CERRONI SI PREPARA A FAR PARTIRE IL CANTIERE DELL’ INCENERITORE E CONTINUA A SVERSARE NEL VII INVASO.
La tragicomica ricerca di una discarica sostitutiva di Malagrotta - ormai arrivata al collasso -
finirà con una o più enormi buche, una quantità industriale di legnate
ai malcapitati più vicini e tanti “petecchioni” d’oro nelle tasche del
pescecane di turno che la gestirà e si arricchirà con essa, forse il
solito. Ma anche questo non basterà, vorranno inceneritori o impianti industriali più improbabili per continuare a bruciare
tutto quello che non c’è alcun bisogno di bruciare, impianti che
emettono gas clima-alteranti, causano malattie tra le più varie ed
avvelenano i terreni. L’inceneritore di Malagrotta (gemello di Albano)
è fermo da ottobre, poco se ne parla e ancora non sappiamo perché. Non
c'è da sperare però che per questo Cerroni non utilizzi la sentenza del
consiglio di stato per istallare il suo bancomat infernale.
Archiviati per ora i siti di Corcolle e di Riano-Pian dell’Olmo, il gioco riparte daccapo ed oltre ai siti della Polverini compaiono le dodici cave proposte da Zingaretti. Via per un altro giro di giostra nel quale torna - benché defunto - il teorema Di Carlo: la creazione di
un consorzio pubblico privato formato da ACEA, AMA e Cerroni capace di
gestire l’intero ciclo dei rifiuti e, nel loro perverso modo di
ragionare, far andare i tre malandati inceneritori del Lazio più quello
fantasma di Albano.
Siccome questo consorzio già esiste e si chiama
COEMA (lo stesso che ha l’autorizzazione a costruire l’inceneritore nelle discarica di Roncigliano), il cerchio vorrebbe chiudersi sulle nostre teste.
Nel frattempo, l’ARPA HA ACCERTATO PIU' VOLTE L’ INQUINAMENTO DELLE FALDE, SONO STATI APPURATI SVERSAMENTI DI PERCOLATO NEL FOSSO DI VALLE GAIA E CRESCONO I CASI DI ABORTI SPONTANEI E ADDIRITTURA DI FETI DEFORMATI. GLI UFFICI COMUNALI HANNO ACCERTATO MACROSCOPICHE VIOLAZIONI DEL VII INVASO E PERTINENZE MA CIO' NONOSTANTE SI RIFIUTANO
DA 7 MESI DI PROCEDERE ALLE SANZIONI DI RITO.
Stando così le cose, gli enti che prima hanno partecipato al procedimento autorizzativo e solo in seguito si sono opposte (come Comune, ASL e Provincia) hanno le possibilità e l'obbligo di richiedere la revisione dell’AIA del 2009 che è stata resuscitata dal consiglio di stato insieme all’ inceneritore.
DI
FRONTE AL DISASTRO PRESENTE E QUELLO INCOMBENTE L’IMMOBILISMO DELLE
AMMINISTRAZIONI CHE SVERSANO A RONCIGLIANO E' INACCETTABILE.
Mentre
scriviamo apprendiamo che il Comune di Albano ha deciso di procedere
alla caratterizzazione della discarica. Meglio tardi che mai.
Noi
mettiamo in campo la nostra capacità di lotta e l’impegno a percorrere
tutte le sedi di contestazione possibili dalla corte europea alle
procure, sicuri che solo la mobilitazione e la determinazione popolare potranno fermare questo impianto e far chiudere la discarica.
VENERDI’ 22 GIUGNO ALLE 17,30 IN PIAZZA S. PIETRO ALBANO
PRESIDIO DI MASSA E DI DENUNCIA.
COORDINAMENTO NO-INC DI ALBANO
http://www.noinceneritorealbano.it/
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