“Accompagnati dalle istituzioni nella
richiesta di mutui alle banche”.
Insomma, chi vuol capire capisca. I
“privati”, continuiamo per il momento a definirli in modo così anonimo
e sterile, cercano l’assalto alla diligenza nel modo più soft.
L’assalto partecipato e condiviso. La salute cittadina, il territorio e
le pubbliche finanze con questi soggetti, istituzionali e non, sono
come i bonos spagnoli, a rischiosità elevata o, per meglio dire, in
allarme rosso.
(Fonte articolo, clicca qui)
Forse è dai privati che può venire una prima risposta alla crisi sui
rifiuti nel Lazio. A ribadirlo è stata ieri la Federlazio, durante un
convegno al Tempio di Adriano cui hanno preso parte tra gli altri
l’assessore regionale Di Paolo e quello provinciale Civita e
l’immancabile Manlio Cerroni, proprietario di Malagrotta. «Ci sono
impianti, come il ri-gassificatore o il termo-valorizzatore, che sono
necessari, ma non si possono usare solo le risorse pubbliche, in tutto
questo bisogna coinvolgere anche noi imprenditori», ha rivendicato Il
presidente di Federlazio Ambiente, Bruno Landi. Una risposta precisa a
chi gli aveva posto la domanda sul ruolo degli imprenditori
nell’affrontare l’emergenza rifiuti. Ma colui che ha “salvato” Roma
dalla monnezza, come ha spesso ribadito, l’ultraottantenne avvocato
Manlio Cerroni non si è risparmiato nemmeno questa volta il
tradizionale intervento. Intanto confermando che Malagrotta, fino al 31
dicembre, potrà accogliere i rifiuti, anche se in altre occasioni non
avesse escluso tempi più lunghi. Ma questa volta sulla discarica ha
glissato, insistendo sulla realizzazione degli impianti di
pre-trattamento perché lo impone la legge anche se in Italia più del
60% del ciclo dei rifiuti non viene pretrattato. Il presidente del
Consorzio Colari, alla domanda sulla possibilità di uscire
dall’emergenza rifiuti, ha poi aggiunto: «Bisogna dare attuazione al
piano dei rifiuti approvato dalla giunta Polverini, che ha come termine
la metà del 2015. Siamo tutti d’accordo su quel piano. Quello che manca
è la parte finanziaria: servono 550 milioni per realizzarlo. Noi
privati ci siamo offerti di realizzarlo, ma dobbiamo essere
accompagnati dalle istituzioni nella richiesta di mutui alle banche».
Per L’assessore provinciale all’Ambiente Michele Civita, questa è
l’occasione per ripensare tutto il ciclo dei rifiuti. «La Provincia ha
portato 600mila cittadini a fare la raccolta differenziata porta a
porta. Un ottimo risultato tenendo presente che spesso le
amministrazioni vengono lasciate sole». Un accenno positivo al
commissariamento per i rifiuti è venuto da Pietro di Paolo, assessore
regionale all’Ambiente che ha ammesso la funzione dello strumento
commissariale «seppur sofferto» che può accompagnare le istituzioni
«senza de-responsabilizzarle». Ma per il presidente dei Verdi del
Lazio, Nando Bonessio «un anno di commissariamento ha prodotto poco. Il
risultato più importante è che le comunità locali hanno preso
consapevolezza e adesso chiedono un cambiamento nel trattamento dei
rifiuti». E’ intervenuto anche l’assessore capitolino all’ambiente
Marco Visconti: «Non c’è ancora un’emergenza dei rifiuti – ha detto- ma
più che altro ci sono delle priorità. Bisogna educare i cittadini alla
differenziata e soprattutto mandare a pieno regime la filiera di
impianti di riciclo e riuso».
Un passo avanti di Federlazio Ambiente
che solo lo scorso anno di questi tempi minacciava la serrata degli
impianti per i ritardi nei pagamenti dei comuni.
I privati vogliono
fare la loro parte nei confronti del piano regionale dei rifiuti, ma
resta il fatto che la scelta della discarica alternativa a Malagrotta
pesa sulle spalle delle politiche commissariali.
E qui siamo davvero
ancora in alto mare.
Sorge allora spontanea la domanda; non sarebbe
meglio che la politica tout court e le istituzioni riassumessero ancora
sulle “loro” spalle la responsabilità delle decisioni?
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