Fonte: Corriere della sera
Il titolare dell'Ambiente:
«Carenze gravissime per l'assenza di scelte da parte di Comune, Provincia e Regione».
Differenziata: promossi solo 6 Comuni nel Lazio
ROMA - «L'emergenza rifiuti porta Roma dritta in mano alla malavita»: non usa mezzi termini, il ministro dell'Ambiente Corrado Clini, nel lanciare l'allarme sulla situazione della Capitale. La città, dice Clini, ha «carenze gravissime», «risultato dell'assenza di scelte da parte di Comune, Provincia, Regione». Secondo il ministro la Capitale «è stata viziata dalla presenza della discarica di Malagrotta, che ha tenuto le tariffe molto basse e disincentivato le scelte». E adesso «sto ancora aspettando che Comune, Provincia e Regione mi dicano: 'Firmiamo il patto per Roma'».
LA PETIZIONE - I tempi stringono e non è stato ancora individuato il sito che dovrà sostituire Malagrotta. Giovedì la commissione per le petizioni del Parlamento Europeo discuterà la domanda relativa al progetto di discarica a Pian dell'Olmo, l'ultimo progetto abortito. Altre proposte, per ora, non ce ne sono. E anche la differenziata arranca. Eppure nel Lazio, e in tre casi anche in provincia di Roma, ci sono realtà virtuose. È quello che emerge dalla classifica dei Comuni ricicloni di Legambiente, che vede il Lazio presente solo con sei località sulle 378 contenute nel documento.
COMUNI RICICLONI - I Comuni promossi, nel territorio della Capitale, sono Castelnuovo di Porto, sulla via Tiberina, Allumiere, vicino a Civitavecchia, e Sacrofano, sulla Flaminia. Le prime due hanno oltrepassato la soglia del 65%: Casptelnuovo di Porto con un ottimo 79,1% e Allumiere con il 69,2%. Buono anche il risultato ottenuto da Sacrofano, con il 68,3%. Nel Lazio spiccano le realtà di Oriolo Romano (78%) e Nepi (66,8%) in provincia di Viterbo, e di Campodimele (67,5%) nel territorio di Latina. Bocciata la Capitale che resta ferma al 25%, a nove punti di distanza dal Milano, ad anni luce dal 68% di Salerno. Ma sempre in provincia di Roma a Colleferro e a Ciampino sono andati due riconoscimenti di Legambiente in quanto comuni, nel primo caso, ricicloni nel campo dell’alluminio e, nel secondo, degli imballaggi. In plastica.
IN ATTESA DELLA DIFFERENZIATA - La complicata situazione della Capitale era già stata fotografata dall’ultimo rapporto Ispra nel quale, nel 2010, Roma con il 21,1% di differenziata si trovava al sestultimo posto della classifica dei comuni con popolazione superiore ai 200 mila abitanti precedendo solo Bari, Napoli, Palermo, Messina e Catania e staccata di molto da Firenze (che si attestava sul 37,7%). Dei 2 milioni 653 mila 895 tonnellate di rifiuti urbani prodotti solo il 17,6% finivano in differenziata con 111,4 chili pro capite all’anno rispetto alla produzione totale di 632,8 chili per ogni romano. Tanto per fare degli esempi, Firenze era al 40,5%, Bologna al 38,9%, Venezia al 48,2%, Torino al 50%, Cagliari al 46,7%.
Rinaldo Frignani
da ".. Inceneritore ad Albano? Anche no! .."
sito web del Coordinamento No-Inc di Albano
http://www.noinceneritorealbano.it/
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