Il 4 giugno 2012 la Provincia di Roma ha autorizzato e il Comune di Albano approvando la costruzione, a via di Cancelliera 14/B, dell’impianto industriale di combustione degli oli vegetali esausti da parte della Power Oil System srl.
Tutto con procedure accelerate e sotto silenzio, tant’è che i cittadini di Albano l’hanno appreso dopo mesi.
Due
motori diesel bruceranno giorno e notte gli scarti oleosi prodotti da
mense, ristoranti, raccolta differenziata etc. e produrranno un terzo
di megawatt di energia elettrica.
L’ennesima
fonte di fumi inquinanti si verrà ad aggiungere al progetto criminale
dell’inceneritore a Roncigliano, per giunta in una zona già segnata
dalla presenza di una mega discarica, di una miriade di industrie
piccole e medie tra via Nettunense e via Ardeatina, oltre che di un
intenso traffico veicolare.
Non a caso le poche indagini epidemiologiche cominciano a segnalare patologie crescenti nella popolazione residente.
La
Power Oil System fa il suo interesse e, come altre centinaia di
società, ha preso al balzo l’occasione di accedere ai fortissimi e
generosi incentivi del governo (i cosidetti certificati verdi) che
dovrebbero scadere, salvo rinnovi, il 31 dicembre 2012.
Gli
amministratori pubblici (provincia, regione, comune) che dovrebbero
rappresentare invece l’interesse dei cittadini e tutelare in primis la
loro salute seguono la strada opposta, tracciata dal ministro per la
distruzione dell’ambiente Clini.
Noi
sappiamo che ogni nuova sorgente di fumi inquinanti minaccia
ulteriormente la nostra salute e sappiamo anche che è possibile
riciclare qualsiasi olio vegetale usato: basta semplicemente farci
sapone.
Il sindaco di Albano Marini, cui avevamo chiesto conto del suo ruolo di tutore della salute e che ci aspettavamo opponesse un NO
netto al progetto, dall’alto della sua laurea in farmacia, ha
sentenziato che i motori diesel della Power Oil System inquineranno
come tre autovetture!!!!, sostenuto dal delegato ai rifiuti che
garantisce l’innocuità dei fumi prodotti.
A noi risulta, ce lo dicono ricerche specifiche, che la storia è molto diversa.
Gli oli vegetali usati e non, a causa della loro elevata viscosità e densità e quindi all’incompleta combustione, producono emissioni con maggiori residui carboniosi totali.
L’aumento medio rispetto ai valori del gasolio, che già di per sé produce molti residui di questo tipo, è pari a +17,6%.
I residui carboniosi, in buona parte costituenti delle cosiddette “polveri” non sono innocue particelle di carbone puro e comprendono una sterminata serie di composti dei quali i principali sono:
Idrocarburi policiclici aromatici (IPA) tra cui i famigerati benzo(a)pirene e benzene.
Aldeidi, che sono composti organici ossigenati di alta reattività e potenziale nocività, in particolare formaldeide, acroleina e acetaldeide. Tutti hanno registrato aumenti da un minimo del 140% fino all’800% rispetto al gasolio.
La
beffa è che questi composti non sono regolamentati ovvero la legge non
ne fissa i limiti e quindi permette agli interessati di “ignorarli” con
buona pace dei nostri polmoni.
Bruciare oli vegetali comporta anche il raddoppio dell’emissione di monossido di carbonio sempre a causa dell’elevata densità e della scarsa nebulizzazione.
Rischi per la salute
Bisogna
considerare che molte delle polveri e delle sostanze nocive emesse
bruciando gli oli vegetali sono prodotte anche da altre fonti come
traffico veicolare e combustioni varie.
Perciò
in zone come quella di Cancelliera, già segnate dalla presenza
d’industrie potenzialmente inquinanti (Selip, Procter Gamble etc.) e da
strade molto trafficate, dovrebbe a maggior ragione valere la regola -
evitare ogni ulteriore fonte di tali sostanze.
Il sindaco prima autorità sanitaria del comune non ha mostrato segni di vergogna nell’ignorare questo principio di precauzione.
Vediamo da vicino queste sostanze:
Tra
gli idrocarburi policiclici aromatici (IPA) i benzopireni, molecole
presenti, come visto, anche nei gas di scarico degli oli sono altamente cancerogeni per l’uomo (categoria di rischio1). Nell’organismo subiscono processi di ossidazione. Uno
di questi ossidi, derivante dal benzo(a)pirene, è in grado di legarsi
al DNA umano facilitando l’insorgenza di cancro cutaneo e polmonare.
Gli
IPA hanno inoltre noti effetti negativi sull’ambiente (tossicità
evidente per alcuni organismi acquatici e uccelli, contaminazione dei
raccolti agricoli).
La formaldeide molecola classificata dall’IARC tra le sostanze cancerogene per l’uomo nel gruppo1,
ha effetti allergizzanti per la pelle, provoca irritazione agli occhi,
naso e gola. Oltre che originata dai collanti del legno dei mobili, dal
fumo di sigaretta etc. essa è prodotta da tutti i motori diesel. Quelli
dell’impianto Power Oil System alimentati ad olio vegetale ne
produrrebbero circa il triplo rispetto al gasolio da autotrazione.
Gli effetti tossici dell’acroleina consistenti nell’intensa irritazione degli occhi, e del tratto respiratorio si manifestano a partire da concentrazioni di 0,1 milligrammi/metro cubo di aria.
Il monossido di carbonio,
prodotto da tutte le combustioni parzialmente incomplete, come è il
caso dei diesel alimentati ad oli vegetali, è tossico perché legandosi
saldamente al ferro nell'emoglobina
del sangue forma un complesso molto più stabile di quello formato
dall'ossigeno e provoca la perdita della capacità di trasporto di
questo elemento essenziale alle cellule. L’assorbimento cronico
attraverso l’aria che respiriamo ha effetti nocivi più marcati sui
bambini.
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