Comunicato di pubblica resistenza al DDL intercettazioni

Gentile Onorevole Presidente del Consiglio dei Ministri Silvio Berlusconi, in questi giorni, in queste ore, il Parlamento della Repubblica Italiana è impegnato in una corsa contro il tempo per una più che rapida approvazione del disegno di legge firmato dall'Onorevole Ministro della Giustizia Angelino Alfano e noto come "ddl intercettazioni".

Il provvedimento rappresenta una delle più drastiche limitazioni al potere d'indagine che compete ai magistrati inquirenti del nostro paese e, al contempo, la più dura, feroce e devastante limitazione al diritto costituzionale di informazione; il diritto di farla e il diritto di riceverla.

Il progetto di legge, per mezzo dei suoi punti fondanti, impedisce il racconto giornalistico su fatti giudiziari di pubblico dominio e privi di segreto, stabilisce pene detentive e pecuniarie pesantissime verso chiunque osi divulgare verità giudiziarie, introduce nuovi obblighi di rettifica per i blog minandone la sopravvivenza, trasforma in crimine il diritto dei cittadini vittime di crimini di raccogliere prove audio e video a dimostrazione del reato e stabilisce odiose discriminazioni tra forme di giornalismo, all'interno di una drammatica limitazione del diritto ad effettuare inchieste giornalistiche.

Il diritto all'informazione nelle sue forme più elementari, il principio di legalità e la ricerca della giustizia vengono totalmente smantellati da tale provvedimento.

Pertanto questo sito internet dichiara sin da adesso che, per imprescindibili motivi etici e in ragione della difesa del diritto alla libertà di parola e di stampa, solennemente sancito dalla Costituzione italiana e dalle leggi vigenti, in caso di approvazione in via definitiva e di conversione in legge, non potrà attenersi in alcun modo alle norme che compongono il disegno di legge sulle intercettazioni.

Questo sito si dichiara altresì .. per imprescindibili motivi sia etici che politici .. deberlusconizzato .. demontizzato .. degrillizzato

sabato 22 dicembre 2012

Profughi in rivolta nel centro Caritas di Bergamo



Bergamo - La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stato il rifiuto da parte di Caritas di concedere un contributo economico per i profughi disposti ad andarsene dalla struttura.  Erano giorni che arrivavano notizie da parenti, amici e conoscenti che informavano di aver ricevuto il contributo.  Ma alla Casa d'accoglienza Monsignior Amedei la richiesta è stata respinta con fermezza.

Allora, improvvisa, è scoppiata la rivolta dei profughi:  sono stati distrutti acluni arredi e i migranti si sono barricati nel seminterrato con alcuni operatori.

La questura è intervenuta con enormi difficoltà in una situazione delicata. Ci sono volute ore di trattative per fare uscire gli autori della protesta dal seminterrato.  Lo stesso seminterrato dove dormono ogni notte.

L'intervento dei reparti mobili della questura ha faticato ad arginare la rabbia dei profughi.  A questo punto la protesta si è spostata all'uscita del centro di accoglienza, in via San Bernardino, bloccando il traffico per oltre un'ora.

Pubblicato in data 21/dic/2012

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