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Non
ce la faremo perchè questa crisi è programmata dall'elite globale che
ci ha tenuti in un continuo stato di preoccupazione e di paura, e
quindi di asservimento, al fine di arricchirsi ancora di più e di
trasformarci in un branco di disperati.
Quelli
che ora stanno governando nel mondo, diretti mandanti dell'elite, ci
stanno sottraendo non solo quello che serve alla nostra sopravvivenza
fisica ma anche, e soprattutto, la nostra dignità, il nostro onore, la
nostra sicurezza, la nostra fiducia e le cose in cui crediamo.
Quelli che ora governano nel mondo sono "globalisti",
la peggiore specie che si sia mai vista nella storia. Sono perversi,
vili, narcisisti (esistono anche stupendi narcisisti ma non è questo il
caso), e non vogliono mai macchiare la loro falsa immagine,
quell'immagine con la quale si presentano al mondo e che attribuisce
loro un'aria di finta bonomia.
Sono talmente
desiderosi di non rovinare la loro immagine, neanche di fronte a se
stessi, da escogitare sempre nuove tecniche, volte a fare in modo che
siamo noi stessi a farci del male.
Alimentano continuamente il cammino verso la violenza che è sempre lo stesso ed è la sequenza frustrazione - rabbia - violenza.
La frustrazione nasce quando l'azione di una persona, mirata ad un
obiettivo, viene bruscamente fermata da una causa esterna. Quale
frustrazione più grande di quella che nasce dal vedersi cambiare i
propri progetti di vita, elaborati in mezzo a tante difficoltà?
Ci
sono persone che si sentono frustrate perchè non riescono a comprarsi
l'ennesima auto di lusso e questo non è universalmente accettabile e ci
sono persone che si sentono giustamente frustrate perchè non riescono
più a dar da mangiare ai loro figli o a soddisfare i loro bisogni
primari e irrinunciabili. Ma, non importa quanto siano legittime e
universalmente accettabili le nostre aspirazioni, la frustrazione
genera sempre rabbia e la rabbia finisce sempre con l'esprimersi con la
violenza.
Ma quando la violenza non puo
essere espressa neanche in maniera positiva, non violenta, contro
quelle persone che sono colpevoli della situazione attuale, si finisce
con il rivolgerla contro se stessi, cosa che spesso si trasforma in
depressione o peggio.
L'elite "globalista" sa
benissimo che frustrare le aspirazioni delle persone, farle arrabbiare,
non basta a raggiungere i suoi scopi;
vuole anche, e soprattutto,
spingerle a farsi del male.
Lo fa rendendo le persone assolutamente
impotenti, anche solo a farsi ascoltare. Questo genera altra
frustrazione che genera altra rabbia che non potrà mai esprimersi in
alcun modo, nè giusto nè sbagliato.
E' un circolo vizioso
Le
prove che i “globalisti” non ci amano ma che giocano contro di noi e ci
vogliono morti, sta nel fatto che mentre noi diventiamo sempre più
poveri ed insicuri, loro si arricchiscono sempre di più.
Nell'articolo "L'Elite globale nasconde 18 trilioni di dollari in banche offshore"
pubblicato su questo blog il 21 Gennaio 2012, si parlava di 18 trilioni
di dollari.
Ebbene, finora, questa ricchezza si è raddoppiata
Nessuno
può più venirci a dire che sta agendo per il nostro bene, ma solo per
il bene di un'elite che poco si interessa della nostra vita e che vuole
sopravvivere da sola, in un mondo possibilmente spopolato, dopo aver
saccheggiato fino all'ultima cosa, guadagnata con tanta fatica.
Quello
che sta succedendo, in relazione all'approfondimento della
disuguaglianza sociale, finalizzata agli obiettivi dell'elite, è ben
descritto nell'articolo di Ernst Wolff apparso prima su World Socialist Web Site e su Global Research, il 27 Luglio 2012
La disuguaglianza sociale a livello mondiale è più profonda che mai
I Super-ricchi nascondono trilioni di dollari nei paradisi fiscali offshore ...
di Ernst Wolff
Attualmente
i super-ricchi nascondono una ricchezza stimata tra i 21 e i 32
trilioni di dollari in paradisi fiscali come la Svizzera e le Isole
Cayman. Questa è la conclusione pubblicata lo scorso fine settimana da Tax Justice Network, una Ong con sede a Londra. L'autore dello studio è James Henry, ex capo economista presso la società di consulenza McKinsey ed esperto in paradisi fiscali.
