Comunicato di pubblica resistenza al DDL intercettazioni

Gentile Onorevole Presidente del Consiglio dei Ministri Silvio Berlusconi, in questi giorni, in queste ore, il Parlamento della Repubblica Italiana è impegnato in una corsa contro il tempo per una più che rapida approvazione del disegno di legge firmato dall'Onorevole Ministro della Giustizia Angelino Alfano e noto come "ddl intercettazioni".

Il provvedimento rappresenta una delle più drastiche limitazioni al potere d'indagine che compete ai magistrati inquirenti del nostro paese e, al contempo, la più dura, feroce e devastante limitazione al diritto costituzionale di informazione; il diritto di farla e il diritto di riceverla.

Il progetto di legge, per mezzo dei suoi punti fondanti, impedisce il racconto giornalistico su fatti giudiziari di pubblico dominio e privi di segreto, stabilisce pene detentive e pecuniarie pesantissime verso chiunque osi divulgare verità giudiziarie, introduce nuovi obblighi di rettifica per i blog minandone la sopravvivenza, trasforma in crimine il diritto dei cittadini vittime di crimini di raccogliere prove audio e video a dimostrazione del reato e stabilisce odiose discriminazioni tra forme di giornalismo, all'interno di una drammatica limitazione del diritto ad effettuare inchieste giornalistiche.

Il diritto all'informazione nelle sue forme più elementari, il principio di legalità e la ricerca della giustizia vengono totalmente smantellati da tale provvedimento.

Pertanto questo sito internet dichiara sin da adesso che, per imprescindibili motivi etici e in ragione della difesa del diritto alla libertà di parola e di stampa, solennemente sancito dalla Costituzione italiana e dalle leggi vigenti, in caso di approvazione in via definitiva e di conversione in legge, non potrà attenersi in alcun modo alle norme che compongono il disegno di legge sulle intercettazioni.

Questo sito si dichiara altresì .. per imprescindibili motivi sia etici che politici .. deberlusconizzato .. demontizzato .. degrillizzato

domenica 30 dicembre 2012

Madrid: un mese di sciopero contro la riforma della sanità

Sì è aperta ieri a Madrid la quinta settimana di sciopero dei medici contro i tagli e i progetti di privatizzazione del sistema sanitario in approvazione in questi giorni.

La lunga protesta si è interrotta per soli due giorni, il 24 e il 25 dicembre, per poi riprendere con forza nella giornata di ieri.  Uno sciopero che, per la sua lunga durata e la grande adesione, sta facendo sentire concretamente i propri effetti, come confermato dalle lamentele del presidente di Madrid, Ignacio Gonzalez, che ha chiesto di regolamentare il diritto di sciopero dei medici per contrastare l’uso ‘abusivo ed intollerabile’ che ne è stato fatto nelle ultime settimane.  Un discorso, questo, ripreso in termini simili anche dal ministro della salute.

Quel che il governo sta tentando di fare è infatti di sviare l’attenzione dalla legge sulla sanità, rivoltando le responsabilità contro lo sciopero in atto da un mese, che, nonostante gli effetti concreti che sta avendo sui servizi, può contare su un ampio sostegno da parte della popolazione, consapevole che, se la legge passerà, le condizioni dei servizi sanitari nella capitale sono destinate a peggiorare molto di più.

In concomitanza con la ripresa dello sciopero, ieri migliaia di persone sono tornate a manifestare per le strade di Madrid contro le decisioni del governo regionale, che proprio oggi dovrebbe votare la legge che consentirebbe la cessione di diversi ospedali e cliniche alla gestione privata.  Un’approvazione che potrebbe però essere rallentata e ostacolata dalle numerose proteste delle ultime settimane e dalla scelta dei medici di abbandonare i negoziati.

Nel frattempo continua la pratica delle dimissioni in blocco da parte dei medici di alcuni centri ospedalieri, mentre altri hanno intrapreso altre forme di protesta, come lo sciopero della fame, e tutti annunciano una grande mobilitazione per il mese di febbraio.

Alcuni medici hanno inoltre denunciato come il progetto di privatizzazione e tagli del servizio sanitario che si vorrebbe applicare a Madrid potrebbe essere un banco di prova che molto probabilmente preannuncia riforme simili nel resto del paese ma la zona della capitale non è l'unica ad essere in fermento:  nuovi fronti di mobilitazione in difesa della sanità sono infatti aperti anche in Andalusia, nelle Asturie, in Catalogna e a Castiglia.


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