I sindaci dei Castelli Romani, a partire da quello di Albano Laziale, dovrebbero andare a scuola a Ponte nelle Alpi.
Complimenti a Ezio Orzes alla Ponte Servizi e a tutta la sua squadra.
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Il Nord Est, con Ponte nelle Alpi (Belluno) da record per il terzo anno
consecutivo, il Piemonte, la Lombardia, Salerno al Sud e le Marche come
novità. Questa la geografia 2012 dei virtuosi nella raccolta
differenziata dei rifiuti. A delinearla è Legambiente che domani, a
Roma, premierà i comuni ‘ricicloni’, quelli che hanno raggiunto, già
nel 2011, la quota di almeno il 65% di raccolta differenziata,
richiesta per legge solo dal 2012. Il Nord Italia, nel censimento del
Cigno verde, si aggiudica il podio per la gestione dei rifiuti, con
Ponte nelle Alpi, in provincia di Belluno, per la terza volta al primo
posto della classifica stilata dall’associazione ambientalista. Ben
1.123 comuni vincono l’appellativo di ‘ricicloni 2012′ per aver
superato il 65% di raccolta differenziata, mentre sono 833 quelli che
si confermano “zoccolo duro” del concorso, comparendo da tre anni
consecutivi nelle graduatorie. Tra le grandi città, Milano è stabile
attorno al 34 % e nell’autunno 2012 avvierà la raccolta dell’organico
da cucina in alcuni quartieri. Al Sud si mantiene alta Salerno con il
68% di raccolta differenziata. Torino, pur non entrando nella
graduatoria dei comuni ‘ricicloni’, supera in media il 40% di raccolta
grazie al solo risultato della raccolta porta a porta in alcuni
quartieri, mentre nel resto della città la percentuale è ferma sotto il
30% circa. Sempre al palo Roma che, dopo l’esaurimento della discarica
di Malagrotta, “é scandalosamente in emergenza”, commenta Legambiente.
“La ‘pattuglietta’ di pionieri dei primi anni della ricerca ora è
diventata un ‘pattuglione’ che tira la volata – osserva Andrea Poggio,
vicedirettore di Legambiente – ma un migliaio di comuni è fermo
all’anno zero. L’aspetto significativo è che il gruppo intermedio, in
fase di transizione verso l’efficienza, in tempi brevi riesce a
raggiungere il vertice. Un esempio sono i quartieri di Torino dove è
partito il porta a porta e che già sono oltre il 60%, le recenti
sperimentazioni di Napoli, il riavvio a Milano dell’organico”.
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Ponte delle Alpi, in provincia di Belluno, per la terza volta
consecutiva è il comune italiano più “riciclone”. Lo comunica in una
nota Legambiente che domani premierà a Roma i comuni italiani che si
sono distinti nella gestione dei rifiuti. Ben 1.123 comuni vincono
l’appellativo di ricicloni 2012 per aver superato il 65% di raccolta
differenziata, mentre sono 833 quelli che si confermano ”zoccolo duro”
del concorso, comparendo da tre anni consecutivi nelle graduatorie.
“Comuni ricicloni 2012″ di Legambiente, giunto alla diciannovesima
edizione, premia i comuni che hanno raggiunto, già nel 2011, la quota
di almeno il 65% di raccolta differenziata, richiesta per legge solo
dal 2012 (era del 60% lo scorso anno). Il risultato è positivo. Se ai
1.123 comuni ricicloni (1 comune su 7 pari al 13% dei comuni italiani)
aggiungessimo i 365 che hanno comunque superato il 60% di raccolta
differenziata richiesto dalla normativa per il 2011, arriveremmo alla
quota di 1.488 comuni in regola con la legge dello Stato (1 Comune su 5
pari al 18% dei comuni italiani). Dai dati raccolti si riscontra,
inoltre, rispetto all’anno precedente un calo della produzione dei
rifiuti del 4,4%. «Segno evidente di crisi – commenta Vittorio Cogliati
Dezza, presidente di Legambiente – di ”decrescita infelice”. Ma anche
frutto delle iniziative volte al contenimento della produzione dei
rifiuti intraprese da progettisti, produttori, comuni virtuosi,
cittadini attenti al valore d’uso delle cose che si comprano e si
gettano. Insomma dalla crisi usciremo diversi da come siamo entrati.
