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Dal Kennedy space center di Cape Canaveral alla discarica di Albano.
Armati di nasometro mobile, lo strumento che la Nasa usa per monitorare
l’aria respirata dagli astronauti nella stazione spaziale
internazionale, mercoledì mattina tre funzionari dell’Asl Roma h e una
squadra di quattro tecnici del dipartimento di Scienze e tecnologie
chimiche dell’università di Tor Vergata hanno ispezionato il sito
gestito dalla Pontina ambiente dell’avvocato Manlio Cerroni. Nella
discarica finiscono ogni giorno le circa 400 tonnellate di rifiuti
prodotti dai dieci comuni dei Castelli Romani.
Una mole enorme di
spazzatura che ha reso necessaria la realizzazione di un nuovo invaso,
il settimo. Ma l’enorme buca, pronta ad accogliere quotidianamente
immondizia indifferenziata, è stata costruita ad appena 178 metri dalle
prime abitazioni di Villaggio Ardeatino, Cancelliera e Montagnano, come
dimostrano i rilievi del Comune di Albano.
“A farne le spese – racconta
Daniele Castri, legale e portavoce del comitato contro la costruzione
dell’inceneritore nella discarica di Albano – sono stati i malcapitati
che si sono ritrovati la spazzatura letteralmente sotto il naso. Negli
ultimi mesi gli ospedali dell’area hanno registrato numerosi malori che
con tutta probabilità sono legati al peggioramento della qualità
dell’aria”.
La certezza arriverà solo quando i rilievi degli scienziati
di Tor Vergata, arrivati su richiesta dell’azienda sanitaria locale,
saranno conclusi.
I tecnici del secondo ateneo romano, guidati dal
professor Roberto Paolesse, hanno prima analizzato il cosiddetto
“respiro del vento” con uno strumento capace di misurare la velocità e
la direzione dell’aria.
Poi, è entrato in azione il naso artificiale
utilizzato anche nell’ultima missione in cui è stato impegnato
l’astronauta italiano Roberto Vittori, per una serie di campionamenti
all’interno del sito e nell’area circostante.
“Dalle stelle alle
stalle, è il caso di dirlo – commenta Castri – questi dati saranno
uniti a un nuovo studio epidemiologico, che abbiamo già richiesto, e
alla caratterizzazione geologica e idrogeologica della discarica. Si
tratta di informazioni che ci renderanno ancora più forti in sede
giudiziaria”.
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