Henry
basa le sue proiezioni sui dati della Banca dei Regolamenti
Internazionali (BRI), il Fondo monetario internazionale (FMI), le
Nazioni Unite e varie banche centrali nazionali. Il suo studio è
limitato alle attività finanziarie, beni materiali esclusi, come quelli
immobiliari, oro, gioielli o altri beni. I dati
rivelano che gli "individui ad alto patrimonio netto" (definiti come
quelli con un patrimonio di oltre 50 milioni di dollari) hanno messo da
parte nei paradisi fiscali somme molto più grandi di quanto si
pensasse. Il rapporto mostra anche che la concentrazione della
ricchezza mondiale nelle mani di sempre meno persone ha subìto una
rapida accelerazione. Nel 2005, i beni stimati
offshore dei super-ricchi ammontavano a 11.500 miliardi di dollari. Da
allora questo totale è raddoppiato o triplicato. Oggi il 10 per cento
della popolazione mondiale controlla l'84 per cento dei beni, mentre il
50 per cento con reddito più basso ha accesso ad appena l'1 per cento
della ricchezza. Secondo lo studio, quelli in cima - 92, 000 persone
che costituiscono una frazione infinitesimale della popolazione
mondiale - hanno nascosto attività finanziarie che ammontano a più di 9
trilioni di dollari, una media di quasi 100 milioni a testa. La
rapida crescita di queste attività nel corso degli ultimi sette anni
mostra che la crisi globale del capitalismo non è stata in alcun modo
svantaggiosa per l'elite finanziaria. Al contrario, mentre sempre più
persone nei paesi avanzati stanno soffrendo a causa di programmi di
austerità del governo e milioni di persone nei paesi in via di sviluppo
sono condannati alla povertà estrema, i super-ricchi hanno usato la
crisi finanziaria ed economica degli ultimi anni per aumentare
massicciamente la loro ricchezza e nascondere i loro soldi al di là
della portata delle autorità fiscali. Sono
assistiti da un codice fiscale che permette loro di spostare enormi
quantità di denaro verso i paradisi fiscali off-shore che utilizzano
scappatoie legali e aiuto professionale.
Mentre
quelli a basso reddito sono strettamente controllati dallo stato e
vengono assillati per il pagamento delle loro imposte, i super-ricchi
sono in grado di contare su un gruppo molto ben pagato che opera a
livello mondiale e su consulenti di investimento utilizzati dalle
grandi banche internazionali, che richiedono somme notevoli in cambio
dei loro consigli fiscali. Solo le quattro maggiori banche del Regno
Unito, HSBC, Barclays, Lloyds e Royal Bank of Scotland, hanno più di
1.200 filiali nei paradisi fiscali. Secondo
Henry, le 10 più grandi istituzioni finanziarie private del mondo, tra
cui la Deutsche Bank, hanno spostato offshore più di 6.250 miliardi di
dollari nel 2010. Prima del crollo del 2007, la somma era pari a 2.340
miliardi di dollari. I più colpiti dall'
evasione e dall'elusione fiscale sono i paesi in via di sviluppo. Negli
ultimi 40 anni i 139 cittadini più ricchi dei paesi in via di sviluppo
hanno nascosto nei paradisi fiscali un patrimonio non dichiarato
stimato tra i 7.300 miliardi di dollari e i 9.300 miliardi di dollari.
Le loro attività off-shore sono spesso superiori al debito pubblico dei
rispettivi paesi e giocano un ruolo importante nella mancanza di denaro
per finanziare urgentemente il bisogno di salute pubblica e programmi
di formazione nei loro paesi d'origine.
I primi
tre nella lista dei paesi con il maggior numero di individui
super-ricchi sono gli Stati Uniti, Cina e Germania. Uno studio
dell'Istituto tedesco di ricerca economica (DIW) ha recentemente
rivisto al rialzo la stima dei beni dell'1 per cento più ricco del
paese, dal 23 per cento al 34 per cento della ricchezza nazionale,
ammettendo che i redditi delle famiglie ultra-ricche non erano stati
inclusi nelle sue inchieste precedenti.
Sulla
base della scoperta dell'enorme livello di risorse nascoste, Henry
sostiene nel suo studio che i criteri applicati precedentemente alla
disuguaglianza sociale, che sono generalmente legati al reddito
familiare, hanno "sottovalutato drammaticamente" il vero spartiacque
tra ricchi e poveri. L'autore dello studio
concorda con l'economista e giornalista britannico Stewart Lansley, che
scrive nel suo libro di recente pubblicazione, il costo della Disuguaglianza:
"Non c'è assolutamente alcun dubbio che le statistiche sul reddito e
sulla ricchezza delle persone al vertice sottostimano il problema. "
La
disuguaglianza sociale a livello globale, oggi non è solo molto più
profonda di quanto mostrino tutte le statistiche. In termini globali,
essa ha raggiunto livelli senza precedenti nella storia umana.
Traduzione: Anna Moffa per ilupidieinstein.blogspot.it
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