Sono passati circa 30 anni da quando si sono varate in Italia le
fondamenta giuridiche e industriali del settore rifiuti e già tutto
cambia. Allora si regolamentavano discariche e inceneritori. Oggi nella
“green economy” del riciclaggio operano migliaia di aziende nuove o
rinnovate, decine di migliaia di occupati, servizi, imprese sociali e
attività di ricerca: in tutto 5mila imprese e 150mila occupati, secondo
in Europa solo alla Germania. Non si parla più solo di settore rifiuti,
ma di una parte importante del settore manifatturiero e dei servizi in
generale, per l’attivazione del quale il ruolo dei consorzi è stato
fondamentale». Il dossier Comuni Ricicloni 2012 restituisce un’Italia a
due velocità. «La pattuglietta di pionieri dei primi anni della ricerca
ora è diventata un pattuglione che tira la volata – osserva Andrea
Poggio, vicedirettore di Legambiente – ma un migliaio di comuni è fermo
all’anno zero. L’aspetto significativo è che il gruppo intermedio, in
fase di transizione verso l’efficienza, in tempi brevi riesce a
raggiungere il vertice. Un esempio sono i quartieri di Torino dove è
partito il porta a porta e che già sono oltre il 60%, le recenti
sperimentazioni di Napoli, il riavvio a Milano dell’organico». Milano è
stabile attorno al 34 % e nell’autunno 2012 avvierà la raccolta
dell’organico da cucina in alcuni quartieri. Al Sud si mantiene alta
Salerno con il 68% di raccolta differenziata. Torino – che non entra
nella graduatoria dei comuni ricicloni – supera in media il 40% di
raccolta grazie al solo risultato della raccolta porta a porta in
alcuni quartieri, mentre nel resto della città la percentuale è ferma
sotto il 30% circa. Sempre al palo Roma, si legge nella nota di
Legambiente, che dopo l’esaurimento della discarica di Malagrotta è
scandalosamente in ”emergenza pattume”. Veneto, Friuli Venezia Giulia,
Trentino Alto Adige, Lombardia e Piemonte le top 5, con alcune
variazioni interessanti come il Trentino che sale del 2,7%. Novità
della Toscana con l’introduzione di un sistema di raccolta porta a
porta in alcuni comuni delle province di Firenze e Pistoia. Tra le
altre Regioni a segnare decisi cambi di tendenza si distinguono le
Marche con un segno positivo pari a 6,13% e la Sardegna con il segno
negativo del 6,35%. Tra i capoluoghi segnalati solo due contano più di
100mila abitanti: Salerno e Novara. Pordenone rimane per il secondo
anno consecutivo in vetta alla classifica e Salerno è l’unico capoluogo
di Provincia del sud. Per il quarto anno consecutivo, nessuno tra i
capoluoghi del centro Italia supera la soglia prevista. Continua il
trend dei migliori sistemi di gestione dei rifiuti urbani nel nord est
del Paese con l’arrivo tra i primi 30 in classifica di due comuni
piemontesi. L’anno scorso bisognava scendere fino alla 45a posizione,
prima di incontrare un comune che non fosse veneto o trentino.Nel
dossier compaiono anche quattro storie – Ponte nelle Alpi, Parma,
Salerno e Treviso – per raccontare progetti di raccolta e
differenziazione, che mettono in luce aspetti di interrelazioni
interessanti con altri comparti. Come succede a Parma con le
cooperative sociali coinvolte nella filiera o a Treviso con i consorzi.
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