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Sul fronte rifiuti, la Procura si muove con una nuova indagine. Un
fascicolo che parte da una serie di esposti presentati dagli abitanti
che vivono nell’area della Valle Galeria. I quali, nei mesi scorsi,
hanno segnalato dei movimenti di sbancamento della terra nella cava di
Monti dell’Ortaccio, non lontano da Malagrotta: una cava di proprietà
della Colari di Manlio Cerroni, il cui nome era in lizza nei mesi
scorsi fra i possibili sette siti idonei a sostituire provvisoriamente
la discarica prossima alla chiusura. La Procura sta indagando per
violazione delle norme in materia urbanistica: sarebbe stato modificato
lo stato dei luoghi senza permesso attraverso dei movimenti di terreno,
cambiando così la struttura della cava di Monte dell’Ortaccio e
predisponendola per realizzarvi un invaso. Nel fascicolo ci sarebbero
cinque indagati, fra i quali il responsabile della E. Giovi, Francesco
Rando. Ieri il pubblico ministero Alberto Galanti ha disposto
un’ispezione sull’area. I carabinieri del Noe sono andati nella cava
per verificarne lo stato dopo diverse segnalazioni da parte dei
residenti dell’area: materiale fotografico che ritraeva le ruspe in
azione mentre scavavano e portavano il terreno altrove. Non è la prima
indagine che coinvolge l’area della Valle Galeria. È ancora aperta,
infatti, l’inchiesta sulle quattro morti sospette nell’area di
Malagrotta, Massimina e Ponte Galeria. Un mese fa, lo studio
epidemiologico della Regione aveva stabilito l’esistenza di “maggiori
rischi, per i residenti, di ammalarsi di cancro alla laringe e al
cervello”. In seguito erano stati iscritti nel registro degli indagati,
oltre allo stesso Rando, i responsabili della raffineria TotalErg e
dell’inceneritore Ama, impianti presenti nell’area e adiacenti alla
discarica. Si profila poi una richiesta di rinvio a giudizio per
l’inchiesta su Testa di Cane, l’area confinante a nord con la discarica
di Malagrotta. In qualità di rappresentante legale della E. Giovi,
Rando risulta in questo caso l’unico indagato per i lavori abusivi
realizzati nel sito. Sarebbero stati costruiti infatti oltre 13mila
metri quadrati di discarica contro i 9mila autorizzati, senza la
Valutazione d’impatto ambientale. Non riguarda la Valle Galeria, ma è
sempre relativa ai rifiuti l’indagine per falso ideologico e materiale
in merito alle irregolarità legate all’individuazione di Corcolle e
Riano come siti alternativi a Malagrotta. A febbraio, i carabinieri del
Noe erano stati incaricati di verificare se le indicazioni fornite
dagli esperti al commissario Pecoraro corrispondessero all’esatta
situazione delle zone, sia sotto il profilo della distanza dai centri
abitati che sotto quello dello stato del sottosuolo.
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