foto scattate dai satelliti che mostrerebbero
sedicenti depositi di stoccaggio degli aggressivi chimici in Siria
(nella prima foto in alto lo stabilimento (?) di produzione di Al-Safir)
e si cita un rapporto della CIA, la fonte è certamente degna di nota
per la sua attendibilità…, nel quale s’indica che già nel 2001 lo
spionaggio statunitense aveva riferito che:
“La Siria ha una riserva del gas
nervino sarin, e sembra che stia cercando di sviluppare agenti nervini
più tossici e persistenti. La Siria continua a dipendere da fonti estere per gli elementi chiave del suo programma per le armi chimiche. E’ molto probabile che la Siria è anche in grado di sviluppare una capacità offensiva chimica sul campo di battaglia”.
Sempre GlobaSecurity menziona l’ex
Segretario alla Difesa Donald Rumsfeld che nel 2003 dichiarava di avere
le prove di test compiuti da Damasco con armi chimiche, il tutto
rilevato dai satelliti spia militari che nelle immagini trasmesse
avevano evidenziato una colorazione diversa nelle zone d’impatto delle
armi, in quel caso bombe a caduta libera lanciate da cacciabombardieri
Mig 23.
Che poi siano gli Sati Uniti a fare la
morale ai siriani in fatto di armi chimiche fa semplicemente sorridere,
loro che le hanno ampiamente usate in Vietnam con l’agente arancione e
in Iraq con il fosforo bianco sui civili.
E’ invece chiara da tempo la volontà di spazzare via la Siria come Stato sovrano.
Gli israeliani, che certamente in fatto
di armi di distruzione di massa se ne intendono, potendo vantare un
arsenale di circa 200 testate nucleari mai dichiarate ufficialmente, da
parte loro mantengono per ora un basso profilo. Sul loro sito
specializzato Debka ci si interroga del perché il governo si sia
limitato alla dichiarazione di Netanyau:
“Stiamo controllando le armi
chimiche siriane con preoccupazione”.
La posizione attendista del governo
sionista è forse dettata dalla volontà di non apparire ancora una volta
come quello che sobilla l’intervento militare; le stragi di Gaza sono
ancora troppo fresche e un po’ di buone maniere non guastano ogni tanto
anche per i guerrafondai sionisti, meglio lasciare agli Stati Uniti il
compito di scatenare l’offensiva se ci sarà, per poi accodarsi.
Per il
momento consiglieri israeliani sono già sul campo per dare man forte
alle bande dei terroristi ribelli e la questione delle armi chimiche è
solo un cavillo in più per giustificare un‘azione militare contro
Damasco.
In queste ore però un fatto nuovo si è
inserito nella disputa, che potrebbe preludere a uno scenario di guerra
ben più vero di quello prefigurato fino ad oggi. Sta girando su youtube
un video che parrebbe attendibile (come riporta landdestroyer.blogspot)
nel quale si vedono i ribelli anti-siriani manipolare sostanze chimiche
e sperimentarle su cavie con il fine di usarle contro la popolazione
civile. Il video mostra dei contenitori della società chimica turca
Tekkim, con una persona che mescola delle sostanze in un laboratorio
testandole poi su dei conigli.
Cosa di meglio per la coalizione Nato
di un attentato contro dei civili con sostanze chimiche, come ad
esempio del gas nervino, per poi addossarne la colpa ai soldati
governativi? Possiamo immaginare i titoli di prima pagina della stampa
embedded che ricorderebbero tanto le fasulle notizie sulle armi di
distruzione di massa di Saddam, le stragi compiute da Gheddafi e dai
serbi e l’Afghanistan dei cattivi talebani, con cui sono stati fatti
passare per giusti gli innumerevoli interventi “umanitari” delle
potenze democratiche in questi anni.
Intanto anche i reparti speciali di
Parigi sono stati allertati per un possibile attacco. Il coinvolgimento
riguarderebbe truppe d’elite già presenti in Giordania, che si
unirebbero ai soldati britannici e turchi.
Il governo di Parigi ricalca
la linea di Washington in tutto e per tutto: sono lontani i tempi di De
Gaulle che voleva una Francia autonoma rispetto alla Nato, grande
sostenitore della Force de Frappe nucleare.
Non va dimenticato inoltre
che Parigi si era a suo tempo dissociata dall’attacco contro l’Iraq nel
2004, poi con Sarkozy un cambio di linea radicale con l’abbraccio filo
atlantico, mentre una nuova guerra neocolonialista è ora alle porte
dalle conseguenza incalcolabili anche per la stessa Europa.
un grazie a Imbuteria ;-)
RispondiElimina