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“Il gassificatore di Malagrotta e’ fermo dal 10 ottobre 2011. Le 60
persone che lavoravano al funzionamento della prima linea di
gassificazione sono da allora senza lavoro. Nel marasma che ha
investito Malagrotta nessuno, ne’ i media e ne’ le istituzioni, ha
portato in evidenza la situazione paradossale per cui da una parte si
vuole costruire un nuovo impianto, ad Albano, mentre dall’altro si
manda in malora l’impianto piu’ nuovo fra quelli presenti nel Lazio,
quello di Malagrotta, disperdendo le capacita’ acquisite negli anni da
questi 60 operatori, che, nel momento in cui il gestore ha fermato
l’impianto, sono stati messi sotto cassa integrazione”. Lo hanno
dichiarato i consiglieri regionali Giuseppe Rossodivita e Rocco
Berardo, appartenenti alla lista Bonino Pannella, Federalisti Europei.
“A questo punto – continuano i Radicali
– la realta’ supera qualsiasi fantasia: infatti l’INPS non avrebbe
ricevuto nessuna comunicazione per garantire loro gli ammortizzatori
sociali. Quindi, mentre il gestore dell’impianto, il proprietario di
Malagrotta e la Presidente della Regione Lazio litigano e si contendono
l’affaire rifiuti, vi sono persone che vivono da mesi senza stipendio e
senza ammortizzatori sociali”.
“Chiediamo all’Assessore dei Rifiuti
Pietro Di Paolo e all’Assessore al Lavoro e Formazione Mariella Zezza –
concludono – il motivo del mancato funzionamento della prima ed unica,
linea di gassificazione a Malagrotta, il perche’ si e’ pronti a
costruire un impianto di gassificazione ad Albano quando, ad oggi,
quello di Malagrotta non e’ funzionante, ma soprattutto chiediamo cosa
si intenda fare rispetto alla grave situazione dei sessanta lavoratori
che, ad oggi, non usufruiscono di nessun ammortizzatore sociale”.
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