Di seguito il comunicato stampa tratto
dal Comune di Albano Laziale sull’esito della riunione dei sindaci di
bacino attinente inceneritore e discarica.
I sindaci di bacino hanno dato l’ok
per apporre nelle proprie sedi comunali i banner contro l’inceneritore
dei Castelli, così come richiesto dai comitati, Associazione
Differenziati in primis.
(Fonte articolo, clicca qui)
La conferenza dei sindaci dei Comuni di bacino che sversano nella
discarica di Roncigliano ha stabilito una linea unica di intervento per
continuare la battaglia contro la costruzione dell’inceneritore,
autorizzato dal Consiglio di Stato, e per la salvaguardia dell’intera
area. Come prima azione si effettuerà la caratterizzazione
idrogeologica del sito e la sua eventuale bonifica. Decisione che i
Comuni hanno preso a tutela della propria cittadinanza, nonostante la
competenza di tale atto spetterebbe alla Regione Lazio in quanto la
falda interessa almeno cinque Comuni. «Abbiamo ragione di ritenere –
afferma il sindaco Nicola Marini – che i dati che emergono dalle
analisi dell’ARPA Lazio relativamente allo stato di salute della falda
siano assolutamente preoccupanti. Pertanto abbiamo proposto alla
conferenza dei sindaci la caratterizzazione idrogeologica dell’area,
passaggio fondamentale questo per capire esattamente quello che sta
succedendo al di sotto della discarica. E su questa linea abbiamo
trovato l’unanime appoggio delle amministrazioni presenti». Associate
alle azioni di carattere squisitamente tecnico, come la
caratterizzazione idrogeologica, è necessario ed indispensabile
conoscere lo stato dell’area circostante la discarica in termini
epidemiologici. Per questo, si è decisa la stesura di un documento per
richiedere alla ASL l’aggiornamento dello studio epidemiologico
dell’area, con lo scopo di evidenziare eventuali situazioni anomale a
salvaguardia della salute dei cittadini e in linea con la recente
decisione da parte della Asl di posizionare una “nasometro” vicino alla
discarica, cioè uno strumento che rileva l’eventuale inquinamento
ambientale. «Prima di procedere ad ulteriori iniziative legali –
continua Marini – è indispensabile dimostrare, in linea preventiva e in
maniera scientificamente inappellabile, lo stato di sofferenza
dell’area e la conseguente impossibilità ad ospitare un impianto di
incenerimento. La caratterizzazione idrogeologica e l’analisi
epidemiologica rappresentano, quindi, le azioni fondamentali e
propedeutiche ad un eventuale ricorso al giudice nazionale».
Relativamente alla possibilità di ricorrere alla Corte di Giustizia
Europea, Albano ha illustrato le motivazioni per le quali gli avvocati
incaricati dal Comune hanno sconsigliato tale azione. Mancherebbe il
presupposto fondamentale, ovvero la violazione “grave” della normativa
comunitaria ad opera di un’applicazione erronea di una norma nazionale.
Questa violazione “grave” potrebbe essere rappresentata dalla mancanza
della procedura di VAS (Valutazione Ambientale Strategica) all’interno
dell’iter autorizzativo dell’impianto, ed è proprio questa l’ipotesi
che i legali stanno continuando a valutare per il ricorso alla Corte di
Giustizia Europea.
A conclusione della riunione, i Comuni hanno
recepito la richiesta dei Comitati di realizzare uno striscione contro
l’inceneritore da affiggere nelle rispettive sedi Municipali.
Nessun commento:
Posta un commento